Seguci su twitter

Categorie

23 Settembre 2021 – nota economica giornaliera

ITALIA – Il fatturato industriale è cresciuto di 0,9% m/m (19,1% a/a), trainato da mercato interno e beni strumentali; l’indice ha toccato un massimo storico dall’inizio della serie storica (2000).

ITALIA – L’ISTAT ha rivisto verso l’alto i valori 2019 e 2020 del PIL (ma la contrazione del 2020 è confermata a -8,9%); nel 2020, il rapporto deficit/PIL è stato rivisto in senso peggiorativo di un decimo, a 9,6%; al contrario, per via della revisione al rialzo del PIL, il rapporto debito/PIL è ora stimato più basso di due decimi rispetto alla precedente stima (155,6%).

AREA EURO – L’indice di fiducia dei consumatori della Commissione Europea di settembre ha registrato un inatteso miglioramento a -4,0 da -5,3 precedente, recuperando gran parte del terreno perduto tra luglio e agosto.
Il morale delle famiglie, al di sopra dei livelli pre-COVID e della media di lungo periodo, è coerente con una dinamica ancora espansiva per le spese private anche se, con il rincaro dei prezzi energetici, i consumatori potrebbero farsi più cauti nei prossimi mesi.

PAESI BASSI – La seconda stima ha rivisto al rialzo di sette decimi la crescita del PIL nel 2° trimestre, a 3,8% t/t (10,7% a/a) dopo il -0,8% t/t (-2,3% a/a) registrato nei mesi invernali.
Lo spaccato mostra un contributo della domanda interna di +3,2 pp. I consumi privati sono aumentati di +6,4% t/t, mentre gli investimenti fissi sono calati di -1,6% t/t; l’export ha contribuito positivamente alla crescita per +1,6 pp.
Alla luce di questa revisione, il 2021 dovrebbe chiudersi con una crescita del 4%, meglio delle attese.

STATI UNITI – Ieri, le vendite di case esistenti di agosto hanno registrato una contrazione a 5,88 mln (-2% m/m, -1,5% a/a) diffusa a tutte le aree geografiche.
Le scorte di case invendute sono scese ancora (a 2,6 mesi da 3 mesi).
I prezzi sono sempre in rialzo (14,9% a/a), ma a un ritmo inferiore rispetto ai mesi precedenti.
Il mercato immobiliare residenziale rimane in una situazione di eccesso di domanda.

 

COMMENTI:

AREA EURO – La BCE pubblicherà il Bollettino Economico: il documento offrirà ulteriori spunti sulle previsioni macroeconomiche dello staff rilasciate in occasione della riunione di politica monetaria di settembre.

STATI UNITILa riunione del FOMC conclusa ieri sera ha preparato la svolta della politica monetaria, segnalando tempi strettissimi per l’inizio del tapering e aprendo la strada a un possibile rialzo dei tassi a fine 2022.
Il Comitato risponde alla persistenza di strozzature all’offerta e al rischio di un mancato rientro delle pressioni inflazionistiche.
La comunicazione delle modifiche alla stance della politica monetaria è avvenuta attraverso il comunicato per quanto riguarda gli acquisti, e attraverso le proiezioni economiche per quanto riguarda i tassi.
Sul fronte degli acquisti, il comunicato afferma che “se il progresso continuerà in larga misura come atteso, il Comitato ritiene che una moderazione nel ritmo di acquisti di titoli potrà essere giustificato presto”.
Powell ha indicato che il programma di riduzione degli acquisti verrà annunciato a novembre e potrebbe già partire alla prossima riunione.
Secondo Powell, lo scopo della nuova formulazione del comunicato è avvertire che il taperingpotrebbe avvenire già alla prossima riunione”.
L’obiettivo è adottare un sentiero di acquisti tale da portare alla conclusione del programma entro metà 2022.
Da questa affermazione si ricava che il ritmo degli acquisti potrebbe essere ridotto di 15 mld al mese (10 per i Treasury e 5 per MBS), iniziando a novembre o al massimo a dicembre.
Secondo Powell, il tapering potrebbe iniziare a novembre “se la situazione complessiva è appropriata” per la svolta.
In termini economici, questo richiederebbe anche solo un employment reportdiscreto”, non necessariamente stellare.
Tuttavia, è probabile che la Fed aspetti anche la risoluzione del problema pressante ora relativo al raggiungimento del limite del debito.
Per il sentiero dei tassi, Powell ha ribadito che la tempistica e il ritmo del tapering “non intendono dare un segnale diretto riguardo ai tempi della svolta dei tassi”, soggetta a un insieme di condizioni più stringenti.
Il grafico a punti mostra uno spostamento verso l’alto delle previsioni: metà del Comitato prevede almeno un rialzo nel 2022, tre rialzi nel 2023 e 4 nel 2024, con tassi attesi fra 1,75% e 2% alla fine dell’orizzonte previsivo.
Powell nella conferenza stampa ha dato peso all’andamento dell’inflazione e ai rischi collegati alla persistenza delle strozzature all’offerta, che potrebbero durare più di quanto atteso.
In caso di mancato rientro delle pressioni inflazionistiche, secondo Powell la Fed non esiterebbe a reagire come appropriato, anche con l’obiettivo di ancorare le aspettative.
La nostra previsione è di probabile inizio del tapering a novembre, con conclusione entro giugno, primo rialzo a fine 2022, seguito da 3 o 4 rialzi all’anno nel 2023-24.
I rischi sono verso l’alto, già per il 2022, e collegati all’aggiustamento dell’offerta e della dinamica di prezzi.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro si è rafforzato ieri sera sull’esito del FOMC, riavvicinando i massimi di un mese fa.
La Fed ha infatti registrato un ulteriore miglioramento del quadro domestico, indicando che, se i progressi continueranno come da attese, presto si potrebbe avviare il tapering e il processo potrebbe concludersi intorno alla metà dell’anno prossimo.
È stato inoltre rivisto al rialzo il profilo atteso dei tassi, in particolare: è salito da 7 a 9 (50%) il numero dei partecipanti favorevoli ad un primo rialzo di 25 pb già l’anno prossimo, è aumentato da 2 a 3 il numero di rialzi attesi nel 2023, e nel 2024 l’attesa è per altri 6 rialzi, fermo restando il punto di arrivo di lungo termine a 2,50%.
La previsione di crescita per quest’anno è stata rivista al ribasso, ma solo a causa dell’aumento dei contagi e delle restrizioni dal lato dell’offerta (la previsione di ripresa resta solida), mentre è stata rivista al rialzo la crescita attesa nel prossimo biennio.
L’inflazione è stata rivista significativamente al rialzo per quest’anno e marginalmente per il prossimo.
Tuttavia, la reazione de dollaro è stata limitata e nella notte è parzialmente rientrato.
La mancanza di una reazione più ampia si spiega principalmente con il fatto che il messaggio della Fed è stato sostanzialmente in linea con le attese e anche se il profilo di rialzo dei tassi è stato rivisto verso l’alto, rimane ancora sostanzialmente allineato a quello che già aveva il mercato.
Lo scenario per il dollaro rimane complessivamente favorevole sull’orizzonte da qui a fine anno, ma aumenterà probabilmente la sensitivity (in modo simmetrico) ai dati USA, in particolare a quelli su mercato del lavoro e inflazione che diventeranno importanti al fine di definire il profilo di rialzo dei tassi, soprattutto con riferimento alla possibilità che la Fed opti per avviare il ciclo di rialzi già l’anno prossimo, dato che ora è spaccata su questo, con la metà esatta dei partecipanti favorevole a un primo rialzo nel 2022.

EURL’euro è sceso sull’esito del FOMC fino a 1,1682 EUR/USD, molto vicino ai minimi del mese scorso, che però non sono ancora stati lesi e nella notte ha parzialmente recuperato.
La mancanza di una reazione più ampia si spiega principalmente con il fatto che il messaggio della Fed è stato sostanzialmente in linea con le attese.
Questo non preclude comunque la possibilità che l’euro scenda ulteriormente entro i prossimi mesi, ma la condizione è che i dati USA non deludano, in modo che possa aumentare la probabilità di un primo rialzo dei tassi Fed già l’anno prossimo.

GBPAnche la sterlina si è indebolita contro dollaro sull’esito del FOMC, ma in misura contenuta, restando in area 1,36 GBP/USD, e nella notte ha recuperato.
Contro euro si è marginalmente rafforzata ma ancora in area 0,85 EUR/GBP.
Per la valuta britannica più significativo potrà essere oggi l’esito della riunione BoE.
Non si attendono modifiche sui parametri di policy, ma sarà importante verificare la valutazione aggiornata dello scenario domestico, dato che di recente sono emersi segnali di rallentamento della ripresa mentre l’inflazione è salita più delle attese.
Sarà anche da monitorare il voto sul QE, dato che alla riunione precedente Saunders aveva dissentito votando a favore di una riduzione del programma di acquisti.
L’incertezza sull’esito della riunione odierna è acuito anche dal fatto che vi saranno due nuovi esponenti nel board, Mann e Pill, che subentrano rispettivamente a Vlieghe e Haldane.
A nostro avviso in questa sede la BoE potrebbe decidere di limitarsi a rilevare le indicazioni contrastanti emerse recentemente dai dati, rinviando le conclusioni alla prossima riunione di novembre, che è quella in cui verranno pubblicate le nuove previsioni di crescita e inflazione.
Se a novembre verrà rivisto al rialzo il profilo di inflazione la probabilità di un primo rialzo dei tassi BoE nella prima metà dell’anno prossimo potrebbe aumentare e favorire di conseguenza la sterlina.

JPYAnche lo yen è sceso contro dollaro sull’esito del FOMC, e il calo è proseguito nella notte verso il livello chiave di 110,00 USD/JPY.
Contro euro inizialmente ha prevalso invece il calo dell’EUR/USD, per cui lo yen si è rafforzato ieri sera, leggermente, in area 128 EUR/JPY, rispetto alla moneta unica, mentre nella notte è sceso.
La maggior distanza tra BoJ e Fed in termini di prospettive di policy dovrebbe favorire un ulteriore indebolimento della valuta nipponica nei prossimi mesi.

 

PREVISIONI:

AREA EURO – Le stime preliminari degli indici PMI di settembre dovrebbero evidenziare come la ripresa possa aver già raggiunto il suo picco.
Pur rimanendo in territorio ampiamente espansivo, il morale delle imprese dovrebbe quindi registrare una correzione sia per la manifattura (60,3 da 61,4) che per i servizi (58,5 da 59).
Su base nazionale le flessioni dovrebbero risultare diffuse a Germania e Francia.

FRANCIA – L’indice di fiducia manifatturiera dell’INSEE è visto correggere a 107 da 110 precedente, penalizzato dalle difficoltà nelle filiere distributive che potrebbero frenare la ripresa dell’industria.

SPAGNA – In calendario anche la stima finale del PIL che dovrebbe confermare la crescita di 2,8% t/t (19,8% a/a) nel 2° trimestre.

STATI UNITI
 – Il PMI manifatturiero a settembre dovrebbe risalire a 61,5 da 61,1 di agosto, alla luce delle informazioni delle indagini regionali già pubblicate per il mese in corso.
I dati dovrebbero confermare il proseguimento dell’espansione nel settore, ma anche la persistenza dei colli di bottiglia dal lato dell’offerta.
Il PMI dei servizi, pur restando in territorio espansivo al di sopra di 50, dovrebbe proseguire sul trend in calo iniziato a giugno, scendendo a 53 da 55,1 di agosto, sulla scia degli effetti della variante Delta.
– Oggi verranno anche pubblicati i sussidi di disoccupazione, che dovrebbero proseguire sul sentiero in calo spinto anche dalla fine dei programmi federali.