Seguci su twitter

Categorie

4 Ottobre 2021 – nota economica giornaliera

AREA EURO
 – I dati di venerdì sull’inflazione europea sono stati ancora superiori alle attese: 3,4% a/a e 0,5% m/m in settembre.
La variazione tendenziale è la più alta dal settembre 2008.
La componente energetica spiega direttamente circa metà dell’inflazione osservata, ma il rialzo del mese scorso riflette anche un effetto riaperture nei servizi.
L’indice sottostante senza alimentari freschi ed energia ha accelerato da 1,6 a 1,9% a/a.
– Le stime finali dell’indice PMI manifatturiero hanno riportato una revisione al ribasso delle letture preliminari in Germania (58,4 da 58,5), Francia (55,0 da 55,2) e nel complesso dell’area euro (58,6 da 58,7), dopo che le stime flash avevano già evidenziato una flessione rispetto al mese precedente.
In Italia l’indice PMI manifatturiero a settembre è sceso a 59,7 da un precedente 60,9.

STATI UNITI
 – I dati usciti venerdì testimoniano il quadro di eccesso di domanda e pressioni sui prezzi.
La spesa personale di agosto ha sorpreso verso l’alto con una variazione di 0,8% m/m, accompagnata però da un’ampia revisione verso il basso per luglio, con segnali di rallentamento della crescita del 3° trimestre, sulla scia di consumi frenati dalla scarsità di offerta, soprattutto di auto.
Il deflatore dei consumi core di agosto, in aumento di 0,3% m/m (3,6% a/a), ha mostrato le persistenti pressioni sui prezzi dei beni.
– L’ISM manifatturiero di settembre ha segnato un inatteso rialzo a 61,9 da 59,9, spinto però dall’allungamento dei tempi di consegna, dovuto alle strozzature all’offerta, con l’indice dei prezzi in ulteriore rialzo.

MONDO – Il PMI manifatturiero globale di settembre ha mostrato una crescita della produzione circa invariata, più ordini da evadere, pressioni ancora intense sui prezzi dei beni intermedi e allungamento dei tempi di consegna, in particolare in Europa e Nord America.
Il miglioramento dell’indice di attività è stato trainato dal rimbalzo dei Paesi emergenti.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro ha chiuso la settimana passata al rialzo, ritracciando leggermente venerdì, non però su input negativi (anzi, l’ISM manifatturiero è marginalmente migliorato contro attese di lieve arretramento) quanto su fattori tecnici (ampia salita dei giorni precedenti) e sul parziale rientro dei rendimenti USA.
Venerdì ci sarà un test importante con l’employment report, atteso positivo, ma con una crescita degli occupati non molto ampia, il che potrebbe limitare l’effetto positivo sul dollaro.
Da seguire saranno anche l’ISM non manifatturiero, domani, atteso in lieve arretramento e gli occupati ADP giovedì, attesi in aumento.
Al di là della reazione immediata ai dati, la tendenza di fondo del biglietto verde dovrebbe restare comunque positiva in vista della svolta Fed.

EURL’euro ha chiuso la settimana passata in calo da 1,17 a 1,15 EUR/USD, recuperando solo marginalmente nella giornata di venerdì da 1,1561 a 1,1607 EUR/USD, a conferma della fase di debolezza della moneta unica in vista della svolta Fed.
I dati di produzione industriale tedesca giovedì non sono attesi positivi, e ci saranno da seguire alcuni discorsi BCE.
I driver restano comunque quelli USA, per cui – fatte salve delusioni dai dati USA (ma l’upside sarebbe limitato anche in questo caso, entro 1,16-1,17 EUR/USD) – l’euro dovrebbe mantenersi sulla difensiva.

GBPLa sterlina ha chiuso la settimana passata in calo contro dollaro da 1,37 a 1,35 GBP/USD, recuperando comunque in parte venerdì da minimi in area 1,34 GBP/USD.
Contro euro è rimasta pressoché stabile in area 0,85 EUR/GBP, dopo aver però raggiunto minimi in area 0,86 EUR/GBP.
In assenza di spunti sul fronte domestico, dove il quadro rimane incerto, in questi giorni dovrebbe tendenzialmente stabilizzarsi, seguendo perlopiù i driver di dollaro.
Il discorso di Ramsden (BoE) oggi non dovrebbe rivelare sorprese, in quanto questi ha già assunto una posizione hawkish votando (insieme a Saunders) per una riduzione del programma di acquisti all’ultima riunione.

JPYLo yen ha chiuso la settimana passata in lieve calo contro dollaro da 110 a 111 USD/JPY, dopo aver però toccato minimi in area 112 USD/JPY, e in rafforzamento invece contro euro da 129 a 128 EUR/JPY per via del maggior calo dell’EUR/USD, ma dopo essere passato per minimi in area 130 EUR/JPY.
In questi giorni dovrebbe tendenzialmente mantenersi in range, a meno di sorprese positive dai dati USA che lo riportino contro dollaro a quota 112 USD/JPY.
In questa fase di mercato, con le vicende cinesi sotto i riflettori, la valuta nipponica potrebbe comunque seguire ancora anche l’evoluzione della risk aversion.

 

PREVISIONI:

AREA EURO – La settimana è piuttosto povera di indicatori congiunturali.
La produzione industriale di agosto in Germania e Francia potrebbe risultare poco variata, confermando la debolezza del comparto manifatturiero, in difficoltà per il protrarsi delle strozzature lungo le filiere produttive.
Sempre per il mese di agosto, gli ordini tedeschi sono attesi in lieve flessione.
Nello stesso mese, le vendite al dettaglio nell’Eurozona dovrebbero essere rimbalzate dopo il calo di luglio.

STATI UNITI
– Oggi è in pubblicazione soltanto la seconda lettura degli ordini di beni durevoli di agosto, che dovrebbe confermare una variazione mensile solida, e un gap sempre più ampio fra ordini e fatturato, per via dei colli di bottiglia all’offerta.
– Il focus della settimana sul fronte degli eventi sarà sull’evoluzione del quadro politico con il limite del debito e i pacchetti fiscali in discussione.
– L’agenda della settimana ha pochi dati, ma con l’employment report di settembre in agenda venerdì 8, l’attenzione del mercato è garantita.
La variazione degli occupati dovrebbe essere poco più solida rispetto al dato relativamente deludente di agosto, ma non dovrebbe ostacolare l’avvio del tapering previsto per novembre.
Il tasso di disoccupazione dovrebbe scendere ulteriormente, a 5,1%, mentre i salari orari dovrebbero essere in rialzo sostenuto, sulla scia dell’eccesso di domanda che caratterizza il mercato del lavoro.
– L’ISM dei servizi a settembre dovrebbe correggere, confermando un moderato rallentamento della crescita, sempre positiva, in seguito alla diffusione della variante Delta.
– Il deficit della bilancia commerciale di agosto, previsto in allargamento, dovrebbe registrare gli effetti restrittivi dei colli di bottiglia all’offerta sulla dinamica del commercio internazionale.