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27 Agosto 2019 – nota economica giornaliera

GERMANIA – La fiducia delle imprese tedesche è calata ancora ad agosto.
L’indice IFO ha esteso il suo declino per il quinto mese consecutivo, passando da 95,8 a luglio a 94,3 ad agosto e segnando il livello più basso da novembre 2012.
L’indice si è deteriorato sia per la situazione corrente sia per le aspettative.
Mentre la valutazione della situazione corrente, a 97,2 in agosto contro 99,6 in luglio, è ancora due decimi sopra la media di lungo termine (sebbene da giugno sia già al di sotto della media post-crisi di 100,1), le aspettative a 91,3 in agosto (contro 92,1 in luglio) sono nettamente al di sotto della media di lungo termine di 98,2, che segna la lettura più bassa dalla crisi del 2009.
Tutti e tre gli indicatori sono stati al di sotto delle aspettative del mercato e hanno aumentato i timori di una recessione incombente in Germania.
Tra i singoli settori rilevati, l’industria manifatturiera è già in recessione e la situazione è ulteriormente peggiorata in agosto, secondo la valutazione delle imprese esaminate. Dall’inizio del 2018, il clima generale delle imprese ha registrato una tendenza verso il basso. Ad agosto, le imprese sono state nuovamente meno ottimiste sulla situazione corrente e hanno aumentato ulteriormente le loro preoccupazioni per il futuro. Il commercio, principalmente a causa del segmento all’ingrosso, segue la debolezza della produzione, e recentemente è entrato in territorio negativo. I servizi, pur registrando indicazioni solide, sembrano tuttavia a rischio di seguire presto il manifatturiero. Il livello del clima economico nei servizi si è dimezzato negli ultimi quattro mesi, a causa sia della situazione attuale che delle aspettative.
Il ritmo del deterioramento è paragonabile a quello della produzione di beni dall’inizio del 2 ° trimestre.

STATI UNITI – Gli ordini di beni durevoli a luglio aumentano di 2,1% m/m (dopo 1,8% m/m di giugno), sulla scia di un incremento solido dei trasporti (+7% m/m, dopo +4,1% m/m).
I dati degli ultimi due mesi hanno visto un netto rimbalzo dell’aeronautica civile e, in misura più contenuta, del settore auto. Al netto dei trasporti, gli ordini correggono di -0,4% m/m, primo calo da aprile.
Nel comparto dei beni capitali, la variazione è di 6,2% m/m; al netto di difesa e aerei, la variazione è di +0,4% m/m (media a 3 mesi ann., +1,3%).
Le consegne di beni capitali ex-difesa e aerei calano di -0,7% m/m (media a 3 mesi ann., +0,8%), mentre l’aggregato al netto della sola difesa corregge di -3% m/m. I dati sulle consegne di beni capitali danno indicazioni deboli per gli investimenti fissi delle imprese nel 3° trimestre, dopo un 2° trimestre già negativo, anche se la ripresa degli ordini dà qualche segno un po’ più incoraggiante per la dinamica estiva.

 

COMMENTI:

G7La riunione dei G-7 si è chiusa con toni più concilianti da parte di Trump, che ha indicato apertura per le trattative con la Cina e con l’Iran. La sostanza delle tensioni tuttavia non cambia: l’incertezza sullo scenario del commercio internazionale rimane, indipendentemente dalle dichiarazioni di Trump.
Alla fine di questa settimana (1° settembre), dovrebbero entrare in vigore i nuovi dazi annunciati da Cina (dazi del 5-10% su 75 mld di import dagli USA) e USA (dazi del 15% su 130 mld di beni cinesi).
Nel corso della settimana ci sarà una ripresa di comunicazioni fra i negoziatori dei due paesi e un eventuale rinvio delle misure attese per il 1° settembre non si può escludere, anche se non è lo scenario centrale. In ogni caso, anche un rinvio non modificherebbe il quadro generale: per ora un accordo rimane lontano, mentre la difficoltà a pianificare gli investimenti da parte delle imprese è ormai stabilmente elevata e relativamente poco dipendente dalle condizioni finanziarie governate dalle banche centrali.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro ha aperto la settimana in ampio recupero rispetto alla correzione di venerdì, aiutato da segnali di una possibile distensione nei rapporti commerciali USA-Cina. Dal G7 di Biarritz ieri infatti Trump ha fatto sapere di accogliere volentieri la richiesta del governo cinese di tornare al tavolo dei negoziati per cercare di trovare un accordo. Per quanto i segnali siano positivi, rimane comunque da osservare una certa cautela perché non è scontato che i tempi delle trattative siano brevi.

EURSul recupero del dollaro l’euro ha corretto, scendendo da un massimo di 1,1164 a un minimo di 1,1092 EUR/USD. Per quanto il movimento sia stato perlopiù il riflesso della dinamica del biglietto verde, è coerente con il quadro dell’area euro, che ha evidenziato i propri punti deboli sia ieri (con il calo dell’IFO tedesco), sia oggi (con la contrazione del Pil della Germania), penalizzato dalla negativa performance delle esportazioni, elementi che indicano come le criticità della congiuntura internazionale finiscano per pesare su quella dell’area euro. A meno di sorprese positive dai dati europei o sviluppi negativi negli USA, la moneta unica resta tendenzialmente sulla difensiva. I supporti importanti rimangono a 1,1050-25-00 EUR/USD.

GBPAnche la sterlina, in assenza di altre novità di rilievo sul fronte domestico, è arretrata sul recupero del dollaro, da 1,2285 a 1,2206 GBP/USD, osservando un range stretto contro euro tra 0,9109 e 0,9061 EUR/GBP.
Intanto il premier britannico Boris Johnson ha ribadito il proprio impegno per cercare di trovare un accordo con l’UE e secondo il Telegraph il suo consigliere per gli affari europei David Frost sarà a Bruxelles domani per provare a intavolare un nuovo dialogo. A meno di novità su questo fronte la sterlina dovrebbe tendenzialmente stabilizzarsi.

JPYSul recupero del dollaro dopo i segnali di distensione USA-Cina lo yen ha corretto abbondantemente, passando da un massimo di 104,44 a un minimo di 106,39 USD/JPY.
Oggi apre però di nuovo al rialzo in area 105 USD/JPY. Analoga la dinamica contro euro, rispetto al quale la valuta nipponica è scesa da 116 a 118 EUR/JPY, per ritrovarsi oggi in area 117 EUR/JPY.
Il ministro delle finanze giapponese Taro Aso questa notte ha detto che le autorità “seguono da vicino e con un senso di urgenza” i movimenti del cambio, senza dare però indicazioni di livello.
Va osservato tuttavia che in questa fase a favorire lo yen non è solo la combinazione di tensioni sul fronte internazionale (rapporti commerciali USA-Cina in primis) ma anche il trend ribassista dei rendimenti USA. Nel breve quindi, fatte salve svolte positive su almeno uno di questi due fronti, la valuta nipponica potrebbe mantenersi su livelli di forza.

 

PREVISIONI:

GERMANIA – La seconda stima del PIL del 2° trimestre dovrebbe confermare una riduzione di -0,1% a/a per l’economia tedesca, in linea con una stima preliminare pubblicata due settimane fa. Su base annua, l’economia ha quindi probabilmente rallentato allo 0,4% nel 2° trimestre, dallo 0,9% nel 1 ° trimestre.
Data la significativa correzione dell’industria, già vista nei dati mensili, i servizi dovrebbero continuare a crescere a un ritmo sostenuto. Dal lato della domanda, mentre i consumi delle famiglie e la spesa pubblica dovrebbero registrare un cambiamento positivo, è probabile che le esportazioni nette si siano contratte.
Per ora, l’economia tedesca non è ancora in una recessione tecnica, ma il rischio è aumentato.
Il clima economico in Germania si è ulteriormente deteriorato nei primi due mesi del 3° trimestre, ed è attualmente coerente con una contrazione del 2° trimestre che si estenda anche nel 3° trimestre.
Sul versante positivo, la Germania ha un certo margine di allentamento fiscale e il governo ha segnalato la sua apertura a fornire stimoli se l’attuale recessione si trasformerà in una crisi più grave.

FRANCIA
– L’indice di fiducia delle imprese manifatturiere elaborato dall’INSEE potrebbe calare ancora ad agosto, scendendo a 99 da 101 di luglio. L’indice è in calo da aprile ma finora è rimasto in linea con la media storica. Il morale nel manifatturiero francese, che nella prima parte dell’anno si era mostrato resiliente, si sta ora deteriorando piuttosto velocemente.
– L’indice di fiducia dei consumatori ad agosto è visto circa stabile a 101 da 102 di luglio. Durante l’estate il morale si è marginalmente deteriorato ma è rimasto in linea con la media di lungo termine. Non è escluso che dall’autunno però possa tornare a calare al di sotto della soglia di lungo termine.

STATI UNITI – La fiducia dei consumatori rilevata dal Conference Board ad agosto dovrebbe correggere a 128 da 135,7 di luglio, in linea con i segnali di calo visti nelle altre indagini, senza però dare indicazioni di indebolimento significativo della dinamica dei consumi.