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29 Febbraio 2024 – nota economica giornaliera

MERCATI VALUTARI:

USD – Il dollaro si è ripreso ieri ma in chiusura di giornata ha arginato notevolmente i guadagni iniziali.
Il PIL del 4° trimestre ha ricevuto una marginale revisione verso il basso ma si conferma forte mentre i deflatori dei consumi sono stati marginalmente ritoccati al rialzo.
Ben più importanti saranno però i deflatori dei consumi di gennaio in uscita oggi, attesi in calo in termini tendenziali.
Anche dalla spesa per consumi e dai sussidi di disoccupazione si attendono segnali di indebolimento, mentre un marginale aumento dovrebbe essere registrato dal PMI di Chicago e dai redditi delle famiglie.
Dati di tenore misto potrebbero stabilizzare il dollaro, ma essendo i deflatori dei consumi i dati più rilevanti il biglietto verde potrebbe ritrovarsi sulla difensiva, a meno che non sorprendano verso l’alto.

EURL’euro ha corretto ieri da un massimo di 1,0846 a un minimo di 1,0795 EUR/USD sul rafforzamento del dollaro e sui deludenti dati di fiducia dell’area.
Nuova debolezza rischia oggi con i dati di inflazione tedesca attesi in calo come è stato già stamani per Francia e Spagna e si attende domani per l’area euro in aggregato.
Il downside dovrebbe tuttavia essere limitato per via di analoghe attese sui deflatori dei consumi USA, a meno che questi non sorprendano verso l’alto.

GBP – In assenza di spunti propri la sterlina si è indebolita ieri contro dollaro, pur restando in area 1,26 GBP/USD, ma potrebbe almeno in parte recuperare oggi sui dati domestici di credito al consumo atteso in miglioramento e sui deflatori dei consumi USA previsti in calo.
Questo dovrebbe agevolare un recupero anche contro euro, rispetto al quale ieri invece si è leggermente indebolita pur restando in area 0,85 EUR/GBP.

JPYLo yen si è stabilizzato contro dollaro in area 150 USD/JPY ieri, pur indebolendosi leggermente a livello intraday.
Oggi è risalito sulle dichiarazioni di Takata (BoJ) secondo il quale sembra ci siano finalmente le possibilità di raggiungere il target di inflazione al 2%, aprendo la strada per l’abbandono dei tassi negativi e il controllo della curva.
Oggi potrebbe rafforzarsi ulteriormente, a meno di sorprese verso l’alto dai deflatori dei consumi USA.
L’upside appare tuttavia limitato, alla luce delle incertezze sul quadro di crescita giapponese come indicato anche dal pessimo dato di produzione industriale pubblicato questa notte.