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23 Novembre 2020 – nota economica giornaliera

ITALIAA settembre, fatturato e ordini industriali hanno fatto segnare un calo su base congiunturale (il primo dopo quattro mesi di recupero), di -3,2% e -6,4% m/m, rispettivamente.
La diminuzione nel mese è interamente dovuta al mercato domestico nel caso del fatturato, mentre il calo è più accentuato per gli ordinativi dall’estero che per quelli dall’interno.
Nei dati sul fatturato spicca quello sui beni durevoli, in ampia correzione sul mese (-20,2% m/m) ma unico macro-settore in progresso sull’anno (+6,2% a/a).
Su base tendenziale, entrambi gli indici rallentano: gli ordini restano in territorio positivo (+3,2%), ma il dato non è corretto per i giorni lavorativi (uno in più dell’anno scorso); il dato tendenziale sul fatturato, al netto degli effetti di calendario, si attesta a -4,6%.
Il dettaglio settoriale su base annua mostra un buon recupero per i mezzi di trasporto (+4,6% il fatturato, +17,6% gli ordini) e viceversa un netto calo su entrambi gli indicatori per elettronica e chimica.
Due dei comparti più colpiti dalla crisi, come tessile e legno/carta/stampa, mantenevano a settembre un calo del fatturato ma mostravano un’incoraggiante ripresa per gli ordini, che però a nostro avviso potrebbe interrompersi nei mesi autunnali.
In generale, il dato conferma come la stagionalità particolare di quest’anno abbia gonfiato i dati relativi all’attività industriale nei mesi estivi, e come già a settembre fosse in corso una correzione; a partire da ottobre, e in maggior misura a novembre, peseranno anche sull’industria (sia pure in misura decisamente minore che sui servizi) le nuove misure di confinamento implementate non solo in Italia ma anche in alcuni dei maggiori partner commerciali del nostro Paese.

AREA EURO – A novembre la stima flash dell’indice di fiducia dei consumatori elaborato dalla Commissione Europea ha registrato un nuovo calo, a -17,6 da -15,5 di ottobre.
L’indagine riflette l’incertezza legata alla risalita dei contagi e l’impatto di nuove misure di contenimento adottate nella maggior parte dei Paesi dell’eurozona.
Il dato è atteso su valori bassi nei prossimi mesi, anche se dovrebbe mantenersi al di sopra dei minimi visti tra aprile e maggio.

 

COMMENTI:

UNIONE EUROPEA-COVID19 – Le curve dei contagi, delle ospedalizzazioni e della mortalità hanno superato il picco in diversi paesi europei colpiti prima degli altri dalla seconda ondata: Belgio, Spagna, Francia, Olanda.
Di riflesso, ancora prima di un allentamento delle misure restrittive che potrebbe avvenire a inizio dicembre, sono emersi i primi segnali di stabilizzazione/ripresa della mobilità: quella relativa ai luoghi di lavoro è passata da -55 a -32 in Belgio, e da -42 a -30 in Francia; per quanto riguarda commercio e intrattenimento, da -53 a -49 in Belgio, da -56 a -51 in Francia.
In Olanda, gli indici sono stabili, ma anche l’entità delle restrizioni è stata molto più blanda rispetto a Francia e Belgio.
In Spagna, il miglioramento interessa per ora soltanto la mobilità verso luoghi di lavoro.
In Francia, il governo dovrebbe annunciare questa settimana un allentamento delle misure restrittive con decorrenza dal 28/11, con riapertura degli esercizi commerciali e dei luoghi di culto, oltre alla concessione di maggiore spazio per gli spostamenti legati all’esercizio fisico. Resteranno chiusi bar e ristoranti, e resterà il confinamento.

ITALIA-COVID19 – Il report settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità di venerdì scorso ha mostrato un calo dell’indice Rt per l’intero territorio nazionale, a 1,18 da 1,4.
Nella maggior parte delle regioni i valori sono tra 1 e 1,25 (scenario 2, da zona gialla), e in quattro (Lazio, Sardegna, Liguria e Molise) l’Rt è addirittura sotto 1; tuttavia, in ben 17 regioni c’è ancora un “rischio alto di epidemia non controllata” e in 18 è stata superata la soglia critica per i ricoveri.
In sintesi, la situazione non cambia almeno fino a venerdì, ma, se i progressi fossero confermati nel prossimo aggiornamento settimanale, Piemonte, Lombardia e Valle d’Aosta potrebbero passare da “area rossa” a “area arancione” e la Calabria (salvo valutazione della pressione ospedaliera) potrebbe approdare in zona gialla assieme a Puglia e Sicilia (oggi arancioni).
Il 1° dicembre la “descalation” potrebbe riguardare Bolzano, Liguria e Umbria, mentre il 4 dicembre si deciderà su Campania e Toscana (oggi zone a rischio massimo) e su Emilia, Marche e Friuli (oggi in area a rischio intermedio).
Per l’intero territorio nazionale, nel nuovo DPCM atteso il 4 dicembre il Governo starebbe valutando di allentare alcune misure restrittive (riduzione del coprifuoco notturno, aperture più ampie di negozi, bar e ristoranti).

BREXITSfumata la possibilità di completare la ratifica formale di un eventuale accordo entro la fine del 2020, i negoziati continuano per finalizzare comunque l’intesa.
Il Telegraph sostiene che il primo ministro britannico dovrebbe avere un colloquio con la presidente della Commissione Europea questa settimana per sciogliere gli ultimi nodi.
Nel frattempo, il Regno Unito ha concluso un accordo con il Canada, sesto partner commerciale del Regno Unito, che sostanzialmente estende l’accordo precedente fra UE e Canada.
Sono attualmente 53 gli accordi commerciali sottoscritti, per lo più repliche di quelli pre-esistenti quando il Regno Unito era parte dell’UE. Finora, quindi, si è rivelata del tutto infondata la tesi che l’uscita dall’UE avrebbe comportato un ulteriore abbattimento delle barriere commerciali con parti terze.

STATI UNITI
 – Biden dovrebbe annunciare domani un primo insieme di candidature per posizioni di spicco nella sua futura amministrazione. Fra queste dovrebbe esserci la nomina a State Secretary di A. Blinken, che ha ricoperto la carica di vice State Secretary nell’amministrazione Obama e di National Security Adviser per Biden. Blinken ha sostenuto che è indispensabile coordinare lo sforzo della lotta alla pandemia e ha posizioni favorevoli ad alleanze internazionali e alla partecipazione ai trattati abbandonati da Trump durante la sua presidenza.
 – Trump prosegue nello sforzo di impedire la certificazione dei risultati elettorali negli Stati chiave.
In Georgia, si è concluso il riconteggio manuale previsto dalla legislazione statale in caso di margine di vantaggio sotto 0,5%, con la conferma della vittoria di Biden, ma Trump ha già presentato una richiesta di un nuovo conteggio.
In Pennsylvania, ha presentato un ricorso alla corte d’appello contro la sentenza di un Tribunale federale che ha ritenuto infondata la causa relativa alla validità di un insieme di voti postali.
I rappresentanti legali di Trump hanno affermato che più presto riceveranno la sentenza d’appello, più presto si arriverà alla Corte Suprema. Fra oggi e domani diversi Stati contestati da Trump devono certificare i risultati. La scadenza è il 23 per Michigan e Pennsylvania, e il 24 per Minnesota, Nevada, Ohio.
Molto lentamente aumenta il numero di senatori e rappresentanti repubblicani che riconoscono esplicitamente la vittoria di Biden e chiedono di iniziare una normale transizione.
Finora i commenti espliciti erano venuti solo da senatori che hanno già annunciato che non si ricandideranno alle prossime elezioni, ma ieri si sono aggiunti altri esponenti politici, pur sempre comunque un’esigua minoranza.

 

MERCATI VALUTARI:

USD – Il dollaro ha chiuso la settimana passata in leggero calo. La settimana entrante propone tra i dati i PMI e la fiducia dei consumatori di novembre, attesi in calo, nonché i verbali del FOMC, che potrebbero dare indicazioni sulla discussione in merito al programma di acquisti, in vista di possibili interventi alla riunione del 16 dicembre.
Da seguire sarà anche il flusso di notizie in merito alla pandemia e ai negoziati per il nuovo pacchetto di stimolo fiscale.
Se si afferma un’aspettativa di ampliamento dello stimolo monetario da parte della Fed a dicembre il dollaro potrebbe risentirne negativamente, ma la prospettiva di un miglioramento del quadro generale nel corso dell’anno prossimo grazie ai vaccini dovrebbe limitarne un eventuale indebolimento, sia in termini di entità che di durata.
La chiusura dei mercati USA per Thanksgiving giovedì potrebbe portare ad accentuare alcuni movimenti. Il dollaro risentirà comunque anche dell’esito dei negoziati post-Brexit, indebolendosi in caso di raggiungimento di un accordo e rafforzandosi in caso di no-deal.

EUR – L’euro ha chiuso la settimana passata in salita molto marginale, mantenendosi in un range stretto contenuto in area 1,18 EUR/USD.
La settimana entrante propone tra i dati le indagini di fiducia di novembre, sia a livello di area euro che nazionale e le attese sono per un generalizzato indebolimento.
Questo dovrebbe contribuire a limitare considerevolmente l’upside del cambio anche in caso di sviluppi sfavorevoli al dollaro.
Un eventuale deterioramento di sentiment in funzione di possibili ritardi nell’implementazione del Recovery Fund potrebbe invece essere sufficiente per far scendere la moneta unica.
Anche l’euro risentirà dell’esito dei negoziati post-Brexit, rafforzandosi in caso di raggiungimento di un accordo e indebolendosi in caso di no-deal.

JPY – Lo yen ha chiuso la settimana passata in rafforzamento, soprattutto contro dollaro da 105 a 103 USD/JPY, meno contro euro da 124 a 123 EUR/JPY.
L’incertezza che permane sul quadro generale a livello internazionale nel breve potrebbe ancora offrire sostegno alla valuta nipponica temporaneamente – ma l’upside contro dollaro dai livelli raggiunti appare limitato.
Anche lo yen risentirà dell’esito dei negoziati post-Brexit, indebolendosi in caso di raggiungimento di un accordo e rafforzandosi in caso di no-deal.

GBP – La sterlina ha chiuso la settimana passata al rialzo sia contro dollaro da minimi in area 1,31 a massimi in area 1,33 GBP/USD, sia contro euro, rispetto al quale si è mantenuto in area 0,89 EUR/GBP, e aprendo al rialzo anche oggi in area 1,33 GBP/USD e 0,89 EUR/GBP rispettivamente.
Il tema chiave della settimana entrante sarà il flusso di notizie sui negoziati post-Brexit con l’UE. Inizialmente ci si attendeva una conclusione all’inizio di questa settimana, ma l’interruzione delle trattative in presenza a causa della positività di un funzionario dello staff dei negoziatori UE, ferma restando la continuità delle trattative in remoto, potrebbe aver creato dei ritardi.
Intanto, secondo The Telegraph Johnson avrebbe in programma un colloquio in settimana con la Presidente della Commissione UE Von der Leyen per cercare di chiarire gli ultimi punti irrisolti.
La sterlina dovrebbe rafforzarsi in caso di raggiungimento di un accordo, ma in misura limitata, mentre si indebolirebbe, di più, in caso di no-deal.
Sul fronte dati, escono oggi i PMI, attesi in calo.
In programma alcuni discorsi BoE, a partire da Bailey oggi, rilevanti alla luce degli ultimi sviluppi sul fronte pandemia e sul fronte Brexit.

 

PREVISIONI:

AREA EURO
– Ci attendiamo che la stima flash del PMI manifatturiero registri un calo in novembre, a 53,2 da 54,8 di ottobre.
Il PMI servizi dovrebbe segnare una nuova accelerazione nel ritmo di contrazione, a 45,0 da 46,9 precedente.
Di conseguenza, il PMI composito è visto tornare in territorio recessivo, a 48,9 da 50,0.
In sostanza, il manifatturiero resterebbe in espansione, ma evidenzierebbe un rallentamento, mentre i servizi dovrebbero essere fortemente impattati dalle nuove misure di contenimento adottate nella maggior parte dei Paesi dell’eurozona.
– In settimana, la tornata di indagini di fiducia relativa al mese di novembre (indici PMI e survey Commissione UE per l’Eurozona, Ifo tedesco, INSEE francese e indagini Istat in Italia) dovrebbe mostrare un’ampia correzione specie nei servizi, il settore più colpito dalle misure restrittive adottate nella maggior parte dei Paesi dell’area.
La seconda lettura dei dati di contabilità nazionale relativi al 3° trimestre in Germania e Francia confermerà l’ampio rimbalzo dei mesi estivi, ma le indagini (nonché gli indicatori ad alta frequenza) segnalano una possibile nuova contrazione in tutti i principali Paesi nello scorcio finale dell’anno.

STATI UNITI
– Il PMI manufatturiero flash a novembre è previsto in calo a 52,5 da 53,4 di ottobre.
L’indagine Empire della NY Fed ha corretto a novembre, pur restando in territorio modestamente espansivo, e gli indicatori settimanali di attività (produzione di acciaio, movimentazione merci) restano su trend marginalmente positivi. Nei prossimi mesi l’attività nel manifatturiero dovrebbe continuare ad espandersi, anche se su ritmi potenzialmente più contenuti.
Il PMI dei servizi a novembre dovrebbe segnare una correzione più marcata, alla luce delle restrizioni introdotte in molti stati sulle attività aggregative, scendendo a 53,2 da 56,9 di ottobre.
La Business Leaders Survey della NY Fed a novembre è scesa a -15,8 (-11 punti), sui minimi da agosto, sulla scia degli interventi restrittivi attuati negli Stati del distretto della Fed di NY.
Le imprese non prevedono miglioramenti nei prossimi 6 mesi.
L’attività nei servizi a livello nazionale dovrebbe rimanere in territorio espansivo in autunno, ma essere caratterizzata da rallentamento della crescita.
– Il focus della settimana sarà la fiducia dei consumatori a novembre è prevista in calo, per via del peggioramento del quadro sanitario e della delusione elettorale con riflessi negativi sull’ottimismo dei repubblicani.
La spesa personale, il reddito personale, gli ordini di beni durevoli e le vendite di case nuove sono previste in aumento, con indicazioni moderatamente positive per il PIL del 4° trimestre.
I verbali della riunione di novembre dovrebbero dare informazioni su possibili modifiche al programma di acquisto titoli.