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26 Novembre 2021 – nota economica giornaliera

COMMENTI:

BCE – Il resoconto della riunione di politica monetaria del 27-28/10 mostra un sostanziale accordo sull’interpretazione dello scenario economico (inclusa la temporaneità del picco di inflazione) e sui rischi dello scenario; allo stesso tempo, però, emerge anche un’elevata incertezza intorno alle prospettive di medio termine.
Gli acquisti netti nell’ambito del PEPP “potrebbero terminare entro marzo 2022”, ma sarà importante “mantenere aperte sufficienti opzioni di calibrazione delle misure di politica monetaria”, evitando sia un eccesso di reazione, sia un eccesso di inattività.
I verbali, e le dichiarazioni di Schnabel nei giorni scorsi, fanno pensare che la BCE stia pensando di mantenere sul tavolo l’opzione di riattivare il PEPP (o uno strumento simile, vincolato a particolari eventi di crisi) a fronte di shock che compromettano la trasmissione della politica monetaria, al fine di ridurre l’impatto della decisione di sospendere gli acquisti netti.

REPUBBLICA DI COREABank of Korea ha alzato i tassi per la seconda volta in tre mesi, con un rialzo del tasso ufficiale di 25pb, a 1%, segnalando un possibile ulteriore rialzo nel 1° trimestre 2022, per arginare le crescenti pressioni inflazionistiche, che appaiono più persistenti del previsto.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro è sceso rispetto ai massimi di mercoledì, ma si tratta di un ritracciamento perlopiù di natura tecnica amplificato dalla chiusura dei mercati per il Thanksgiving.
Oggi la dinamica del biglietto verde sarà da monitorare, nel suo ruolo di safe haven, a fronte della notizia che è stata trovata una nuova variante Covid (in Sudafrica, Botswana, Hong Kong e un caso anche in Israele) che presenta caratteristiche che potrebbero implicare (ipotesi che però gli esperti stanno ancora verificando) una maggiore contagiosità o una maggior resistenza ai vaccini.
Tornando ai temi più strettamente macro, dalla settimana prossima, all’avvicinarsi del FOMC di metà dicembre, il dollaro dovrebbe tornare a rafforzarsi o comunque consolidare, a meno di delusioni significative dai dati.

EURL’euro è risalito riportandosi in area 1,12 EUR/USD, ma si tratta perlopiù di un ritracciamento tecnico, riflesso di quello (in direzione opposta) del dollaro, spiegato anche dall’ampiezza della recente accelerazione ribassista. I rischi nel breve restano verso il basso.
Dai verbali BCE ieri è emerso che la banca centrale intende valutare con grande attenzione le modalità di gestione del QE nei prossimi mesi anche al fine di garantire un’elevata flessibilità in modo da poter reagire a qualsiasi scenario di inflazione.
Questo parrebbe confermare l’ampia incertezza che permane sulla valutazione delle prospettive di inflazione e quindi sul sentiero di policy da seguire nei prossimi mesi.

GBPLa sterlina invece è scesa ancora, aggiornando nuovamente oggi i minimi contro dollaro a 1,3277 GBP/USD, e ampliando il calo contro euro in area 0,84 EUR/GBP, penalizzata dal deterioramento di sentiment dovuto alla scoperta della nuova variante Covid.
Tra gli altri temi che in questi giorni già stavano tenendo la valuta britannica sulla difensiva vi sono comunque l’incertezza sull’esito della riunione BoE di dicembre, i timori di ricadute sull’economia domestica del deterioramento del quadro pandemico in Europa, e l’acuirsi dei temi post-Brexit rimasti irrisolti (i pescatori francesi hanno annunciato per oggi il blocco agli accessi sul Canale della Manica come protesta contro il presunto mancato rispetto da parte del Regno Unito dell’impegno di aumentare le licenze di pesca nelle proprie acque).
Dalla BoE ieri Bailey ha ribadito il rischio che le aspettative di inflazione vengano incorporate nel processo effettivo di formazione dei prezzi ripetendo anche che il mercato del lavoro è molto teso.
In programma oggi un discorso di Pill, da seguire perché le dichiarazioni recenti avevano mostrato un orientamento favorevole a un rialzo dei tassi nel breve, ma a novembre Pill ha votato per tassi fermi.

JPYLo yen si è rafforzato significativamente tra la notte e questa mattina, da 115 a 113 USD/JPY contro dollaro e da 129 a 128 EUR/JPY contro euro, a fronte della notizia della nuova variante Covid.
A meno di un nuovo significativo aumento della risk aversion, la tendenza prossimamente dovrebbe riprendere al ribasso, soprattutto contro dollaro, in funzione dell’attesa salita dei rendimenti USA.

 

PREVISIONI:

ITALIA – Le indagini di novembre dell’Istat dovrebbero riportare una flessione del morale di famiglie e imprese.
Sulla fiducia dei consumatori, prevista a 117,5 da 118,4, potrebbero pesare i rialzi dei prezzi nonché i timori di una recrudescenza dei contagi.
L’indice composito di fiducia delle aziende è visto a 114 da 115 precedente, frenato soprattutto dai servizi; la correzione dovrebbe essere più tenue nel manifatturiero, a 114,5 da 114,9 di ottobre.

AREA EURO – La crescita di M3 è vista stabile al 7,4% a/a ad ottobre.

FRANCIA – La fiducia dei consumatori rilevata dall’INSEE potrebbe calare a 97 a novembre da 99 del mese precedente.