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28 Novembre 2022 – nota economica giornaliera

COMMENTI:

BCEMakhlouf (Irlanda, membro votante del comitato direttivo BCE alla riunione del 15/12) ha dichiarato che nel 2023 il rialzo dei tassi ufficiali avverrà probabilmente con interventi di minore dimensione.
Makhlouf non si è espresso sulla riunione di dicembre, riguardo alla quale le posizioni all’interno del consiglio appaiono più variegate rispetto a ottobre.
Oggi è atteso un intervento di Christine Lagarde presso la Commissione Affari Economici e Monetari del Parlamento UE, oltre a discorsi di P. Hernàndez de Cos e K. Knot.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro ha chiuso la settimana passata in calo, ma quella entrante sarà più significativa perché vedrà l’uscita di dati cruciali per le prossime decisioni della Fed, ovvero di quelli sul mercato del lavoro (JOLTS, occupati ADP ed employment report) nonché un discorso di Powell sullo stesso tema.
Dai dati potrebbero ancora emergere indicazioni miste, quindi non ancora sufficienti a mostrare un rallentamento chiaro nelle dinamiche occupazionali/salariali, il che dovrebbe favorire una stabilizzazione piuttosto che un’ulteriore discesa del biglietto verde.
Ma al passar del tempo i rischi dovrebbero essere verso il basso, e se già emergessero segnali più precisi in tal senso il dollaro ne risentirebbe subito.
Oggi infatti apre in calo.
Resta comunque ancora da seguire l’evoluzione della risk aversion che offrirebbe supporto al dollaro se aumentasse significativamente: oggi il sentiment di mercato è di nuovo in deterioramento sulle proteste in Cina contro la politica zero-Covid del governo.

EURL’euro ha chiuso la settimana passata in leggero rialzo in area 1,03 EUR/USD dopo essere però passato per minimi e massimi rispettivamente in area 1,02 e 1,04 EUR/USD.
I dati in uscita in questi giorni (indici di fiducia, attesi in leggero aumento, e inflazione, prevista in decelerazione sull’indice “headline” ma in possibile aumento sull’indice “core”), salvo sorprese/delusioni, dovrebbero agevolare una stabilizzazione/consolidamento, con oscillazioni concentrate nella parte medio/alta del range 1,02-1,04 EUR/USD.
Le indagini congiunturali infatti suggeriscono che la contrazione del Pil stimata nel trimestre corrente potrebbe essere più mite del previsto mentre la dinamica inflazionistica confermerebbe la necessità che la BCE proceda in modo deciso con i rialzi dei tassi, che potrebbero essere anche più incisivi se la recessione attesa sullo scavalco dell’anno fosse più mite (da seguire in proposito i discorsi BCE, inclusa Lagarde già oggi).
Un simile scenario favorirebbe l’euro sia nel breve che successivamente, aprendo alla possibilità di una revisione vero l’alto del sentiero atteso del cambio.
Questa mattina, infatti, l’euro è in rialzo a 1,04 EUR/USD sulle dichiarazioni di Knot (BCE) secondo il quale non è scontato che l’indebolimento della crescita nell’area euro sfoci in una recessione.
Knot ha anche aggiunto che vi è il rischio che la BCE non faccia abbastanza per ridurre l’inflazione (se frena con i rialzi su attese di recessione).

GBPAnche la sterlina ha chiuso la settimana passata in apprezzamento sul dollaro da 1,17 a 1,21 GBP/USD e superiore a quello dell’euro rispetto al quale si è rafforzata da 0,86 a 0,85 EUR/GBP.
In questi giorni, in assenza di dati domestici di rilievo, dovrebbe muoversi perlopiù di riflesso al dollaro, per cui dovrebbe tendenzialmente stabilizzarsi.
Da seguire sarà comunque qualche discorso BoE in calendario, per eventuali nuove indicazioni sul sentiero atteso dei tassi dopo l’Autumn Budget di J. Hunt.
Anche l’evoluzione della risk aversion può influenzare la sterlina: oggi infatti si è leggermente indebolita sia contro dollaro sia contro euro sul deterioramento di sentiment dovuto alle proteste in Cina.

JPYAnche lo yen ha chiuso la settimana passata in rafforzamento sul dollaro da minimi in area 142 USD/JPY a massimi in area 138 USD/JPY.
A meno di sorprese positive dai dati USA/discorso di Powell i rendimenti a lunga USA dovrebbero tendenzialmente stabilizzarsi piuttosto che rimbalzare, il che favorirebbe una stabilizzazione/consolidamento dello yen.
Oggi la valuta nipponica è infatti in ulteriore rialzo a 137 USD/JPY. Contro euro la dinamica dello yen si è rivelata più vivace, tra 143 e 146 EUR/JPY, per via dei contestuali movimenti dell’EUR/USD.

 

PREVISIONI:

AREA EURO
 – L’unico dato in agenda quest’oggi sono le statistiche monetarie BCE, che dovrebbero mostrare un rallentamento della crescita di M3 e del credito in ottobre.
 – Il focus questa settimana sarà sulle stime flash dei prezzi al consumo di novembre.
Ci aspettiamo un contenuto rallentamento dell’inflazione in Italia e nel complesso dell’Eurozona, a fronte di un aumento in Germania e Francia.
– I dati sul mercato del lavoro dovrebbero registrare una stabilità del tasso di disoccupazione in area euro (a ottobre) e in Germania (a novembre), e una salita in Italia (a ottobre).
– Gli indici di fiducia della Commissione Europea e le stime finali dei PMI manifatturieri concluderanno la tornata di indagini congiunturali di novembre confermando il trend di generalizzato recupero di morale.
– In Francia ci aspettiamo che i consumi di beni siano tornati a flettere in ottobre.

STATI UNITI
 – Oggi non ci sono dati in uscita negli Stati Uniti.
Durante la settimana, il focus sarà sui dati del mercato del lavoro e sul discorso di Powell su scenario economico e mercato del lavoro.
Gli occupati non agricoli a novembre dovrebbero essere ancora in aumento solido, se pure a un ritmo in via di rallentamento, e il tasso di disoccupazione è previsto stabile a 3,7%, sulla scia di una ripresa della forza lavoro in linea con quella dell’occupazione.
Anche la Jobs Openings and Labor Turnover Survey di ottobre sarà sotto i riflettori, per aggiornare i trend di domanda e offerta.
– Fra i dati relativi a novembre, la fiducia dei consumatori dovrebbe essere in ulteriore calo e l’ISM manifatturiero dovrebbe entrare in territorio marginalmente recessivo, con segnali di rallentamento della domanda, aumento delle scorte e allentamento delle strozzature all’offerta.
– A ottobre, la spesa personale è prevista in rialzo sostenuto, spinta sia dai beni sia dai servizi, a fronte di una crescita più contenuta del reddito personale, con un conseguente ulteriore calo del tasso di risparmio.
Il deflatore core è previsto in rialzo di 0,3% m/m.
– Infine, la seconda stima del PIL del 3° trimestre è prevista in rialzo a 2,8% t/t annualizzato.