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24 Marzo 2021 – nota economica giornaliera

ITALIA – Il fatturato industriale è cresciuto per il secondo mese di fila su base congiunturale a gennaio, di +2,5% (da +1,1% precedente); il dato è trainato dal mercato estero (+5% m/m, dopo il -0,8% m/m di dicembre).
Tutti i principali macro-gruppi registrano un progresso nel mese, particolarmente ampio per energia, beni di consumo durevoli e beni intermedi.
Su base tendenziale corretta per gli effetti di calendario, tuttavia, il fatturato è tornato a calare, a -1,6% a/a, dopo che a dicembre era stato toccato, a -0,5%, un massimo post-Covid.
Il dettaglio per settore mostra un crollo su base annua dell’ordine del 30% per attività estrattive e raffinazione, mentre spicca il balzo in avanti per le apparecchiature elettriche (+15,4% a/a).
Nel complesso, il dato conferma che il settore industriale dovrebbe essere tornato a dare un contributo positivo al PIL nel 1° trimestre (che tuttavia, a nostro avviso, sarà più che compensato da un’ulteriore flessione nei servizi).
A partire dal comunicato stampa di ieri, l’Istat ha interrotto la rilevazione e la diffusione degli indici dei nuovi ordinativi industriali.

STATI UNITI – Le vendite di case nuove a febbraio calano a 775 mila (-18,2% m/m) da 948 mila di gennaio, ma restano nettamente al disopra dei livelli di un anno fa (+8,2% a/a).
Il calo mensile a due cifre è diffuso a tutte le aree geografiche, ma è particolarmente marcato nel Midwest.
Le scorte di case invendute aumentano a 4,8 mesi, da 3,8 di gennaio.
La debolezza delle vendite a febbraio è in gran parte attribuibile all’ondata di eccezionale maltempo del mese scorso, ma va notato che anche gli stati dell’ovest registrano una significativa correzione, pur senza avere sofferto in misura significativa di condizioni climatiche avverse.
La previsione è che a marzo le vendite recuperino anche più velocemente rispetto alle vendite di case esistenti, dato che le per le case nuove la vendita si registra all’apertura del contratto, mentre per quelle esistenti la registrazione avviene alla chiusura.
Le informazioni sull’attività di costruzione mostrano livelli elevati di case in costruzione non ancora iniziate, mentre registrano le correzioni più ampie su quelle in costruzione ma non completate, con segnale positivo per gli investimenti residenziali nel trimestre.
Il nuovo stimolo fiscale e il rialzo dei tassi sui mutui eserciteranno spinte opposte sulle vendite di case, ma la previsione rimane di moderata crescita dell’attività nel settore.

 

COMMENTI:

PAESI BASSI – Il governo ha esteso le attuali misure di contenimento della pandemia dal 31 marzo al 18 aprile.
Le restrizioni equivalgono a quelle vigenti nella nostra ‘zona rossa’, salvo chele scuole sono parzialmente aperte, i servizi alla persona sono operativi e l’accesso ai negozi non essenziali è permesso su appuntamento.
L’unico allentamento è lo spostamento dalle h.21:00 alle h. 22:00 dell’inizio del coprifuoco notturno.
L’estensione delle misure riflette una situazione epidemiologica ancora preoccupante: il tasso di riproduzione del contagio è stimato a 1,11; il tasso di occupazione dei posti di terapia intensiva resta elevato (56,7%), e il numero di ricoveri è aumentato nell’ultima settimana, anche se il tasso di mortalità è in linea con la norma stagionale.

STATI UNITI
Powell, nell’audizione di fronte alla commissione servizi finanziari della Camera sugli interventi per Covid-19, ha ripetuto che, nonostante i miglioramenti dell’ultimo anno, il sentiero dell’economia continua a dipendere dall’andamento del virus, e ha sottolineato che la ripresa è in corso, anche più velocemente del previsto, ma i settori colpiti direttamente sono ancora deboli e il tasso di disoccupazione, ancora elevato, sottostima il deficit di occupazione, come evidente dalla partecipazione ancora bassa.
Powell prevede che la crescita si rafforzi grazie alla diffusione dei vaccini, ma ha ribadito che la ripresa è ancora lontana dal suo completamento.
Nella discussione sui possibili effetti inflazionistici dell’American Rescue Plan, Powell ha riconosciuto che “potremo vedere delle pressioni verso l’alto sui prezzi”, ma a suo avviso gli effetti sull’inflazione non dovrebbero essere “né particolarmente ampi né persistenti”.
Powell ha sottolineato l’impegno della Fed a mantenere sotto controllo le aspettative di inflazione: a suo avviso una spinta transitoria alla spesa, con pressioni sui prezzi temporanee, non dovrebbe disancorare le aspettative di inflazione.
Yellen, che testimoniava insieme a Powell, ha affermato che, grazie all’ARP, la piena occupazione potrebbe essere raggiunta nel 2022.
Riguardo al prossimo pacchetto per la ripresa per circa 3 tln di dollari, secondo Yellen è probabile che venga almeno parzialmente finanziato con rialzi di imposte, fra cui un possibile ritorno della corporate tax rate al 28% (dal 21% attuale).
Tuttavia, Yellen ha sottolineato che un eventuale rialzo delle imposte non verrebbe attuato fino a quando la ripresa non si sarà consolidata e non danneggerà l’economia.
Queste indicazioni fanno prevedere che, quando verrà presentato il Recovery Plan nel suo complesso, probabilmente suddiviso in parti separate per temi principali, si potrebbe indicare anche una sequenza di tempi di attuazione sia delle componenti di spesa, sia dei possibili contributi dal lato delle entrate, spostando queste ultime potenzialmente dopo il 2022 (e le elezioni midterm).
– I discorsi dalla Fed di ieri cominciano ad attribuire i nomi ad alcuni dei punti nel grafico delle proiezioni dei tassi pubblicato dopo la riunione del FOMC di marzo.
Kaplan (Dallas Fed) ha detto di essere “uno di quei punti” che prevedono rialzi dei tassi nel 2022 (in tutto 4 su 18), con uno scenario di rimozione dello stimolo più aggressivo rispetto alla mediana.
Kaplan ha detto che a suo avviso la Fed deve esser aggressiva nello stimolo monetario mentre è in corso la pandemia ma, con l’uscita dall’emergenza sanitaria, la politica monetaria deve adattarsi al quadro di politica fiscale “aggressiva” che spinge la crescita.
Bullard (St Louis Fed), invece, per ora si allinea sulla previsione mediana di tassi fermi fino al 2023, e ritiene essenziale che non si modifichi questa previsione prima di vedere effettivamente dati in linea con una ripresa molto forte nel 2021.
Nel suo scenario, la crescita 2021 è a 6,5%, la disoccupazione al 4,5% e l’inflazione al 2,5%. Dalle parole di Bullard appare possibile però che, una volta archiviato un 2021 molto forte con una ripresa diffusa e consolidata, possano esserci revisioni verso l’alto sul sentiero dei tassi.
Brainard (Board Fed) ha detto che lo scenario economico è favorevole, grazie alle politiche accomodanti e alla diffusione dei vaccini, ma che è ancora incerta l’entità della crescita, che dipende dalle scelte dei consumatori riguardo a quanto dell’aumento di reddito disponibile derivante dal pacchetto fiscale verrà speso e quanto risparmiato.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro si è rafforzato ieri, riavvicinando i massimi di due settimane fa, ma questa volta non sulla salita dei rendimenti, che anzi hanno ritracciato, quanto soprattutto sulla debolezza di altre valute (euro in primis, ma anche sterlina).
Il movimento è comunque coerente con la maggior forza relativa dell’economia USA, rispetto alla quale gli elementi di vulnerabilità altrui in questa fase spiccano per contrasto ancora di più.
Il sentiment di mercato generalmente più cauto alla luce del quadro pandemico (nonché di nuove tensioni con la Cina e di potenziali aumenti delle tasse segnalati da Yellen) favorisce inoltre il dollaro anche nel suo ruolo di safe haven.
Il contesto, anche in termini di dati odierni (confronto tra i PMI USA e quelli dell’area in primis), rimane tendenzialmente favorevole al dollaro.

EURL’euro è sceso da 1,19 a 1,18 EUR/USD, aggiornando i minimi di due settimane fa, penalizzato dall’estensione delle restrizioni anti-contagio in Germania, dopo quelle reintrodotte recentemente in Italia.
Questo, unitamente al meno rapido procedere delle vaccinazioni, acuisce ulteriormente il contrasto tra il quadro di crescita dell’area e quello USA, predisponendo l’euro a un ulteriore indebolimento.
Anche il confronto oggi tra i PMI dell’area e quelli USA dovrebbe essere sfavorevole alla moneta unica.

GBPLa sterlina è scesa contro dollaro da 1,38 a 1,37 GBP/USD al permanere delle tensioni con l’UE in merito alla possibilità che l’UE blocchi le esportazioni di vaccini da paesi UE al Regno Unito (la decisione verrà presa domani). La valuta britannica è scesa anche contro euro, ma di meno, da 0,85 a 0,86 EUR/GBP, per via del calo dell’EUR/USD.
Se i PMI odierni non deluderanno il calo potrebbe fermarsi, ma fino a domani il tema della disputa sui vaccini con l’UE rimane in primo piano, rischiando pertanto di mantenere la valuta britannica sulla difensiva anche oggi.

JPYLo yen invece si è rafforzato contro dollaro, anche se solo leggermente e mantenendosi comunque in area 108 USD/JPY, sorretto sia dal calo dei rendimenti USA sia dal deterioramento del sentiment di mercato. Contro euro si è rafforzato di più da 129 a 128 EUR/JPY per via del calo dell’EUR/USD.
Questo non compromette la tendenza di fondo, che rimane in calo per la valuta nipponica soprattutto contro dollaro al di là del breve.

 

PREVISIONI:

AREA EURO
 – Ci attendiamo che la stima flash del PMI manifatturiero registri una diminuzione del ritmo di espansione in marzo, a 57,0 da 57,9 di febbraio; il PMI servizi è atteso in crescita questo mese (a 46,9 da 45,7 precedente).
Di conseguenza, il PMI composito dovrebbe rimanere in territorio recessivo, a 49,0 da 48,8: ci aspettiamo una contrazione dell’attività economica dell’Eurozona anche nel mese corrente.
– La stima flash dell’indice di fiducia dei consumatori elaborato dalla Commissione Europea è attesa in marginale peggioramento a marzo, a -15,2punti da -14,8 di febbraio.
L’indice, pur inferiore alla media storica di lungo termine (-10,6), resterebbe ben al sopra dai minimi registrati ad aprile (-21,9).
Il lieve calo di morale nel mese dovrebbe riflettere l’inasprimento delle misure di contenimento della “terza ondata” di COVID-19 in alcuni Paesi dell’area.

STATI UNITI
 – Gli ordini di beni durevoli a febbraio sono attesi in rialzo di 1,5% m/m, dopo 3,4% m/m. Le indagini di settore mostrano un trend positivo per gli ordini e puntano a incrementi solidi, frenati solo dalla carenza di componenti in molti segmenti produttivi.
Gli ordini dovrebbero essere nuovamente sostenuti dal settore dell’aeronautica civile, come a gennaio, grazie alla ripresa delle vendite del modello 737 MAX di Boeing.
Al netto dei trasporti, gli ordini dovrebbero aumentare di 0,9% m/m, dopo 1,3% m/m del mese precedente, in linea con le indicazioni espansive delle indagini di settore.
Gli ordini e le consegne di beni capitali al netto di difesa e aerei dovrebbero proseguire sul sentiero in forte crescita dell’ultimo trimestre, con indicazioni solide per gli investimenti non residenziali nella prima metà dell’anno.
– Il PMI Markit manifatturiero flash a marzo dovrebbe segnare un nuovo rialzo, a 58,8 da 58,6 di febbraio.
Le indagini nazionali a inizio anno erano su livelli più ottimistici rispetto alle indagini regionali e dovrebbero quindi recuperare in misura più limitata a marzo.
L’indice dei servizi è previsto in ulteriore accelerazione a 60,2 da 59,8 di febbraio, sulla scia della diffusione dei vaccini e degli effetti del nuovo stimolo fiscale.