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29 Marzo 2023 – nota economica giornaliera

ITALIA – L’incremento del clima di fiducia delle imprese manifatturiere, da 103 a febbraio a 104,2 a marzo, è stato più ampio di quanto previsto.
Il miglioramento è trainato dalle aspettative, e i prezzi di vendita attesi hanno subito un rallentamento per il sesto mese consecutivo, toccando un minimo da due anni.
Anche l’indicatore composito dell’Istat sul clima di fiducia delle imprese (IESI) è salito, a 110,2 (il valore più alto dallo scorso agosto), da 109,2 precedente.
Gli indici settoriali mostrano forti aumenti per il commercio al dettaglio (da 114,7a 116, nuovo massimo storico assoluto) e per le costruzioni (a 159,1 da 157,2), e un miglioramento più contenuto per i servizi (a 103,8 da 103,3).
Infine, il morale delle famiglie è salito a sorpresa, a 105,1 da 104 di febbraio. È il livello più alto dallo scoppio della guerra in Ucraina.
L’aumento è guidato da un balzo del clima economico nazionale e delle valutazioni correnti.
La disoccupazione attesa è scesa al livello più basso nell’era post-pandemica.
I risparmi sia attuali che futuri sono diminuiti, un segnale che le famiglie stanno riducendo il tasso di risparmio per sostenere la spesa nonostante la perdita di potere d’acquisto.
L’inflazione attesa è scesa per il sesto mese di fila, a un nuovo minimo da settembre 2020.
In sintesi, il miglioramento delle indagini Istat a marzo riflette probabilmente ancora la moderazione dei prezzi energetici, oltre che, nell’industria, l’attenuazione dei problemi di approvvigionamento di materiali.
Il nostro attuale profilo previsivo vede un PIL stabile nel 1° trimestre, con rischi al rialzo, e in aumento di 0,2% t/t nei mesi primaverili.
Le indagini non sono state influenzate dalle recenti turbolenze sui mercati finanziari, suggerendo che il livello corrente di irrigidimento delle condizioni finanziarie e creditizie non sembra tale da invertire la tendenza dell’attività economica.
Sorprende in questa fase in particolare la tenuta del settore delle costruzioni nonostante la stretta sui bonus edilizi, segnalando che l’elevato volume di lavori arretati dovrebbe attenuare significativamente l’impatto di breve termine della minore generosità degli incentivi.

FRANCIA – Ieri l’indice INSEE di fiducia delle imprese di marzo è calato di un punto a 103 dopo che la lettura del mese precedente è stata rivista al rialzo a 104 (da 103).
L’indicatore è rimasto al di sopra della media di lungo periodo ma ha registrato correzioni diffuse a tutti i settori ad eccezione del commercio all’ingrosso (dove però la rilevazione è trimestrale).
Nonostante le flessioni nel manufatturiero (104 da 105, dopo tre mesi di rialzi consecutivi) e nei servizi (105 da 106, in linea con i livelli di gennaio), gli indici restano complessivamente espansivi considerando che i recenti rallentamenti dell’attività potrebbero essere imputabili all’effetto degli scioperi.
Le indicazioni sulle aspettative e sugli ordinativi, infatti, sembrano confermare la tendenza di recupero avviata nei mesi scorsi lasciando ben sperare per un rimbalzo del morale nei prossimi mesi, in linea con quanto segnalato sia dalle indagini PMI che quelle della Banque de France.
Infine, segnali positivi provengono anche dall’indice sull’occupazione che per il quarto mese consecutivo rimane ampiamente in territorio espansivo (110).
Le indagini di marzo restano dunque compatibili con una crescita del PIL su base congiunturale anche nel 1° trimestre del 2023.
L’estensione degli scioperi rappresenta un rischio verso il basso alla nostra stima di 0,1% t/t, tuttavia di norma gli effetti sono temporanei e riassorbiti nei mesi successivi (in caso di economia stagnante a inizio anno si avrebbe un recupero più accentuato in primavera).

GERMANIA – Poco fa, l’indice GfK di fiducia dei consumatori tedeschi è salito a -29,5 da un precedente -30,6, un massimo dallo scorso luglio.

STATI UNITI – Ieri, la fiducia dei consumatori rilevata dal Conference Board a marzo ha registrato un modesto rialzo a 104,2 da 103,4 a febbraio, con un peggioramento delle condizioni correnti, anche per il mercato del lavoro, e un incremento delle aspettative per reddito, economia e occupazione.
Le famiglie segnalano l’intenzione di ridurre la spesa per servizi discrezionali, ma di aumentare quella per servizi meno discrezionali come sanità, manutenzione della casa e dell’auto.
L’indagine è stata condotta con una data di chiusura al 20 marzo, quindi include solo marginalmente i primi effetti della crisi bancaria.

 

COMMENTI:

ITALIA – Il Governo ha approvato il decreto che proroga di un altro trimestre, sino al 30 giugno, gli aiuti sulle bollette, in particolare la riduzione dell’Iva al 5% e l’azzeramento degli oneri di sistema sul gas, nonché il bonus sociale (lo sconto sulle bollette di luce e gas per le famiglie con Isee fino a 15mila euro).
Il decreto prevede anche un nuovo contributo per le spese di riscaldamento per tutti i cittadini, senza limiti di reddito, dal 1° ottobre, i cui criteri saranno definiti successivamente.
Le imprese potranno continuare a beneficiare fino al 30 giugno dei crediti d’imposta al 40% e al 45% se nel 1° trimestre hanno registrato un incremento del costo delle bollette superiore al 30% rispetto al 1° trimestre 2019.
Il decreto vale 4,9 miliardi (derivanti dai risparmi prodotti dalla diminuzione dei prezzi dell’energia, che ha ridotto rispetto alle previsioni iniziali i costi della manovra da oltre 20 miliardi in vigore fino al 31 marzo).
L’esecutivo ha anche approvato in via definitiva il nuovo Codice degli appalti, introdotto novità sul fronte fiscale (più tempo per sanare gli errori fiscali) e stanziato 1,1 miliardi in favore di Regioni e Province autonome per limitare l’impatto del payback dei dispositivi medici sulle aziende del settore sanitario.
Viceversa, il via libera al disegno di legge annuale del 2022 per la concorrenza è stato rinviato ad altra riunione per la necessità di individuare una completa copertura finanziaria (secondo fonti di stampa, il nodo da sciogliere sarebbe sul tema degli ambulanti).

ITALIA – Al termine del Consiglio dei ministri, si è svolta la cabina di regia sul Piano nazionale di ripresa e resilienza, nella quale il ministro Fitto ha invitato i colleghi a effettuare «in tempi rapidi un’analisi netta e chiara di tutte le criticità relative ai progetti di competenza di ciascun ministero elaborando delle proposte d’azione concrete».
Fitto ha ammesso che alcuni degli interventi previsti non potranno essere realizzati entro il 2026.
La “Relazione sullo stato di attuazione del PNRR” presentata dalla Corte dei Conti ha evidenziato che a fine 2022 sono stati spesi oltre 23 miliardi (il 12% delle dimensioni finanziarie complessive del Piano), ovvero meno della metà dei 59,5 miliardi previsti inizialmente ma più dei 20,4 miliardi dell’ultimo monitoraggio.
L’accelerazione è dovuta alla spesa più elevata del previsto sui crediti d’imposta relativi al piano Transizione 4.0 e a Ecobonus-Sismabonus, al netto dei quali la spesa effettiva si ferma a 10 miliardi circa.
L’obiettivo di spendere oltre 40 miliardi nel 2023 appare molto sfidante.

STATI UNITI – Dalla Fed, Barr, vice-presidente per la supervisione, nell’audizione di fronte alla commissione bancaria del Senato, ha ribadito che il sistema bancario è solido e sicuro e indicato che il fallimento di SVB è stato dovuto a errori di gestione, in particolare sul fronte dei rischi, che la Fed aveva già segnalato privatamente alla banca stessa prima della crisi.
L’uscita dei depositi, molto più massiccia e rapida di quanto anticipato il primo giorno della crisi, ha reso impossibile fornire a SVB liquidità sufficiente con gli strumenti di emergenza disponibili e costretto a chiudere la banca.
Barr ha indicato che la Fed sta preparando un rapporto sul fallimento delle banche che verrà pubblicato entro il 1° maggio.
Anche l’FDIC completerà un rapporto entro tale data.
Secondo Barr, la Fed sta considerando misure di rafforzamento del capitale delle banche.
Dal lato dell’FDIC, verranno probabilmente proposte misure per coprire i costi dei recenti fallimenti (stimati in circa 22,5 mld per SVB), attraverso un prelievo speciale sulle banche.
Inoltre, l’FDIC sta considerando cambiamenti al livello dei depositi assicurati.
Anche i senatori della commissione hanno segnalato l’intenzione di rivedere verso l’alto tale livello.
Bullard (St Louis Fed) ha detto che a suo avviso la Fed può continuare ad agire con la politica monetaria appropriata per ridurre l’inflazione, mentre adotta le misure macroprudenziali adeguate a contenere lo stress finanziario, aumentato in seguito alla recente turbolenza sul sistema bancario.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro è sceso ancora ieri sul calo della risk aversion al rientro delle preoccupazioni per la situazione bancaria dopo che dalla Fed il vice-presidente per la supervisione M. Barr ha ribadito che il sistema bancario è solido.
Oggi sta parzialmente recuperando, dato che sul ridimensionamento dell’avversione al rischio i rendimenti stanno tornando a salire e nel breve dovrebbe tendenzialmente stabilizzarsi mentre la situazione va normalizzandosi.

EURL’euro si è rafforzato ancora ieri da 1,07 a 1,08 EUR/USD sul rientro delle preoccupazioni per le condizioni delle banche europee, ma finché permane incertezza potrebbe far fatica a salire ulteriormente dato che le resistenze chiave si collocano in area 1,08 EUR/USD.
Al normalizzarsi della situazione invece dovrebbe rafforzarsi ancora, anche in vista di ulteriori rialzi dei tassi BCE.

GBPLa sterlina si è rafforzata ieri sul rientro della risk aversion sia contro dollaro da 1,22 a 1,23 GBP/USD sia contro euro da 0,88 a 0,87 EUR/GBP.
Dalla BoE Bailey ha dichiarato che le recenti turbolenze sulle banche USA e su Credit Suisse non stanno provocando stress al sistema bancario britannico.
Oggi la sterlina però è in arretramento sul generalizzato recupero del dollaro e, anche se prossimamente dovrebbe salire ancora, l’upside è limitato e inferiore a quello dell’euro.
Dalla BoE in programma oggi un discorso di Mann, da seguire per capire se potrebbe esserci ancora un altro rialzo dei tassi a maggio, in particolare perché Mann ha generalmente posizioni hawkish.

JPYLo yen è in calo oggi da 130 a 132 USD/JPY sul rientro della risk aversion e sulla salita dei rendimenti a lunga USA di ieri, ma al di là del breve dovrebbe tornare a rafforzarsi.
Dalla BoJ il nuovo vice-governatore Uchida ha dichiarato che se l’inflazione si muoverà verso il target, il controllo della curva verrà modificato.
Lo yen è in calo anche contro euro da 141 a 143 EUR/JPY.

 

PREVISIONI:

FRANCIA – Oggi l’indice INSEE di fiducia dei consumatori potrebbe tornare a calare a marzo, stimiamo di un punto a 81.
Le componenti più anticipatorie della lettura di febbraio puntano verso una correzione, inoltre le tensioni per la riforma delle pensioni nonché l’aumento della tassazione sui tabacchi e un’inflazione che, a differenza delle altre principali economie, non ha ancora raggiunto un picco dovrebbero pesare sul morale.
Il morale delle famiglie francesi ha risentito meno di altri paesi della crisi energetica ma da inizio anno si trova su livelli inferiori al resto dell’Eurozona e non ha ancora mostrato chiari segnali di recupero.