Seguci su twitter

Categorie

25 Luglio 2023 – nota economica giornaliera

AREA EURO – Ieri in area euro il PMI composito di luglio è calato più del previsto, di un punto, a 48,9 (un minimo dallo scorso novembre), su livelli coerenti con una contrazione del PIL.
Su base settoriale, prosegue la recessione manifatturiera (a 42,7 da 43,4: escludendo i mesi del primo lockdown nella primavera 2020, sarebbe un minimo dal 2009), mentre la ripresa nei servizi continua a perdere spinta (51,1 da 52).
Le indicazioni sui prezzi confermano la tendenza di rallentamento dei listini di vendita (52,8 da 53,8, un minimo da febbraio 2021), ma nei servizi la crescita dei prezzi resta superiore alla media storica, complice l’irrobustimento delle pressioni salariali.
Le intenzioni di assunzione sono rallentate solo moderatamente (in territorio espansivo nei servizi e su livelli neutrali nell’industria).
Nel complesso, le indagini dipingono un quadro di chiaro rallentamento della domanda, ma le indicazioni sui prezzi e sul mercato del lavoro, specie nei servizi, restano coerenti con il prosieguo del ciclo restrittivo da parte della BCE.

STATI UNITI – Ieri il PMI manifatturiero flash di luglio ha sorpreso al rialzo, a 49 da 46,3 di giugno, registrando miglioramenti diffusi agli ordini (48,5 da 42,9), alla produzione (50,2 da 46,9) e alla domanda di input (45,9 da 40,2).
L’occupazione è rimasta in territorio espansivo, a 52,8. L’indice dei prezzi di acquisto ha mostrato un rimbalzo, salendo di poco oltre alla soglia di 50, mentre i listini di vendita sono risultati invariati, interrompendo il trend di rallentamento degli ultimi tre mesi.
Seppur in miglioramento rispetto al dato di giugno, l’indagine segnala una sostanziale stagnazione dell’industria ad inizio 2° semestre.
Nei servizi, il PMI è sceso per il secondo mese consecutivo, di due punti a 52,4, con attività (52,4 da 54,4) e occupazione (51 da 52,2, minimo da gennaio 2023) in calo, a fronte di una crescita degli ordinativi esteri (54,4 da 52,7).
Le indicazioni di rallentamento nei servizi sono confermate anche dall’ampia correzione delle aspettative future.
I segnali sui prezzi sono misti, con una riduzione dei prezzi di acquisto e listini di vendita in leggera salita.
L’indice composito è sceso a 52 da 53,2 di giugno e conferma che il ciclo resta espansivo ma sta perdendo slancio, frenato da una domanda interna sempre più fiacca.

 

COMMENTI:     

AREA EURO – Nell’Eurozona è in calendario anche l’indice anticipatore della Banca Nazionale del Belgio.
Oggi verrà diffusa la Bank Lending Survey della BCE.

FMI – Il Fondo Monetario Internazionale presenta l’aggiornamento del World Economic Outlook.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro si è rafforzato ulteriormente ieri in attesa del FOMC di domani sera, sia in vista del rialzo dei tassi previsto domani sia al permanere di una probabilità superiore al 30% nei prezzi di mercato di un altro rialzo successivamente visto che i dati USA mostrano ancora nel complesso un’economia meno debole di quanto temuto: i PMI ieri sono stati di carattere misto, migliore del previsto l’indice manifatturiero, peggiore del previsto l’indice dei servizi.
Questa mattina la dinamica del dollaro è più contrastata, in calo prima in recupero poi e se la fiducia dei consumatori dovesse sorprendere verso l’alto (è già attesa in miglioramento), il rafforzamento proseguirebbe.
Decisivo sarà però l’esito del FOMC di domani: se la Fed lascerà aperta la porta ad un secondo rialzo dei tassi dopo quello atteso domani, pur se in funzione dei dati, il dollaro dovrebbe beneficiarne, anche se solo limitatamente.

EURL’euro è sceso ulteriormente da 1,11 a 1,10 EUR/USD indebolito anche dai PMI dell’area ieri e dall’IFO tedesco di stamani che sono risultati più deboli del previsto.
Il downside, tuttavia, dovrebbe essere limitato fintantoché il mercato mantiene una probabilità attesa (intorno all’80%) di un secondo rialzo dei tassi BCE dopo quello atteso giovedì molto superiore rispetto alla Fed.
Poiché però la BCE non darà verosimilmente indicazioni chiare sulla mossa successiva, l’euro potrebbe venirsi a trovare di nuovo sulla difensiva.

GBPLa sterlina è scesa ieri contro dollaro da 1,2883 a 1,2796 GBP/USD indebolita anche dai PMI domestici che hanno mostrato un peggioramento superiore alle attese.
Il calo è stato però inferiore a quello dell’euro rispetto al quale la sterlina si è rafforzata, pur restando in area 0,86 EUR/GBP, dato il permanere di attese di mercato per altri 75/100 pb di rialzi dei tassi BoE, ovvero più di quanto atteso per la BCE.
Nei prossimi giorni, tuttavia, la sterlina si muoverà di riflesso a dollaro ed euro sugli esiti delle riunioni di Fed e BCE: per la BoE bisognerà attendere la prossima settimana (3 agosto).

JPYLo yen ha marginalmente recuperato contro dollaro da 141 a 140 USD/JPY sulla resilienza dei rendimenti a lunga giapponesi.
Il recupero si è esteso anche contro euro da 157 a 156 EUR/JPY.
Per quanto sia molto incerto se la BoJ intenda allentare o meno il controllo della curva dei rendimenti già venerdì, non è un’ipotesi che si può escludere.
Se lo allentasse, lo yen si rafforzerebbe sia contro dollaro sia contro euro.

 

PREVISIONI:

GERMANIA – Il dato più importante in uscita oggi è l’IFO tedesco: le attese di nuovi aumenti dei tassi di interesse da parte della BCE e il rallentamento del ciclo mondiale dovrebbero portare al terzo calo di fila dell’indice di fiducia delle imprese manifatturiere in luglio, a 87,3 da 88,5 precedente.
Gli indicatori sulle aspettative e sulla situazione corrente dovrebbero seguire una dinamica simile a quella registrata dalle medesime componenti dell’indagine ZEW: le attese dovrebbe calare a 82,2 da 83,6, mentre la flessione dovrebbe essere di entità più moderata per l’indicatore sulla situazione corrente, a 92,7 da 93,7.
Sarà importante verificare il giudizio delle imprese manifatturiere sulla domanda estera.

STATI UNITI – Oggi la fiducia dei consumatori rilevata dal Conference Board a luglio dovrebbe correggere lievemente dopo il balzo a 109,7 di giugno, calando a 108,5, con un moderato ritracciamento sia per le condizioni correnti sia per le aspettative.
Queste ultime a giugno si sono portate a 79,3, da 71,5, per la prima volta da febbraio 2022 a ridosso della soglia di 80 (associata storicamente con fasi recessive).