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25 Giugno 2020 – nota economica giornaliera

GERMANIA – A giugno, l’indice IFO è salito a 86,2 da 79,7 punti di maggio, superando le aspettative di consenso. L’indice ha segnato il massimo da quattro mesi, anche se recupera solo circa la metà della diminuzione accumulata tra marzo e aprile.
Migliora lo scenario economico ma resta critica la situazione corrente. La componente delle aspettative ha registrato una crescita a 91,4 in giugno da 80,5 di maggio.
Lo spaccato per settori vede un miglioramento più spiccato per il commercio e i servizi, i due settori più colpiti dalle misure restrittive.
La risalita dell’indice della situazione corrente è, per ora, ancora limitata (81,3 contro 78,9). Una lenta ripresa al momento è suggerita anche dagli indici PMI, che, in questo mese, restano in territorio negativo, mentre ci aspettiamo un’accelerazione della crescita economica dal terzo trimestre. Confermiamo le nostre previsioni del -6,3% per il PIL nel 2020.

FRANCIA – L’indice di fiducia delle imprese manifatturiere elaborato dall’INSEE migliora a giugno un po’ al di sopra delle attese, salendo a 77 da 71. Secondo gli intervistati, le prospettive di produzione per i prossimi tre mesi sono in via di miglioramento, pur restando su livelli bassi.
Il livello degli ordini però rimane pressoché fermo a livello nazionale mentre gli ordini esteri peggiorano.
Il livello dei prezzi rimane depresso e il trend è in calo. Il livello del magazzino aumenta ancora.
Anche le prospettive occupazionali peggiorano ancora.
Nel commercio al dettaglio, invece, il rimbalzo dell’attività è rilevante, con l’indice che è passato a giugno a 84 da 63. Il rimbalzo è il più violento dall’inizio della serie; qui le prospettive occupazionali migliorano nettamente ma rimangono sempre su livelli depressi; l’attività prevista è in risalita e le vendite al dettaglio dovrebbero risalire nei prossimi tre mesi. Anche le attese sui prezzi sono in moderato aumento.
Nelle costruzioni, il clima è in miglioramento e l’attività prevista rimbalza fortemente a 3,5 da -47,0; anche qui le prospettive occupazionali sono in rasserenamento e tornano sui livelli vicini alla media storica anche se le prospettive per gli ordini nei prossimi tre mesi rimangono negative. Tuttavia, il campione intervistato indica che ad oggi l’arretrato di attività si situerebbe tra i 7 e i 9 mesi.
Infine, la prospettiva per il settore dei servizi vede un miglioramento anche se in un contesto di attività inferiore al normale, con l’indice che accelera la risalita rispetto a maggio, salendo a 77,3 da 51,7: l’attività prevista è in rapida risalita e anche la domanda è vista in ampio miglioramento, seppur se si parte dai minimi storici dall’inizio della serie. I prezzi sono giudicati in aumento.
Complessivamente l’indagine di giugno indicherebbe che il Paese sta riaccendendo i motori dell’economia in tutti i settori e che, in assenza di nuove esplosioni di contagi, sono visti ora in espansione per tutta l’estate.

BELGIO – L’indice di fiducia economica elaborato dalla Banca del Belgio migliora a giugno, salendo a -22,9 da -34,4, segnando la seconda maggior variazione in termini assoluti dopo quello di aprile scorso. Il comparto manifatturiero segna un recupero di circa sei punti a -30,6 mentre il più ampio rimbalzo lo registra il commercio al dettaglio, che balza da -41,8  a -22,7 per effetto della fine delle restrizioni in vigore a maggio.
Anche le costruzioni vedono un brusco miglioramento del morale, a -7,3 da -24,3.
Nel complesso l’indagine di giugno lascia l’indice ampiamente al di sotto della media storica: la media mobile trimestrale è ai minimi dall’inizio della serie.

 

COMMENTI:

STATI UNITI
 – Contagi 2.381.538, nuovi contagi 34.700, decessi 121.979, guarigioni 656.161(Fonte: JHU).
L’accelerazione dei nuovi contagi è diffusa alla maggioranza degli Stati, con 33 Stati che registrano una media a 7 giorni superiore a quella a 14 giorni. L’aumento di casi e della proporzione di positivi sul totale dei test eseguiti ha determinato una svolta nella strategia di riapertura da parte di diversi governatori (imposizione dell’uso di mascherine, invito a restare a casa, rinvio della riapertura delle attività aggregative), anche alla luce dell’aumento di utilizzo delle strutture sanitarie.
Gli Stati di New York, New Jersey e Connecticut hanno imposto un periodo di quarantena di 14 giorni a chi arriva dagli Stati con contagi elevati.
Un fattore peculiare della recente riaccelerazione dei contagi è l’abbassamento dell’età media dei positivi rispetto alla fase iniziale della pandemia, che potrebbe poi diffondere il contagio alle fasce di età più elevata, maggiormente soggette a sintomi gravi.
La ripresa dei focolai di Covid-19 potrebbe frenare in alcune aree il sentiero di crescita in vigore da maggio, anche se per ora è improbabile una chiusura di attività simile a quella del 2° trimestre.
– Il rappresentante del commercio internazionale, R. Lighthizer, ha detto che gli USA stanno considerando di imporre dazi per 3,1 mld di dollari su importazioni da Europa e UK, utilizzando lo spazio di ritorsione reso disponibile dalla sentenza del WTO che permette di imporre dazi fino al 100%  su 7,5 mld di beni in relazione ai sussidi per Airbus.
Evans (Chicago Fed) ha detto che una ripresa diffusa richiederà tempo, sottolineando che la sua previsione include delle fasi di rallentamento intermittente dovute a diffusione di contagi localizzate.
Secondo Evans difficilmente ci saranno delle soluzioni decisive sul fronte sanitario prima del 2022, tuttavia si potrà avere una normalizzazione dell’economia nel corso del 2020.
Il presidente della Chicago Fed ritiene, come la maggior parte degli altri partecipanti al FOMC, che sia la politica fiscale sia quella monetaria probabilmente dovranno intervenire ancora a sostegno della ripresa. Evans prevede che le pressioni verso il basso sui prezzi collegate all’aumento dell’output gap diminuiscano nel prossimo biennio, permettendo all’inflazione di risalire modestamente nel 2021 e 2022.
I tassi dovrebbero restare fermi molto a lungo, ma Evans ritiene improbabile che possano scendere in territorio negativo.
– Un’analisi condotta dalla Fed sugli effetti degli acquisti di titoli (Large Scale Asset Purchases, LSAP) e della forward guidance nel periodo fra il 2008 e il 2015, mostra che gli strumenti della Fed sono stati efficaci: in assenza del programma LSAP, l’inflazione sarebbe stata 1 pp più bassa e il tasso di disoccupazione sarebbe stato 4 pp più alto entro la fine del 2015.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro è tornato a salire, recuperando così almeno il calo di martedì. Anche se non è possibile prevedere l’evoluzione dei contagi e del sentiment di mercato, si può perlomeno ipotizzare che se l’aumento dei casi non rallenta rapidamente e significativamente la risk aversion non dovrebbe arretrare facilmente, a beneficio del dollaro. In tal caso il calo recente non dovrebbe, per ora, proseguire oltre.
Nel World Economic Outlook pubblicato ieri, l’IMF ha rivisto al ribasso la crescita attesa per quest’anno a livello globale, spiegando che le ricadute negative della pandemia si stanno rivelando più pesanti di quanto ipotizzato precedentemente.
Per quanto riguarda gli Stati Uniti la previsione per il 2020 è di una contrazione pari a -8,0% (era -5,9% nel WEO di aprile) con un recupero atteso l’anno prossimo a +4,5%.

EURL’euro ha fatto marcia indietro da 1,13 a 1,12 EUR/USD sul recupero generalizzato del dollaro. Sulla moneta unica pesa anche in parte il rischio di nuovi dazi USA su alcuni prodotti europei che l’amministrazione Trump starebbe valutando in questi giorni.
Il livello tecnico da monitorare per verificare la cedevolezza o meno dell’euro rimane comunque 1,1170 EUR/USD.
La nuova previsione dell’IMF per l’economia dell’area è di una contrazione quest’anno pari a -10,2% (molto più ampia del -7,5% contenuto nel WEO di aprile), con recupero atteso l’anno prossimo a +6,0%.

GBPLa sterlina è scesa sul recupero del dollaro da 1,25 a 1,24 GBP/USD, indebolita in parte anche dalla preoccupazione per l’imposizione di nuovi dazi USA su alcuni prodotti britannici. Contro euro la sterlina è rimasta circa stabile in area 0,90 EUR/GBP, per via del calo similare dell’EUR/USD.
Il mood di mercato rimane il tema chiave in questi giorni, facendo del dollaro il driver principale del cambio GBP/USD.
La nuova previsione dell’IMF per l’economia britannica è di una contrazione quest’anno pari a -10,2% (era -6,5% nel WEO di aprile), con recupero atteso l’anno prossimo a +6,3%.

JPYAnche lo yen è sceso da 106 a 107 USD/JPY sul recupero del dollaro, a indicare che il biglietto verde mantiene in questa fase un ruolo dominante come safe haven.
Tuttavia, a meno che la risk aversion non torni a salire significativamente, il cambio dovrebbe mantenersi in range. Contro euro la valuta nipponica è rimasta pressoché stabile in area 120 EUR/JPY per via del contestuale calo dell’EUR/USD.
La nuova previsione dell’IMF per l’economia giapponese è di una contrazione quest’anno pari a -5,8% (era -5,2% nel WEO di aprile), con recupero atteso l’anno prossimo a +2,4%.

 

PREVISIONI:

STATI UNITI
– Gli ordini di beni durevoli a maggio (prel.) sono previsti in aumento del 9,1% m/m, dopo -17,7% m/m di aprile. Al netto dei trasporti, gli ordini dovrebbero aumentare di 1,2% m/m, dopo -7,7% m/m del mese precedente.
Gli ordini di beni capitali al netto di difesa e aerei sono attesi in aumento del 2,5% m/m, contro -5,8% m/m precedente.
Le indicazioni positive delle vendite e delle indagini del manifatturiero puntano a una dinamica relativamente rapida degli ordini e dell’attività fra la fine del 2° trimestre e l’inizio del 3°.
– Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione dovrebbero proseguire sul sentiero di graduale rallentamento, e scendere a 1,2 mln nella settimana conclusa il 13 giugno, da 1,5 mln della settimana precedente.
I nuovi sussidi erogati con i programmi per la pandemia dovrebbero aumentare ancora a un ritmo solido, intorno a 1 mln nella seconda settimana di giugno. I dati sono relativi alla settimana di rilevazione dell’employment report di giugno.
I sussidi esistenti nella settimana conclusa il 6 giugno dovrebbero ancora calare, scendendo a 20.1mln, mentre i sussidi esistenti collegati ai programmi per la pandemia dovrebbero ancora aumentare, a circa 10 mln. I dati dovrebbero dare indicazioni coerenti con un aumento di occupati di circa 5-6 mln a maggio.