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BCE: APP e PEPP resteranno cruciali per l’Eurozona

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a cura di Luca Mezzomo


ABSTRACT

Possibile una pausa alla riunione del 30 aprile dopo la raffica di misure adottate fra marzo e aprile. La mobilizzazione del bilancio BCE resterà cruciale nei prossimi mesi, caratterizzati da netto aumento delle emissioni di titoli di Stato e crescente fragilità dei bilanci.
Le misure di contenimento della COVID-19 stanno causando una contrazione molto violenta del PIL europeo, che nel 2020 ci attendiamo cali del 6,3% a/a in media. L’attività economica inizierà a rimbalzare, ma l’incertezza è molto forte, e si riflette in un peggioramento delle condizioni finanziarie e delle aspettative sul futuro.
Dall’ultima riunione del Consiglio Direttivo, ben tre decisioni sono state prese in condizioni di emergenza: l’annuncio del PEPP, e poi due interventi importanti sul quadro normativo delle garanzie per le operazioni di credito. I programmi di acquisto sono stati potenziati sia quantitativamente, sia come gamma di attività finanziarie acquistabili, con l’inclusione della commercial paper.
La Banca Centrale Europea è stato il primo attore di politica economica in Europa a reagire alla crisi scatenata dall’arrivo della COVID-19 nel continente, pur avendo (come tutti) inizialmente sottovalutato il possibile impatto economico.
Al primo intervento, in parte vanificato da incidenti di comunicazione, è seguita una escalation di annunci che ha coinvolto tutte le funzioni della Banca centrale.
Il 12 marzo la BCE aveva annunciato che gli acquisti netti nell’ambito dell’APP sarebbero stati aumentati nel 2020 di 120 miliardi di euro, che si aggiungevano al flusso ordinario di 20 miliardi mensili. La BCE aveva anche reso più conveniente l’accesso al programma TLTRO III, applicando uno spread negativo di -25pb ai tassi di riferimento. Inoltre, aveva aumentato al 50% dello stock di prestiti la quota rifinanziabile mediante il programma.
Il 18 marzo è avvenuto un cambio di direzione netto del programma di acquisti. Le tensioni sul debito sovrano erano in aumento, per l’evidenzacrescente che la pandemia stava causando una contrazione di proporzioni inedite dell’attività economica e destabilizzando i bilanci degli Stati. In tale data, la BCE ha annunciato l’avvio del PEPP (Pandemic Emergency Purchase Programme), un programma di acquisto attivo per la durata della crisi pandemica con un obiettivo iniziale di 750 miliardi di euro.
In aprile, l’attenzione si è spostata sulla massa di titoli utilizzabili dal sistema bancario come garanzia nelle operazioni di rifinanziamento. Il 2 aprile, la BCE ha annunciato una riduzione dei margini di garanzia del 20%, oltre a una serie di altre misure di allentamento, fra le quali l’ammissione dei titoli di Stato della Grecia fra quelli stanziabili, l’estensione dell’uso dei crediti alla clientela nelle operazioni con la propria Banca centrale nazionale e l’aumento dal 2,5% al 10% della quota di passività non garantite di altri gruppi bancari.
Il 22 aprile, ha fatto seguito un abbattimento temporaneo delle soglie di rating per l’ammissione dei titoli che al 7 aprile rispettavano le soglie minime (in generale BBB-) e che subissero declassamenti da parte delle agenzie di rating in tempi successivi. L’eccezione resterà in vigore fino al settembre 2021.
Tuttavia, il vertiginoso aumento dell’indebitamento netto del settore pubblico potrebbe consigliare un nuovo incremento del PEPP nei prossimi mesi.
Ciò non sarà facile da ottenere, ma è politicamente più fattibile che realizzare un’unione fiscale nell’eurozona.
Tuttavia, il compito della BCE non è necessariamente finito.
Il ruolo della BCE resterà centrale nei prossimi mesi, caratterizzati da un’esplosione dell’indebitamento netto degli Stati e da un peggioramento del flusso di cassa delle imprese non finanziarie ben peggiori delle attese.
Anche se si concretizzasse la costituzione del Recovery Fund, e anche se quest’ultimo fosse davvero dotato di un migliaio di miliardi di euro, è necessario che la BCE agevoli il finanziamento del nuovo debito attraverso i suoi programmi di acquisto, come sta avvenendo in altri Paesi (Stati Uniti, Giappone).

 


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