Seguci su twitter

Categorie

24 Luglio 2023 – nota economica giornaliera

COMMENTI:     

SPAGNADopo il voto la situazione politica si presenta complessa.
Il PP ha ottenuto 136 seggi (+47), ma il collasso di Vox (33 seggi, -19) significa che, per pochi seggi, non sarà possibile formare un governo di maggioranza di destra.
Il leader del PP, Feijòo, chiede di formare un governo di minoranza, ma il PSOE (122 seggi, +2) potrebbe ancora restare al governo se Sánchez riuscirà a convincere altri partiti minori ad astenersi o ad appoggiare un suo nuovo esecutivo (operazione che, invece, appare quasi impossibile per Feijòo).
Con SUMAR, il PSOE conta su 153 seggi e necessita dell’appoggio di altri 23 deputati per potersi assicurare la riconferma a primo ministro.

BCE – La BCE annuncerà un nuovo rialzo di 25pb dei tassi ufficiali (annuncio e conferenza stampa giovedì), ma riteniamo che si asterrà dall’indicare come probabile un rialzo dei tassi alla riunione di settembre.

STATI UNITI – Si prospetta una settimana ricca di eventi, ma il focus sarà sulla riunione del FOMC, che mercoledì dovrebbe attuare il preannunciato rialzo dei fed funds di 25pb, a 5,5%, con toni però più dovish in chiave prospettica.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro ha messo a segno un significativo recupero la settimana scorsa, che sarà però presto messo alla prova dal FOMC di mercoledì.
Le attese sono per un ultimo rialzo dei tassi, ma sarà il messaggio della Fed sulle intenzioni future – apertura o meno a un successivo ultimo rialzo e tempistiche dell’avvio del ciclo di tagli – a guidare la reazione del dollaro.
Il mercato attribuisce ancora una probabilità del 30% circa ad un secondo ultimo rialzo e colloca l’inversione di rotta della Fed nel 1° trimestre dell’anno prossimo.
Se la Fed dovesse attribuire un peso abbastanza significativo ai recenti segnali di raffreddamento della dinamica inflazionistica e rallentamento della crescita, il dollaro dovrebbe tornare a indebolirsi.
L’impatto, tuttavia, potrebbe essere da modesto a moderato perché comunque i dati recenti non sono ancora sufficientemente chiari, mentre più indicative (e decisive per la decisione di settembre) saranno le quasi due tornate di dati che si avranno da qui al FOMC successivo di settembre.

EURAnche la correzione registrata dall’euro tra la settimana scorsa e oggi (sui PMI di questa mattina risultati più deboli delle attese) da 1,12 a 1,10 EUR/USD sarà messa alla prova non solo dal FOMC di mercoledì ma anche dalla riunione BCE di giovedì.
La BCE alzerà i tassi di 25 pb, ma manterrà una retorica vaga sull’opportunità o meno di un rialzo successivo cui il mercato attribuisce una probabilità compresa tra l’85% e il 90%, recentemente però rivista al ribasso dal 100% precedente.
Non vi è unità di vedute all’interno della BCE, e se dovesse emergere una spaccatura l’eventuale modesto rafforzamento post-FOMC dell’euro potrebbe riassorbirsi già post-incontro BCE.

GBPIl calo subito dalla sterlina contro dollaro la settimana scorsa da 1,31 a 1,28 GBP/USD sarà messo alla prova dall’esito del FOMC, ma più importante sarà l’esito della riunione BoE che si terrà però la prossima settimana, giovedì 3 agosto.
Di riflesso alla possibile reazione post-FOMC del dollaro, la sterlina potrebbe leggermente recuperare, ma l’upside appare modesto dopo che i dati di inflazione domestici hanno mostrato un calo più ampio del previsto.
Un lieve recupero potrebbe aversi anche contro euro di riflesso alla possibile reazione post-BCE di quest’ultimo, ma comunque entro i massimi recenti.

JPYAnche l’indebolimento dello yen contro dollaro della scorsa settimana da 137 a 141 USD/JPY sarà messo alla prova sia dal FOMC sia dall’esito della riunione BoJ di venerdì.
Secondo fonti sentite da Reuters, la BoJ potrebbe astenersi questa settimana dal modificare l’assetto di policy, in particolare non allentando il controllo della curva dei rendimenti.
Questo dovrebbe indebolire ulteriormente lo yen, ma l’impatto potrebbe essere contenuto, perché la BoJ potrebbe comunque intanto rivedere verso l’alto le previsioni di inflazione e/o lasciare aperte le porte a revisioni di policy future in base all’evoluzione dei dati (dinamiche inflazionistiche e salariali in primis).
L’indebolimento dovrebbe aversi anche contro euro ma in via più contenuta per il limitato upside della moneta unica.

 

PREVISIONI:

AREA EURO
– Oggi in Eurozona le stime flash degli indici PMI di luglio dovrebbero confermare la contrazione dell’industria manifatturiera a fronte di un settore dei servizi ancora in espansione ma in progressivo rallentamento.
A giugno l’indice manifatturiero aveva toccato un minimo dal 2009 (escludendo il primo lockdown), con una ampia contrazione per le componenti di produzione, ordinativi e acquisti.
Stimiamo un ulteriore calo a 43,2 da 43,4.
Il PMI servizi è atteso correggere a 51,6 da 52, portando l’indicatore composito a 49,5 da 49,9 di giugno.
– Oltre alla riunione di politica monetaria della BCE, il focus questa settimana sarà sui dati di luglio sull’inflazione in Germania e Francia (che ci aspettiamo in calo) e sulle indagini di fiducia, che potrebbero confermare le indicazioni di decelerazione per il ciclo nel 2° semestre dell’anno.
– In calendario anche le prime stime di PIL relative al 2° trimestre in Francia, Spagna e Belgio.

STATI UNITI
– Oggi il PMI manifatturiero flash a luglio è previsto a 46, poco variato rispetto al 46,3 di giugno, in linea con i segnali recessivi diffusi a tutte le altre indagini degli ultimi mesi.
Gli ordini dovrebbero rimanere sui minimi toccati a giugno, frenati da una domanda ancora fiacca e l’occupazione dovrebbe dare segni di indebolimento, rimanendo comunque in territorio espansivo.
Nei servizi, l’indice potrebbe correggere moderatamente, a 54 da 54,4, sostenuto da occupazione e attività ancora ampiamente sopra la soglia di invarianza.
I prezzi pagati nel manifatturiero potrebbero scendere sotto la soglia di 50 per la prima volta da metà 2020.
Nei servizi sarà importante vedere se l’indice dei prezzi di vendita continuerà la fase di rallentamento, nonostante a giugno l’aumento dei salari abbia esercitato una forte pressione sui costi.
– Il deflatore core di giugno è visto rallentare a 0,2% m/m (4,2% a/a), con indicazioni di decelerazione per il comparto dei servizi al netto dell’abitazione.
La spesa personale dovrebbe essere in lieve aumento, sulla scia del recupero degli acquisti di beni, mentre il reddito personale dovrebbe continuare a crescere a un ritmo moderato grazie alla dinamica occupazionale solida.
– La fiducia dei consumatori rilevata dal Conference Board a luglio è attesa in leggera flessione, dopo l’ampio balzo di giugno.
– Infine, la stima advance del PIL del 2° trimestre dovrebbe mostrare una crescita di 1,8% t/t ann., grazie a una riaccelerazione degli investimenti, a fronte di una contrazione del canale estero e di un rallentamento dei consumi privati.