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30 Settembre 2019 – nota economica giornaliera

ITALIA – Il morale dei consumatori è tornato ad aumentare a settembre, a 112,2 dopo il calo a 111,9 registrato ad agosto. Il miglioramento è dovuto alla situazione personale degli intervistati (mentre peggiorano le valutazioni sul clima economico nazionale) e alle aspettative per il futuro (in presenza di una condizione corrente invariata). In merito alla situazione economica del Paese, le famiglie sono più pessimiste riguardo alla situazione attuale, ma più ottimiste per il futuro.
Viceversa, l’indice composito sul morale delle aziende diffuso dall’Istat è calato ancora, sia pure in misura modesta, a 98,5 da 98,8. Il quadro per settore è però variegato, in quanto mostra un miglioramento nei servizi e nelle costruzioni (dove il morale fa registrare il secondo valore più elevato da 11 anni), mentre il calo è dovuto al commercio al dettaglio e alla manifattura. Nel manifatturiero, la fiducia delle imprese è diminuita ulteriormente, per il quarto mese consecutivo, a 98,8 da 99,6 precedente. Si tratta di un nuovo minimo da ottobre 2014. Il dettaglio dell’indagine mostra che il calo riguarda tutte le principali componenti, con l’eccezione delle aspettative delle imprese su economia e occupazione, che migliorano sia pure in misura contenuta. Implicazioni:
(i) sia le famiglie che le imprese manifatturiere mostrano se non altro un minor pessimismo sulla situazione economica del Paese in prospettiva futura, forse dovuto alla riduzione del rischio dopo la rapida risoluzione della crisi di governo e il miglioramento delle prospettive per il rifinanziamento del debito e la stabilità finanziaria, anche a seguito del nuovo pacchetto di misure espansive annunciato dalla BCE;
(ii) l’intonazione ancora espansiva della fiducia nei servizi e nelle costruzioni per ora bilancia la debolezza del manifatturiero, con il risultato di evitare la recessione (ma difficilmente anche nei prossimi trimestri si andrà oltre una sostanziale stagnazione dell’attività economica nel suo complesso).

ITALIA – I prezzi alla produzione sono calati per il terzo mese consecutivo ad agosto, di -0,4% m/m, per un rallentamento su base tendenziale a -1,4% a/a (da -0,7% il mese precedente): è un minimo da oltre tre anni. La diminuzione sia nel mese che sull’anno è dovuta al mercato interno, soprattutto per via dell’energia (-1,9% m/m, -7,3% a/a). Al netto dell’energia, il PPI risulta in lieve aumento sia su base congiunturale che tendenziale (+0,1% m/m, +0,5% a/a).

AREA EURO – L’indice di fiducia economica della Commissione Europea è calato da 103,1 a 101,7, abbattuto da una nuova forte flessione della fiducia nel comparto manifatturiero (da -5,8 a -8,8) e da cali marginali nel commercio al dettaglio (-0,5 a 0,1) e nelle costruzioni (-0,1 a 3,8), dove però il clima resta positivo. La fiducia risulta invece migliorata nei servizi (+0,3 a 9,5). L’indagine presso l’industria mostra un quadro per nulla incoraggiante riguardo le prospettive di breve termine: il giudizio sui nuovi ordini e il libro ordini è al livello peggiore dal 2013, mentre quello sulle scorte è ai massimi dal 2009, sviluppo che potrebbe preludere a un’ulteriore riduzione della produzione industriale nel quarto trimestre.
Le aspettative a 3 mesi sulla produzione sono marginalmente positive, ma tale valutazione si è rivelata un previsore inaffidabile delle effettive tendenze.

STATI UNITI – La spesa personale ad agosto aumenta di 0,1% m/m, dopo 0,5% m/m a luglio (rivisto da 0,6% m/m), con indicazioni di crescita dei consumi nel 3° trimestre probabilmente più moderata rispetto alle previsioni, ma pur sempre solida, su ritmi di poco superiori al 2,5% t/t ann. Il reddito personale accelera, con una variazione di 0,4% m/m dopo 0,1% m/m di luglio, spinto dalle retribuzioni (+0,6% m/m). Il reddito disponibile si mantiene su un sentiero positivo, con una variazione di 0,5% m/m. Il sentiero del reddito, e in particolare di quello d lavoro, rimane solido e continuerà a dare supporto alla spesa delle famiglie nei prossimi trimestri. Il tasso di risparmio aumenta ancora, salendo a 8,1% da 7,8% di luglio, confermando il trend al rialzo visto da fine 2018. Il deflatore dei consumi sorprende verso il basso, restando invariato sulla misura core e segnando una variazione di 0,1% m/m per l’indice core, dopo variazioni di 0,2% m/m e 0,3% m/m a luglio e giugno, rispettivamente. L’inflazione core sale a 1,8% a/a, seguendo il moderato trend verso l’alto in atto da metà 2019.
– Gli ordini di beni durevoli ad agosto (prel.) sono in rialzo di 0,2% m/m. e il dato al netto dei trasporti aumenta di 0,5% m/m. A parte la volatilità della componente trasporti, gli ordini sono spinti da un ampio incremento nel settore della difesa, che rende le indicazioni dei dati meno positive di quanto appaia dalla variazione totale. Gli ordini di beni capitali al netto di difesa e aerei sono infatti in calo di -0,2% m/m, dopo una variazione nulla a luglio (rivista da +0,2% m/m).
Le consegne di beni capitali al netto di aerei e difesa aumentano di 0,4% m/m, dopo due dati deboli, che indicano una probabile stagnazione degli investimenti in macchinari nel 3° trimestre.
– La fiducia dei consumatori rilevata dall’Univ. of Michigan a settembre (finale) aumenta a 93,2 da 92 della stima preliminare, con un rialzo sia dell’indice coincidente (a 108,5 da 106,9) sia delle aspettative (a 83,4 da 82,4). I dati segnalano un probabile moderato trend verso il basso della fiducia, alla luce della correzione nella componente aspettative vista dalla primavera, in concomitanza con l’aggravarsi delle tensioni commerciali. La fiducia resta su livelli storicamente elevati, ma probabilmente i massimi ciclici sono alle spalle. Le aspettative di inflazione a 1 anno sono stabili a 2,8% rispetto alla stima preliminare, ma in rialzo dai livelli di luglio (2,6%); le aspettative di inflazione a 5-10 anni, a 2,4%, si mantengono all’interno dell’intervallo di fluttuazione dell’ultimo anno (2,3%-2,6%).

GIAPPONE – La produzione industriale ad agosto (prelim.) cala di -1,2% m/m (consenso: -0,5% m/m), sulla scia di correzioni per trasporti, macchinari e metallurgia, dopo +2% m/m a luglio. Le proiezioni raccolte dal METI per i prossimi mesi vedono un rimbalzo di 1,9% m/m a settembre, seguito da una flessione di -0,5% m/m a ottobre. Le consegne correggono di -1,4% m/m, mentre le scorte sono invariate, con un incremento del rapporto scorte/fatturato.
Le vendite al dettaglio di agosto aumentano di 2% m/m, contro attese di +0,9% m/m, dopo -2% m/m a luglio. I mesi estivi dovrebbero registrare una dinamica solida della spesa delle famiglie, alla vigilia del rialzo dell’imposta sui consumi. Rispetto alle precedenti occasioni di aumento dell’imposta sui consumi, il 2019 dovrebbe registrare una volatilità più contenuta per via di misure introdotte dal governo per ridurre le fluttuazioni della domanda (esenzione per alimentari e altri beni di prima necessità, riduzione dell’aliquota per transazioni non in contanti, bonus per l’acquisto di auto dopo il rialzo dell’imposta).

CINA – Il PMI manifatturiero rilevato da Caixin Markit ha messo a segno il quarto mese di miglioramento consecutivo salendo da 50,4 in agosto a 51,4 in settembre, al di sopra delle attese (Consenso Bloomberg 50,2), grazie ad un aumento generalizzato di tutte le componenti, in particolare degli ordini totali e della produzione, che restano in territorio espansivo. Gli ordini esteri hanno registrato solo un rallentamento del ritmo di contrazione. Il miglioramento è stato meno marcato per l’indice ufficiale, rilevato dal NBS, che è salito da 49,5 in agosto a 49,8 in settembre, rimanendo però al di sotto di 50. Il PMI non manifatturiero, che rimane in territorio espansivo in area 53, è lievemente sceso a 53,7 in settembre da 53,8 in agosto, con un calo del settore costruzioni che ha più che compensato l’aumento di quello dei servizi. Un peggioramento degli ordini esteri è esteso ad entrambi i sotto settori. L’indice delle costruzioni è calato di oltre tre punti a 57,6, toccando il minimo dall’inizio del 2018. Questa dinamica, insieme alla decelerazione della superficie residenziale venduta e dei cantieri registrata in agosto, prefigura un rallentamento del settore immobiliare nei prossimi mesi che potrebbe limitare il miglioramento dell’attività nel settore manifatturiero e dei servizi. Il PMI dei servizi rilevato da Caixin verrà pubblicato l’8 ottobre.
I mercati restano chiusi dal 1° al 7 ottobre in occasione dei festeggiamenti per il 70° anniversario della fondazione della Repubblica Popolare Cinese, il 1° ottobre 1949.

 

COMMENTI:

ITALIA – Il Consiglio dei Ministri convocato per le 18.30 è atteso approvare la Nota di Aggiornamento al DEF. Secondo quanto dichiarato dal Ministro dell’Economia, la manovra dovrebbe valere circa 30 miliardi. L’obiettivo di deficit 2020 dovrebbe essere al 2,2%, coerente con un saldo strutturale circa invariato rispetto al 2019. Il ministro non ha escluso aumenti selettivi di alcune aliquote IVA, ma sull’argomento non c’è accordo nella maggioranza.

AREA EURO – Il governatore della Banca d’Italia e membro del consiglio direttivo BCE, Ignazio Visco, ha difeso le misure di settembre della BCE come “naturale conclusione delle analisi avviate da tempo in seno al Consiglio” e come risposta al peggioramento del quadro macroeconomico.
Secondo Visco, era necessario contrastare il rischio di riduzione dell’inflazione attesa o di ritorno della deflazione, e “l’esperienza della crisi finanziaria globale e di quella dei debiti sovrani insegna che in queste circostanze l’eccessiva prudenza è controproducente”; inoltre, “non vi sono motivi per dubitare della loro efficacia complessiva”.

STATI UNITI – Dopo la pubblicazione della trascrizione della telefonata di Trump con il presidente ucraino e della denuncia del “whistleblower”, l’inchiesta di impeachment aperta dalla leadership democratica alla Camera questa settimana avrà nuovi input. Il “whistleblower”, che lavora alla CIA, dovrebbe testimoniare “molto presto” di fronte alla commissione servizi segreti della Camera, con modalità che permettano di proteggere il suo anonimato. Nel frattempo, Trump ha attaccato l’inchiesta, richiedendo di incontrare direttamente il “whistleblower” e gli individui che hanno riportato le informazioni sulla telefonata con il presidente ucraino. Notizie di stampa indicano che la denuncia non riguarda solo il colloquio con il presidente ucraino e l’occultamento della sua registrazione in un server riservato esclusivamente a comunicazioni top secret, ma anche altri casi di comportamenti discutibili. La gestione dell’inchiesta di impeachment da parte dei democratici mira a concentrarsi esclusivamente sulla vicenda del colloquio Trump/Zelensky e sul tentativo da parte del presidente di abusare il proprio potere per danneggiare un suo diretto oppositore politico. La leadership democratica cercherà di abbreviare al massimo i tempi dell’inchiesta: secondo alcuni potrebbe già esserci un voto alla Camera entro l’autunno, in netta controtendenza rispetto alle inchieste delle precedenti procedure di impeachment che si erano trascinate per anni. Secondo un’indagine di CBS News pubblicata ieri, il 55% degli intervistati (e l’87% dei democratici) sono favorevoli all’inchiesta e segnala una netta svolta nell’opinione pubblica dopo lo scoppio del caso Biden/Zelensky.

 

MERCATI VALUTARI:

USD – Il dollaro ha chiuso la settimana passata al rialzo sostenuto dal confronto favorevole rispetto alle altre principali economie in termini sia di fondamentali dell’economia USA sia di livello dei tassi d’interesse (più elevati) e dalle dichiarazioni distensive tra USA e Cina in tema di dazi.
Nella giornata di venerdì però è arretrato parzialmente, in un movimento che in buona parte è un ritracciamento tecnico dopo l’ampio rafforzamento dei due giorni precedenti, e per il resto è imputabile sia ai dati USA di venerdì (ordini di beni durevoli, spesa per consumi e deflatori), che hanno fornito indicazioni di carattere misto, sia alla notizia, diffusa da Bloomberg, secondo cui l’amministrazione Trump starebbe valutando il delisting delle società cinesi quotate a Wall Street.
La settimana entrante proporrà molti appuntamenti importanti. Sul fronte dei dati usciranno oggi il PMI di Chicago, atteso in marginale calo, domani l’ISM manifatturiero, atteso tornare poco sopra la soglia di 50, giovedì l’ISM non-manifatturiero, atteso in modesto calo ma da livelli molto forti e venerdì l’employment report, atteso positivo ma con una dinamica occupazionale in rallentamento. Complessivamente i dati dovrebbero dunque confermare la solidità dell’economia USA ma anche un’ulteriore decelerazione della crescita nel 3° trimestre. Anche questa settimana vi saranno inoltre numerosi discorsi Fed, a partire da domani, per culminare venerdì sera con quello di Powell, che sarà particolarmente rilevante anche perché nel frattempo saranno usciti tutti i dati della settimana.
A meno di delusioni significative dai dati o di sviluppi sfavorevoli sul fronte delle relazioni commerciali USA-Cina alla vigilia della ripresa dei negoziati ufficiali (in programma dal 10 ottobre) per trovare un accordo commerciale, il dollaro dovrebbe tendenzialmente stabilizzarsi.
In caso di sorprese molto favorevoli potrebbe anche riuscire a portarsi – almeno temporaneamente – sopra i massimi della settimana scorsa.

EUR – L’euro ha chiuso la settimana passata in calo da un massimo di 1,1025 a un nuovo minimo dell’anno a 1,0903 EUR/USD, penalizzato dal confronto sfavorevole tra l’economia dell’area e quella USA. Anche i dati di venerdì sulla fiducia area euro di settembre hanno deluso mostrando un calo contro attese di stabilizzazione. Ciononostante nella giornata di venerdì la moneta unica si è leggermente ripresa rispetto all’ampia correzione dei due giorni precedenti, ma non per ragioni di forza propria (infatti non è riuscita a riportarsi in area 1,10 EUR/USD chiudendo in area 1,09 dove ha toccato un massimo intra-day di 1,0958 EUR/USD), quanto per fattori tecnici e per le ragioni che hanno fatto ritracciare il dollaro (v. sopra).
La settimana entrante propone alcuni appuntamenti importanti con i dati dell’area, in particolare domani con la stima flash dell’inflazione di settembre, attesa stabile a 1,0% (ancora molto distante dall’obiettivo BCE), preceduta dalle letture nazionali di Germania, Italia e Spagna nella giornata di oggi, e con i PMI finali (domani l’indice manifatturiero e giovedì quello dei servizi), che dovrebbero confermare un calo generalizzato in entrambi i settori. In programma anche alcuni discorsi BCE, martedì e giovedì.
Il quadro di debolezza della congiuntura dell’area e il probabile mantenimento di un atteggiamento molto cauto da parte della maggior parte degli esponenti BCE espongono l’euro a ulteriore debolezza con il rischio di andare a inaugurare nuovi minimi dell’anno in area 1,08 EUR/USD, a meno di sorprese positive dai dati dell’area o di sviluppi molto negativi negli USA.

GBP – La sterlina ha chiuso la settimana passata in calo soprattutto contro dollaro da un massimo di 1,2502 a un minimo di 1,2269 GBP/USD ma anche contro euro da un massimo di 0,8801 a un minimo di 0,8904 EUR/GBP. La correzione è stata determinata innanzitutto dalle nuove tensioni politiche e dalla rinnovata incertezza su Brexit all’indomani della riapertura del parlamento dopo la sentenza della Corte Suprema e, venerdì, dalle dichiarazioni dovish da parte di Saunders (BoE), secondo il quale la prossima mossa della banca centrale potrebbe essere un taglio dei tassi, anche in caso di uscita dall’UE “con accordo”. Sul fronte Brexit sta prendendo piede l’ipotesi che questa settimana possa esserci un voto di fiducia contro il governo Johnson, al fine di prevenire un’uscita senza accordo il 31 ottobre. In assenza di proposte concrete per trovare un’alternativa al “backstop” irlandese, aumenta la probabilità di elezioni anticipate.
Sul fronte dati oggi verranno pubblicati la stima finale del Pil del 2° trimestre, che confermerà la contrazione del Pil, e il credito al consumo, atteso in lieve miglioramento, mentre domani sarà la volta del PMI manifatturiero, atteso in lieve calo così come quello dei servizi in uscita giovedì. A meno di sorprese positive dai dati e fintantoché lo stallo su Brexit non si risolve, la sterlina rimane dunque esposta a nuovi cali (downside entro i minimi di agosto e settembre a 1,20-1,19 GBP/USD contro dollaro e 0,92-0,93 EUR/GBP contro euro).

JPY – Lo yen ha chiuso la settimana passata in calo contro dollaro da un massimo di 106,95 a un minimo di 108,17 USD/JPY, penalizzato dai segnali di maggior forza relativa dell’economia USA e da nuove indicazioni a favore di un possibile nuovo allentamento monetario da parte della BoJ forse già alla prossima riunione di ottobre. L’entità del calo è stata però modesta e contenuta entro livelli già visti di recente. A limitare il downside della valuta nipponica ha contribuito il nuovo parziale aumento della risk aversion. Contro euro infatti lo yen è riuscito a rafforzarsi, passando da un minimo di 118,78 a un massimo di 117,43 EUR/JPY, per via della maggior correzione dell’EUR/USD. Gli appuntamenti chiave della settimana entrante saranno i dati statunitensi, i discorsi Fed ed eventuali notizie sul fronte dei rapporti USA-Cina. A meno di sviluppi negativi negli USA lo yen potrebbe indebolirsi ulteriormente nei confronti del dollaro, con downside entro 108-109 USD/JPY. Potrebbe mantenersi una dinamica divergente nei confronti dell’euro, a meno di sorprese particolarmente favorevoli dai dati dell’area.

 

PREVISIONI:

ITALIA
– Il tasso di disoccupazione potrebbe rimanere stabile al 9,9% ad agosto. A luglio, il tasso dei senza-lavoro era rimbalzato (dal minimo di 9,8% a giugno) per via di una flessione degli occupati superiore a quella degli inattivi. Da un lato, la sostanziale stagnazione del ciclo non appare coerente con un ulteriore miglioramento delle condizioni sul mercato del lavoro; dall’altro, la crescita degli occupati più anziani, sulla scia dell’aumento dell’età pensionabile effettiva, può mantenere una spinta al ribasso sul tasso di disoccupazione.
– L’inflazione è attesa salire di due decimi a settembre, da 0,4% a 0,6% sull’indice nazionale e da 0,5% a 0,7% sull’armonizzato. Nel mese i prezzi al consumo risulterebbero in calo di tre decimi sul NIC e in aumento di +1,9% m/m sull’IPCA. La salita del CPI è attesa proseguire a ottobre, anche sulla scia dell’aumento delle tariffe energetiche. Pensiamo che il punto di minimo per l’inflazione italiana sia alle spalle, ma la risalita sarà assai lenta.

AREA EURO
– In agosto, il tasso di disoccupazione dovrebbe essere rimasto stabile al 7,5%. La quota di forza lavoro disoccupata è vicina al minimo di 7,3% toccato nel 2007-08, appena prima della grande recessione. Il rallentamento della crescita iniziato lo scorso anno potrebbe interrompere questa discesa già nei prossimi mesi.
– Saranno diffusi i dati di inflazione per la media eurozona e per i principali Paesi. Il CPI è visto stabile all’1% a settembre nella media dell’area così come in Germania, mentre è atteso in salita di due decimi (allo 0,7% armonizzato) in Italia.

GERMANIA
– Il tasso di disoccupazione dovrebbe rimanere stabile al 5,0%. Sebbene il mercato del lavoro sia in un’ottima condizione, non è più in grado di migliorare al ritmo visto in precedenza, e il tasso di crescita dell’occupazione è visibilmente rallentato. In primo luogo, il mercato del lavoro è già in piena occupazione e ulteriori progressi sono difficili da conseguire; in secondo luogo, la contrazione del PIL ha già iniziato a incidere sulla domanda di lavoro.
– La stima preliminare di inflazione misurata sull’indice generale dei prezzi al consumo (CPI) probabilmente rallenterà all’1,3% su base annua a settembre, mentre si prevede che l’inflazione armonizzata (IPCA) rimanga invariata all’1,0% su base annua. Nel mese, i prezzi dovrebbero crescere di 0,1% m/m dopo aver registrato un calo più marcato di quello stagionale ad agosto. L’inflazione dovrebbe rimanere bassa anche a ottobre; in seguito, però, risalirà per effetto base.

STATI UNITI – I dati di settembre in uscita dovrebbero dare un quadro di continua espansione, ma a ritmi gradualmente più moderati. L’ISM manifatturiero dovrebbe tornare marginalmente sopra 50, limitando i timori di svolta ciclica imminente, mentre l’indice non-manifatturiero è previsto in modesta correzione dai livelli molto elevati visti ad agosto. L’employment report dovrebbe confermare il rallentamento della dinamica occupazionale verso ritmi vicini a 140 mila posti al mese, il tasso di disoccupazione dovrebbe tornare a 3,6% sulla scia di una possibile correzione del tasso di partecipazione. Il mercato del lavoro resta al pieno impiego ma l’occupazione dovrebbe rispondere alla scarsità di offerta e alla moderazione della domanda.