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28 Febbraio 2022 – nota economica giornaliera

ITALIA – Sia la fiducia dei consumatori che quella delle aziende industriali sono scese a febbraio, per via degli ulteriori aumenti dei listini energetici (e l’indagine nel manifatturiero non ha confermato i primi segnali di allentamento delle strozzature dell’offerta visti il mese scorso); viceversa, l’indicatore composito di fiducia delle imprese è salito, guidato dai servizi, grazie ai miglioramenti sul fronte sanitario.

FRANCIA – Venerdì i prezzi al consumo sono cresciuti più del previsto in febbraio (0,7% m/m nazionale e 0,8% m/m armonizzato), per via principalmente del rincaro dei carburanti; l’inflazione è quindi salita a sorpresa a 3,6% a/a su base nazionale e 4,1% sull’armonizzato.

AREA EURO – Le indagini della Commissione Europea hanno riportato un miglioramento del morale delle imprese a febbraio, trainato dai servizi (viceversa, la fiducia dei consumatori è calata per il quinto mese consecutivo, frenata dai rincari dei prezzi).

STATI UNITI
– Venerdì, la spesa personale di gennaio ha sorpreso verso l’alto, con una variazione di 2,1% m/m.
In termini reali, i consumi sono cresciuti di 1,5% m/m, con un rimbalzo per i beni (4,3% m/m, grazie soprattutto alle auto) e stabilità per i servizi (0,1% m/m), sulla scia degli effetti di Omicron.
Il reddito personale, invariato in termini nominali, è frenato dalla fine del versamento diretto del credito di imposta per i figli e il reddito disponibile reale è in calo di -0,5% m/m.
Il tasso di risparmio, in calo a 6,4%, riduce le risorse con cui ammortizzare lo shock sulla benzina derivante dall’invasione dell’Ucraina.
Il deflatore e l’indice core aumentano di 0,6% m/m (6,1% a/a) e 0,5% m/m (5,2% a/a), rispettivamente.
– Gli ordini di beni durevoli a gennaio sono cresciuti di 1,6% m/m grazie all’incremento dell’aeronautica civile pur in presenza di un ampio calo nel settore auto.
Al netto dei trasporti, gli ordini sono in rialzo di 0,7% m/m; l’aggregato dei beni capitali al netto di difesa e aerei registra una variazione di 0,9% m/m, con indicazioni positive per gli investimenti fissi del 1° trimestre, sostenute anche dalla performance positiva delle consegne.
Nel complesso i dati di gennaio puntano a una dinamica più favorevole della domanda domestica rispetto a quanto previsto a fine 2021 e a ininterrotte pressioni sui prezzi.

GIAPPONE
– La produzione industriale a gennaio ha registrato un calo di -1,3% m/m, spinto principalmente da auto, acciaio e chimica, mentre elettronica e macchinari sono in rialzo.
La debolezza di gennaio è da ascrivere a Omicron e alle strozzature all’offerta.
Le previsioni delle imprese per i prossimi mesi sono positive, con attese per rialzi di 5,7% m/m e 2,2% m/m a febbraio e marzo, rispettivamente.
Le consegne e le scorte sono in flessione, entrambe di – 1,8% m/m.
Il rapporto scorte/fatturato corregge di -1,3% m/m.
– Le vendite al dettaglio a gennaio sono in calo per il secondo mese consecutivo, con una contrazione di 1,9% m/m, frenate dall’aumento dei contagi.
Su base annua le vendite sono in rialzo di 1,6% a/a.
Le previsioni sono di miglioramento da febbraio in poi, sulla scia della riduzione dei contagi.

 

COMMENTI:

CRISI UCRAINA
– L’invasione russa dell’Ucraina ha indotto Stati Uniti, Unione Europea e altri paesi ad annunciare sanzioni economiche e finanziarie contro la Russia.
Lo sviluppo più importante è l’annuncio che le attività della banca centrale russa saranno congelate, compromettendone così la capacità di intervenire a sostegno del rublo.
La misura sta già portando a un violento deprezzamento sui mercati valutari (-28% a 106 contro dollaro).
La banca centrale russa è intervenuta con misure a sostegno della liquidità del sistema bancario, già sotto pressione, allentando i vincoli sulle posizioni in divisa delle banche e acquistando oro sul mercato interno.
Inoltre, ha alzato il tasso di riferimento dal 9,5 al 20%.
– La BCE, intanto, ha avvisato che Sberbank Europe AG (la subsidiary europea di Sberbank) e le sue controllate nell’area dell’euro hanno subito un drastico deterioramento della loro posizione di liquidità e che “non ci sono misure che possano avere una realistica possibilità di ripristinare tale posizione”; perciò, “è probabile che la banca non sia in grado di pagare i suoi debiti o le altre passività alla scadenza”.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro ha chiuso la settimana passata al rialzo, arretrando però venerdì dai massimi raggiunti il giorno precedente.
A pochi giorni dall’invasione dell’Ucraina, la dinamica della risk aversion condiziona ancora il biglietto verde e può offrirgli ulteriore supporto fintantoché le tensioni non rientrano.
Sul fronte macro, le indicazioni positive attese dagli indici ISM domani e giovedì e dell’employment report venerdì offrono anch’esse supporto al dollaro, ma per favorirne un rafforzamento significativo dovrebbero probabilmente sorprendere in positivo.
Da seguire saranno anche le audizioni di Powell mercoledì e giovedì, soprattutto per trarne eventuali indicazioni in merito alla dimensione del primo rialzo dei tassi Fed alla riunione del 16 marzo, in particolare alla luce dell’evoluzione della crisi russo-ucraina.

EURL’euro ha chiuso la settimana passata in calo da 1,13 a 1,12 EUR/USD, risalendo parzialmente venerdì dai minimi di giovedì a 1,11 EUR/USD, ma rischia di restare tendenzialmente sulla difensiva fintantoché le tensioni provocate dal conflitto russo-ucraino non rientrano.
Sul fronte dati, l’ulteriore aumento atteso dai dati di inflazione mercoledì potrebbe non riuscire a favorire un rafforzamento dell’euro come avrebbe potuto essere in assenza del conflitto, perché proprio in ragione di quest’ultimo nel breve la BCE potrebbe propendere per un approccio di policy più cauto nonostante il montare dei rischi verso l’alto sull’inflazione.
Il cambio dovrebbe quindi tendenzialmente mantenersi nel range della scorsa settimana 1,11-1,13 EUR/USD.

GBPLa sterlina ha chiuso la settimana passata in calo contro dollaro da 1,36 a 1,34 GBP/USD, risalendo parzialmente però venerdì dai minimi di giovedì in area 1,32 GBP/USD.
Ha chiuso in calo anche contro euro da 0,83 a 0,84 EUR/GBP, sommandosi all’aumento della risk aversion sull’invasione dell’Ucraina il succedersi di discorsi BoE volti a ridimensionare le attese di mercato per una sequenza troppo ampia e protratta di rialzi dei tassi.
Nel breve però lo scenario di rialzi (25 pb a marzo, maggio e agosto) non appare compromesso e la sterlina dovrebbe tornare a trarne giovamento.
Nei prossimi due giorni vi saranno altri discorsi BoE che dovrebbero offrire supporto a tale scenario.
L’upside per la sterlina rischia però di restare compresso fintantoché le preoccupazioni dovute al conflitto russo-ucraino non rientrano.

JPYLo yen ha chiuso la settimana passata in leggero calo contro dollaro da 114 a 115 USD/JPY, in quanto è stato il biglietto verde a trarre beneficio dall’aumento della risk aversion dovuto all’invasione dell’Ucraina.
A penalizzare in parte la valuta nipponica è anche l’ampio aumento delle quotazioni petrolifere per l’impatto negativo sulla bilancia commerciale giapponese.
Se a questo dovesse unirsi una salita dei rendimenti a lunga USA in seguito ad ISM ed employment report, lo yen potrebbe scendere ulteriormente in avvicinamento ai minimi recenti in area 116 USD/JPY.
Contro euro invece lo yen ha chiuso intorno ai livelli di apertura in area 130 EUR/JPY, dopo essere però passato per massimi in area 127 EUR/JPY in seguito alla correzione dell’EUR/USD.

 

PREVISIONI:

ITALIA – La prima stima dei PMI dovrebbe vedere un recupero nei servizi grazie ai miglioramenti sul fronte sanitario.

FRANCIA – La produzione industriale dovrebbe segnare solo una parziale ripresa a gennaio dopo i due cali mensili consecutivi registrati a fine 2021.

AREA EURO
– L’attenzione degli investitori nella settimana entrante si focalizzerà soprattutto sui dati preliminari di inflazione a febbraio, che, nell’Eurozona, dovrebbe toccare un nuovo record da quando esistono serie comparabili, a 5,8% a/a da 5,1% precedente (si dovrebbe vedere una accelerazione anche in Italia e Germania).
– Le condizioni sul mercato del lavoro in Germania e nell’intera Eurozona dovrebbero confermarsi espansive.

STATI UNITI
– La settimana è densa di appuntamenti importanti, con le audizioni di Powell in Congresso e il discorso sullo stato dell’Unione di Biden.
Le audizioni semestrali di Powell prepareranno la svolta di politica monetaria attesa per marzo e potrebbero dare qualche indicazione sulla dimensione del primo rialzo dei tassi.
– L’employment report di febbraio dovrebbe mostrare occupati non agricoli in aumento intorno a 500 mila unità, spinti da una normalizzazione dell’attività nei servizi grazie al calo dei contagi e tasso di disoccupazione in calo a 3,9%.
La dinamica salariale è prevista in crescita ancora sostenuta, anche se più moderata rispetto a gennaio.
– Gli indici ISM dovrebbero essere in aumento, più marcato nei servizi, in seguito al miglioramento del quadro sanitario, pur confermando persistenti freni dall’eccesso di domanda di beni e lavoro.
– La spesa in costruzioni di gennaio dovrebbe essere poco variata.