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27 Settembre 2019 – nota economica giornaliera

ITALIA – I dati di agosto sul commercio estero coi Paesi extra-Ue mostrano un parziale recupero per le esportazioni (+0,7% dopo il -3,9% di luglio e il +3,8% m/m di agosto), e viceversa un calo per le importazioni (-0,6% dopo il +0,3% m/m precedente). Ad aumentare è soprattutto l’export di energia (+4,8% m/m), mentre diminuiscono le vendite di beni di consumo durevoli e strumentali (-1,6% e -1,3% m/m, rispettivamente). Su base annua, entrambi i flussi sono tornati in negativo (export a -1,4% da +8%, import a -6,2% da +2,8%), anche se la dinamica è influenzata dalla differenza di giorni lavorativi rispetto all’anno scorso. Inoltre, a diminuire sull’anno sono soprattutto le esportazioni di prodotti energetici (-24,5%), al netto dei quali si registrerebbe un lieve incremento (+0,1%). I freni all’export continuano a venire da OPEC (-10,7%) e Cina (-9,4%), specie nel settore dei macchinari, mentre sostengono le vendite all’estero la Svizzera (+24,9%) e il Giappone (+10%).

ITALIA – I prezzi delle abitazioni sono risaliti su base congiunturale nel 2° trimestre 2019 (+1,3% t/t), ma restano in calo su base annua (-0,2%). Sia il rimbalzo nel trimestre che la persistente flessione sull’anno dipendono dalle abitazioni esistenti (+1,5% t/t, -0,4% a/a). Su base tendenziale, il quadro territoriale è molto variegato, con aumenti al Nord (dove spicca il +6,9% di Milano) e flessioni al Centro e Sud. Questi andamenti dei prezzi avvengono in una fase in cui prosegue la ripresa dei volumi di compravendite residenziali, pur in rallentamento a 3,9% a/a nel 2° trimestre dopo l’8,8% di inizio anno.

AREA EURO – I dati di agosto su M3 e credito hanno sorpreso nettamente in positivo. La crescita di M3 è accelerata da 5,1% a/a (rivisto da 5,2%) a 5,7%, mentre ci si attendeva un rallentamento.
L’accelerazione ha riguardato M1 (8,4%), ma anche M2-M1 (1,0%), mentre la contrazione di M3-M2 si è accentuata a -2,9%. La sorpresa pare dipendere da un netto incremento dei depositi di società finanziarie non monetarie e di imprese non finanziarie. Fra le controparti di M3, la BCE segnala un’accelerazione del credito a imprese non finanziarie da 4,0 a 4,3% e un nuovo incremento del contributo dato dalle attività estere nette delle istituzioni monetarie e finanziarie al 3,0%, contro il 3,4% del credito al settore privato. Secondo quanto mostrano i dati di bilancia dei pagamenti, tale aumento dipende in questi mesi da un incremento delle attività estere delle istituzioni monetarie e finanziarie, e non da un calo delle loro passività verso l’estero.

STATI UNITI – La terza stima del PIL del 2° trimestre conferma una variazione di 2% t/t ann., con qualche marginale revisione delle componenti: consumi 4,6% t/t ann. da 4,7%, investimenti fissi privati non residenziali -1% t/t ann. da -0,6%, investimenti residenziali -3% t/t ann. da -2,9%, spesa pubblica 4,8% t/t ann. da 4,5%, contributi di esportazioni nette e scorte poso variati (-0,7pp e -0,9pp, rispettivamente). I dati confermano la forza dei consumi (sia privati sia pubblici) e la debolezza degli investimenti fissi. Nel 3° trimestre la crescita complessiva dovrebbe essere su ritmi simili a quelli della primavera, con una composizione diversa della domanda: meno consumi e più investimenti (soprattutto residenziali) e un ridimensionamento del freno di scorte e canale estero.
La stima Nowcasting dell’Atlanta Fed vede una crescita di 1,9% t/t ann., con variazioni di 3,1% t/t ann. dei consumi, 0,4% t/t ann. degli investimenti fissi non residenziali, una netta svolta degli investimenti residenziali (+5,3% t/t ann.), rallentamento della spesa pubblica (1,2% t/t ann.). I contributi di esportazioni nette e scorte dovrebbero esser ancora negativi ma meno ampi che nel 2° trimestre (-0,4 pp e -0,2 pp, rispettivamente).

STATI UNITI – I nuovi sussidi di disoccupazione nella settimana conclusa il 21 settembre, a 213 mila, sono poco variati rispetto a quelli della settimana precedente (210 mila) e confermano il quadro sempre positivo del mercato del lavoro.

STATI UNITI – Il deficit della bilancia commerciale dei beni ad agosto (prel.) è di -72,8 mld di dollari, circa stabile rispetto a -72,5 mld di luglio. Le importazioni aumentano di 0,3% m/m e le esportazioni crescono di 0,1% m/m, con flussi probabilmente spinti dall’obiettivo di evitare l’aumento dei dazi annunciati per i mesi successivi.

GIAPPONE – Il CPI di settembre nella rilevazione preliminare di Tokio registra variazioni inferiori alle attese. L’inflazione headline rallenta a 0,4% a/a da 0,6%, al netto degli alimentari freschi la variazione è di 0,5% a/a da 0,7% a/a. L’inflazione si conferma su un trend in rallentamento verso livelli vicini a zero previsti per fine anno. I dati di Tokio segnalano un rischio di debolezza anche per l’indice nazionale, alla vigilia della revisione dello scenario della BoJ, che potrebbe determinare un aumento di stimolo monetario. Il testo del comunicato dell’ultima riunione e le dichiarazioni recenti di Kuroda segnalano che la banca centrale potrebbe introdurre nuove misure nel caso in cui il sentiero dell’inflazione verso l’obiettivo perdesse “spinta”. Gli strumenti a disposizione della BoJ sono sempre più limitati. Fra gli interventi possibili c’è un’ulteriore riduzione dei tassi a breve in territorio negativo e l’estensione della forward guidance sui tassi, che vede gli obiettivi attuali in atto fino alla primavera 2020. Sul fronte dell’acquisto di titoli non ci sono spazi: il trend verso il basso, instauratosi da quando è stato introdotto il controllo della curva, prosegue ininterrotto rendendo solo formale l’obiettivo di acquisti annui intorno a 80 tln di yen.

 

COMMENTI:

ITALIA – Il governo avrebbe dovuto presentare oggi la Nota di Aggiornamento al DEF, ma secondo fonti di stampa il varo del documento sarebbe rimandato a lunedì. La nota includerà il nuovo scenario tendenziale e programmatico di finanza pubblica, mentre i dettagli in merito alle misure da implementare nella Legge di Bilancio sono rimandati invece alle prossime due
settimane. Il deficit tendenziale 2020 dovrebbe essere rivisto significativamente al ribasso, da
2,1% a 1,5-1,6% il che implica che il “vero” tendenziale (al netto delle clausole di salvaguardia)
sia vicino al 3%. Il dato più importante sarà quello relativo al deficit programmatico: è possibile che la scelta cada su un numero di poco superiore al 2% (forse 2,1-2,3%), che consentirebbe al governo di evitare una restrizione netta di entità significativa ma richiederebbe una certa dose di flessibilità da parte della UE.

STATI UNITI – La pubblicazione della denuncia del “whistleblower” rappresenta il secondo elemento centrale per l’inchiesta di impeachment di Trump aperta dal presidente della Camera Pelosi. Il primo è elemento è stato la divulgazione della trascrizione del colloquio fra Trump e il presidente ucraino del 25 luglio. La denuncia sottolinea due aspetti: da un lato il possibile abuso di potere del Presidente e dall’altro il possibile tentativo di coprire prove di tale abuso da parte dell’amministrazione. Il Congresso sarà chiuso per due settimane: questo ha permesso a gran parte degli esponenti repubblicani di non reagire pubblicamente alla diffusione della denuncia.
L’apertura dell’inchiesta di impeachment è un passo che Pelosi ha cercato di evitare ma che ora è stata spinta da un chiaro spostamento dei rappresentanti moderati della Camera a favore di un’indagine. I tempi saranno lunghi, e imprevedibili. Certamente la recente svolta politica
aumenta ulteriormente l’incertezza ed elimina le possibilità di collaborazione fra repubblicani e democratici su questioni di politica fiscale fino al voto di novembre 2020.

 

MERCATI VALUTARI:

USD – Il dollaro ha continuato ad apprezzarsi, rivedendo i massimi di inizio mese, sostenuto da un confronto favorevole rispetto alle altre principali economie in termini sia di robustezza dei fondamentali macro sia di livello dei tassi, che rimangono i più elevati tra i paesi avanzati.
Dai numerosi discorsi Fed degli ultimi giorni non è emersa una linea comune, e molti hanno dichiarato che in questa fase le decisioni verranno prese di volta in volta perché al momento non ci sono elementi sufficienti per poter prevedere quale sarà la mossa più opportuna alla prossima riunione. Tendenzialmente il giudizio sull’economia USA rimane favorevole, ma resta anche la consapevolezza dei rischi verso il basso derivanti dalle incertezze globali.
Sul fronte dei rapporti commerciali USA-Cina ieri intanto sono giunte altre dichiarazioni distensive da parte delle autorità cinesi che avrebbero espresso l’intenzione di acquistare più prodotti statunitensi.
In assenza di sviluppi negativi su questo fronte e di delusioni dai dati USA, il dollaro potrebbe riuscire a consolidare o perlomeno a stabilizzarsi sui livelli di ieri. I dati principali di oggi sono quelli degli ordini di beni durevoli, attesi in calo per il dato complessivo ma in parziale recupero al netto della componente volatile dei trasporti. Sulla questione dell’eventuale impeachment di Trump, la situazione si sta facendo più delicata dopo che nuovi elementi avrebbero evidenziato non solo un possibile abuso di potere ma anche un possibile tentativo di insabbiamento. Il dollaro, dopo una iniziale reazione negativa, non ha più risentito dei nuovi sviluppi, ma data l’accelerazione rialzista degli ultimi due giorni e i livelli raggiunti va comunque prestata cautela.

EUR – L’euro si è deprezzato ulteriormente inaugurando nuovi minimi dell’anno a 1,0903 EUR/USD, penalizzato dalla debolezza del quadro economico dell’area, soprattutto nel confronto diretto con gli USA, rispetto ai quali rimangono inequivocabilmente sfavorevoli i differenziali di tasso. Oggi usciranno i dati di fiducia dell’area dai quali si attende una sostanziale stabilizzazione.
Un’eventuale delusione penalizzerebbe ulteriormente l’euro, mettendo a rischio la tenuta del supporto tecnico a 1,0890 EUR/USD. Nella stessa direzione porterebbero anche eventuali sorprese positive dagli USA.

GBP – La sterlina si è deprezzata ulteriormente sia contro dollaro da 1,23 a 1,22 GBP/USD sia contro euro da 0,88 fino a un soffio da 0,9000 EUR/GBP, penalizzata dal protrarsi dello stallo su Brexit aggravato dall’incertezza politica domestica e questa mattina da dichiarazioni dovish da parte di esponenti BoE.
Il primo ministro Boris Johnson ieri ha perso un altro voto in parlamento che gli ha negato la richiesta di sospendere i lavori parlamentari per tre giorni la prossima settimana per il congresso del partito conservatore. L’aspetto più preoccupante è però che al momento non emergono proposte concrete da parte del governo britannico per risolvere l’impasse su Brexit. Il Presidente della Commissione UE Juncker ha infatti dichiarato ieri che lui e il capo-negoziatore UE Barnier stanno facendo di tutto per cercare di raggiungere un accordo ma che se questo non verrà raggiunto sarà responsabilità del Regno Unito.
Sul versante della Bank of England Saunders questa mattina ha dichiarato che l’incertezza su Brexit sta indebolendo il quadro dell’economia domestica il che rende più probabile come prossima mossa sui tassi un taglio, anche qualora venisse evitata un’uscita “senza accordo”. Saunders ha anche aggiunto che secondo lui il floor per il bank rate è prossimo allo zero ma in territorio positivo, aggiungendo che qualora venisse raggiunto tale livello se vi fosse bisogno di ulteriore stimolo monetario si potrebbe tornare a ricorrere al programma di acquisto titoli, escludendo pertanto un’opzione di tassi negativi.

JPY – Anche lo yen si è indebolito nei confronti del dollaro, ma in misura inferiore, mantenendosi in area 107 USD/JPY, e riuscendo pertanto a rafforzarsi contro euro, da 118 a 117 EUR/JPY. A garantire una maggiore tenuta della valuta nipponica contribuisce il sentiment di generale cautela del mercato, alla luce delle numerose incertezze che continuano a gravare sul quadro internazionale. In caso oggi di sorprese positiva dagli USA lo yen si indebolirebbe ulteriormente contro dollaro ma potrebbe ancora rafforzarsi contro euro.

 

PREVISIONI:

ITALIA – La fiducia di famiglie e imprese potrebbe evidenziare un recupero a settembre dopo la caduta di agosto, anche sulla scia della rapida risoluzione della crisi di governo e del migliorato clima sui mercati finanziari grazie all’intervento della BCE. Il morale dei consumatori è visto rimbalzare a 112,6 da 111,9 precedente, trainato dalle componenti che più erano calate il mese scorso ovvero clima economico e aspettative. L’indice composito di fiducia delle aziende è atteso a 100,1 da 98,9 precedente. La ripresa potrebbe essere più marcata nei servizi e nelle costruzioni che non nella manifattura (comunque in recupero a 99,9 da 99,7 di agosto).

AREA EURO – L’indice di fiducia economica della Commissione Europea potrebbe essere stabile a 103,1 in settembre, sostenuto da un possibile lieve progresso del clima nel manifatturiero e nel commercio al dettaglio, ma frenato dal rallentamento dei servizi. Per quanto riguarda l’industria, i segnali di dialogo fra Cina e Stati Uniti potrebbero aver migliorato le aspettative su ordini e produzione, mentre è meno chiaro se il giudizio sulla tendenza recente della produzione e degli ordini può aver continuato a migliorare dopo il minimo raggiunto a luglio.

FRANCIA – La spesa per consumi è vista aumentare ad agosto di 0,6% m/m, dopo lo 0,5% m/m di luglio. Stando ai dati sulle immatricolazioni di nuovi veicoli, si dovrebbe registrare un forte contributo positivo dalle vendite di auto. La variazione annua passerebbe a 0,2% da 0,1%. I consumi risulterebbero in rotta per un aumento di 0,8% t/t nel trimestre in corso, dopo la stagnazione dei mesi primaverili.

FRANCIA – La stima flash dovrebbe indicare che a settembre i prezzi al consumo sono calati di -0,3% m/m (da +0,5% m/m precedente) su entrambe le misure. L’inflazione annua è vista rimanere stabile all’1,0% sull’indice nazionale e in rallentamento di un decimo all’1,2% su quello armonizzato. L’inflazione francese è attesa stabilizzarsi attorno all’1,3% in termini armonizzati nella restante parte dell’anno.

STATI UNITI
– La spesa personale ad agosto è prevista in aumento di 0,3% m/m, dopo +0,6% m/m di luglio. I dati dei consumi dovrebbero ridimensionare la variazione nel comparto auto registrata dalle vendite al dettaglio. I consumi dovrebbero essere in crescita del 3% t/t ann. nel 3° trimestre. Il reddito personale è atteso in accelerazione, +0,4% m/m dopo +0,1% m/m di luglio, con una netta ripresa delle retribuzioni, spinte da salari orari forti (+0,4% m/m) e da una variazione moderata degli occupati. Il tasso di risparmio dovrebbe stabilizzarsi a 7,7%, in calo rispetto alla media del 1° trimestre, ma vicino ai livelli elevati degli anni ’90. Il deflatore core dei consumi dovrebbe segnare la terza variazione consecutiva di 0,2% m/m, e una risalita della variazione annua a 1,8%, a conferma del trend di riavvicinamento al 2% in atto da metà 2019.
– Gli ordini di beni durevoli ad agosto (prel.) sono previsti in calo di -1,2% m/m, dopo +2% m/m a luglio. Al netto dei trasporti, soggetti alla volatilità della componente dell’aeronautica civile, gli ordini dovrebbero recuperare la correzione di luglio, segnando un rialzo di 0,3% m/m. Gli ordini di beni capitali al netto di difesa e aerei dovrebbero proseguire sul moderato trend positivo degli ultimi tre mesi, con una variazione di 0,4% m/m, modestamente incoraggiante per una stabilizzazione degli investimenti nel 3° trimestre.
– La fiducia dei consumatori rilevata dall’Univ. of Michigan (finale) è attesa in rialzo a 92,5, da 92 della stima preliminare, in stabilizzazione dopo l’ampio calo di agosto.