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24 Maggio 2023 – nota economica giornaliera

AREA EURO
 – Ieri l’indice PMI composito di maggio è tornato a calare dopo 6 mesi di rialzi consecutivi, a 53,3 da 54,1 del mese precedente.
Il rallentamento è leggermente più marcato di quanto atteso dal consenso, ma lascia l’indicatore su livelli ancora ampiamente espansivi e coerenti con una accelerazione del PIL nel trimestre in corso rispetto allo 0,1% t/t di inizio anno.
Nel mese sono diminuiti sia l’indice relativo ai servizi, che però ha sorpreso al rialzo con una flessione di appena tre decimi e rimane, a 55,9, ben al di sopra della soglia d’invarianza, che l’indicatore manifatturiero, calato a sorpresa di oltre un punto a 44,6 da 45,8 (ci si attendeva un lieve rimbalzo): si tratta di un minimo da tre anni e, se si escludono i mesi del primo lockdown nella primavera 2020, da luglio 2012.
Nel manifatturiero la flessione riguarda tutte le principali componenti, ma si nota in particolare un calo dei nuovi ordini, soprattutto dall’estero.
I prezzi sia degli input che dei prodotti finali sono scesi in territorio di contrazione entrambi per la prima volta da quasi tre anni.
Nei servizi, le imprese si mantengono ottimiste sul livello di affari e sulle aspettative per il futuro, e le indicazioni sui prezzi sia pagati che ricevuti restano elevate (ben più che nel manifatturiero).
Le aziende peraltro conservano intenzioni di assunzione espansive sia nei servizi che, in minor misura, nell’industria.
In generale, l’indice manifatturiero in questa fase potrebbe essere parzialmente distorto al ribasso dalla vistosa contrazione dei tempi di consegna (e dall’aumento delle scorte), rispetto al recente passato, a seguito della “normalizzazione” delle catene del valore globali: le indagini nazionali sul settore industriale stanno dando infatti segnali meno recessivi.
Tuttavia, l’economia resta trainata dai servizi, mentre l’attività industriale potrebbe rimanere debole nei prossimi mesi.
Nel complesso, risultano confermate le attese di una espansione moderata dell’economia dell’Eurozona (nel range 0,2/0,4% t/t) nei trimestri centrali dell’anno.
– Sempre nell’area euro l’avanzo di partite correnti si è ampliato a 31 miliardi di euro a marzo dai 24 miliardi di febbraio, con un surplus più pronunciato sui beni che sui servizi.
Lo shock energetico aveva affossato la bilancia commerciale nel 2022 ma il calo dei prezzi sta riportando il saldo su livelli non distanti dal periodo precedente alla guerra in Ucraina.

FRANCIA – Il PMI composito è calato a maggio a 51,4 da 52,4 precedente, trainato dalla flessione nei servizi (52,8 da 54,6) a fronte di un lieve rimbalzo nel manifatturiero (46,1 da 45,6), dopo che l’ampio calo di aprile era stato influenzato dagli scioperi (ma ci si attendeva un recupero più accentuato in conseguenza della fine delle proteste).

GERMANIA – L’indice relativo ai servizi ha sorpreso al rialzo (a 57,8 da 56, un picco da agosto 2021), mentre il PMI manifatturiero ha registrato il quarto calo consecutivo (a 42,9 da 44,5, minimo da maggio 2020) per via soprattutto di una sensibile riduzione dei nuovi ordini e del lavoro arretrato; il PMI composito è salito di appena un decimo a 54,3 rispetto al mese precedente.

STATI UNITI
 – Ieri, il PMI manifatturiero flash di maggio ha mostrato un calo a 48,5, con flessioni degli ordini a 47,1 e della produzione a 51, mentre per l’occupazione di segnala moderata espansione, con il sotto-indice stabile a 53,4.
Nei servizi, invece, l’indice è salito a 55,1 da 53,6, con segnali positivi per l’attività e l’occupazione.
L’indagine è in linea con le indicazioni dei dati, che evidenziano domanda solida nei servizi e stagnante nel manifatturiero, con l’eccezione della recente ripresa nel settore auto.
– Le vendite di case nuove ad aprile sono salite a 683 mila, da 656 mila di marzo.
Il mercato immobiliare residenziale ha dato segnali di svolta positiva a febbraio, con una ripresa della fiducia dei costruttori e una riduzione dei tassi sui mutui.
La domanda di case rimane elevata, mentre l’offerta di case esistenti è sempre limitata, anche perché risulta difficile per i proprietari metterle sul mercato dovendo finanziare un eventuale nuovo acquisto a tassi molto più elevati rispetto a quelli dei mutui esistenti.

 

COMMENTI:                                  

BCE – Secondo Nagel (Bundesbank), la BCE avrà bisogno di effettuare ancora diversi interventi” sui tassi, e poi di mantenerli su livelli restrittivi sufficientemente a lungo.

ITALIA – Il Consiglio dei Ministri ha approvato un pacchetto di aiuti più corposo di quanto ci si attendeva (da oltre 2 miliardi “lordi”) per l’emergenza alluvione in Emilia-Romagna.
Il decreto prevede, oltre a sospensione dei mutui e rateizzazione degli oneri fiscali, l’attivazione del fondo di garanzia, il finanziamento della CIG in deroga e aiuti a imprese e lavoratori autonomi.
I danni sono stimati in diversi miliardi di euro: potrebbero essere necessari nuovi interventi, anche attraverso fondi europei (non il PNRR ma il «fondo di solidarietà»).

STATI UNITI
– Oggi non ci sono dati in uscita, ma verranno pubblicati i verbali della riunione del FOMC di maggio, importanti per chiarire la distribuzione delle opinioni riguardo a una pausa nel sentiero dei tassi.
Powell, durante la conferenza stampa dopo la riunione, ha affermato che si è discusso di una pausa, ma non per maggio.
I verbali dovrebbero dare indicazioni sulle condizioni richieste per attuare una pausa a partire dalla prossima riunione, oltre che sulla diffusione delle opinioni favorevoli al mantenimento di tassi fermi a giugno.
Altre informazioni rilevanti saranno eventuali revisioni alle previsioni macroeconomiche dello staff e stime degli effetti della turbolenza bancaria sul credito.
A nostro avviso, i verbali dovrebbero dare supporto alla previsione di tassi fermi a giugno, mostrando però la presenza di possibili dissensi, emersi anche successivamente in diversi discorsi, soprattutto se i dati di inflazione continueranno a segnalare l’assenza di un trend verso il basso della dinamica dei prezzi dei servizi core ex-abitazione.
Sul fronte del limite del debito, non ci sono novità di rilievo. Biden e McCarthy hanno ribadito che gli incontri continuano, ma le parti restano distanti.
McCarthy ha detto a una riunione dei rappresentanti repubblicani di prepararsi a cancellare la sospensione dei lavori prevista nella settimana precedente Memorial Day.
Il chairman del Freedom Caucus ha segnalato che non c’è spazio per modificare quanto introdotto con il disegno di legge già approvato, che include massicci tagli di spesa.
Invece il leader democratico alla Camera, Jeffries, ha lamentato la mancanza di flessibilità dei repubblicani che non accettano la concessione democratica di congelamento della spesa per un anno.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro è tornato a salire ieri ma è di nuovo in frenata oggi, complici segnali contrastanti dai PMI (negativi dal manifatturiero, positivi dai servizi) e l’assenza di progressi nei negoziati sul limite del debito che comunque proseguono nella volontà condivisa di trovare una soluzione di compromesso.
I verbali del FOMC questa sera dovrebbero supportare lo scenario di tassi fermi a giugno, ma probabilmente mostrando qualche spaccatura interna in merito.
A meno quindi di una soluzione a sorpresa sulla questione del limite del debito, il dollaro dovrebbe stabilizzarsi anziché salire ancora.

EURL’euro è tornato a scendere ieri da 1,08 a 1,07 EUR/USD prevalendo la generalizzata resilienza del dollaro e non trovando sostegno nei PMI dell’area, ma sta in parte recuperando stamani nonostante l’IFO tedesco abbia deluso, in parte anche perché nonostante l’indice sia sceso più del previsto la componente “aspettative” ha invece sorpreso positivamente.
A meno di delusioni dagli USA l’upside nel brevissimo appare ancora limitato, rendendo più probabile una dinamica in range tra 1,07 e 1,08 EUR/USD, in attesa di risalire poi verso 1,10 EUR/USD sulla conferma del disallineamento BCE/Fed.

GBPAnche la sterlina è scesa ieri contro dollaro da 1,24 a 1,23 GBP/USD sulla generalizzata resilienza di quest’ultimo, ma è temporaneamente risalita questa mattina (sta faticando a mantenere i guadagni) sui dati di inflazione che hanno ancora una volta sorpreso verso l’alto, con l’indice “headline” che è sceso meno del previsto e l’indice “core” che è salito contro attese di stabilizzazione.
I dati odierni supportano la nostra previsione di un altro rialzo dei tassi BoE alla prossima riunione del 22 giugno, con il mercato che ha rivisto ampiamente verso l’alto il sentiero dei rialzi nei prossimi mesi (tra 75 pb e 100 pb di rialzi complessivi, a nostro avviso suscettibili di essere poi rivisti verso il basso: ieri Bailey ha dichiarato che vi è rischio di maggior persistenza dell’inflazione, ma che la BoE dovrebbe essere vicina al picco dei tassi).
Oggi, infatti, la sterlina si è rafforzata ancora (temporaneamente) contro euro approfondendo la salita in area 0,86 EUR/GBP.
Prossimamente dovrebbe tornare a rafforzarsi maggiormente anche contro dollaro.

JPYLo yen, in calo modesto ieri contro dollaro contenuto in area 138 USD/JPY, si sta pressoché stabilizzando in quest’area, in attesa di maggiori spunti direzionali dai rendimenti a lunga USA, che al di là del breve favoriranno lo yen in prospettiva della futura inversione di policy della Fed.
Contro euro lo yen si è rafforzato ieri da 150 a 149 EUR/JPY, prevalendo il calo dell’EUR/USD, ma sta già cedendo lievemente oggi.

NZDIl dollaro neozelandese ha corretto questa notte sull’esito della riunione della RBNZ sia contro il dollaro USA da 0,62 a 0,61 NZD/USD sia contro euro da 1,72 a 1,75 EUR/NZD.
La banca centrale ha infatti alzato ancora i tassi come atteso da 5,25% a 5,50%, ma ha spiegato che in riunione si è discusso se lasciare i tassi fermi o alzarli un’ultima volta e alla fine si è votato a maggioranza per un ultimo rialzo.
L’inflazione, infatti, anche se ancora alta è prevista in calo e la restrizione monetaria sta avendo effetto nel rallentare la domanda domestica.
La RBNZ ha mantenuto la previsione che i tassi si mantengano sul livello corrente per un anno almeno, lasciando il primo taglio atteso dei tassi nel 3° trimestre dell’anno prossimo.
La nostra previsione resta pertanto per un recupero del dollaro neozelandese nei prossimi mesi rispetto al dollaro USA, ma comunque moderato (e con rischi verso il basso) per gli effetti negativi sulla crescita domestica dell’ampia restrizione monetaria attuata (tassi saliti da 0,25% a 5,50% tra ottobre 2021 e maggio 2023).

 

PREVISIONI:

GERMANIA – Oggi l’indice IFO è visto in frenata a 91,8 a maggio da 93,6 precedente (sarebbe il primo calo dopo 6 mesi consecutivi di ripresa).
L’indice sulla situazione corrente potrebbe correggere a 93,5 da 95, quello sulle attese a 90,3 da 92,2.
Il peggioramento del morale dovrebbe essere per lo più concentrato sul manifatturiero.
Sono aumentati i rischi al ribasso sulla previsione di un ritorno alla crescita per l’economia tedesca nel trimestre in corso, dopo la contrazione di fine 2022 e la stagnazione d’inizio anno.