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29 Novembre 2021 – nota economica giornaliera

GIAPPONE – Le vendite al dettaglio di ottobre hanno confermato l’attesa svolta della spesa delle famiglie, con un aumento di 0,9% a/a, associato al netto miglioramento del quadro pandemico conseguente alla diffusione dei vaccini.
I dati danno supporto alla previsione di una netta ripresa dei consumi (e del PIL) nel 4° trimestre, anche se soggetta ai rischi, comuni al resto dell’economia globale, collegati all’impatto della variante Omicron.

 

COMMENTI:

COVID – Le notizie riguardanti la nuova variante omicron del SARS-CoV2 hanno causato venerdì una violenta correzione dei mercati finanziari e delle materie prime.
L’OMS ha dichiarato che le evidenze preliminari suggeriscono un maggiore rischio di infezione rispetto alle varianti note, mentre non viene compromessa l’identificazione tramite i test PCR, non c’è evidenza che la sintomatologia sia più grave ed è troppo presto per valutare gli impatti sull’efficacia dei vaccini.
Il tasso euribor implicito nel future dicembre 2022 è sceso a -0,395%, il livello più basso dal 18 ottobre, mentre il tasso fed funds di dicembre 2022 è sceso da 0,72% a 0,56%.
Il prezzo del petrolio è crollato al livello più basso dal 12 settembre, anche se stamane sta già rimbalzando.

STATI UNITIOggi negli Stati Uniti non ci sono dati in uscita, ma ci sono in agenda tre discorsi di esponenti della Fed, fra cui Powell, che aprono una settimana intensa in termini di comunicazioni dalla Banca centrale.
I toni dei discorsi avrebbero dovuto essere concentrati sui timori per il rialzo dell’inflazione, ma l’emergere della variante Omicron dovrebbe determinare la reintroduzione dell’evoluzione della pandemia come rischio per lo scenario di crescita e causa di significativa incertezza.
Il FOMC ha ancora due settimane per valutare le ricadute della nuova variante su economia e mercati, ma certamente il quadro è di nuovo molto più difficile da valutare per la Fed, soprattutto in questa fase di svolta della politica monetaria.
L’accelerazione del tapering prevista per la riunione di dicembre diventa, oggi, meno probabile, anche se per il momento non ci sono informazioni attendibili riguardo alla nuova variante: probabilmente anche fra due settimane l’incertezza resterà elevatissima.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro ha chiuso la settimana passata circa stabile sui livelli di apertura perché, dopo un’ampia salita iniziale, ha ritracciato ampiamente venerdì su probabili prese di profitto che hanno verosimilmente prodotto un effetto amplificato in un mercato dai volumi sottili dopo la chiusura del Thanksgiving.
Questo potrebbe fornire una parziale spiegazione di come mai il biglietto verde non abbia tratto beneficio venerdì nel suo ruolo di safe haven dall’aumento della risk aversion dopo la notizia della nuova variante Covid, insieme al fatto che in caso di deterioramento significativo del quadro pandemico la Fed potrebbe decidere di assumere un atteggiamento più cauto.
La settimana entrante vedrà in uscita dati importanti, ISM e occupati ADP, ma soprattutto venerdì l’employment report, atteso positivo.
Se i dati sul mercato del lavoro non deluderanno il dollaro dovrebbe quindi tornare a rafforzarsi. Se inoltre la risk aversion si manterrà elevata per via della nuova variante, questa volta il biglietto verde potrebbe riuscire a beneficiarne.
Numerosi anche i discorsi Fed da seguire, a partire da Powell già oggi.

EURL’euro ha chiuso la settimana passata al rialzo per via del rimbalzo di venerdì a 1,13 EUR/USD, riflesso del ritracciamento ribassista del dollaro, dopo aver però aggiornato i minimi 2021 in area 1,11 EUR/USD il giorno precedente.
Già nel breve però dovrebbe tornare a indebolirsi di riflesso all’atteso recupero del dollaro e per via dei nuovi accresciuti rischi sul versante pandemico.
Sul fronte dati si attende oggi un calo della fiducia dell’area, mentre domani uscirà l’inflazione prevista in ampio aumento.
Vi saranno anche vari discorsi BCE, inclusa Lagarde già oggi e saranno da seguire per verificare l’evolversi della valutazione del rischio inflazionistico, in vista della preparazione delle nuove previsioni macro che verranno pubblicate alla prossima riunione BCE di dicembre.
Un eventuale innalzamento dei toni su questo tema potrebbe contenere il downside dell’euro, ma dopo la scoperta della nuova variante Covid la preoccupazione per i rischi sulla crescita potrebbe prevalere spingendo la BCE a mantenere ancora una retorica cauta.

GBPLa sterlina invece ha chiuso la settimana passata in calo aggiornando contro dollaro i minimi dell’anno in area 1,32 GBP/USD e scendendo contro euro da 0,83 a 0,84 EUR/GBP, penalizzata venerdì anche dalla notizia della nuova variante Covid, che ha portato i mercati a ridimensionare le attese di rialzo dei tassi BoE a dicembre.
La settimana entrante offre pochi spunti sul fronte domestico: tra i dati, le stime finali dei PMI mercoledì e venerdì, e tra i discorsi BoE, un intervento di Mann domani e di Bailey mercoledì, entrambi importanti per poter provare a mappare le preferenze in merito alla decisione sui tassi di dicembre.
Venerdì Pill ha dichiarato che a suo avviso il terreno è stato ormai preparato per iniziare ad alzare i tassi ma ha anche aggiunto che i nuovi rischi collegati all’evoluzione del quadro pandemico potrebbero richiedere un approccio più cauto.
A meno di indicazioni più hawkish dai discorsi in programma questa settimana, la sterlina potrebbe ritrovarsi ancora sulla difensiva.

JPYLo yen ha chiuso la settimana passata al rialzo contro dollaro per via dell’ampio rafforzamento di venerdì, dopo la notizia della nuova variante Covid, che ha più che compensato il calo dei giorni precedenti portando il cambio da 115 a 113 USD/JPY.
Lo yen si è rafforzato anche contro euro portandosi venerdì da 129 a 127 EUR/JPY.
Questa settimana con il ritorno dei dati USA in primo piano lo yen dovrebbe tornare a scendere se i rendimenti USA riprenderanno a salire, ma la risk aversion in funzione delle preoccupazioni per la nuova variante potrebbe non rientrare rapidamente e questo potrebbe temporaneamente ridurre il downside della valuta nipponica.

 

PREVISIONI:

AREA EURO
– Oggi saranno diffusi l’indice composito di fiducia della Commissione europea e i dati preliminari di inflazione di Germania e Spagna.
– Il resto della settimana vedrà l’uscita della seconda lettura delle indagini PMI, che completerà il quadro delle indagini congiunturali di novembre.
Sarà confermata la correzione dei principali indicatori, per effetto dei colli di bottiglia nel manifatturiero e della risalita dei contagi nei Paesi dell’Eurozona.
– La stima flash sui prezzi al consumo di novembre dovrebbe vedere una variazione annua in accelerazione rispetto al mese scorso sia nell’Eurozona che nei principali Paesi.
– In calendario ci sono anche i dati sul mercato del lavoro in Italia e nell’intera area di ottobre, oltre al tasso di disoccupazione tedesco (dato di novembre).
– La seconda lettura del PIL italiano e francese per il 3° trimestre dovrebbe confermare la stima preliminare.
– Infine, in settimana verranno pubblicati anche i dati sui consumi relativi al mese di ottobre per Francia e l’intera Eurozona, nonché la produzione industriale francese.

STATI UNITI
– Questa settimana sono pubblicati i principali dati di attività di novembre.
Il focus sarà sull’employment report, che dovrebbe confermare il trend positivo della dinamica occupazionale e il costante calo del tasso di disoccupazione, senza però segnalare una ripresa della crescita della forza lavoro.
– Gli indici ISM dovrebbero mantenersi in territorio espansivo, con indicazioni più favorevoli per il manifatturiero che per i servizi.
– La fiducia dei consumatori dovrebbe essere ancora in calo per i timori legati all’inflazione.
– La spesa in costruzioni di ottobre dovrebbe confermare una ripresa dopo la frenata di settembre causata dagli uragani.