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24 Giugno 2021 – nota economica giornaliera

AREA EURO – Le indagini PMI di giugno hanno evidenziato una stabilizzazione del morale manifatturiero su livelli ampiamente espansivi ed un miglioramento della fiducia nei servizi che hanno portato l’indice composito ai massimi dal 2006 (59,2 da 57,1), coerente con un rimbalzo dell’attività economica dal 2° trimestre e con un’accelerazione della ripresa durante la stagione estiva diffusa a tutti i settori.
Dopo la contrazione del PIL di -0,3% t/t registrata a inizio 2021, prevediamo una crescita di 1,2% t/t nel trimestre in corso, con rischi sulla previsione orientati verso l’alto.
Il rialzo del PMI servizi (a 58 da 55,2) riflette l’allentamento delle restrizioni, con l’indice relativo alle aspettative che punta verso ulteriori progressi nei prossimi mesi e con indicazioni incoraggianti anche per l’occupazione (un segnale che le imprese iniziano a prospettare un graduale ritorno alla normalità).
La stabilizzazione del PMI manifatturiero sul massimo storico di 63,1 risente invece di un contenuto rallentamento del ritmo di crescita degli ordinativi, che appare fisiologico considerato l’elevato livello raggiunto dall’indice, a fronte di una conferma delle indicazioni di strozzature dal lato dell’offerta.
Le imprese continuano infatti a riportare un aumento dei tempi di consegna e delle commesse inevase, anche se in misura marginalmente inferiore rispetto a maggio, ed un calo delle scorte ai minimi dal 2009.
Il quadro di eccesso di domanda nella manifattura e di ripartenza dell’attività nei servizi si riflette infine in un rincaro dei prezzi di vendita in entrambi i settori.
Rispetto al mese precedente, quando il rialzo dell’indice composito era stato trainato dall’allentamento delle restrizioni in Francia, a giugno è stata invece la Germania a guidare la crescita.
In Germania l’indice composito è infatti salito a 60,4 da 56,2 precedente, con progressi diffusi a manifattura (65,1 da 62,8) e, soprattutto, servizi (58,1 da 52,8).
In Francia la sostanziale stabilizzazione del PMI composito (57,1 da 57,0) è invece sintesi di un più contenuto rialzo del PMI dei servizi (57,4 da 56,6), che probabilmente non beneficia ancora completamente dell’allentamento delle restrizioni di inizio mese, e di una correzione di quello manifatturiero (58,6 da 59,4).

PAESI BASSI – La seconda lettura del PIL del 1° trimestre ha rivisto la variazione congiunturale da -0,5% t/t (-2,8% a/a) della stima preliminare a -0,8% t/t (-2,4% a/a); il dato del 4° trimestre 2020 è stato rivisto a zero da -0,5% t/t precedente.
Lo spaccato indica un contributo negativo della domanda interna di -1,4 punti (da +0,1 di fine 2020); i consumi privati sono diminuiti del -3,5% t/t, mentre gli investimenti fissi sono cresciuti del 3% t/t.
Il commercio estero ha contribuito positivamente alla crescita per +0,4 punti (da -0,2 precedente), con le esportazioni a +1,1% t/t da +0,5% t/t e le importazioni a +0,8% t/t da +0,9% t/t.
Il 2021 dovrebbe chiudersi con una crescita del PIL del 2,9% rispetto al 2020; per l’anno prossimo è prevista una accelerazione a 3,5%

STATI UNITI
– Il PMI manifatturiero flash a giugno aumenta a 62,6 da 61,5 di maggio, con indicazioni generalmente positive.
Diverse componenti segnalano un rallentamento del ritmo di espansione della domanda, con correzioni degli ordini a 63,4 da 65,3, degli ordini dall’estero a 54,6 da 56,7, degli ordini inevasi a 60,6 da 63,6.
Per quanto riguarda l’offerta, si registrano invece miglioramenti, con incrementi per l’occupazione, a 53,9 da 53,3, e la produzione a 59,2 da 58,1.
Sul fronte dei prezzi, tuttavia, il trend verso l’alto prosegue, con un rialzo a 71,8 da 70,9, nuovo massimo per la serie.
Per i servizi, l’indice cala a 64,8 da 70,1, con uno spaccato dell’indagine misto.
L’occupazione corregge a 55 da 56,1 e l’attività rallenta a 64,8 da 70,4, ma gli ordini inevasi aumentano a 53,5 da 52,8.
Un segnale positivo viene dagli indicatori dei prezzi, con i prezzi degli input a 74,7 da 77,1 e quelli di vendita a 64,9 da 66,1.
L’indice composito corregge a 63,9 da 68,7, riavvicinandosi ai livelli di aprile (63,5), ma sempre ampiamente al di sopra dei livelli visti fino a marzo, prima della riapertura delle attività e della diffusione dei vaccini.
Le indicazioni dell’indagine sono in linea con la previsione di accelerazione della crescita nel 2° trimestre.
– Le vendite di case nuove a maggio correggono di -5,9% m/m (9,2% a/a), scendendo a 769 mila da 819 mila di aprile.
Il calo delle vendite determina un incremento delle scorte di case a 5,1 mesi, in netto rialzo rispetto al trend dell’ultimo anno.
L’attività nel settore immobiliare rimane frenata dalla scarsità di offerta e dai rialzi dei prezzi.

 

COMMENTI:

BCE
– Il vicepresidente Luis de Guindos ha dichiarato che, se la ripresa proseguirà come previsto, le autorità europee di vigilanza potrebbero “presto o tardiabrogare le restrizioni sulla distribuzione dei dividendi. Il limite è attualmente in vigore fino a settembre.
Il 15 giugno, Enria aveva dichiarato che la questione era stata messa nell’agenda della riunione del consiglio BCE del 23 luglio.
Fabio Panetta parlerà di euro digitale, mentre Isabel Schnabel terrà un discorso a distanza all’università di Cipro.
La riunione del Consiglio Europeo del 24 e 25 giugno discuterà di relazioni con la Russia, Turchia, stato di Next Generation EU e migrazione.
Venerdì 25 è previsto un vertice euro su unione bancaria e unione dei mercati dei capitali, ma non si prevedono progressi significativi.

STATI UNITI
 – I negoziati bipartisan su un pacchetto di spesa per infrastrutture di circa 1 tln di dollari sembra abbiano fatto progressi e il gruppo di parlamentari che guida il progetto dovrebbe incontrare oggi Biden per discutere i contenuti della proposta.
Il pacchetto avrebbe misure per 973 mld da attuare in 5 anni, potenzialmente estendibili a 1,2 tln su un arco di 8 anni.
La proposta è stata sviluppata da un gruppo di 21 senatori e 10 membri della Camera.
I presidenti di Camera e Senato hanno detto di essere favorevoli al progetto che, dopo la discussione con Biden, verrà presentato ai gruppi parlamentari dei due partiti.
Le misure contenute nel pacchetto riguardano progetti più tradizionalmente considerati come “infrastrutture (investimenti per ponti, strade, trasporti, comunicazioni, auto elettriche, acqua) ed escludono tutta la parte relativa a investimenti per sviluppo del capitale umano, abitazioni, e strutture per la cura degli anziani che invece erano parte del primo pacchetto presentato da Biden per un totale originariamente fissato a 2,3 tln.
Fra le misure del pacchetto bipartisan sono previsti circa 110 mld di spesa per strade e ponti, 65 mld per la banda larga, 48,5 mld per trasporto pubblico.
Sul fronte del finanziamento delle misure del pacchetto bipartisan, i negoziatori hanno dovuto aggirare i veti incrociati su rialzi delle imposte sulle imprese (bocciati dai repubblicani) e sulla benzina (bocciati dai democratici).
Un accordo bipartisan potrebbe essere l’unica via per approvare un intervento per le infrastrutture prima dell’autunno, alla luce delle restrizioni sull’utilizzo della procedura di reconciliation emerse il mese scorso.
Tuttavia, i voti necessari a far passare un pacchetto lungo le linee proposte non sono garantiti.
L’ala progressista democratica ha già indicato la propria contrarietà se non verranno incluse anche misure relative al cambiamento climatico e se non ci saranno garanzie che in una seconda fase verranno affrontati i temi più fortemente redistributivi.
Bostic (Atlanta Fed), alla luce delle sorprese verso l’alto e delle recenti informazioni dai dati, ha anticipato la propria previsione del primo rialzo dei tassi a fine 2022 e incluso nel proprio scenario altri due rialzi nel 2023.
Per quanto riguarda gli acquisti, secondo Bostic l’economia è vicina a soddisfare il requisito di “ulteriore sostanziale progresso” necessario per iniziare il tapering.
Bostic ha precisato che, se il mercato del lavoro darà segnali positivi nei prossimi 3 o 4 mesi, le condizioni per il tapering saranno raggiunte, pertanto è opportuno cominciare a pianificare il processo di riduzione degli acquisti.
Bostic prevede una crescita del 7% quest’anno e un tasso di disoccupazione intorno a 4,5% a fine 2021, con l’inflazione al 3,4%, in successiva riduzione.
Rosengren (Boston Fed) ha affermato che il rialzo dell’inflazione è in gran parte collegato alla riapertura dell’attività post-pandemica e che la dinamica dei prezzi dovrebbe rientrare verso il 2% nel 2022.
Rosengren ha rilevato che secondo alcune misure il mercato del lavoro è sotto pressione e si sta avvicinando al pieno impiego, e ha aggiunto anzi che è sorprendente che i salari non stiano crescendo a ritmi anche più rapidi di quelli registrati finora.
Infine, secondo Rosengren occorre monitorare con attenzione i prezzi delle case.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro è sceso ancora ieri, ma poi ha recuperato chiudendo al rialzo, seguendo ancora la dinamica dei rendimenti, coerente con i segnali macro.
I PMI, infatti, hanno fornito indicazioni miste, anche se nel complesso rimangono positive, così come disomogenea è la valutazione dei rischi di inflazione all’interno della Fed.
Tuttavia, iniziano a emergere voci più chiare e numerose – in primis ieri Bostic – che rilevano il rischio che il recente aumento dell’inflazione, pur transitorio, potrebbe durare più a lungo del previsto.
Per Bostic in particolare questo è uno dei fattori che lo spinge a prevedere un primo rialzo dei tassi già verso la fine dell’anno prossimo.
Da seguire in questi giorni e nelle prossime settimane saranno i vari discorsi Fed per verificare se e quanto rapidamente la valutazione dei rischi si stia spostando verso l’alto.
Cruciali saranno a tal fine i dati, soprattutto l’employment report venerdì prossimo (2 luglio), e poi l’inflazione il 13 luglio.
Se i dati sul mercato del lavoro saranno positivi/migliori del previsto e l’inflazione si confermerà in salita, il dollaro potrà riprendere a salire
.
In caso di eventuali delusioni invece dall’employment report il rafforzamento del biglietto verde verrebbe ritardato, ma probabilmente solo di poco: se lo scenario di robusta ripresa USA non verrà smentito dai dati nel loro complesso la prospettiva di annuncio del tapering prima i fine anno favorisce una previsione di ulteriore salita del dollaro.

EUR – L’euro in questa fase continua a muoversi principalmente di riflesso al dollaro.
Ieri si è rafforzato sui PMI dell’area, migliori del previsto, e sui PMI USA, più deboli delle attese, ma poi ha ceduto, mantenendo le oscillazioni in area 1,19 EUR/USD, e scarsa è stata la reazione stamani all’IFO tedesco, che pure è risultato migliore delle aspettative, a indicare che rispetto ai mesi scorsi l’effettivo avvicinarsi del tapering Fed ne frena l’upside.
I driver del dollaro dovrebbero restare dominanti da qui ad almeno le prossime due settimane.
Se pertanto i dati sul mercato del lavoro USA e poi l’inflazione non deluderanno, l’euro dovrebbe riprendere a scendere, in direzione del primo livello di target ribassisti in area 1,17 EUR/USD.
Eventuali delusioni invece dai dati USA potrebbero favorire un rafforzamento dell’euro fino in area 1,20 EUR/USD o leggermente sopra, ma si tratterebbe comunque di una deviazione transitoria, in prospettiva del tapering Fed.

GBP – La sterlina si è leggermente rafforzata in attesa della riunione BoE che terminerà oggi, salendo sia contro dollaro da 1,39 a 1,40 GBP/USD, sia contro euro, rispetto al quale è rimasta però in area 0,85 EUR/GBP.
Oggi la BoE lascerà i parametri di policy invariati, ma cruciale sarà la valutazione dei rischi dello scenario macro.
È possibile, infatti, che inizi ad emergere, seppure a livello di minoranza, qualche voce che segnala accresciuti rischi verso l’alto sull’inflazione che, in un contesto di ripresa che si conferma solida, potrebbe favorire un avvio anticipato del processo di normalizzazione della politica monetaria, con tempistiche simili a quelle della Fed.
Se indicazioni in tal senso si avranno già in occasione della riunione di oggi, la sterlina dovrebbe rafforzarsi sia contro dollaro sia contro euro, fermo restando un indebolimento successivo, ma inferiore comunque a quello atteso per l’EUR/USD, se nelle prossime settimane i dati USA favoriranno un generalizzato rafforzamento del dollaro.
Se invece la BoE dovesse mantenere ancora toni cauti oggi, rinviando una valutazione più precisa alla prossima riunione del 5 agosto, quando verranno presentate anche le stime aggiornate di crescita e inflazione, la sterlina potrebbe indebolirsi già oggi al termine della riunione.

JPYLo yen si è indebolito ancora aggiornando i minimi dell’anno contro dollaro da 110 a 111 USD/JPY. È sceso anche contro euro, restando però in area 132 EUR/JPY.
La cedevolezza della valuta nipponica è dovuta agli effetti economici negativi tuttora provocati dalla pandemia, come ha sottolineato stamani anche Kuroda dalla BoJ, spiegando che lo scenario economico giapponese rimane altamente incerto” a causa della pandemia.
Se pertanto i dati USA delle prossime settimane favoriranno un generalizzato rafforzamento del dollaro, lo yen si indebolirà ulteriormente
aggiornando i minimi rispetto al dollaro.
In questo caso, data la maggior debolezza della congiuntura nipponica, lo yen potrebbe scendere anche contro euro, ma di meno, per via del contestuale calo atteso dell’EUR/USD.
Eventuali delusioni invece dai dati USA potrebbero favorire un modesto ritracciamento rialzista dello yen, anch’esso tuttavia temporaneo.

 

PREVISIONI:

SPAGNA – La lettura finale del PIL relativa al primo trimestre è attesa confermare la precedente stima di -0,5% t/t.
L’accelerazione impressa all’allentamento delle misure restrittive a partire dal mese di febbraio, assieme al buon andamento della campagna di vaccinazione, dovrebbe riflettersi in un recupero dell’economia iberica superiore al punto percentuale nel secondo trimestre.
I livelli mostrati dagli indicatori di fiducia dei consumatori e delle imprese (sui massimi di periodo) sono coerenti con una accelerazione nel trimestre estivo.

GERMANIA – Prevediamo un nuovo miglioramento dell’IFO a giugno, a 100,9 da 99,2 precedente. L’incremento dovrebbe riflettere la dinamica rialzista sia della situazione corrente (a 98 da 95,7) che, in minor misura, delle aspettative (a 104 da 102,9).

FRANCIA – Dopo il forte rimbalzo di maggio (a 108, +12 punti rispetto ad aprile), l’indice INSEE di fiducia delle imprese è atteso in ulteriore progresso a giugno, a 110. Nel manifatturiero, il morale è visto a 110 da un precedente 107.

STATI UNITI – Gli ordini di beni durevoli a maggio (prel.) sono attesi in rialzo di 2,3% m/m, da -1,3% m/m di aprile, grazie a un rimbalzo dell’aeronautica civile e delle auto.
Al netto dei trasporti, gli ordini dovrebbero restare su un trend positivo, con un rialzo di 0,6% m/m, dopo 1% mm di aprile.
Anche le consegne di beni capitali dovrebbero restare in solido aumento, con indicazioni favorevoli per gli investimenti fissi nel 2° trimestre.