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31 Agosto 2023 – nota economica giornaliera

ITALIA
– Le indagini di fiducia di agosto hanno evidenziato una lieve correzione della fiducia dei consumatori (a 106,5 da 106,7 di luglio), con un miglioramento delle indicazioni delle famiglie sulla propria situazione finanziaria, sul bilancio familiare e sui risparmi attuali, e un calo dai massimi dell’inflazione percepita, mentre si è registrato un calo significativo dell’indice composito del clima di fiducia delle imprese IESI, a 106,8 da 108,9, ai minimi dallo scorso novembre.
Il calo è stato diffuso a tutti i principali macrosettori, ma è stato particolarmente marcato nelle costruzioni (dove il morale il mese scorso era sui massimi storici).
Nel settore manifatturiero, il morale delle aziende è sceso per il quinto mese consecutivo, a 97,8 da 99,1 di luglio, ai minimi da gennaio 2021, con un maggior pessimismo diffuso a ordini e produzione sia correnti che attesi; le scorte di magazzino sono vicine ai livelli più alti degli ultimi 3 anni.
– Il fatturato industriale è cresciuto dello 0,4% m/m a giugno dopo il progresso di 1,6% registrato nel mese precedente (1,3% a/a da -0,5%).
Come a maggio il rialzo è risultato trainato dal mercato domestico mentre sono tornate a calare le vendite verso l’estero.
I dati espressi in volume e relativi al solo settore manifatturiero mostrano un aumento dello 0,5% m/m, e una stagnazione nel complesso del 2° trimestre.

AREA EURO – L’indice composito di fiducia economica ESI della Commissione Europea di agosto è calato a 93,3 e ha confermato le indicazioni di una possibile contrazione del PIL nel trimestre estivo già emerse dai PMI e dalle indagini nazionali.
Su base settoriale prosegue la recessione manifatturiera (-10,3 da -9,3, un minimo da agosto 2020) e rallentano ancora i servizi (3,9 da 5,4, il livello più basso dallo scorso ottobre).
Il calo del morale è diffuso anche alle costruzioni (-5,2 da -3,6, sesto calo consecutivo) e al commercio al dettaglio (-5 da -4,5).
La fiducia dei consumatori conferma la flessione già emersa dalla lettura preliminare (-16 da -15,1).

FRANCIA
 – Poco fa la stima finale del PIL relativa al 2° trimestre è stata confermata a 0,5% t/t.
– L’inflazione armonizzata è salita oltre le attese di consenso al 5,7% da 5,1% di luglio, per via dell’aumento dei prezzi dei carburanti e di un effetto base positivo.
– La spesa per consumi delle famiglie è aumentata per il terzo mese, di 0,3% m/m, grazie al rimbalzo delle immatricolazioni di auto dopo due mesi di calo e al recupero degli acquisti di altri beni durevoli.

GERMANIA
– Le vendite al dettaglio sono scese di -0,8% m/m in agosto, dopo essere calate dello stesso ammontare anche in luglio; rispetto ad un anno fa il calo è di -2,2%.
– Ieri l’inflazione ha mostrato un nuovo marginale calo ad agosto, anche se meno ampio rispetto alle attese, al 6,1% a/a dal 6,2% di luglio sul CPI e al 6,4% a/a dal 6,5% precedente sull’indice armonizzato.
L’indice core (sul CPI), al netto di energia ed alimentari, è atteso stabile al 5,5% questo mese.

STATI UNITI
 – Ieri la stima ADP degli occupati non agricoli privati di agosto ha sorpreso al ribasso, con una variazione di 177 mila unità (un minimo da marzo) dopo le 371 mila di luglio (riviste al rialzo da 324 mila).
L’occupazione, seppur in rallentamento, è spinta dai servizi di istruzione e sanità (52 mila), trasporto e commercio (45 mila) e ricreazione e ospitalità (30 mila) mentre il manufatturiero (12 mila) interrompe un trend di 5 cali consecutivi.
Le rilevazioni sulle retribuzioni offrono, infine, ulteriori segnali di attenuazione delle pressioni salariali diffuse a jobstayers (minimo da ottobre 2021) e job-changers.
In sintesi, i numeri di questo mese ricordano il ritmo di creazione dei posti di lavoro pre-pandemia, tuttavia sarà necessario attendere le prossime rilevazioni per confermare le indicazioni di raffreddamento del mercato del lavoro (il dato di agosto potrebbe parzialmente riflettere problemi di stagionalità).
– La seconda stima del PIL del 2° trimestre ha registrato una variazione di 2,1% t/t ann., dopo 2,4% t/t ann. della lettura advance, con una correzione verso il basso per gli investimenti fissi non residenziali (a 6,1% t/t ann. da 7,7% precedente) parzialmente compensata da revisioni al rialzo per la spesa pubblica (a 3,3% t/t ann. da 2,6%), i consumi delle famiglie (a 1,7% t/t ann. da 1,6%) e gli investimenti residenziali (a -3,6 t/t ann. da -4,2%).
Per il deflatore, la variazione è di 2% t/t ann. da 2,2% della prima lettura.

CINA – I dati dell’ufficio statistico indicano solo un modesto miglioramento dell’attività economica in agosto.
Il PMI del settore manifatturiero rilevato dal NBS è salito da 49,3 in luglio a 49,7 in agosto, più delle attese (consenso Bloomberg: 49,2), mettendo a segno il terzo aumento consecutivo dai minimi di maggio (48,8) ma rimanendo in territorio di contrazione.
L’incremento è stato generalizzato a tutte le componenti ad eccezione di quella dell’occupazione, che ha registrato un lieve calo.
I maggiori aumenti hanno riguardato la componente dei prezzi di acquisto (salita di oltre 4 punti a 56,5, un massimo da maggio 2022), le importazioni, le scorte di materie prime e la produzione.
I nuovi ordini totali sono saliti portandosi poco sopra 50 per la prima volta da marzo, mentre quelli esteri, a 46,7, rimangono ampiamente in territorio recessivo.
La scomposizione per tipologia di imprese indica una moderata espansione dell’attività nelle grandi imprese e solo una diminuzione del ritmo di contrazione tra le medie e piccole, in linea con il marginale miglioramento del PMI di Standard Chartered relativo alle piccole imprese, che rimane invece poco sopra 50.
L’indice Cheung Kong GSB fa segnare però un peggioramento della fiducia delle imprese portandosi al di sotto di 50 per la prima volta da inizio anno.
L’indice PMI non manifatturiero è invece sceso da 51,5 in luglio a 51 in agosto (consenso Bloomberg: 51,2), spinto al ribasso dal calo del PMI servizi, che è passato da 51,5 in luglio a 50,5 in agosto (minimo da inizio anno), accompagnato da un’ulteriore contrazione dei nuovi ordini, da un calo delle aspettative e da un aumento dei prezzi di acquisto.
Il PMI delle costruzioni è invece salito da 51,2 in luglio a 53,8 in agosto, ma è rimasto al di sotto della media del secondo trimestre (59,3).
Il ritmo di contrazione degli ordini è diminuito mentre aspettative e occupazione sono scese.
Il PMI composito è salito marginalmente, da 51,1 in luglio a 51,3 in agosto, rimanendo ben al di sotto dei livelli pre-pandemici (53,1 in media nel 2019).

 

COMMENTI:     

BCE – Il portoghese Centeno ha dichiarato che i dati dell’estate hanno sorpreso al ribasso e mostrano il concretizzarsi dei rischi negativi per la crescita paventati a giugno. Secondo Centeno, è ancora incerto se i tassi saranno alzati il 14 settembre, ma anche se si optasse per una pausa ciò non escluderebbe la possibilità di nuovi aumenti in seguito.
Anche Centeno, dunque, segnala che la BCE manterrà una sorta di tightening bias.
Oggi la BCE pubblicherà i verbali della riunione di luglio e parleranno due membri del comitato esecutivo, Schnabel e de Guindos.

 

PREVISIONI:

AREA EURO
 – Il focus oggi sarà sul dato d’inflazione di agosto in Eurozona, attesa stabile al 5,3% sull’indice headline ed in diminuzione a 6,4% dal 6,6% di luglio sull’indice core BCE al netto di alimentari freschi ed energia.
In Italia, l’inflazione potrebbe mostrare un nuovo calo a 5,7% da 5,9% sul CPI e al 6% dal 6,3% sull’IPCA.
– In calendario anche i dati sul mercato del lavoro di luglio in Italia ed Eurozona e di agosto in Germania.
I dati nazionali già pubblicati, nonché quanto emerso dalle indagini di fiducia, sono compatibili con un tasso di disoccupazione stabile al 6,4% nel complesso dell’area euro e al 7,4% in Italia.

STATI UNITI – Oggi la spesa personale a luglio è prevista in rialzo di 0,7% m/m rispetto allo 0,5% m/m di giugno, in aumento per il secondo mese consecutivo.
Il reddito personale dovrebbe aumentare di 0,3% m/m, in linea con il dato di giugno, mentre il deflatore è atteso in crescita di 0,2% m/m sia sull’indice headline sia su quello core, registrando un incremento su base annua rispettivamente al 3,3% e al 4,2%.