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Area euro: allerta ancora elevata sull’inflazione core

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a cura di Aniello Dell’Anno


ABSTRACT

L’inflazione della zona euro rallenta più del previsto a giugno, a 5,5% (+0,3% m/m) da 6,1% di maggio.
Tuttavia, si attenuano solo moderatamente le pressioni sull’inflazione core BCE (al netto di energia e alimentari freschi), calata per la terza volta di fila, seppur di un decimo, al 6,8% (+0,4% m/m).
Dopo due flessioni consecutive, ritorna a salire, invece, l’indice al netto di alimentari ed energia, a 5,4% (+0,3% m/m) da 5,3% di maggio.
A giugno rallentano quasi tutte le principali componenti ad eccezione dei servizi, saliti al 5,4% da 5% di maggio per via di effetti base sfavorevoli sui servizi di trasporto tedeschi, ed attesi spostarsi su un trend decrescente solo a fine estate.
L’energia è scesa a -5,6% da -1,8%, e continuerà a fornire un contributo negativo all’inflazione complessiva nei prossimi mesi, toccando un punto di minimo a ottobre (intorno a -13% a/a).
Cala anche il contributo degli alimentari, che pure mantengono una dinamica a due cifre e ben più elevata dell’indice generale (11,7% da 12,5% di maggio): la flessione riguarda sia gli alimentari lavorati (a 12,5% da 13,4%) che, in minor misura, quelli freschi (a 9% da 9,6% precedente), i quali risentono maggiormente dell’effetto ritardato delle condizioni climatiche avverse passate.
L’inflazione dei beni industriali non energetici, scesa nuovamente in giugno a 5,5% da 5,8%, è attesa continuare a calare nei prossimi mesi sulla scia della normalizzazione dei fattori di offerta e di un indebolimento della domanda, sino a raggiungere il 2,5% a fine anno.
Nelle nostre stime, l’inflazione generale potrebbe attestarsi al 2,6% a fine anno, e scendere temporaneamente al 2,2% ad aprile 2024; successivamente, effetti base sfavorevoli sull’energia potrebbero riportare l’inflazione al 2,6% a fine 2024.
La discesa sarà anche più lenta per l’indice core BCE (al netto di alimentari freschi ed energia), che è stimato al 3,9% a fine 2023 e al 2,4% a dicembre 2024.

 


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