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25 Novembre 2022 – nota economica giornaliera

GERMANIA
– Il PIL del 3° trimestre è stato rivisto al rialzo di un decimo rispetto alla lettura preliminare, a 0,4% t/t e 1,3% a/a (destagionalizzato).
La crescita registrata nel trimestre è principalmente imputabile ai consumi (+1% t/t); gli investimenti sono poco variati, per effetto di un calo della spesa in costruzioni (-1,4% t/t per il secondo trimestre di fila) e di un aumento degli investimenti in macchinari e attrezzature (+2,7% t/t).
Sia l’export (+2% t/t) che l’import (+2,4% t/t) hanno registrato una crescita nel trimestre.
– La lettura preliminare di dicembre dell’indice di fiducia dei consumatori rilevato da GfK ha mostrato un lieve recupero a -40,2 da -41,9 precedente, grazie a attese meno pessimistiche sul reddito delle famiglie e sul ciclo economico (ma le intenzioni di acquisto sono calate ulteriormente rispetto al mese precedente).
– Ieri, l’indice IFO è salito a 86,3 a novembre da un precedente 84,5, superando le stime di consenso (85,0). L’aumento è spiegato da aspettative meno negative per i prossimi sei mesi (+4,1 punti, a 80).
Viceversa, è peggiorato il giudizio sulla situazione corrente (a 93,1 da 94,2 di ottobre), che tocca un nuovo minimo da febbraio 2021.
Il rimbalzo pare imputabile al ritracciamento dei prezzi del gas.
In ogni caso, sia l’indice sintetico che gli indicatori su situazione corrente e attese sono ben al di sotto della media di lungo termine e continuano a segnalare una recessione dell’economia tedesca più profonda che nel resto dell’Eurozona.

FRANCIA – L’indice INSEE di fiducia manifatturiera è tornato a calare a novembre, a 101 dal 103 di ottobre, poco al di sopra della media di lungo periodo.
È peggiorato il morale sia nelle costruzioni (da 115 a 113) che nei servizi (da 106 a 104), a fronte di un miglioramento nel commercio all’ingrosso (da 97 a 102) e di una stabilità in quello al dettaglio (a 97).
L’indice composito di fiducia delle imprese è risultato stabile per il terzo mese consecutivo a 102.
Anche in Francia ci aspettiamo un’interruzione della ripresa tra l’autunno e l’inverno, ma meno severa rispetto alla media dell’area euro.

 

COMMENTI:

BCE – Il resoconto dell’ultima riunione di politica monetaria della BCE evidenzia che il consiglio riteneva improbabile che la breve e modesta recessione prevista nell’eurozona possa evolversi in qualcosa di più grave.
Al contrario, i dati di inflazione erano considerati “per nulla rassicuranti” e le opinioni sulle future dinamiche salariali erano piuttosto variegate – anche se la valutazione prevalente restava favorevole. Inoltre, era opinione comune che un rallentamento economico così modesto come quello previsto non sarebbe sufficiente a riportare l’inflazione all’obiettivo: quindi, si legge, i tassi continueranno a salire anche nell’eventualità di una recessione poco profonda.
Il sostegno per un rialzo dei tassi di 75pb era diffuso: soltanto pochi membri, allora, preferivano una mossa di 50pb, mentre recentemente il loro numero pare cresciuto.
Ieri, però, Isabel Schnabel ha sostenuto l’opportunità di continuare ad alzare i tassi di 75pb anche a dicembre, e diversi membri centro- ed est europei del consiglio paiono della stessa idea.
I mercati credono alla possibilità di una mossa molto ampia a fine anno, mentre sono cauti sul punto terminale: attualmente si colloca fra 2,75% e 3,00%, raggiunto a metà 2023.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro si è indebolito ancora ieri, ma solo marginalmente data la sostanziale assenza di spunti nuovi e la chiusura dei mercati USA.
A meno di novità inattese o di un improvviso aumento della risk aversion, oggi dovrebbe tendenzialmente stabilizzarsi, chiudendo la settimana al ribasso.
Il prossimo appuntamento chiave sarà infatti venerdì prossimo, con l’employment report: eventuali segnali di allentamento delle condizioni del mercato del lavoro, attualmente ancora molto tirate, contribuirebbero a mantenere il dollaro sulla difensiva.

EURL’euro si è rafforzato ancora, salendo ieri da 1,0380 a 1,0448 EUR/USD, ma i guadagni sono andati ridimensionandosi nel corso della giornata.
I verbali BCE hanno confermato la necessità di procedere con i rialzi dei tassi, ma come emerso anche dal flusso di discorsi BCE, vi è ancora incertezza sulla dimensione del prossimo rialzo (50 pb o 75 pb) e sul punto di arrivo del ciclo.
A frenare lo slancio dell’euro ha contribuito anche la vicinanza a livelli di resistenza molto importanti (in area 1,05 EUR/USD): un eventuale sfondamento rialzista di tali soglie ridurrebbe la probabilità di una nuova fase correttiva dell’euro, che dovrebbe invece aversi prossimamente quando dai dati emergerà più chiaramente una recessione nell’area sullo scavalco dell’anno.

GBPAnche la sterlina è salita ulteriormente sul dollaro ieri da 1,20 a 1,21 GBP/USD, ma più dell’euro, rispetto al quale infatti si è rafforzata da 0,86 a 0,85 EUR/GBP, sorretta anche da commenti BoE (Mann e Ramsden) che hanno confermato la necessità di procedere con determinazione nei rialzi dei tassi per far scendere l’inflazione.
Ramsden ha però aperto a futuri tagli dei tassi quando non vi saranno più rischi di persistenza dell’inflazione.
La sterlina resta comunque esposta a nuova debolezza nel breve quando i dati domestici confermeranno la recessione in atto.
Questa mattina infatti sta già ritracciando leggermente.

JPYAnche lo yen ha esteso il rafforzamento ieri contro dollaro da 139 a 138 USD/JPY sul calo dei rendimenti a lunga USA e dovrebbe tendenzialmente consolidare.
Prossimamente può tornare a indebolirsi se i rendimenti risaliranno temporaneamente, ma i minimi dovrebbero essere alle spalle.
Lo yen si è rafforzato anche contro euro da 145 a 143 EUR/JPY.
Oggi sta leggermente ritracciando sia contro dollaro sia contro euro.

 

PREVISIONI:

ITALIA – Oggi, la fiducia dei consumatori potrebbe mostrare un parziale recupero a novembre, stimiamo a 91 da 90,1 di ottobre, sulla scia di un rientro dell’inflazione attesa per i prossimi mesi.
Viceversa, il morale delle aziende è visto ancora in calo, in misura limitata nel manifatturiero (a 100 da 100,4 precedente), e in maggior misura per quanto riguarda l’indice composito IESI (atteso a 103,5 da 104,5).

FRANCIA – La fiducia dei consumatori è attesa riportare un marginale recupero a novembre, a 83 da 82 del mese precedente.