Seguci su twitter

Categorie

28 Luglio 2023 – nota economica giornaliera

ITALIA – La crescita delle retribuzioni contrattuali è salita al 3,1% a/a a giugno, un massimo da novembre 2009, trainata dall’adeguamento del contratto metalmeccanico.
I salari iniziano a mostrare segnali di accelerazione, e una tensione contrattuale ancora elevata (il 53,9% dei dipendenti è in attesa di rinnovo, tra i quali la PA) e le informazioni disponibili sulle negoziazioni in corso anticipano ulteriori aumenti nei prossimi mesi.

AREA EURO
 – In Francia il PIL è cresciuto ben più delle attese, accelerando a 0,5% t/t da un precedente 0,1% (rivisto al ribasso di un decimo).
Come nei due trimestri precedenti la crescita è interamente spiegata dal commercio estero a fronte di un contributo negativo della domanda interna (tornano a calare i consumi privati mentre gli investimenti risultano poco più che stagnanti).
Il dato migliore del previsto per i consumi di giugno (0,9% m/m da 0,6%) lascia un’eredità statistica positiva sui mesi seguenti e suggerisce che le spese private potrebbero tornare a crescere a partire dall’estate, ma difficilmente il robusto dato primaverile di PIL verrà ripetuto nel 3° trimestre, visti i recenti segnali di rallentamento.
In Spagna il PIL è cresciuto in linea con le attese di 0,4% t/t.
– Poco fa, in Francia, l’inflazione è calata al 4,3% da 4,5% sull’indice nazionale e al 5% da 5,3% sull’IPCA; sul mese i prezzi sono risultati stabili su entrambi gli indici.
In Spagna l’inflazione è tornata a salire a 2,1% a/a da 1,6% a luglio.

STATI UNITI
– Ieri la stima advance del PIL del 2° trimestre ha registrato una crescita di 2,4% t/t ann., dopo il 2% t/t annualizzato di inizio anno.
I dati hanno mostrano un netto miglioramento degli investimenti fissi non residenziali che più che compensa il minor apporto positivo dei consumi privati e pubblici.
Le scorte sottraggono -0,6 pp alla variazione del PIL mentre il contributo del canale estero è sostanzialmente nullo.
La lettura conferma la tenuta del ciclo Usa nonostante i rialzi dei tassi: sebbene le indicazioni prospettiche puntino ad un raffreddamento dell’economia nei prossimi trimestri, la probabilità di uno scenario di “soft landing” (anziché di recessione vera e propria) appare sempre più elevata.
Pur continuando ad aspettarci una lieve contrazione del PIL a fine anno, i rischi sulle nostre previsioni sono al rialzo e la crescita media annua potrebbe attestarsi all’1,8% rispetto all’1,6% stimato precedentemente.
Per il 2024, ci aspettiamo un rallentamento comunque piuttosto pronunciato, a 0,9% (da 0,8% della precedente stima).
– Gli ordini di beni durevoli a giugno sono aumentati per il quarto mese consecutivo, di 4,7% m/m dopo il 2% registrato a maggio, spinti principalmente dall’ampio incremento dell’aereonautica civile (+69,4% m/m, in parte riconducibile ad un importante ordine ricevuto da Boeing da Air India).
Nel complesso i trasporti hanno segnato un aumento di 12,1% m/m, grazie anche al comparto auto (+0,3% m/m) e all’aereonautica militare (+5,5% m/m).
Al netto dei trasporti, le commesse sono in rialzo di 0,6% m/m.
Tuttavia, gli ordini di beni capitali al netto di difesa e aerei sono solo in moderata crescita (0,2% m/m), in rallentamento dopo lo 0,5% m/m di maggio e lo 0,7% m/m di aprile.
– Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione al 22 luglio sono calate a 221 mila unità (-7 mila unità rispetto alla settimana precedente), confermando il trend discendente in corso nel mese.
I sussidi esistenti all’15 luglio sono scesi a 1,690 milioni di unità (-59 mila).

 

COMMENTI:     

ITALIA – Ieri il Governo ha presentato la proposta di revisione del PNRR.
Il documento prospetta una rimodulazione di 144 misure declinata tra modifiche di natura formale e riprogrammazione delle tempistiche di applicazione fino al definanziamento per alcuni interventi, che però, negli obiettivi governativi, dovrebbero essere salvaguardati tramite la copertura con il Fondo di Sviluppo e Coesione o il Piano nazionale complementare.
Tra le modifiche da segnalare una rimodulazione dell’Ecobonus, che sarà destinato alle famiglie a basso reddito in passato rimaste escluse dagli interventi di efficientamento delle abitazioni.
Nello specifico, sono 9 le misure soggette ad una riduzione delle risorse, per un totale di 15,9 miliardi (l’8% dell’ammontare totale del Piano).
A fronte di ciò, nel piano entra il capitolo RepowerEu (dedicato alla transizione e alla sicurezza energetica), che mobilita risorse per 19,3 miliardi.

BCE – La riunione di politica monetaria della BCE si è conclusa, come atteso, con un rialzo dei tassi ufficiali di 25pb.
L’esito è stato ampiamente preparato sin da giugno ma la principale novità riguarda la guidance che è stata semplificata per renderla coerente anche con la possibilità di una pausa a settembre.
Nella conferenza stampa, la presidente Lagarde ha detto che alla prossima riunione sono possibili sia un nuovo rialzo, sia una pausa, mentre è da escludere la possibilità di un taglio.
Inoltre, Lagarde ha detto che questa volta non è certo che ci sia ancora strada da percorrere con i tassi, e che la questione dovrà essere affrontata alle prossime riunioni sulla base dei dati nel frattempo usciti. Confermiamo per ora la previsione di un livello terminale del 4,0% per il DFR, in attesa di verificare come si evolverà nei prossimi mesi la trasmissione della stretta all’economia reale.
Il peggioramento della congiuntura reale e il calo dell’inflazione potrebbero creare un consenso a favore di tassi stabili a settembre; al contrario, segnali di riaccelerazione renderebbero più probabile un nuovo ritocco dei tassi ufficiali.
Continuiamo a non ritenere probabili tagli dei tassi prima di metà 2024.

GIAPPONE – La riunione della BoJ si è conclusa con una conferma dell’attuale orientamento di politica monetaria (costo del denaro stabile a -0,1% e obiettivo sul JGB decennale intorno a zero), ma la principale novità è che la “fascia di tolleranza” nella politica di controllo dei rendimenti, che pure resta dello 0,5%, non sarà più considerata un limite ma un semplice riferimento, e sarà applicata con maggiore flessibilità (in effetti, il governatore Ueda ha annunciato che la BoJ acquisterà JGB decennali ad un tasso dell’1% rispetto al precedente 0,5%).
Inoltre, la banca centrale ha alzato le stime di inflazione per l’anno fiscale in corso, al 2,5%, dall’1,8% atteso lo scorso aprile.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro è risalito ieri dopo il calo post-FOMC, sia favorito dai dati USA migliori del previsto (il PIL ha mostrato una leggera accelerazione contro attese di marginale decelerazione e anche i sussidi di disoccupazione sono scesi contro attese di aumento) sia di riflesso al calo post-BCE dell’euro.
Nel breve il biglietto verde sarà fortemente condizionato dai dati USA, perché da questi dipenderà la decisione Fed di attuare o meno un ultimo rialzo dei tassi a settembre.
La prossima settimana test importanti si avranno con gli indici ISM e soprattutto con l’employment report: eventuali sorprese verso l’alto rafforzerebbero ancora il dollaro.

EURL’euro ha corretto significativamente ieri sull’esito della riunione BCE da 1,11 a 1,09 EUR/USD.
I tassi sono saliti come da attese di 25 pb (a 4,25% il refi rate) ma il messaggio sulla prossima decisione è rimasto di grande incertezza: la BCE deciderà se alzare ancora i tassi a settembre o se invece fare una pausa in base ai dati, che di recente hanno mostrato un deterioramento del quadro economico, mentre si iniziano anche a cogliere gli effetti della restrizione monetaria attuata, per cui il ciclo di rialzi sembrerebbe giunto quasi al termine.
Anche i dati dell’area saranno ora importanti per il cambio: lunedì uscirà l’inflazione attesa in calo e il Pil del 2° trimestre atteso invece in recupero, il che potrebbe mantenere l’euro all’interno del range 1,09-1,11 EUR/USD. Eventuali delusioni invece lo indebolirebbero ulteriormente.
Tuttavia, più in generale, la dinamica prevalente dovrebbe essere di tipo laterale nel breve, complice l’analoga incertezza sulla prossima mossa della Fed, dove la minor probabilità che la Fed alzi ancora i tassi dovrebbe contribuire a limitare il downside dell’euro.

GBPAnche la sterlina si è indebolita ieri contro dollaro da 1,29 a 1,28 GBP/USD sui dati USA migliori delle attese, ma meno dell’euro rispetto al quale si è leggermente rafforzata pur restando in area 0,85 EUR/GBP, per via del calo post-BCE dell’EUR/USD.
Cruciale sarà ora per la sterlina la riunione BoE di giovedì prossimo, non tanto per la decisione sui tassi – ci si attende un rialzo di 25 pb – quanto per il messaggio sulle mosse successive, dato che il mercato sconta un totale di 75/100 pb di rialzi entro fine anno.
La pubblicazione del Monetary Policy Report con le nuove proiezioni macro offrirà un’indicazione in tal senso.
La possibilità di una revisione verso l’alto della crescita e verso il basso dell’inflazione potrà portare a ridimensionare le attese di rialzo dei tassi, ma il dettaglio chiave sarà la previsione di inflazione del 2025, attualmente collocata al di sotto del target: se verrà rivista al rialzo la sterlina dovrebbe beneficiarne perché avvalorerebbe l’ipotesi di altri rialzi BoE nei prossimi mesi rinviando l’inversione del ciclo di policy (inizio di tagli dei tassi) rispetto alle attese attuali (che la collocano nella parte centrale dell’anno prossimo).

JPYLo yen ha avuto una reazione contrastata all’esito della riunione BoJ di questa notte, prima in indebolimento, sull’annuncio che i termini di policy restavano ancora una volta invariati, poi in recupero, sulla novità che la banda di oscillazione del ±0,5% intorno al rendimento target a 10 anni a 0% non sarà più un limite ma un riferimento, per cui potrà essere applicata con flessibilità (Ueda ha dichiarato che la BoJ acquisterà JGB decennali ad un tasso dell’1,0% invece dello 0,5% vigente).
I movimenti dello yen sono stati comunque ampi nella fascia 138-141 USD/JPY contro dollaro e 151-154 EUR/JPY contro euro.
La BoJ ha inoltre rivisto al rialzo le previsioni di inflazione per l’anno fiscale corrente a 2,5% dall’1,8% di aprile.
Entrambe le novità dovrebbero rappresentare aperture verso il futuro avvio di un processo di normalizzazione della politica monetaria, il che dovrebbe andare a favore dello yen.
Nel brevissimo, tuttavia, potrebbe prevalere la dominanza del dollaro, frenando eventuali slanci rialzisti dello yen in caso di dati USA che sorprendano verso l’alto.

 

PREVISIONI:

GERMANIA
 – La giornata corrente si prospetta ricca di dati congiunturali.
La stima preliminare del PIL per il 2° trimestre potrebbe mostrare una quasi stagnazione (+0,1% t/t) dopo il calo di -0,3% t/t registrato nei primi tre mesi dell’anno.
Un sostegno alla crescita dovrebbe essere venuto dai servizi, a fronte di un apporto negativo da industria e costruzioni.
– In calendario anche le stime preliminari dei prezzi al consumo di luglio: l’inflazione potrebbe tornare a calare dopo la risalita del mese precedente, stimiamo a 6,2% da 6,4% sulla misura nazionale e al 6,5% dal 6,8% sulla misura armonizzata; la dinamica dei prezzi al netto di alimentari ed energia dovrebbe calare al 5,5% a/a dal 5,7% precedente.

STATI UNITI
 – Oggi la spesa personale a giugno è prevista in rialzo di 0,4% m/m, in aumento rispetto al mese precedente (0,1%).
La spesa in beni potrebbe tornare a crescere moderatamente, alla luce dell’incremento superiore alle aspettative registrato dall’aggregato più “core” delle vendite al dettaglio (0,6% m/m).
I servizi dovrebbero proseguire su un trend positivo, atteso in rallentamento nei prossimi mesi.
Il reddito personale dovrebbe aumentare di 0,4% m/m, sulla scia di una dinamica occupazionale solida.
Il deflatore è atteso in crescita di 0,2% m/m sia sull’indice headline sia su quello core, registrando un calo su base annua rispettivamente al 3,1% e al 4,2%, in discesa dai massimi registrati lo scorso anno.
Il PPI di giugno ha mostrato un rallentamento della dinamica dei prezzi dei servizi core ex-abitazione, con sanità e servizi finanziari in moderazione, mentre il CPI ha segnalato un leggero aumento dei prezzi nel comparto ricreazione, dove le pressioni sui prezzi rimangono ancora sostenute.
– L’Employment Cost Index del 2° trimestre dovrebbe registrare un rallentamento, a 1% t/t da 1,2%, segnalando una riduzione del ritmo di aumento del costo del lavoro in linea con quanto visto per l’Atlanta Wage Tracker.
– La fiducia dei consumatori rilevata dall’Univ. of Michigan a luglio (finale) dovrebbe confermare il forte rialzo registrato dalla lettura preliminare, a 72,6 (massimo da settembre 2021) da 64,4 di giugno.
Le aspettative di inflazione a 5-10 anni potrebbero ritracciare al 3%, dopo essere salite di un decimo a 3,1% nella lettura preliminare.