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Area euro: ancora in calo i PMI a settembre

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a cura di Andrea Volpi


ABSTRACT

A settembre in Eurozona gli indici PMI sono calati in linea con le attese fornendo ulteriori indicazioni di rallentamento del ciclo tra l’estate e l’autunno mentre le componenti più forward-looking delle indagini offrono prospettive di ulteriore deterioramento nei prossimi mesi.
L’indice PMI composito è al di sotto della soglia critica che separa l’espansione dalla contrazione per il terzo mese con indicazioni di accelerazione del trend di flessione degli ordinativi e di progressivo esaurimento delle commesse inevase ormai diffuse sia alla manifattura che ai servizi.
Riaccelera inoltre la crescita dei prezzi, pagati e ricevuti, in scia alla nuova fiammata dei costi energetici.
PMI manifatturiero: 48,5 (consenso 48,7) da 49,6; minimo da giugno 2020;
PMI servizi: 48,9 (consenso 49) da 49,8; minimo da febbraio 2021;
PMI composito: 48,2 (consenso 48,2) da 48,9; minimo da gennaio 2021.
L’industria resta il settore più debole ma ormai sia la manifattura che i servizi riportano un quadro di brusca frenata della domanda con entrambi i settori che registrano una contrazione dei nuovi ordinativi e una riduzione delle commesse inevase.
Nonostante il calo della domanda e il conseguente attenuamento delle strozzature all’offerta tornano ad intensificarsi le pressioni inflattive surriscaldate da tariffe energetiche a livelli record.
Lo spaccato nazionale conferma dunque come sia l’economia tedesca (oltre a quella italiana) la più vulnerabile allo shock su prezzi e forniture energetiche mentre la Francia seppur relativamente più protetta non appare esente dal rallentamento in corso.
In sintesi, le indagini PMI flash di settembre dipingono un quadro di contrazione dell’attività economica tra il 3° e il 4° trimestre del 2022.
Nel nostro scenario centrale l’Eurozona, colpita dalla crisi energetica e geopolitica, subirà una contrazione del PIL tra fine 2022 e inizio 2023 per tornare a crescere solo a partire dalla prossima primavera.
Dopo il 3,1% stimato per l’anno in corso abbiamo recentemente tagliato le nostre previsioni sulla crescita del PIL nel 2023 allo 0,5% con rischi verso il basso.

 


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