Seguci su twitter

Categorie

Area Euro – Ampio calo per l’ESI a marzo

a cura di Intesa Sanpaolo


Le indagini della Commissione Europea di marzo confermano quanto emerso dalle indagini nazionali della scorsa settimana: l’impatto del conflitto (soprattutto per quanto riguarda lo shock energetico) sta iniziando a frenare la produzione industriale mentre i servizi continuano a beneficiare del ridimensionamento del rischio sanitario anche se alcuni comparti iniziano a risentire delle tensioni internazionali.
Pressoché stabile il morale nelle costruzioni mentre flette in misura marcata nel commercio al dettaglio in scia al crollo della fiducia dei consumatori che risentono del rincaro dei prezzi e della maggiore incertezza. In ogni caso è possibile che le indagini non riflettano ancora il pieno impatto della guerra e delle sanzioni e non escludiamo ulteriori flessioni del morale ad aprile.
– ESI: 108,5 (consenso 109) da 113,9 (rivisto da 114); minimo da marzo 2021;
– Industria: 10,4 (consenso 9) da 14; minimo da marzo 2021;
– Servizi : 14,4 (consenso 10) da 13; massimo da novembre 2021;
– Retail: 0,2 da 5,5; minimo da aprile 2021;
– Costruzioni: 9,8 da 9,9;
– Consumatori: confermata la flessione a -18,7 da -8,8; minimo da maggio 2020.
Sorprendentemente, e a differenza di quanto emerso dai PMI e dalle indagini nazionali, il miglioramento del morale nei servizi è diffuso non solo alla situazione corrente ma anche alle aspettative.
Tuttavia, i progressi sono concentrati nei comparti più esposti al rischio sanitario (ristorazione, servizi ricettivi) che beneficiano del calo dei contagi e di regole meno stringenti mentre quelli più colpiti dal costo dell’energia (come i trasporti) iniziano a riportare un minor dinamismo e una maggiore incertezza.
Tra le principali economie la correzione più ampia è stata registrata in Francia (105,7 da 112,8) e in Spagna (104,8 da 111,3) ma anche in Germania (109,2 da 113,5) e Italia (109 da 111,6) si riporta un peggioramento della fiducia economica.
L’impatto del conflitto non si riflette solo sulla maggiore incertezza delle imprese (l’Economic Uncertainty Index sale di oltre 10 punti a 25,8) ma anche sul forte incremento delle aspettative dei prezzi di vendita che toccano nuovi record storici mentre i consumatori mostrano maggiori preoccupazioni non solo sul fronte inflattivo ma anche per quanto riguarda il mercato del lavoro che si riflettono in decisioni di spesa più caute.
Rispetto ai PMI pubblicati la scorsa settimana (coerenti con una crescita intorno al mezzo punto percentuale su base congiunturale) l’ESI dipinge un quadro più cauto per l’attività economica in area euro. La relazione storica tra ESI e PIL è infatti coerente con una crescita intorno allo 0,1% t/t nel 1° trimestre, in linea con le nostre previsioni.
La frenata della ripresa non dovrebbe comunque concentrarsi solo sul 1° trimestre ma l’impatto del conflitto dovrebbe pesare in maniera significativa sull’attività economica soprattutto a partire dalla primavera.
La ripartenza dei servizi, soprattutto in quei comparti che non hanno ancora recuperato i livelli pre-Covid, potrebbe permettere all’Eurozona di registrare ritmi di crescita positivi ma i rischi restano comunque verso il basso.
Abbiamo recentemente rivisto al ribasso le nostre stime sul PIL in Eurozona nel 2022 di circa un punto percentuale al 3% ma il grado di incertezza è particolarmente elevato e l’eventualità di un razionamento delle forniture di energia rappresenterebbe un nuovo rilevante shock per lo scenario.