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28 Agosto 2020 – nota economica giornaliera

MERCATI VALUTARI:

USD – Il dollaro è sceso ieri dopo che Powell ha annunciato l’attesa revisione dell’obiettivo di inflazione, ma è risalito subito dopo chiudendo al rialzo. Oggi però apre di nuovo al ribasso.
Sostanzialmente in linea con le attese, la Fed ha annunciato che fermo restando il target di riferimento del 2% per l’inflazione, tale livello non va inteso come assoluto ma come “media”, al fine di permettere che a un periodo di undershooting dell’inflazione possa seguire un periodo di overshooting.
Quindi, se fino ad ora la Fed stringeva la politica monetaria preventivamente, di fronte al rischio di un’ascesa sopra target, adesso – dopo un periodo di undershooting – aspetterà che si abbia un periodo di overshooting prima di agire.
Powell ha comunque spiegato che la definizione di media non è vincolata ad alcuna formula matematica in modo da permettere una valutazione flessibile del contesto volta per volta, aggiungendo che qualora la Fed intravvedesse il rischio di una salita indesiderata dell’inflazione non esiterà ad agire.
Mentre la reazione rialzista di ieri del dollaro si spiega principalmente con la reazione rialzista dei rendimenti USA in funzione di attese di inflazione più elevata, la reazione ribassista iniziale e odierna è dovuta al fatto che la prospettiva di un periodo più esteso di inflazione più elevata porta a tassi, sia nominali sia reali, più bassi più a lungo.
Tuttavia, se si contestualizza meglio questo scenario, accogliendo l’ipotesi che una simile strategia di policy possa produrre, al di là del breve termine, un effetto più positivo sulla crescita, e quindi, in questo caso, sulla ripresa post-pandemia, non è da escludere che l’effetto negativo sulla valuta statunitense possa essere transitorio. Un buon test in tal senso si avrà quando la Fed modificherà l’indicazione della forward guidance in linea con la nuova definizione dell’obiettivo di inflazione, annuncio atteso già al prossimo FOMC del 16 settembre.
Nel frattempo, cruciali saranno i dati USA, soprattutto quelli relativi alla performance della crescita.

EURL’euro è salito fino a 1,1900 EUR/USD ieri sull’annuncio Fed della revisione dell’obiettivo di inflazione, è però ridisceso poco dopo fino in area 1,17 EUR/USD chiudendo al ribasso, salvo aprire oggi di nuovo al rialzo in area 1,19 EUR/USD.
Simmetricamente a quanto detto sopra per il dollaro, la reazione ribassista è da collegarsi al rialzo dei rendimenti USA, mentre quella ribassista alla prospettiva che la Fed lasci i tassi più bassi più a lungo.
Rivediamo al rialzo le previsioni del cambio EUR/USD nel breve, ritoccando lievemente al ribasso quelle di medio/lungo termine: il nuovo profilo atteso è 1,19-1,20-1,18-1,16-1,18 EUR/USD a 1m-3m-6m-12m-24m (dal precedente 1,18-1,12-1,14-1,18-1,20 EUR/USD).
La revisione al rialzo nel breve è dovuta soprattutto ai fattori di incertezza che in questa fase possono penalizzare l’economia USA e quindi indebolire il dollaro favorendo l’euro di riflesso.
I rischi della previsione sono verso l’alto, ovvero per un euro che possa rivelarsi più forte delle attese, soprattutto in caso di delusioni sul fronte della performance della crescita USA.

GBPLa sterlina, come l’euro, e per le medesime motivazioni, è inizialmente salita contro dollaro da 1,31 a 1,32 GBP/USD sull’annuncio Fed del nuovo obiettivo di inflazione, ma è ridiscesa subito dopo in area 1,31 GBP/USD salvo risalire oggi in area 1,32 GBP/USD inoltrata.
Contro euro si è mantenuta più stabile in area 0,89 EUR/GBP, per via della correlazione positiva con l’EUR/USD.
Oggi l’attenzione tornerà sui temi domestici con il discorso del governatore della BoE, Bailey.
Eventuali riferimenti ad accresciuti rischi verso il basso sulla crescita e/o a una politica monetaria ancora più espansiva in ragione dell’evoluzione della pandemia e dello stallo dei negoziati post-Brexit con l’UE farebbero arretrare la valuta britannica sia contro dollaro sia contro euro.

JPYAnche lo yen è salito inizialmente contro dollaro ieri da 106 a 105 USD/JPY sull’intervento di Powell, per ridiscendere subito dopo in area 106 USD/JPY e chiudere al ribasso.
Questa mattina però è tornato ad apprezzarsi in area 105 USD/JPY sulla notizia delle dimissioni del primo ministro Shinzo Abe probabilmente dovuta a motivi di salute.
La reazione rialzista dello yen riflette l’incertezza politica che ne segue, ma potrebbe essere transitoria a meno di forti discontinuità in tema di politiche economiche del nuovo premier rispetto al predecessore.
Contro euro lo yen si è indebolito ieri da 125 a 126 EUR/JPY e rimane in calo anche oggi.