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24 Aprile 2020 – nota economica giornaliera

ITALIA – I dati sul commercio estero extra-Ue a marzo hanno evidenziato una flessione congiunturale a due cifre sia per le esportazioni (-13,9%) sia per le importazioni (-12,4%, che rappresenta un minimo storico e segue il -7,5% di febbraio).
Su base annua, l’export è sprofondato a -12,7%, l’import a -19,8%: in entrambi i casi, si tratta di un minimo dal 2009. La caduta dell’export, sia sul mese che sull’anno, è particolarmente accentuata per i beni durevoli e strumentali. Dal lato dell’import, crollano energia (-33,5% a/a) e acquisti dai Paesi OPEC e dalla Cina (-45,6% e -27,4% a/a). La contrazione dei flussi potrebbe accentuarsi ulteriormente ad aprile.

AREA EURO – La stima flash del PMI manifatturiero di aprile ha segnato una drastica diminuzione a33,6da 44,5precedente, toccando il minimo dal febbraio del 2009. L’indice registra una flessione meno severa, ma pur sempre considerevole, rispetto agli altri indicatori. Il calo coinvolge, in particolar modo i nuovi ordini e le esportazioni.
Lo spaccato per Paesi ha visto il manifatturiero francese collocarsi sotto la media dell’Eurozona (31,5 da 43,2 di marzo). Il settore dei servizi ha segnato un nuovo crollo da 26,4a 11,7. Si tratta del peggior risultato dal luglio del 1998, ed ha coinvolto soprattutto l’attività corrente e l’occupazione; al contrario, le aspettative hanno mostrato un aumento, seppur leggero.
Il PMI composito dell’area euro ha toccato anch’esso il minimo dal luglio del 1998, passando a 13,5da 29,7precedente.
L’indagine congiunturale di aprile risente pienamente degli effetti negativi del COVID-19, derivanti dalle azioni intraprese per limitare l’impatto della pandemia nel vecchio continente, le quali causeranno questo mese un crollo senza precedenti dell’attività economica.

GERMANIA – La stima flash del PMI composito ha segnato un ulteriore calo in aprile a 17,1 (da 35,0) di marzo, raggiungendo un nuovo minimo storico. Il valore più basso registrato durante la recessione del 2009 era stato di 36,3. Le misure di contenimento per impedire il contagio di COVID-19 hanno colpito, soprattutto, il settore dei servizi, pilastro della crescita nel 2019: l’indice è passato a 15,9 da 31,7 precedente. Il PMI manifatturiero ha registrato una flessione meno severa da 45,4 a 34,4, minimo dal marzo 2009. Lo spaccato per componenti ha visto un crollo della produzione (19,4) e dei nuovi ordini (21,0), mentre hanno segnato un aumento i tempi consegna e le scorte; l’indice delle aspettative, al contrario dell’indagine ZEW, è cresciuto dal minimo di marzo ma solo marginalmente.

STATI UNITI
– Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione nella settimana conclusa il 18 aprile sono a 4,427 mln, in calo di 810 mila, dopo 5,245 mln della settimana precedente. I sussidi continuativi nella settimana conclusa l’11 aprile aumentano a 15,976 mln (da 11,912 mln della prima settimana di aprile). La variazione settimanale dei sussidi esistenti rimane al di sotto delle nuove richieste. In parte, questo può essere ancora dovuto a difficoltà nella presentazione delle richieste e nella gestione da parte degli uffici statali di nuove condizioni per la partecipazione al programma di sussidi. Tuttavia, se il gap fra le due serie persisterà, ci sarà un’indicazione di parziale contenimento del rialzo del tasso di disoccupazione atteso nei prossimi mesi, a fronte di un probabile aumento del tasso di partecipazione. I dati mostrano anche un ulteriore aumento del tasso di disoccupazione assicurata a 11%, sui massimi storici per la serie.
– l Weekly Economic Index della NY Fed continua la sua discesa, toccando -11,70 nella settimana conclusa il 18 aprile (da -10,4 della settimana precedente, mentre l’indice era a 1,58 a fine febbraio). Il calo dell’indice è dovuto alla correzione delle vendite, che più che compensa un modesto miglioramento della produzione di acciaio e della fiducia dei consumatori, oltre che al numero elevato di richieste di sussidio di disoccupazione. L’indice è basato su 7 indicatori settimanali ed è costruito in modo da essere paragonabile alla crescita del PIL a/a durante un trimestre in cui l’indice sia sul livello stimato.
– Il PMI manifatturiero flash ad aprile crolla a 36,9 (da 49,2 di marzo). Tutte le componenti sono in ampio calo: nuovi ordini a 28,6 da 46,8, ordini all’export a 25,1 da 47,1, output a 29,4 da 47,6, occupazione a 37,7 da 47,6, prezzi di vendita a 45,6 da 49,8.
Nei servizi il quadro è anche più sconfortante, con un calo dell’indice di attività da 39,1 a 27, e contrazioni ancora massicce delle sotto-componenti dell’indagine: occupazione a 37,4 da 47,7, aspettative di attività futura a 39,6 da 50.
L’indice composito tocca un nuovo minimo storico a 27,4 (da 40,9), con l’occupazione a 37,4 da 47,4, i nuovi ordini a 27,2 da 40,9, l’output a 27,4 da 40,5.
I dati come atteso registrano il netto peggioramento dell’attività ad aprile rispetto a marzo, quando il lockdown era solo parziale. Il crollo di questo mese dovrebbe segnare il minimo per gli indici, dato che da metà maggio probabilmente diversi stati ridurranno parzialmente o totalmente le misure di lockdown, con il possibile ripresa dell’attività in aree che producono cica il 35% del PIL USA.

GIAPPONE – Il CPI a marzo aumenta di 0,4% a/a, come atteso dal consenso, sia misurato con l’indice headline sia con quello al netto degli alimentari freschi.
L’indice al netto di alimentari freschi ed energia cresce di 0,6% a/a. Su base mensile, l’indice headline  è invariato e quello al netto degli alimentari freschi corregge di -0,1% m/m. Fino a inizio aprile l’economia giapponese non ha subito effetti particolarmente marcati dovuti a Covid-19, con una fase iniziale di contagi minimi e nessuna restrizione, a parte la chiusura temporanea delle scuole.
Lo stato di emergenza (con la richiesta di restrizioni di comportamento) è stato dichiarato solo il 7 aprile. Pertanto non si vedono, nei dati di marzo, variazioni di prezzo negative per le voci collegate ad attività aggregative, né a capitoli di spesa discrezionali, attese per i dati da aprile in poi.

 

COMMENTI:

AREA EURO – La videoconferenza del Consiglio Europeo ha dato via libera alle tre misure di sostegno concordate dall’Eurogruppo il 9 aprile, dando indicazione di renderle operative entro il 1° giugno. Si tratta della linea di credito PCS del MES, del fondo europeo di garanzia per la BEI e del fondo SURE della Commissione Europea per rifinanziare i meccanismi di sicurezza sociale.
Inoltre, il Consiglio Europeo ha dato assenso in linea di principio a continuare i lavori sul Recovery Fund, incaricando la Commissione Europea di disegnare una proposta operativa che gli Stati membri possano poi discutere.
Si parla del 6 maggio come del giorno in cui la Commissione presenterà la proposta iniziale. Come era emerso alla vigilia, la proposta dovrebbe essere ancorata al quadro finanziario pluriennale 2021-27 dell’Unione, che dovrà essere ampliato di conseguenza. La dichiarazione conclusiva del presidente Michel non fa menzione di altri aspetti, il che indica che restano ancora molti angoli da smussare. Sono ancora indefiniti la dimensione del fondo, la proporzione di sovvenzioni sul totale e il livello di controllo su entrate e spese.
Il fatto che la proposta della Commissione sia di alzare il limite sulle risorse proprie da 1,2 a 2,0% del PIL europeo per qualche anno suggerisce cautela nel formulare ipotesi sulla dimensione finale. Riguardo al controllo sulle erogazioni, il presidente dell’Eurogruppo ha accennato alla necessità di essere pronti a discutere insieme come spendiamo e come tassiamo; la cancelliera Merkel ha sottolineato la necessità di valutare l’impatto per settore per dimensionare il programma.
Inoltre, il legame con il budget 2021-27 (che, come detto, deve essere ancora finalizzato) rende poco probabile che il meccanismo possa essere operativo in tempi brevi ed erogare fondi già nel secondo semestre. Per questo si parla della possibilità di un meccanismo ponte per anticiparne gli effetti che potrebbe essere incluso nella proposta della Commissione, anche se l’Olanda si è già detta scettica sulla necessità di altri fondi prima della fine di quest’anno.

ITALIA – Il governo è atteso approvare il Documento di Economia e Finanza.
Le indiscrezioni dell’ultim’ora riferiscono di un quadro tendenziale che vedrebbe un PIL in calo di -8% nel 2020 (con una contrazione di -5,5% t/t nel primo trimestre e di -10,5% t/t nel secondo) e in recupero di +4,7% nel 2021. Tale scenario tendenziale non incorporerebbe gli effetti del decreto aprile, atteso a giorni, il cui impatto sull’indebitamento dovrebbe essere pari a 55 miliardi nel 2020 e 24,6 miliardi sul 2021.
Tenuto conto degli effetti del decreto, il deficit arriverà nelle stime del governo al 10,4% quest’anno, restando su livelli elevati anche l’anno prossimo (5,7%), anche per via di una possibile cancellazione delle clausole di salvaguardia (che valgono un punto di PIL per il 2021). Secondo la bozza, il debito pubblico salirebbe al 155,7% a fine anno e al 152,7% a fine 2021

STATI UNITI – Covid-19 update
Contagi 869.170, nuovi contagi 28.400, decessi 49.954, guarigioni 80.203, test 4.684.300 (Fonte: JHU).
La Camera ha approvato il pacchetto da 484 mld che aumenta il Paycheck Protection Program (prestiti alle piccole imprese) con 310 mld, istituisce il fondo per Economic Injury Disaster Loans and Grants con 60 mld, e finanzia gli ospedali con 75 mld e l’attività di test con 25 mld.
Il presidente dovrebbe firmare il disegno di legge oggi. L’attenzione ora si sposta verso il prossimo pacchetto di stimolo, con una guerra aperta fra democratici e repubblicani sul finanziamento agli Stati. L’associazione dei governatori ha richiesto 500 mld di prestiti e fondi per far fronte alle spese sanitarie e assistenziali mentre le entrate tributarie crollano. I democratici insistono da tempo per fornire supporto a stati ed enti locali, ma i repubblicani sono stati finora contrari, probabilmente per motivi collegati alla campagna elettorale e al fatto che gli stati più coliti dall’emergenza hanno governatori democratici.

GIAPPONE – Fonti di stampa giapponesi riportano che alla prossima riunione (27 aprile) la BoJ potrebbe modificare le linee guida per gli acquisti di titoli, passando da indicazioni di acquisti per circa 80 tln di yen all’anno a un’indicazione di acquisti illimitati. Se la BoJ si muoverà in questa direzione, dovrà anche chiarire le priorità dei suoi obiettivi, in particolare la gerarchia fra acquisti e obiettivo sui rendimenti a lungo termine. Da quando è stato imposto il “controllo della curva”, gli acquisti annui di JGB da parte della BoJ si ridotti drammaticamente, scendendo fino a 15,8 tln nel 2019 e 1,6 tln nel 1° trimestre di quest’anno. Il probabile enorme flusso di emissioni nette collegato al finanziamento del pacchetto annunciato dal governo (108 tln di yen) dovrebbe permettere, nel 2020, di soddisfare l’obiettivo sui rendimenti a lungo termine e simultaneamente incrementare in misura massiccia gli acquisti di titoli. La Banca centrale dovrà comunque segnalare quale dei due obiettivi è prioritario, mantenendo probabilmente il controllo della curva come lo strumento principale della politica monetaria.

 

MERCATI VALUTARI:

USD – Il dollaro consolida ulteriormente al permanere di un sentiment negativo dove i dati continuano a mostrare le pesanti ricadute del coronavirus, mentre in Europa si fatica a trovare un accordo su ulteriori misure di sostegno comuni. Attese negative anche per i dati USA di oggi. Il biglietto verde dovrebbe chiudere la settimana al rialzo.

EUR – L’euro corregge da 1,08 a 1,07 EUR/USD penalizzato sia PMI molto negativi a causa del coronavirus e dall’esito della videoconferenza del Consiglio Europeo che ha dato il via libera alle misure di sostegno già concordate ma non è riuscito a trovare un accordo per il Recovery Fund incaricando la Commissione Europea di delineare una proposta operativa. Il cambio dovrebbe quindi avviarsi a chiudere la settimana al ribasso. Attese negative per l’IFO tedesco.

GBP – La sterlina si è temporaneamente rafforzata ieri contro dollaro da 1,23 a 1,24 GBP/USD ma il movimento rimane scollegato dagli sviluppi fondamentali che restano negativi. Sia i PMI di ieri sia le vendite al dettaglio oggi sono stati infatti molto negativi e la sterlina alla fine ha corretto ed è in calo anche oggi (minimo a 1,2302 GBP/USD). Contro euro si mantiene a rialzo in area 0,87 EUR/GBP, non per fattori di forza propria ma per via del calo dell’EUR/USD. Il contesto complessivo per la valuta britannica rimane sfavorevole.

JPY – Lo yen rimane in range contro dollaro tra 107,33 e 108,03 USD/JPY ma inaugura nuovi massimi (dal 2017) contro euro portandosi da 116 a 115 EUR/JPY per via del calo dell’EUR/USD. C’è attesa per la riunione BoJ della prossima settimana (28 aprile) perché sembra si stia discutendo se eliminare il tetto sugli acquisti di JGB per consentire acquisti illimitati. Lo yen dovrebbe mantenersi in range contro dollaro e chiudere la settimana al rialzo contro euro.

 

PREVISIONI:

GERMANIA – L’indice Ifo è atteso in ulteriore calo da 86,1 precedente. Lo stimolo fiscale messo in campo dal Governo dovrebbe sostenere la valutazione dello scenario futuro, dopo il crollo di marzo. Prevediamo, infatti, soltanto una debole flessione dell’indice delle aspettative da 79,7 di marzo; tuttavia, l’indice della situazione corrente dovrebbe subire un calo deciso da 93,0 precedente, a causa degli effetti delle misure di contenimento dell’epidemia messe in atto in Europa nel corso del mese.

BELGIO – L’indice di fiducia economica elaborato dalla Banca del Belgio è visto in ulteriore calo ad aprile, da -10,2 di marzo. Il manifatturiero ha già fatto registrare un crollo a marzo da -5,5 a -11,2, ma anche il commercio al dettaglio ha visto un’ampia correzione, mentre le costruzioni hanno mostrato maggiore resilienza, rimanendo in terreno positivo. Non escludiamo una revisione al ribasso anche del dato di marzo.

STATI UNITI
– Gli ordini di beni durevoli a marzo sono previsti in calo, dopo +1,2% m/m a febbraio. Anche al netto dei trasporti, gli ordini dovrebbero registrare una contrazione vicina a quella vista durante l’episodio Katrina e molto più ampia di quanto osservato durante la crisi finanziaria di 10 anni fa, e dare supporto alla previsione di un crollo verticale degli investimenti non residenziali nel 2° trimestre in gran parte dei settori.
– La fiducia dei consumatori rilevata dall’Univ. of Michigan ad aprile (finale) dovrebbe calare da 71,2 della lettura preliminare. L’ultima rilevazione dell’indagine aveva registrato un forte calo dell’indice coincidente, ma una discreta tenuta delle aspettative. L’evolversi dell’epidemia e il drastico aumento della disoccupazione dovrebbero determinare una nuova ampia correzione degli indici di fiducia.