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EU Commission Summer 2022 Economic Forecast

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a cura di Andrea Volpi


ABSTRACT

La Commissione Europea, in occasione della pubblicazione delle Previsioni economiche d’estate, ha rivisto al rialzo le stime d’inflazione e al ribasso quelle sulla crescita del PIL nel biennio 2022-23.
Bruxelles prevede un’inflazione al 7,6% in media annua nel 2022 e al 4% nel 2023 (in ampio rialzo da 6,1% e 2,7% delle Previsioni di primavera).
La crescita dei prezzi al consumo dovrebbe quindi toccare un picco nel 3° trimestre dell’anno in corso, intorno all’8,4%, rimanendo comunque elevata per chiudere il 2022 solo marginalmente al di sotto dell’8%.
La discesa dell’inflazione potrebbe accelerare moderatamente nel corso del 2023 ma non è comunque attesa tornare sotto la soglia del 2% prima dell’anno successivo.
La previsione sul PIL per il 2022 è stata limata di un decimo al 2,6%, tuttavia la media per l’anno in corso è “gonfiata” dalla solida eredità statistica del 2021 e dalla forte revisione al rialzo del dato di crescita relativo al 1° trimestre (interamente imputabile al tipicamente volatile dato irlandese) che non era stata inclusa nelle Spring Forecasts.
Lo scenario per il resto dell’anno è però più pessimistico: la Commissione si attende un crescita nulla durante il trimestre primaverile e ritmi di espansione congiunturale modesti nel 2° semestre (intorno a 0,3% t/t quando a maggio prevedeva una velocità quasi doppia).
Le revisioni sulla 2° metà dell’anno pesano quindi soprattutto sul 2023 quando si attende un rallentamento della ripresa all’1,4% da un precedente 2,3%.
Segnaliamo però che le previsioni della Commissione non incorporano l’eventualità di un razionamento delle forniture di gas che potrebbe avere un impatto recessivo sull’Eurozona.
Tra le principali economie, le revisioni al ribasso per il 2022 riguardano Germania (1,4% da 1,6%) e Francia (2,4% da 3,1%) mentre la previsione è stata confermata in Spagna (al 4%) e rivista al rialzo in Italia (2,9% da 2,4%).
Nel caso italiano però la revisione risente di un 1° semestre che potrebbe risultare moderatamente migliore delle attese (in primavera la Commissione stimava una contrazione nel 1° trimestre e una stagnazione nel 2°) a fronte di previsioni per ritmi di crescita congiunturale complessivamente modesti (intorno allo 0,2% t/t) nella 2° metà dell’anno e nel corso del 2023, quando l’Italia dovrebbe quindi registrare il ritmo di crescita (0,9%) più debole tra tutti i paesi membri.

 


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