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Area euro: ESI in rialzo a febbraio ma le tensioni geopolitiche complicano lo scenario

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a cura di Andrea Volpi


ABSTRACT

Le indagini della Commissione Europea riportano un miglioramento dell’indice di fiducia economica a febbraio dopo la battuta d’arresto registrata tra dicembre e gennaio.
Si segnala però come (condotte tra l’1 e il 18 febbraio) non incorporano ancora l’intensificarsi delle tensioni tra Russia e Ucraina che dovrebbero quindi pesare sul morale di famiglie e imprese nei prossimi mesi sull’onda della maggiore incertezza e dei timori relativi a prezzi e forniture delle materie prime, non solo energetiche.
A febbraio il miglioramento del morale è trainato dal rimbalzo dell’attività nei servizi che beneficia del calo dei contagi mentre l’indice relativo all’industria resta su livelli prossimi al massimo storico dello scorso luglio.
In aumento per il secondo mese consecutivo la fiducia nel commercio al dettaglio mentre torna a salire nelle costruzioni, entrambi su livelli superiori alla media di lungo periodo.
Le indicazioni sui prezzi di vendita confermano infine la presenza di pressioni inflattive intense e diffuse.
ESI: 114 (consenso 113,1) da 112,7; massimo da novembre 2021
Industria: 14 (consenso 14,2) da 13,9; massimo da dicembre 2021
Servizi: 13 (consenso 10,3) da 9,1; massimo da novembre 2021
Commercio al dettaglio: 5,4 da 3,7; massimo da novembre 2015
Costruzioni: 9,9 da 8,1; Massimo da dicembre 2021
Consumatori: confermato il calo a -8,8 (-8,5 a gennaio); minimo da marzo 2021
Tra le principali economie i progressi sono diffusi a Germania, Francia, Spagna e Italia mentre cala la fiducia in Olanda.
Le indicazioni sui prezzi di vendita toccano nuovi record storici nell’industria, nei servizi e nel commercio al dettaglio mentre nelle costruzioni raggiungono un massimo dal 1990.
Le pressioni inflattive restano quindi severe e diffuse a tutti i settori.
Inoltre, l’impatto delle tensioni geopolitiche sui mercati della materie prime dovrebbe contribuire ad intensificare le spinte sui prezzi nei prossimi mesi.
Nonostante il ridimensionamento del rischio sanitario la fiducia dei consumatori è calata per il quinto mese consecutivo indicativo di come il rincaro dei prezzi al consumo abbia probabilmente sostituito la pandemia come principale elemento di incertezza per le famiglie.
Le aspettative dei prezzi, seppur in modesto calo restano infatti su livelli elevati e si riflettono in una minore propensione alla spesa e in peggioramento della valutazione delle proprie finanze.
La relazione tra indice ESI e crescita sarebbe coerente con un’espansione del PIL intorno allo 0.2% t/t nel 1° trimestre del 2022.
Alla luce dell’esacerbarsi delle tensioni geopolitiche stanno però crescendo rischi al ribasso per lo scenario nell’anno in corso.
Secondo le nostre stime uno shock con prezzi di gas naturale e greggio a livelli elevati a lungo potrebbe sottrarre, a seconda delle ipotesi, tra -0,5 e -1pp alla crescita nel 2022 mentre l’effetto sull’inflazione potrebbe anche superare il punto percentuale.
Alla luce dei recenti sviluppi però un impatto più severo non è comunque da escludersi, soprattutto nell’ipotesi di una interruzione delle forniture di gas naturale.

 


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