Seguci su twitter

Categorie

29 Agosto 2019 – nota economica giornaliera

ITALIA – Ad agosto l’indice di fiducia delle imprese è calato da 101,2 a 98,9. Dopo l’anomalo incremento di luglio, la fiducia è in flessione in tutti i settori: il calo è marginale nel commercio al dettaglio (da 110 a 109,9), modesto nel comparto manifatturiero (da 100,1 a 99,7), forte nelle costruzioni (a 140,4 da 142,8) e nei servizi (da 100 a 97,4).
Nel manifatturiero, il giudizio sugli ordini è un po’ meno negativo che a luglio, ma le imprese sono meno positive sulle prospettive future per la produzione. L’andamento della fiducia resta coerente con una variazione del PIL di 0,0-0,1% t/t nel terzo trimestre.
Il clima di fiducia è peggiorato anche tra le famiglie, riassorbendo circa metà dell’incremento anomalo di luglio. Il calo di agosto ridimensiona la ripresa della fiducia del terzo trimestre, pur confermando che il minimo potrebbe essere stato segnato nel primo trimestre 2019 per le imprese e nel secondo trimestre per le famiglie.

AREA EURO – L’indice M3 a luglio è salito oltre le attese a 5,2% da 4,5% di giugno: sia la componente più liquida, M1, che M2 (sotto i due anni) sono salite.

 

COMMENTI:

ITALIA – Sebbene non senza contrasti e lacerazioni interne, Movimento Cinque Stelle e Partito Democratico hanno confermato l’intenzione di sostenere un governo guidato dal premier uscente, Conte. L’incarico sarà conferito questa mattina alle h. 9.30 dal presidente della Repubblica.
I due partiti dovranno ora definire i dettagli dell’accordo di programma, che è stato indicato come prioritario rispetto alla definizione della lista dei ministri, e superare il vaglio degli aderenti alla piattaforma informatica del M5S.
Il giuramento del nuovo esecutivo è previsto alla metà della prossima settimana. Il nuovo governo dovrebbe contare su una maggioranza di soli 8 seggi al Senato, mentre i margini alla Camera saranno più ampi.

REGNO UNITOIl governo ha chiesto e ottenuto dalla Regina la sospensione del parlamento per cinque settimane. Le attività sarebbero state comunque sospese per tre settimane in coincidenza con i congressi dei maggiori partiti, ma così il parlamento non tornerà a operare prima di metà ottobre (il discorso inaugurale della Regina è previsto il 14 ottobre).
Non c’è modo per il parlamento di autoconvocarsi, sicché il tempo a disposizione dei parlamentari contrari alla Brexit per bloccare l’uscita del Paese dall’UE sarà limitato a due sole settimane, dal 17 ottobre al 31 ottobre.

STATI UNITI – Secondo Barkin (Richmond Fed) non è chiaro che il livello dell’inflazione sia tale da richiedere riduzioni dei tassi. Barkin ha detto che la sua opinione su un eventuale taglio dei tassi è simile a quella che aveva a metà luglio, ma non ha voluto rispondere a domande sulla sua posizione riguardo al taglio dei tassi di luglio.
Barkin ritiene che i dati macro siano “molto chiari e coerenti” con uno scenario di ripresa dell’inflazione e di consumi solidi.
Il problema centrale è l’incertezza. Probabilmente il presidente della Richmond Fed non è parte del gruppo di partecipanti al FOMC favorevoli a tagli dei tassi preventivi.
Invece Daly (San Francisco Fed) ha detto che il taglio dei tassi di luglio è stato “un’appropriata ricalibrazione” della politica monetaria a fronte di freni alla crescita e inflazione sempre al di sotto del 2%. Daly ha indicato che una politica monetaria troppo accomodante potrebbe creare instabilità finanziaria, ma ha aggiunto che al momento non vede rischi su questo fronte.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro è tornato a rafforzarsi ieri favorito da un parziale ridimensionamento del sentiment negativo che tiene in ostaggio i mercati a causa delle incertezze sul rallentamento globale e sulle politiche commerciali USA-Cina.
Oggi viene pubblicata la seconda stima del Pil, per il quale si attende una revisione al ribasso, e questo potrebbe impedire al dollaro di consolidare i guadagni di ieri. Domani sarà la volta della spesa per consumi e relativi deflatori e del PMI di Chicago.
A meno di delusioni significative dai dati o di novità negative sul fronte dei rapporti con la Cina, il biglietto verde dovrebbe riuscire a chiudere la settimana in recupero rispetto alla correzione di venerdì scorso.

EURDi riflesso al rafforzamento del dollaro l’euro invece è sceso, per il terzo giorno di fila, anche se il movimento è contenuto, da 1,1098 a 1,1071 EUR/USD.
I livelli, in area 1,10 EUR/USD, confermano il quadro di vulnerabilità della moneta unica. I dati da monitorare oggi saranno gli indici di fiducia dell’area euro e l’inflazione tedesca, mentre domani sarà la volta della stima flash dell’inflazione aggregata di agosto. I dati dovrebbero confermare gli elementi di debolezza dell’economia europea ed eventuali delusioni potrebbero indurre un test dei supporti chiave a 1,1050-25-00 EUR/USD.

GBPLa sterlina ha corretto ampiamente ieri sia contro dollaro da 1,2291 a 1,2155 GBP/USD sia contro euro da 0,9020 a 0,9121 EUR/GBP a causa degli sviluppi su Brexit.
Il premier britannico Boris Johnson ha infatti prorogato a cinque settimane il “conference recess del Parlamento (il periodo solitamente di circa tre settimane tra fine settembre e inizio ottobre in cui le sedute parlamentari vengono sospese per dar modo ai partiti di tenere i propri convegni annuali).
La proroga lascerebbe di fatto il campo libero a Johnson per garantire l’uscita dall’UE alla data da lui fissata del 31 ottobre, anche in caso di “no-deal”. Si prospettano ora giornate di tensione politica: la sterlina rimane dunque a rischio di ulteriore debolezza. I livelli chiave da monitorare sono i minimi già toccati questo mese a 1,20 GBP/USD e 0,93 EUR/GBP.
Ieri intanto il Presidente della Commissione UE Juncker durante la telefonata con Johnson ha espresso l’auspicio che si pervenga ad un accordo, ma ha specificato che i termini non dovranno essere distanti da quelli del precedente accordo siglato con il governo May.

JPYAnche lo yen ieri è sceso, sia contro dollaro da 105,64 a 106,22 USD/JPY sia contro euro da 117,08 a 117,67 EUR/JPY. L’apertura di oggi è già al rialzo perché comunque il quadro generale rimane di incertezza.
Questa notte, Suzuki (BoJ), ha riportato l’attenzione sulle criticità del contesto attuale, spiegando che bisogna essere cauti nell’imprimere ulteriore stimolo monetario perché i tassi sono già a zero o negativi, ma ricordando allo stesso tempo che i rischi sull’economia giapponese provengono sia dall’esterno (rallentamento globale e politiche commerciali USA-Cina) sia dall’interno (rialzo dell’imposta sui consumi). Nel breve il driver del cambio rimarrà la dinamica della risk aversion e lo yen dovrebbe pertanto tendenzialmente rimanere supportato.

 

PREVISIONI:

AREA EURO – L’indice di fiducia della Commissione Europea è visto in lieve calo ad agosto, stimiamo a 102,5 da 102,7, alla luce del peggioramento visto in Germania e Italia. Entrambi i paesi hanno fornito indicazioni di peggioramento per il settore dei servizi. Il livello dell’indice ESI è in rotta per un calo anche nel terzo trimestre, ma rimane ancora al di sopra delle media storica.

FRANCIA
– La seconda stima potrebbe rivedere al rialzo la stima preliminare del PIL a 0,3% t/t (da 0,2% t/t della lettura flash). Il ritmo sarebbe rimasto, quindi, costante rispetto al primo trimestre.
La revisione potrebbe essere dovuta a una revisione delle scorte superiore al livello della stima preliminare. Nel complesso la domanda interna ha contribuito per 0,4 mentre il canale estero è rimasto stagnante e le scorte hanno segnato uno -0,2. La variazione annua rimarrebbe confermata all’1,3% da 1,2% del primo trimestre. La crescita del PIL nel 2019 è stata però rivista al ribasso all’1,2%.
– La spesa per consumi a luglio è vista in marginale avanzamento (+0,1% m/m, da -0,1% di giugno). Le vendite di auto dovrebbero essere rimaste circa stabili, sulla base dei dati sulle nuove immatricolazioni. Se confermato, la variazione annua passerebbe a -0,3% da -0,6% impostando i consumi per una stagnazione anche nel terzo trimestre.

GERMANIA
– Il tasso di disoccupazione ad agosto dovrebbe rimanere invariato al 5,0% per il quarto mese consecutivo, solo un decimo al di sopra del minimo storico raggiunto a marzo e aprile di quest’anno. Per il momento, il rallentamento sostenuto dall’economia tedesca non dovrebbe influenzare in modo significativo il mercato del lavoro.
– Ad agosto, prevediamo che l’inflazione scenda su base annua all’1,6% dall’1,7% di luglio per l’indice nazionale e rimanga invariata all’1,1% in termini armonizzati UE. Nel mese, prevediamo una normalizzazione dei prezzi dei pacchetti vacanza, dopo che hanno registrato una crescita del 15,1% m/m e del 18,6% m/m nei due mesi precedenti, che ha inaspettatamente frenato gli indici principali. La prevedibilità dell’evoluzione di questi prezzi è però bassa; questa voce potrebbe eventualmente abbassare gli indici totali di un decimo.
Tuttavia, nello scenario di base, prevediamo che i prezzi al consumo complessivi si stabilizzino nel corso del mese per entrambi gli indici nazionale e armonizzato.

STATI UNITI
La seconda stima del PIL del 2° trimestre dovrebbe registrare una revisione verso il basso a 1,9% t/t ann. (da 2,1% t/t ann). I consumi dovrebbero restare la colonna portante della crescita, con una variazione confermata a 4,3% t/t ann., come nella stima advance.
Fra le altre componenti della domanda domestica, gli investimenti fissi delle imprese dovrebbero essere ancora marginalmente negativi, frenati dalle strutture in netto calo, mentre per gli investimenti residenziali la correzione dovrebbe subire una revisione verso il basso (a -2,5% t/t ann).
I contributi di scorte e canale estero sono previsti ancora in territorio negativo, con un ulteriore indebolimento della componente collegata ai magazzini.
La previsione per il 3° trimestre è di crescita poco sopra il 2% t/t ann., ancora sostenuta dai consumi e dalla spesa pubblica, con un miglioramento degli investimenti fissi, sia residenziali sia non residenziali, mentre scorte e canale estero dovrebbero restare volatili e negativi. La crescita nel 2° semestre dovrebbe mantenersi moderatamente al di sopra del potenziale, nonostante gli effetti di freno del canale estero e delle scorte causati in prevalenza dalla politica commerciale.
– Il deficit della bilancia commerciale dei beni a luglio è previsto in modesto allargamento a -74,5 mld di dollari (da -74,1 mld di giugno), sulla scia di aumenti moderati sia delle esportazioni sia delle importazioni.