Seguci su twitter

Categorie

26 Marzo 2021 – nota economica giornaliera

ITALIA – A febbraio, si è registrato un lieve calo per le esportazioni verso i Paesi extra-Ue (-0,7%m/m), a fronte di un netto aumento delle importazioni (+4,2% m/m).
La flessione dell’export è dovuta soprattutto all’energia (-14,4% m/m), mentre il balzo dell’import è trainato dai beni strumentali (+11,2% m/m).
Su base annua, entrambi i flussi restano in territorio negativo, ma mostrano un sensibile miglioramento rispetto al mese precedente (export da -12,7% a -7,3%, import da -18,3% a -3% a/a); peraltro, la dinamica annua dell’export è influenzata da movimentazioni occasionali di elevato impatto (cantieristica navale verso gli Stati Uniti), al netto delle quali la flessione risulta meno ampia (-3,9%).
Proprio gli Usa, assieme ai Paesi OPEC, registrano una caduta delle vendite superiore al 20% su base annua; viceversa, l’export verso la Cina risulta in forte crescita (+54,2%).
Le flessioni più accentuate dal lato dell’import si registrano per Regno Unito (-25,5%), India (-23,5%) e Russia (-20,6%).
Nel complesso, il commercio coi Paesi extra-Ue mantiene un trend di recupero, tutto sommato poco intaccato dalla seconda ondata pandemica.

FRANCIA – L’indice di fiducia delle imprese manifatturiere diffuso dall’INSEE resta fermo su 98 punti a marzo, sotto la media storica (100).
Ad influire sul morale è un miglioramento delle attese sull’attività generale (a 6 da -7 precedente), nonché dell’opinione sulla produzione negli ultimi tre mesi (a 10 da 4 di febbraio); al contrario, gli intervistati mostrano pessimismo per quanto riguarda le attese sull’attività delle singole imprese (a 5 da 12 precedente)e gli ordinativi totali (-26 da -23 precedente).
Lo spaccato per settori vede un aumento generalizzato, in particolare per la produzione di cibo e bevande (a 101 da 95precedente), ad eccezione della produzione di mezzi di trasporto, che ha sperimentato una forte contrazione (a 84 da 91 precedente).
In ogni caso, l’indice dovrebbe risalire gradualmente verso i livelli pre-pandemici nei prossimi mesi.

PAESI BASSI – La seconda lettura conferma che nel quarto trimestre il PIL è calato marginalmente, registrando un -0,1% t/t (-3,0% a/a) da +7,7% t/t (-2,4% a/a) precedente.
Lo spaccato indica un contributo della domanda interna di -0,4 da +7,1; i consumi privati che sono diminuiti del -1,4% t/t, mentre gli investimenti fissi sono aumentati del +1,7% t/t.
L’export ha contribuito positivamente alla crescita per +0,2 da +1,8 precedente, con le esportazioni da +8,0% a +1,0% t/t e le importazioni da +6,7% a +0,9% t/t.
Il 2020 si chiude con una contrazione di -3,7% (rivisto al rialzo di un decimo) rispetto al 2019, meglio delle attese.

AREA EURO – La crescita di M3 in febbraio è stata di 12,3% a/a. Fra le contropartite, cresce il contributo del credito al settore pubblico, riflesso dei programmi di acquisto, mentre cala marginalmente quello del credito al settore privato.

STATI UNITI
– La terza stima del PIL del 4° trimestre riporta una revisione verso l’alto a 4,3% t/t ann., da 4,1% della seconda stima.
I consumi sono in rialzo di 2,3% t/t ann., dopo 41% del 3° trimestre, gli investimenti fissi non residenziali confermano una solida espansione (13,1% t/t ann.) e quelli residenziali concludono l’anno con una crescita straordinaria di 36,6% t/t ann. i contributi di scorte e canale estero si elidono circa a vicenda, con +1,37 pp e -1,53 pp, rispettivamente.
La disaggregazione per settore del valore aggiunto mostra un incremento del 6,1% nei beni privati, del 4,9% nei servizi privati e un calo di -1,1% nel settore pubblico.
– Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione nella settimana conclusa il 20 marzo calano a 684 mila (-97 mila) da 781mila della settimana precedente.
I sussidi statali esistenti nella settimana del 13 marzo sono pari a 3,870 mln in calo di 264 mila da 4,258 mln.
I dati non destagionalizzati mostrano le nuove richieste a 656.789 e i nuovi sussidi con il programma federale Pandemic Unemployment Assistance a 241.745.
I sussidi statali esistenti non destagionalizzati nella settimana del 13 marzo sono pari a 4,217 mln in calo di 278.573.
Al 6 marzo i sussidi in essere con tutti i programmi si attestano a 18,952 mln, in aumento di 733 mila da fine febbraio, spinti dal programma federale PEUC.
I nuovi sussidi sono in calo in tutti gli stati, con indicazioni di prosecuzione e rafforzamento della ripresa delle assunzioni vista a febbraio in seguito alla riapertura delle attività nei servizi aggregativi.

 

COMMENTI:

BCE – In un discorso pronunciato a un evento della New York University, Isabel Schnabel è tornata sulla questione delle “condizioni finanziarie favorevoli”. “Quando l’incertezza è elevata e la domanda privata è vincolata”, ridurre i tassi “avrebbe probabilmente effetti limitati”.
Non solo: “i benefici potenziali di spingere i tassi a livelli più bassi potrebbero diminuire anche quando l’incertezza svanisce”, perché sempre meno famiglie e imprese possono rispondere allo stimolo monetario aggiuntivo.
Quindi, la politica monetaria dovrebbe limitarsi a garantire che le condizioni finanziarie favorevoli siano mantenute per il tempo che serve. Come?
Utilizzando il quantitativo degli acquisti in modo flessibile per garantire la stabilità delle condizioni alle quali Stati, imprese e famiglie possono accedere al credito.
Schnabel ha aggiunto che la BCE si focalizza sui tassi reali e non su quelli nominali.
Inoltre, ha sottolineato che il concetto di “favorevole” si evolve con le condizioni economiche, sicché un aumento dei tassi reali è giustificato se l’economia si riprende. “Queste considerazioni sono ciò che distingue una politica volta a preservare condizioni di finanziamento favorevoli dal controllo della curva dei rendimenti”.
Secondo Schnabel, è spiegabile che i mercati incorporino oggi un maggior premio per il rischio di inflazione, considerando il livello di risparmi in eccesso accumulati durante la crisi (ben 300 miliardi di euro nei primi 3 trimestri del 2020) e la possibilità che le imprese (a fronte di domanda più forte) trasferiscano sui prezzi di vendita una quota maggiore degli aumenti dei costi.
Allo stesso tempo, “una parte significativa dell’aumento dei tassi di OIS decennali riflette ricadute di fattori globali” e come tale è stato opportuno per la BCE contrastarlo.

UNIONE EUROPEA-Covid19 – Il rapporto ECDC mostra un tasso di incidenza quindicinale in aumento a 434 casi ogni 100mila abitanti, con Francia, Italia, Svezia, Paesi Bassi e Belgio sopra la media, assieme a diversi paesi dell’Europa Centro-orientale. Le situazioni più gravi sono attualmente in Repubblica Ceca, Ungheria, Estonia, Polonia, Bulgaria e Svezia.
La mortalità relativa è in lieve risalita a 66,8 su base quindicinale; di nuovo, le situazioni più gravi sono in Europa Centro-orientale.
L’eccesso settimanale di mortalità resta negativo, e sale a -4.492 unità, mentre nello stesso periodo di un anno fa era positivo per 3.181; il miglioramento è avvenuto in tutte le classi di età, ma il contrasto è più netto per gli ultra-sessantacinquenni (-4.226 contro +2.607).
La massima classificazione di rischio ECDC è applicata a Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Estonia, Svezia, Malta, Cipro e alcune regioni di Bulgaria, Italia, Francia, Paesi Bassi, Slovenia, Austria e Slovacchia.
Per quanto concerne le campagne vaccinali, sono state somministrate 59,7 milioni di dosi; la copertura della popolazione con una dose è massima in Ungheria (19,7%) e Malta (21,5%), mentre si colloca fra il 10 e il 12% nei maggiori paesi dell’area (mediana:11,3%).
Gli adulti che hanno completato la procedura sono in media il 4,9%, con picchi del 9,5% a Malta e 6,5% in Danimarca.
In media, il 57,7% degli ultra-ottantenni ha ricevuto almeno una dose. L’intensità della campagna vaccinale è stabile nei principali paesi, ancora fortemente vincolata dalla disponibilità di dosi.

STATI UNITI
Nella sua prima conferenza stampa dall’inizio del mandato presidenziale, Biden ha toccato un ampio ventaglio di temi di politica domestica ed estera.
Sul fronte domestico, Biden ha dato il suo supporto a modifiche dell’ostruzionismo in Senato, per ridurre i blocchi all’attività legislativa della maggioranza, senza però abolire del tutto la prerogativa della minoranza di ostacolare il voto (l’ostruzionismo sarebbe mantenuto con il diritto di parlare in aula per periodi prolungati, ma non verrebbe concesso automaticamente).
Inoltre, il presidente ha detto che prevede di ricandidarsi alle prossime elezioni presidenziali con Kamala Harris come vice-presidente.
Sulla pandemia, Biden ha modificato il proprio obiettivo di somministrare 100 mln di dosi nei primi 100 giorni (già raggiunto), portandolo a 200 mln di somministrazioni nello stesso periodo.
Al ritmo attuale di 2,5 mln di dosi giornaliere somministrate, l’obiettivo è realistico.
In termini di nuova legislazione, Biden ha ribadito la propria agenda legislativa, che include il piano di ripresa per infrastrutture e supporto all’economia, oltre a riforme per l’immigrazione e il controllo delle armi, invitando i repubblicani a cooperare su temi di rilevanza nazionale.
Fra i temi di politica estera, Biden non si è pronunciato riguardo ai dazi con la Cina, ma ha sottolineato la linea già indicata in precedenza, che vede la Cina come un concorrente che minaccia l’operatività dell’industria americana e andrà contrastato cooperando con i tradizionali alleati degli USA.
– In una settimana densa di interventi dalla Fed, Powell, in un’intervista a National Public Radio, ha ribadito che con gli attuali livelli dei tassi, “non è in dubbio che gli Stati Uniti possano servire il loro debito in questo momento o nel futuro prevedibile”.
Powell ha aggiunto che quando l’economia sarà di nuovo robusta verrà poi il momento di occuparsi di nuovo del ritorno verso un sentiero fiscale sostenibile, “ma quel momento non è ora”.
Le parole di Powell danno supporto indiretto alla strategia fiscale super-espansiva di Biden e Yellen, messa in discussione dai repubblicani nelle audizioni in Congresso dei giorni scorsi.
Bostic (Atlanta Fed) ha detto di non ritenere che la Fed debba rimuovere stimolo monetario presto e che “non c’è fretta” per farlo.
Le sue opinioni saranno influenzate dall’evoluzione dei dati, ma Bostic non pensa che questo capiterà “nei prossimi mesi”, aggiungendo anche che non crede che un balzo dell’inflazione sottostante sia “imminente”.
Qualche giorno fa Bostic aveva detto che prevede la svolta dei tassi nel 2023.
Evans (Chicago Fed) ha detto che prevede la svolta dei tassi nel 2024, ma ha sottolineato che in caso di accelerazione del sentiero verso gli obiettivi della Fed e di aumento sostenibile dell’inflazione, i tempi potrebbero modificarsi.
Evans dovrà lasciare la sua posizione nel 2023 per limiti di età e ha detto che il futuro rialzo dei tassi potrebbe avvenire quando non sarà più un partecipante del FOMC.
La Fed ha detto che i limiti al pagamento di dividendi e al riacquisto di azioni imposti lo scorso anno termineranno per la maggior parte delle banche a fine giugno, dopo gli stress test programmati per il 2° trimestre.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro si è rafforzato ulteriormente aggiornando di nuovo i massimi grazie alla risalita, per quanto parziale, dei rendimenti USA e al permanere di criticità altrove (area euro in primis).
La maggior forza della ripresa USA resta il driver principale e dovrebbe favorire un ulteriore rafforzamento del dollaro, se non immediatamente in un momento successivo.

EURL’euro è sceso ulteriormente, da 1,18 a 1,17 EUR/USD, aggiornando i minimi a 1,1760 EUR/USD. L’evoluzione sfavorevole della pandemia nei Paesi dell’area e la conseguente estensione delle misure di contenimento peggiorano ulteriormente il confronto rispetto alla crescita USA, acuendo le pressioni ribassiste sui rendimenti dell’area, che risentono anche dell’aumento degli acquisti del PEPP.
Con il calo di ieri è stato raggiunto il primo livello di target ribassisti che avevamo indicato, in area 1,17 EUR/USD.
Il livello successivo è rappresentato dal corridoio 1,15-1,14 EUR/USD.
Se i differenziali di rendimento rispetto agli USA continuano ad ampliarsi, la discesa del cambio può proseguire già nel breve.

GBPLa sterlina ha recuperato contro dollaro da 1,36 a 1,37 GBP/USD aiutata dall’impegno alla cooperazione – espresso in un comunicato congiunto – tra UE e Regno Unito sulla distribuzione di vaccini dopo la minaccia UE di bloccare le esportazioni verso il Regno Unito.
Il rafforzamento contro euro è stato anche più vistoso, da 0,86 a 0,85 EUR/GBP, per via dell’ampio calo dell’EUR/USD.
Se la disputa con l’UE sui vaccini si risolverà positivamente, la sterlina potrà rafforzarsi ancora.

JPYAnche lo yen è sceso ulteriormente contro dollaro, da 108 a 109 USD/JPY, sulla risalita, seppur parziale, dei rendimenti USA. Contro euro invece è rimasto pressoché stabile in area 128 EUR/JPY, per via del calo dell’EUR/USD.
La tendenza soprattutto contro dollaro resta al ribasso, ma nel breve le resistenze a 110 USD/JPY potrebbero arginare il downside dello yen, a meno di un’ulteriore accelerazione rialzista dei rendimenti USA.

 

PREVISIONI:

ITALIA – La fiducia di famiglie e imprese potrebbe tornare a peggiorare a marzo, sulla scia del nuovo giro di restrizioni su mobilità e attività economiche, dopo l’allentamento visto il mese scorso.
Il morale dei consumatori è atteso a 100,7 da 101,4 di febbraio.
L’indice composito di fiducia delle aziende è visto a 90 da 93,2 precedente: l’arretramento dovrebbe essere marginale nel settore manifatturiero (da 99 a 98,5) e più accentuato nei servizi (da 85,7 a 83).
Le indagini sono coerenti con un PIL circa piatto nel primo semestre dell’anno.

GERMANIA – Prevediamo un moderato miglioramento dell’IFO a marzo da 92,4 a 94,0.
L’indice sulle attese è visto in aumento da 94,2 a 95,1 come anche l’indicatore sulla situazione corrente (a 93,0 da 90,6 precedente).

SPAGNA – La seconda lettura del PIL del 4° trimestre dovrebbe confermare la crescita di +0,4% t/t (-9,1% a/a), dopo il +16,4% t/t (-9,0% a/a) precedente.
La salita è guidata dalla domanda interna, mentre il commercio estero dovrebbe aver contribuito negativamente.
Il 2020 dovrebbe, quindi, chiudersi con un calo dell’attività economica del -11,0%; al pesante ribasso seguirebbe un rialzo di circa il +6,0% quest’anno.

STATI UNITI
– La spesa personale a febbraio è attesa in calo di -0,3% m/m, dopo +2,4% m/m di gennaio.
L’aumento nei servizi, spinti dalla domanda per utility a causa del maltempo, dovrebbe essere insufficiente a contrastare la flessione nel comparto dei beni, attesa a -3% m/m, in linea con le indicazioni delle vendite al dettaglio.
Il livello della spesa dovrebbe restare comunque significativamente al di sopra di quello di dicembre 2020, anche grazie a una probabile revisione verso l’alto del dato di gennaio.
Il reddito personale dovrebbe essere in calo di -7,2% m/m dopo il 10% m/m di gennaio, per via della conclusione dell’accredito dei trasferimenti di 600 dollari attuato con la manovra di fine 2020.
Il tasso di risparmio dovrebbe correggere a 13,5% da 20,5% di gennaio.
Il deflatore dei consumi è previsto in aumento di 0,3% m/m (1,6% a/a), come a gennaio. La variazione del deflatore core dovrebbe rallentare a 0,1% m/m (1,5% a/a), dopo 0,3% m/m di gennaio.
La componente sanità dovrebbe stabilizzarsi a febbraio dopo l’ampio aumento di gennaio.
– La fiducia dei consumatori rilevata dall’Univ. of Michigan a marzo (finale), dovrebbe segnare un ulteriore rialzo a 85 (da 83 della lettura preliminare), sulla scia del costante miglioramento del quadro sanitario, della riapertura delle attività in molti Stati e dell’accredito degli assegni da 1400 dollari erogati con l’American Rescue Plan.