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24 Aprile 2023 – nota economica giornaliera

AREA EURO – Venerdì l’indice PMI composito di aprile ha nuovamente sorpreso al rialzo, a 54,4 da un precedente 53,7, sui massimi da maggio 2022.
Il progresso continua ad esser spiegato dall’accelerazione nei servizi (56,6 da 55), a fronte del terzo calo consecutivo per il morale nel manifatturiero (45,5 da 47,3), ai minimi da maggio 2020.
La divergenza è evidente anche nei giudizi sul mercato del lavoro: la crescita delle assunzioni nell’industria rallenta ai minimi da inizio 2021, mentre nei servizi accelera al ritmo più elevato dal 2007.
Si conferma invece la tendenza di frenata dei prezzi di vendita, più marcata nell’industria che nel terziario.
L’indagine è coerente con una possibile accelerazione della crescita a inizio trimestre mentre le indicazioni sui prezzi suggeriscono che anche l’inflazione core potrebbe essere prossima al picco (anche se la tendenza di calo dovrebbe risultare più lenta rispetto all’indice headline).

ITALIA – La produzione nelle costruzioni è cresciuta di 1,5% m/m a febbraio dopo il -0,3% di gennaio.
Il settore dovrebbe aver contribuito alla crescita del valore aggiunto nel 1° trimestre.

STATI UNITI – Venerdì, il PMI manifatturiero flash di aprile ha registrato un aumento inatteso, salendo a 50,4 da 49,2 di marzo e superando la soglia di 50 per la prima volta da ottobre.
L’indagine mostra un miglioramento di ordini e occupazione e un rimbalzo degli indici di prezzo.
Per i servizi, il PMI è aumentato a 53,7 da 52,6, toccando il massimo da 1 anno, sulla scia dei rialzi di ordini, occupazione e prezzi.
I dati sono in contrasto con le indagini regionali deboli, in territorio ampiamente recessivo per il manifatturiero, e danno supporto alla previsione di rialzo dei fed funds alla riunione del FOMC di maggio.

 

COMMENTI:                                  

GERMANIA – Sabato il sindacato Ver.di ha raggiunto un accordo biennale per il rinnovo del contratto collettivo per 2,5 milioni di dipendenti pubblici (circa il 6% degli occupati).
L’accordo prevede una serie di bonus una tantum tra giugno e febbraio 2024 per un totale di 3000 euro come compensazione contro l’inflazione.
A partire da marzo 2024 seguirà un aumento strutturale da 200 euro, seguito da un incremento del 5,5% per un totale di almeno 340 euro lordi.
L’accordo ricalca quelli siglati per i metalmeccanici a novembre e per i lavoratori di Deutsche Post a marzo.
In sintesi, la struttura degli accordi conferma il tentativo di recupero dei salari nominali nel 2024.

BCE – Il vicepresidente De Guindos ha prospettato che il consiglio si asterrà dal fornire un indirizzo sui tassi per qualche tempo.
Il governatore finlandese Rehn considera la politica monetaria già restrittiva, dal punto di vista degli effetti sulla domanda aggregata, e vuole che resti così per un po’.
Wunsch (Belgio), che non sarebbe stupito di vedere i tassi al 4%, in un’intervista al FT ha condizionato la sospensione dei rialzi a un rallentamento dell’inflazione sottostante e della crescita salariale.
A suo giudizio, non c’è alcuna indicazione che la restrizione monetaria oggi sia eccessiva.
Visco (Banca d’Italia) ha ripetuto l’invito alla cautela, sottolineando che la crescita degli impieghi è rapidamente rallentata negli ultimi mesi e la situazione geopolitica è altamente incerta.
Oggi sono previsti diversi interventi di membri del consiglio direttivo, ma alcuni (tra cui quelli di Panetta) non su temi congiunturali.

STATI UNITI – I dati del bilancio della Fed al 19 aprile mostrano un aumento di 4,3 mld dei fondi di emergenza erogati dalla finestra di sconto e dal Bank Term Funding Program, a 144 mld.
L’utilizzo dei programmi di emergenza è circa stabile dallo scoppio della crisi.
Dal lato del passivo, un calo delle riserve (-183 mld) associato al pagamento delle imposte alla scadenza del 18 aprile, compensato dall’aumento del conto di tesoreria, mantiene pressione sul sistema bancario.
I bilanci delle banche al 12 aprile, pur in fase di stabilizzazione, confermano il trend verso il basso dei depositi, in flessione di 76 mld rispetto alla settimana precedente, che aveva invece visto un incremento di circa 60 mld.
La correzione al 12 aprile riguarda principalmente le banche grandi.

 

PREVISIONI:

AREA EURO
 – La settimana in area euro si prospetta ricca di dati rilevanti.
Il focus sarà sui numeri preliminari di inflazione ad aprile in Germania e Francia, attesi confermare la tendenza di rallentamento, mentre le indagini di fiducia dovrebbero mantenersi su un trend coerente con una crescita moderata dell’attività.
– Infine, le prime stime sul PIL relative al 1° trimestre dovrebbero evidenziare un ritorno alla crescita in quasi tutte le principali economie dopo la frenata di fine 2022.

GERMANIA – Oggi l’indice IFO è visto in lieve calo ad aprile (a 93 da 93,3), dopo cinque mesi di aumenti continui.
Il peggioramento dovrebbe interessare solo le aspettative (90,1 da 91,2), mentre l’indice sulla situazione corrente potrebbe migliorare a 96,1 da 95,4 precedente.
Nei mesi primaverili l’IFO dovrebbe mantenersi comunque sopra il 91,5 medio del 1° trimestre, su livelli coerenti con una crescita del PIL tedesco tra 0,1% e 0,2% t/t.

STATI UNITI
 – Questa settimana il focus sarà sul deflatore dei consumi di marzo e sull’Employment Cost Index del 1° trimestre, che dovrebbero confermare le pressioni su prezzi dei servizi e costo del lavoro.
– La spesa personale di marzo e la fiducia dei consumatori di aprile sono attese in modesto calo, mentre reddito personale, vendite di case nuove e ordini di beni durevoli sono previsti in marginale rialzo.
– Infine, la stima advance del PIL del 1° trimestre è prevista in aumento di 2,2% t/t ann., grazie a una riaccelerazione transitoria dei consumi, frenata però dal calo delle scorte.