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25 Ottobre 2022 – nota economica giornaliera

AREA EURO – Ieri i PMI flash di ottobre sono risultati coerenti con un’accelerazione del ritmo di contrazione dell’attività economica in autunno, in un contesto di pressioni inflattive che restano elevate.
L’indice PMI composito è calato di un punto a 47,1 (se si escludono i mesi dove le restrizioni anti-Covid avevano distorto l’attività economica, sarebbe il livello più basso dal 2013).
Il PMI manifatturiero è crollato a 46,6 da un precedente 48,4, mentre l’indice relativo ai servizi è sceso a 48,2 da un precedente 48,8.
Il PMI composito è calato sia in Germania (a 44,1 da 45,7) che in Francia, dove però rimane su livelli più elevati (50 da 51,2 di settembre), confermando la maggior tenuta dell’economia transalpina rispetto al resto dell’Eurozona.

STATI UNITI – Ieri i PMI Markit flash di ottobre hanno sorpreso ampiamente verso il basso, con indicazioni di significativo indebolimento della domanda.
L’indice manifatturiero è calato a 49,9 da 52 di settembre, con l’output a 50,7, poco variato, ma una pesante correzione degli ordini, in flessione a 46,7 da 51,1.
La debolezza della domanda in parte riflette il trend di risoluzione delle strozzature all’offerta, in parte il rafforzamento del dollaro e le difficoltà del ciclo globale.
L’indice dei prezzi conferma la tendenza al ribasso, pur segnalando ancora pressioni verso l’alto.
Nei servizi, l’indice composito è calato ancora, scendendo a 46,6 da 49,3, con gli indici di attività e occupazione in territorio recessivo a 49,5 e 49,4, rispettivamente.
Le indicazioni dei PMI flash sono molto più negative di quelle degli indici ISM e dei dati effettivi (per esempio, produzione industriale), pertanto vanno prese con cautela.
Tuttavia, tutte le indagini regionali sono su trend pesantemente in calo, sia per gli indici correnti sia per le aspettative e danno indicazioni omogeneamente pessimistiche riguardo all’evoluzione dell’attività nei prossimi mesi.

 

COMMENTI:

ITALIAGiorgia Meloni si presenta oggi in Parlamento per il discorso programmatico da Presidente del Consiglio, cui seguirà il dibattito in aula e il voto di fiducia.
Si comincia oggi alla Camera alle 11; la prima chiama dei deputati è prevista alle 19 e l’esito del voto è atteso intorno alle 20-20.30.
Il voto in Senato si terrà domani.
A Montecitorio, la maggioranza può contare su 237 voti (229 escludendo i ministri e il Presidente dell’aula) contro i 201 richiesti; al Senato i numeri sono più risicati: il centro-destra vanta 116 seggi, che si riducono a 106 ove si escludano i ministri e il Presidente di Palazzo Madama (la soglia di maggioranza teorica, includendo i 6 senatori a vita, è fissata a 104).

UNIONE EUROPEA – Il Consiglio Trasporti, telecomunicazioni ed energia avrà oggi uno “scambio di opinioni” sulla presentazione della proposta di regolamento su prezzi e approvvigionamento del gas, inclusa l’ipotesi di corridoi per il prezzo del TTF.
La questione ha assunto una nuova dimensione negli ultimi giorni: con il crollo della domanda dovuto a stoccaggi ormai pieni e temperature molto superiori alla norma stagionale, i prezzi del gas per consegna a 1 giorno sono crollati a €30,5/MWh e ieri i prezzi per consegna a un’ora sono stati anche negativi.
L’episodio dovrebbe confermare che il problema del mercato non è rappresentato dalla speculazione, ma da un genuino problema di equilibrio tra domanda e offerta, che in questi giorni opera a favore degli acquirenti e che fino a qualche settimana fa era a favore dei venditori.
L’eccesso temporaneo di offerta sta abbattendo anche i livelli dei prezzi a termine sulle scadenze di novembre (€95) e dicembre (€131), che però scontano un nuovo spostamento dell’equilibrio di mercato.

REGNO UNITO – Oggi Re Carlo dovrebbe conferire l’incarico di premier a Rishi Sunak, che ieri ha ottenuto la leadership del partito conservatore.

 

MERCATI VALUTARI:

USD – Il dollaro ha aperto la settimana in calo, seppur lieve, a causa della discesa dei rendimenti sui PMI USA che sono risultati ancora più deboli delle già negative attese.
Indicazioni di indebolimento dell’economia USA in quest’ultimo scorcio d’anno dovrebbero giungere anche dai dati odierni, in particolare dalla fiducia dei consumatori.
A meno di sorprese eclatanti quindi, la prospettiva che da dicembre la Fed potrebbe passare a rialzi dei tassi più contenuti, dovrebbe comprimere l’upside del dollaro, che in questi giorni dovrebbe perlopiù stabilizzarsi piuttosto che salire, a meno di un inatteso significativo aumento della risk aversion.

EURL’euro ha aperto la settimana in lieve salita, mantenendosi però in area 0,98 EUR/USD, sotto le spinte contrastanti di PMI deludenti sia nell’area euro sia negli Stati Uniti.
L’IFO tedesco stamani è risultato meno negativo del previsto, sostanzialmente stabilizzandosi invece di scendere, ma il quadro dell’area è comunque in rapido deterioramento, il che comprime l’upside dell’euro. Del resto il ridursi dell’upside sui tassi USA comprime il downside della moneta unica, favorendo per ora una tendenziale stabilizzazione.

GBPLa sterlina ha aperto la settimana all’insegna della volatilità scendendo ieri da 1,14 a 1,12 GBP/USD ma risalendo parzialmente già oggi, sotto le spinte contrastanti dello sciogliersi dell’incertezza politica sulla notizia che il nuovo premier britannico sarà Risk Sunak, ex Cancelliere dello Scacchiere sotto il governo di Boris Johnson (oggi il passaggio di consegna tra Liz Truss e Sunak) e dei dati negativi che confermano lo scenario di recessione imminente.
Sciolta una parte dell’incertezza politica e in assenza di dati, la sterlina dovrebbe muoversi più di riflesso ai driver di dollaro in questi giorni, con una dinamica tendenzialmente laterale, ma rischi verso il basso.
Contro euro dopo il calo di ieri da 0,86 a 0,87 EUR/GBP è oggi in parziale recupero, ma anche in questo caso dovrebbe perlopiù mantenersi in range, restando però i rischi verso il basso.

JPYLo yen ha aperto la settimana in calo contro dollaro fino a 149 USD/JPY, dopo essersi però brevemente rafforzato su probabile intervento valutario che lo aveva portato nella notte di ieri a 145 USD/JPY.
Il parziale arretramento dei rendimenti a lunga USA dovrebbe contenerne l’ulteriore downside per ora, ma con la Fed in procinto di alzare i tassi di altri 75 pb il 2 novembre e la BoJ che manterrà le condizioni di policy massimamente espansive alla riunione di venerdì 28 ottobre, le pressioni ribassiste si manterranno. Lo yen si è indebolito anche contro euro ieri da 144 a 147 EUR/JPY.

 

PREVISIONI:

GERMANIA – Oggi, nell’area euro, è in calendario l’indice IFO tedesco, atteso calare nuovamente in ottobre per via del difficile contesto internazionale e a dispetto di un allentamento delle tensioni sui mercati delle materie prime energetiche.
L’indice relativo alle attese potrebbe mostrarsi poco variato a 76 da 75,2 precedente, mentre l’indice sulla situazione corrente dovrebbe calare a 90 (da 94,5 di settembre); l’indice sintetico dovrebbe quindi passare a 83,1 da 84,3 del mese scorso.

STATI UNITI
 – Sarà pubblicata la fiducia dei consumatori rilevata dal Conference Board a ottobre, prevista in calo a 104 da 108 di settembre, in linea con le altre indagini di fiducia del mese che hanno registrato correzioni.
L’indice del Conference Board dà molto peso al mercato del lavoro e sarà importante la valutazione che ne danno le famiglie.
– L’indice dei prezzi delle case S&P/Case-Shiller di agosto dovrebbe dare un nuovo segnale di debolezza, con una variazione mensile modestamente negativa e un ulteriore rallentamento della dinamica tendenziale, ormai su un chiaro trend di calo dall’estate.