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29 Luglio 2019 – nota economica giornaliera

ITALIA – Il morale dei consumatori è tornato ad aumentare a luglio, a 113,4 dopo il calo a 109,8 registrato a giugno. È il livello più alto dallo scorso febbraio. Il miglioramento è diffuso a tutte le principali componenti, ma riguarda soprattutto il clima economico nazionale (ai massimi da inizio anno); in particolare i giudizi sulla situazione economica dell’Italia sono al livello più alto da ottobre dell’anno scorso. In calo anche le preoccupazioni delle famiglie sulla disoccupazione.

ITALIAL’indice composito sul morale delle aziende diffuso dall’Istat è tornato a salire a 101,2 dopo il calo di giugno a 99,3. Tre settori di attività su quattro mostrano un miglioramento, in particolare il commercio al dettaglio (da 105,2 a 109,9, un massimo dal 2017). Nei servizi la fiducia sale da 98,9 a 100,1 (per trovare un valore più elevato occorre risalire a ottobre scorso). Nelle costruzioni, l’indice, dopo aver toccato a maggio un massimo da 12 anni ed essere calato a giugno, è tornato ad aumentare, da 140,9 a 142,8 (che appunto è il secondo valore più alto dal 2007). Viceversa, nel manifatturiero la fiducia delle imprese è diminuita ulteriormente, a 100,1 da 100,7 precedente. Si tratta di un minimo da gennaio 2015.
Il dettaglio dell’indagine non è però uniformemente negativo, in quanto sia gli ordini che la produzione registrano un calo delle valutazioni correnti, ma un miglioramento delle attese per il futuro. Le aspettative sull’economia migliorano sensibilmente, tornando ai massimi dallo scorso ottobre. Ancora una volta, la flessione riguarda i produttori di beni intermedi e strumentali, mentre risale la fiducia nel comparto dei beni di consumo (ai massimi da fine 2018).
I dati sono misti, ma, nel complesso, superiori alle attese.
Sono migliorate soprattutto le indicazioni di famiglie e imprese sulla situazione economica dell’Italia, il che potrebbe essere il risultato dell’accordo trovato dal governo con la Ue per evitare una procedura europea per deficit eccesivo. Conforta in particolare il recupero della fiducia dei consumatori e del morale delle imprese nel commercio al dettaglio e, all’interno del manifatturiero, dei produttori di beni di consumo, il che potrebbe essere un segnale di ripresa dei consumi dopo una prima parte dell’anno non brillante (in altri termini le famiglie, dato il recupero di potere d’acquisto di inizio anno, e visto il ridursi dell’incertezza sul fronte fiscale, potrebbero essere meno caute nelle loro decisioni di spesa). Per quanto riguarda le imprese, il settore manifatturiero appare colpito da uno shock idiosincratico (come l’ha definito Draghi), in Italia come altrove (anzi in Germania la debolezza del comparto appare ancora più accentuata). Gli altri settori di attività, in particolare i servizi e le costruzioni, mantengono per il momento una tendenza espansiva, controbilanciando la debolezza del manifatturiero. Tuttavia, se le difficoltà dell’industria in senso stretto dovessero protrarsi, c’è il rischio che la tendenza negativa si diffonda al resto dell’economia.
In sintesi, i dati segnalano una possibile ripresa dell’attività economica nel trimestre estivo, dopo una primavera fiacca. Il nostro intervallo di previsione per il PIL del 2° trimestre (che verrà diffuso dall’Istat il prossimo 31 luglio) è tra zero e -0,1% t/t. Per la seconda metà dell’anno, ci aspettiamo un ritorno alla crescita, ma su ritmi assai moderati (0,1% t/t). I rischi su questo scenario di previsione restano a nostro avviso verso il basso, in quanto l’incertezza sul fronte domestico si è solo ridotta e potrebbe tornare ad aumentare nei prossimi mesi, e quella di carattere internazionale, che pesa sul settore manifatturiero, resta elevata.

ITALIALe retribuzioni contrattuali sono rallentate su base annua a 0,7% a giugno (dall’1,6% di maggio). Per trovare un valore più basso occorre risalire a settembre 2017.
A giugno le paghe sono aumentate di un decimo, in linea con la media dell’anno precedente, ma la vistosa decelerazione tendenziale è dovuta al venir meno del “gradino” di giugno 2018 (+1% m/m), corrispondente alla implementazione del rinnovo nella maggior parte dei comparti del settore pubblico (dopo il blocco che si protraeva dal 2010). Tra aprile e giugno si sono registrati due rinnovi contrattuali e un accordo di proroga, mentre sette sono scaduti.
La quota dei dipendenti con contratto in vigore è tornata comunque sopra il 50% dopo quattro mesi. I comparti con gli incrementi tendenziali maggiori sono vigili del fuoco (+6,8%); agricoltura (+2,8%) e telecomunicazioni (+1,7%), mentre diversi settori registrano retribuzioni ferme: energia elettrica e gas, commercio, farmacie private e altri servizi privati.
Sulla base dei contratti in vigore a fine giugno, le paghe orarie resterebbero allo 0,7% nel trimestre corrente, per rallentare ulteriormente a 0,6% negli ultimi tre mesi dell’anno. Insomma, le retribuzioni, dopo il recupero della seconda metà dello scorso anno sulla scia del rinnovo del contratto nella PA, sono tornate su un trend discendente e su ritmi di crescita vicini ai minimi storici.

STATI UNITI – Il PIL del 2° trimestre registra una crescita di 2,1% t/t ann., dopo 3,1% t/t ann. del 1° trimestre. I dati includono anche revisioni alle serie storiche di diverse componenti fra cui i consumi, la spesa pubblica, esportazioni e importazioni, reddito disponibile e risparmio.
Come atteso, la debolezza della crescita complessiva nasconde contributi di segno opposto, soprattutto fra la domanda finale domestica e scorte e canale estero.
La voce più solida è quella dei consumi in rialzo di 4,3% t/t ann. dopo 1,1% t/t ann. (rivisto da 0,9% t/t ann.), spinta dai beni, soprattutto durevoli ma anche non durevoli, che sono rimbalzati dopo la correzione di inizio anno dovuta allo shutdown.
Gli investimenti fissi delle imprese deludono, con una correzione di -0,6% t/t ann., dopo 4,45 t/t ann.. La correzione è dovuta alle strutture, in ampio calo in gran arte concentrato nel settore estrattivo, mentre per i macchinari si registra quasi-stagnazione.
I dati di ordini e consegne di giugno sono però incoraggianti per un modesto miglioramento nel 3° trimestre.
Anche gli investimenti residenziali sono negativi, per il sesto trimestre consecutivo, nonostante il calo dei tassi sui mutui e i fondamentali favorevoli del mercato del lavoro.
Una spinta più forte del previsto viene dalla spesa pubblica, in rialzo di 5% t/t ann., dopo +2,9% t/t ann. del 1° trimestre, in parte per via degli effetti dello shutdown.
Il canale estero sottrae 0,6 pp, dopo aver contribuito positivamente per 1 pp alla crescita del 1° trimestre. Un sentiero analogo si registra per i contributi delle scorte, pari a -0,9 pp in primavera e +0,5 pp nel 1° trimestre.
Il tasso di risparmio delle famiglie è rivisto verso l’alto, a 8,5% nel 1° trimestre, da 6,7%, e resta molto elevato su base storica nel 2° trimestre, a 8,1%, dando un altro elemento di solido supporto alle previsioni per il sentiero dei consumi nel resto dell’anno.
Lo scenario dell’economia USA resta positivo, con indicazioni solide dal lato dei consumi (grazie a risparmio elevato, mercato del lavoro solido e ricchezza netta su livelli record) e sul fronte della politica fiscale, dopo l’accordo raggiunto fra leader democratici e amministrazione.
I punti deboli restano il canale estero e gli investimenti fissi, ma la crescita dovrebbe mantenersi al di sopra del potenziale nel 2020.

 

COMMENTI:

STATI UNITI – Riprendono questa settimana i negoziati USA-Cina, con un viaggio in Cina del segretario del Tesoro e del rappresentante per il commercio. La Cina dovrebbe anche aumentare gli acquisti di soia che erano stati promessi in occasione del G-20 e che per ora non sono stati attuati. Un accordo resta lontano, ma la ripresa delle trattative dovrebbe contribuire a limitare le preoccupazioni per ulteriori dazi.

 

PREVISIONI:

ZONA EURO – Sono attese le stime preliminari sul PIL del 2° trimestre. Ci aspettiamo un rallentamento generalizzato rispetto a inizio anno, a 0,1% t/t, per la media Eurozona. Solo la Francia potrebbe aver mantenuto il ritmo dei tre mesi precedenti (0,3% t/t); la Spagna è attesa in marginale rallentamento, ma su ritmi ancora sostenuti (0,6% t/t), mentre è possibile un numero marginalmente negativo in Italia.
L’indagine della Commissione UE completerà la tornata di indagini congiunturali di luglio, che dovrebbe confermare il calo del morale visto sinora, particolarmente nel settore manifatturiero.
I dati preliminari sui prezzi al consumo sempre a luglio dovrebbero mostrare un rallentamento generalizzato dell’inflazione, da 1,3% a 1% per la media area euro, da 1,5% a 1,4% in Germania, da 1,4% a 1,3% in Francia e da 0,8% a 0,5% in Italia.

STATI UNITI – Il focus sarà sulla riunione del FOMC, che dovrebbe attuare l’attesa riduzione dell’intervallo obiettivo dei Fed funds a 2-2,25%, giustificata dalle tensioni commerciali e dalla debolezza della crescita globale. Il Comitato, pur con una valutazione positiva dello scenario, dovrebbe mantenere un easing bias, lasciando aperta la porta a un altro taglio nei prossimi mesi.
Fra i dati di luglio, l’employment report dovrebbe essere positivo, con una crescita di occupati di 170 mila e il tasso di disoccupazione a 3,6%.
L’ISM a luglio è previsto in modesto rialzo, coerente con una dinamica marginalmente positiva dell’attività nel settore.