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25 Settembre 2019 – nota economica giornaliera

GERMANIA – L’indice Ifo di fiducia delle imprese è rimbalzato di 0,3 punti a 94,6 a settembre, dopo cinque mesi di peggioramento continuo. Le imprese sono state sorprendentemente un po’ più soddisfatte della situazione attuale: la valutazione delle condizioni attuali è aumentata di 1,1 punti a 98,5, 1,4 punti sopra la media di lungo termine. La componente delle aspettative, al contrario, è diminuita di ulteriori 0,5 punti a 90,8, ben al di sotto della media di lungo periodo.
La fiducia migliora nelle costruzioni, mentre peggiora nell’industria e nel commercio. Il miglioramento potrebbe essere connesso a un anticipo precauzionale di domanda in vista della possibile uscita del Regno Unito dall’UE il 31 ottobre. Le prospettive restano incerte, con un forte rischio di marginale contrazione del PIL che però non dovrebbe evolversi in una vera e propria recessione.

FRANCIA – In linea con le nostre stime, l’indice di fiducia presso le imprese manifatturiere elaborato dall’INSEE è calato di un punto a settembre (a 102). Il dato di agosto è stato visto al rialzo di un punto da 102 a 103. Il giudizio sulla produzione corrente peggiora da 5,3 a 3,7 così come quello sulla produzione attesa che scende a 6,5 da 8,6.
La domanda totale migliora da -12,6 a -11 e anche gli ordini esteri risalgono a -8,7 da -9,6.
L’indagine INSEE di settembre traccia uno scenario un po’ migliore rispetto alla stima flash del PMI manifatturiero di settembre, che ha mostrato un calo del morale a 50,3 da 51,1. In media trimestrale il morale nell’industria è rimasto pressoché in linea al livello del secondo trimestre: non prevediamo un’accelerazione del manifatturiero da qui a fine anno.

ITALIA – Il programma di emissione del quarto trimestre prevede il collocamento di tre nuovi titoli: un BTP 1/2/2025, un BTP 15/1/2027 e un CTZ 29/11/2021. Si veda il comunicato stampa per ulteriori dettagli sul programma.

 

COMMENTI:

AREA EURODe Guindos, vicepresidente della BCE, ha motivato la modifica dei termini delle TLTRO III con l’intenzione di allinearne la scadenza alla durata dei prestiti alle imprese per progetti di investimento. Riguardo alla nuova remunerazione a due livelli della deposit facility, De Guindos ha sostenuto che il livello del moltiplicatore è adeguato a garantire che i tassi di mercato monetario a brevissimo termine restino ancorati al depo rate, pur riducendo il costo dell’eccesso di riserve.
In un successivo intervento sull’inflazione, De Guindos ha menzionato la possibilità che la crescita dell’e-commerce e degli input immateriali stia modificando la struttura dei costi di produzione, accentuando il ruolo dei costi fissi e riducendo quelli dei costi variabili, inclusi i salari, e riducendo la quota del lavoro sul valore aggiunto totale. Ciò potrebbe portare a una minore trasmissione delle variazioni salariali ai prezzi di vendita.

BREXIT – La Corte suprema ha dichiarato nulla la sospensione del Parlamento, consentendo al presidente dell’assemblea di riconvocarlo senza necessità di altri atti formali nella giornata di oggi.
Anche se le implicazioni costituzionali sono molto rilevanti, potrebbe cambiare poco per il processo della Brexit. Il parlamento aveva già deliberato prima della sospensione contro la promessa di Johnson di attuare l’uscita il 31 ottobre in ogni caso, cioè anche in assenza di accordo l’UE, e aveva già respinto per due volte la richiesta di elezioni anticipate. La strategia del governo poggiava sulla credibilità della minaccia di attuare comunque una no deal exit malgrado il voto del Parlamento, che avrebbe indotto l’Irlanda a implorare l’UE di accettare una versione annacquata del backstop. Se l’azzardo non otterrà risultati, come sembra probabile, la scelta si ridurrà a (1) riproporre l’accordo così com’è (ma è difficile che sia approvato dal Parlamento) (2) attuare ugualmente l’uscita (aggirando, incorrendo in rischi legali probabilmente inaccettabili, il vincolo imposto dal parlamento) e (3) inviare una richiesta di proroga.
Una proroga, che pare l’esito più probabile, potrebbe essere richiesta dallo stesso Johnson in attuazione della legge del parlamento, oppure dal leader dell’opposizione in caso di dimissioni preventive di Johnson. Prima del verdetto, Johnson aveva dichiarato che non si sarebbe dimesso neppure in caso di verdetto negativo. In entrambi i casi, i conservatori si presenterebbero alle elezioni anticipate come il partito della Brexit.

 

MERCATI VALUTARI:

USD – Il dollaro ha corretto ieri sui deludenti dati della fiducia dei consumatori e sulla notizia che verrà aperta un’inchiesta preliminare in vista di un possibile impeachment del Presidente Trump, ma questa notte sui mercati asiatici ha aperto al rialzo recuperando già metà della discesa. I dati di fiducia ieri hanno mostrato a settembre un calo molto più ampio delle attese confermando i segnali di rallentamento dell’economia domestica e sollevando il dubbio che i rischi verso il basso possano estendersi anche ai consumi, che finora hanno invece rappresentato il punto di forza della crescita USA. Se anche i dati di oggi dovessero deludere il biglietto verde tornerebbe a indebolirsi ancora.
Tuttavia, per risolvere la spaccatura attualmente presente all’interno della Fed sul sentiero di breve dei tassi è comunque necessario attendere altri dati, almeno quelli delle prossime settimane, e soprattutto i risultati della ripresa dei negoziati USA-Cina sui dazi programmati per l’inizio di ottobre. Ieri Trump ha nuovamente criticato le pratiche commerciali cinesi pur aggiungendo di continuare a sperare che si riesca a raggiungere un buon accordo quando riprenderanno le trattative. Le autorità cinesi hanno replicato alle dichiarazioni di Trump chiedendo agli Stati Uniti di rispettare la sovranità cinese. I molti discorsi Fed in programma in questi giorni (oggi sarà la volta di Evans e George) saranno utili per tracciare il processo decisionale internamente al FOMC.

EURL’euro si è ripreso ieri dal calo di lunedì risalendo da un minimo di 1,0982 a un massimo di 1,1024 EUR/USD aiutato dall’IFO tedesco, che è migliorato marginalmente più delle attese da 94,3 a 94,6 contro aspettative a 94,4, e dai deludenti dati USA, ma questa notte è già tornato a scendere sui mercati asiatici riportandosi sotto quota 1,1000 EUR/USD. Le indicazioni offerte dall’IFO confermano infatti lo scenario di debolezza dell’economia tedesca, perché a fronte dell’aumento del sotto-indice sulla situazione corrente, quello sulle aspettative future ha invece deluso mostrando un peggioramento. La moneta unica resta pertanto esposta a nuova debolezza in caso di dati negativi nell’area o di sviluppi favorevoli negli Stati Uniti.
Tecnicamente, finché non viene sfondata al rialzo l’area di resistenza 1,1070-1,1170 EUR/USD, resta in auge il trend ribassista. La debole congiuntura dell’area euro nel suo insieme rimane un fattore sfavorevole per la moneta unica soprattutto nel contesto globale attuale perché, come dalla BCE ha spiegato ieri anche De Guindos, i cambiamenti strutturali in atto nelle economie avanzate possono ridurre l’efficacia dell’azione di politica monetaria.

GBP – La sterlina si è rafforzata ieri sulla sentenza della Corte Suprema che ha dichiarato illegittima la sospensione del parlamento voluta dal primo ministro Boris Johnson. L’apprezzamento è stato di circa una figura contro dollaro fino a un massimo di 1,2502 GBP/USD, della metà contro euro fino a un massimo di 0,8801 EUR/GBP. La reazione del cambio si spiega alla luce del fatto che il mercato associa a un indebolimento politico di Johnson una maggiore probabilità di un’uscita dall’UE “con accordo” e di un rinvio di Brexit dalla data del 31 ottobre voluta dal premier a quella del 31 gennaio 2020 contenuta invece nella legge “anti no-deal” recentemente approvata dal parlamento.
Per effetto della sentenza della Corte Suprema i lavori parlamentari riprenderanno oggi alla Camera dei Comuni. La giornata si preannuncia piuttosto tesa e l’incertezza politica è molto elevata, lasciando la sterlina esposta a nuova volatilità. Gli scenari che potrebbero configurarsi con la riapertura del parlamento sono quello di una mozione di sfiducia contro il governo Johnson, che aprirebbe la strada ad elezioni anticipate dopo il 31 ottobre, oppure direttamente di un voto del parlamento per indire le elezioni, una prospettiva che aumenta l’incertezza anche per la mancanza di una linea comune all’interno dell’opposizione. Anche Johnson infatti, dopo la sentenza della Corte, ha parlato di elezioni, ma ha anche ribadito di voler portare il Regno Unito fuori dall’UE il 31 ottobre, lamentando che la sentenza della Corte è un ostacolo ai suoi sforzi per cercare di trovare un accordo con l’Unione al vertice UE del 17-18 ottobre.

JPYLo yen si è rafforzato ieri sui deludenti dati USA e sulla notizia di una possibile procedura di impeachment di Trump, che hanno fatto risalire la risk aversion, portandosi da 107 a 106 USD/JPY contro dollaro e da 118 a 117 EUR/JPY contro euro. Questa notte sui mercati asiatici è tornato a scendere complici, secondo rumours di mercato, acquisti di dollari da parte di importatori giapponesi dopo la correzione di ieri del biglietto verde.
Nonostante la prospettiva di ulteriore stimolo BoJ – avvalorata anche dalle dichiarazioni questa notte di Masai, della BoJ, secondo cui la banca centrale non esiterà ad allentare ancora la politica monetaria se necessario dati i rischi verso il basso derivanti dal contesto globale – la valuta nipponica può continuare a trarre beneficio dalle fragilità del contesto globale. Eventuali sviluppi chiaramente sfavorevoli negli USA o un ulteriore aumento della risk aversion potrebbero favorire un rafforzamento più significativo dello yen. Le vicende chiave da seguire su questo fronte saranno quelle relative alla ripresa dei negoziati USA-Cina sui dazi all’inizio del mese prossimo.

 

PREVISIONI:

FRANCIA – L’indice di fiducia dei consumatori è visto in aumento a settembre da 102. Il morale nel trimestre in corso sembra continuare a risalire dopo la fase di incertezza di fine 2018, e si sta attestando nuovamente al di sopra della media di lungo termine. Il livello della fiducia delle famiglie rimane coerente con un’espansione dei consumi di circa 0,5% t/t.

STATI UNITI – Le vendite di case nuove ad agosto dovrebbero aumentare a 650 mila, dopo l’ampio calo di luglio a 635 mila. L’indagine di fiducia dei costruttori di case ha registrato un aumento di ottimismo negli ultimi tre mesi, toccando il massimo da ottobre 2018, con indicazioni positive dall’indice delle vendite correnti ad agosto e a settembre