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23 Giugno 2020 – nota economica giornaliera

AREA EURO – La stima flash dell’indice di fiducia dei consumatori, elaborato dalla Commissione Europea, ha registrato una crescita a giugno, a -14,7 punti da -18,8 di maggio. L’indice, pur restando al di sotto della media storica, è migliorato per il secondo mese consecutivo, segnalando il superamento del punto di minimo del ciclo. Anche l’indagine congiunturale di giugno riflette l’allentamento delle misure di contenimento previste dai piani di riapertura dei paesi dell’Eurozona. Ci aspettiamo una risalita, graduale, nei prossimi mesi.

STATI UNITI – Le vendite di case esistenti a maggio deludono le aspettative di ripresa, con una contrazione a 3,91 mln (-9,7% m/m), da 4,33 mln di aprile.
L’ampio rialzo delle richieste di nuovi mutui per acquisto di una casa, ormai al di sopra dei livelli pre-Covid, dà indicazioni per una ripresa delle vendite di case e dell’attività nel settore immobiliare residenziale nei prossimi mesi.

GIAPPONE – Il PMI manifatturiero flash a giugno corregge a 37,8 da 38,4 di maggio, segnando il quinto calo consecutivo. Le componenti dell’indagine però non sono univocamente negative: occupazione a 47,5 (in calo da 49,5 di maggio, ma al di sopra del livello di aprile, 46,1), nuovi ordini a 29,8 da 25,04, ordini all’estero a 35,4 da 30,8 di maggio, produzione a 28,9 da 30,3.
I tempi di consegna sono in aumento a 47,9, con indicazioni di problemi della catena produttiva.
Il PMI dei servizi prosegue invece sul sentiero di ripresa iniziato a maggio, salendo da 38,6 a 42,5 (e dal minimo di 34,5 di aprile), con l’attività a 42,3 da 26,5, l’occupazione da 46,4 a 50,1, le aspettative da 43,3 a 44,5.
Aggregando fra manifatturiero e servizi, le indicazioni sono complessivamente positive, con aumenti per gli indici compositi di occupazione (a 49,3 da 47,8), ordini (39,3 da 28,6) e l’output (a 37,9 da 27,8). Due massicci pacchetti di stimolo fiscale approvati fra aprile e giugno a sostegno di imprese e famiglie dovrebbe contribuire alla ripresa dell’attività e dei consumi nei prossimi trimestri.

 

COMMENTI:

BCE – Il vicepresidente de Guindos ha confermato che lo staff BCE si attende una contrazione del PIL di -13% nel secondo trimestre, ma che ci si attende anche un rimbalzo nel secondo semestre. Tuttavia, “dimensione e velocità di questa ripresa sono estremamente incerte”. Riguardo all’inflazione, de Guindos ha ricordato che lo staff ritiene che le pressioni al ribasso dovute alla domanda più debole prevarranno sulle pressioni al rialzo connesse alle restrizioni sull’offerta. Parlando del ruolo del sistema finanziario, de Guindos ha dichiarato che “le banche sono incoraggiate a fare uso delle riserve di capitale esistenti in modo da poter continuare a fornire servizi finanziari chiave e assorbire le perdite, evitando al tempo stesso una riduzione eccessiva e brusca della leva finanziaria che sarebbe dannosa per l’economia”.
Ciò perché “l’utilizzo dei buffer può avere effetti negativi iniziali sui coefficienti di solvibilità bancaria, ma alla fine riduce le perdite bancarie poiché l’economia può rimanere più sana a causa dell’allentamento dei vincoli al credito.”
Il vicepresidente ha anche avvisato che il settore dei fondi di investimento è ormai diventato troppo importante per la stabilità finanziaria perché si consenta di escluderlo dalle analisi di politica monetaria. In particolare, è necessario che sia introdotta una supervisione unica dei mercati finanziari e un quadro macroprudenziale comune per il settore finanziario non bancario; come minimo, “dobbiamo garantire che la liquidità degli attivi sia strettamente allineata ai termini di rimborso del fondi” attraverso adeguati strumenti che limitino l’accumulo di rischi durante le fasi di boom.
De Guindos ha suggerito interventi anche sui fondi monetari, che “presentano specifiche vulnerabilità”.
Il discorso di De Guindos è strettamente collegato a quello di Lane sul ruolo dei fondi di investimento durante la crisi primaverile.
Lane ha mostrato che la liquidazione del primo trimestre è stata effettuata prevalentemente da fondi comuni, con un effetto volano totalmente interno al comparto.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro ha aperto la settimana in calo, erodendo buona parte dei recuperi di giovedì e venerdì, penalizzato da un nuovo rientro della risk aversion, con il sentiment di mercato moderatamente positivo circa le possibilità di ripresa post-pandemia. La situazione però non è stabile.
L’aumento dei contagi negli ultimi giorni e il ripristino di alcune misure di contenimento seppure limitato a contesti circoscritti indica che il mood potrebbe modificarsi di nuovo, suggerendo di mantenere un atteggiamento cauto. Finché il driver rimane il sentiment di mercato, eventuali sorprese positive dai dati USA potrebbero nuocere al dollaro anziché favorirlo.

EURL’euro ha aperto la settimana al rialzo da 1,11 a 1,12 EUR/USD recuperando così il calo di giovedì e venerdì, di riflesso all’arretramento del dollaro su rientro della risk aversion.
Eventuali sorprese positive dai PMI dell’area potrebbero favorirlo ulteriormente. L’upside dovrebbe comunque restare contenuto al di sotto dei massimi recenti.
Se nel breve il sentiment di mercato può fare da driver principale, successivamente torneranno a essere i dati, soprattutto nel confronto diretto tra aerea euro e Stati Uniti, a guidare la dinamica del cambio.

GBPLa sterlina ha aperto la settimana al rialzo sia contro dollaro da 1,23 a 1,25 GBP/USD sia contro euro, rimanendo però in area 0,90 EUR/GBP.
Il movimento è soprattutto il riflesso del nuovo generalizzato arretramento del dollaro, ma in parte hanno contribuito anche le attese che il governo annunci questa settimana un ulteriore allentamento delle misure di contenimento, in particolare per quanto riguarda il distanziamento sociale. Finché il mood rimane di supporto, eventuali sorprese positive dai dati – oggi escono i PMI – possono favorire ulteriormente la sterlina.
Il vero banco di prova sarà comunque il mese prossimo, quando verranno intensificati i negoziati con l’UE. Se dovessero esservi progressi tangibili, la sterlina ne trarrebbe vantaggio duraturo, in caso contrario tornerebbe a scendere.

JPY – Lo yen ha aperto la settimana in calo, ma lieve, contro dollaro da 106 a 107 USD/JPY. La minor sensitivity all’evoluzione della risk aversion si spiega probabilmente con il fatto che di recente il dollaro ha prevalso sullo yen come safe haven.
Contro euro la valuta nipponica ha aperto in calo da 119 a 120 EUR/JPY per via del rafforzamento dell’EUR/USD. Finché il mood non si riassesta lo yen potrebbe mantenersi in range contro dollaro.

 

PREVISIONI:

AREA EURO
 – Ci attendiamo che la stima flash del PMI manifatturiero mostri in giugno un ulteriore recupero, a 42,2 da 39,4 di maggio. Il PMI servizi è atteso anch’esso in risalita, a 31,0 da 30,5 di maggio. L’indice nei servizi dovrebbe comunque mantenersi su livelli più bassi che nell’industria, dove il recupero delle attività appare più rapido. Il PMI composito dovrebbe di conseguenza aumentare a 32,5 da 31,9 precedente, ancora su livelli ampiamente recessivi.

STATI UNITI
 – Il PMI Markit manifatturiero a giugno è previsto in rialzo a 48 da 39,8 di maggio. Le informazioni dell’indice Empire sono state ampiamente positive, con un aumento a -0,2 a giugno da -48,5 a maggio e segnali di stabilizzazione dell’attività dopo tre mesi su livelli in territorio negativo.
Come è emerso dai dati della produzione industriale, nel manifatturiero c’è stato un rimbalzo solo parziale dell’attività a maggio anche per via di aperture non totali delle imprese nel mese scorso: a giugno la ripresa dovrebbe essere più solida e diffusa, con la fine del lockdown in tutte le regioni e in tutti i settori.
L’indice di attività per i servizi dovrebbe aumentare a 45 da 37,5 di maggio, con miglioramenti per tutti i sotto-indici e segnali di debolezza persistenti invece nei comparti delle attività aggregative, ancora frenate dal distanziamento sociale.
– Le vendite di case nuove a maggio sono attese in rialzo a 630 mila da 623 mila di aprile. Il mercato immobiliare residenziale sarà sostenuto da una situazione di eccesso di domanda preesistente alla pandemia, dal livello minimo dei tassi sui mutui e dall’aumento di reddito disponibile di questi mesi. Le domande di nuovi mutui per acquisto di case sono tornate sui livelli precedenti il lockdown e la fiducia dei costruttori di case ha recuperato gran parte del calo registrato fra marzo e aprile.