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22 Maggio 2023 – nota economica giornaliera

ITALIA – Venerdì la produzione nelle costruzioni è aumentata di un decimo rispetto a febbraio, chiudendo il trimestre con un progresso dell’1,1% t/t e confermando che il settore, assieme ai servizi, è stato il principale contributore alla crescita del PIL a inizio anno; su base tendenziale l’output registra però un calo di -3,4% (corretto per gli effetti di calendario).
L’indice di fiducia delle imprese del settore resta coerente con una buona dinamica dell’attività produttiva anche nei prossimi mesi, a dispetto dei rialzi dei tassi di interesse e della minore generosità dei bonus edilizi.
Le stime preliminari sul tasso di posti vacanti hanno mostrato, per il totale delle imprese con dipendenti, un calo di due decimi al 2,1% nel 1° trimestre; per le aziende con almeno 10 dipendenti, il tasso è rimasto fermo al massimo storico di 1,9%.

 

COMMENTI:                                  

BCE
 – Oggi sono in calendario diversi interventi di esponenti BCE, tra cui De Guindos, Lane, Villeroy de Galhau e Holzmann.
I discorsi BCE, per quanto numerosi, difficilmente sposteranno le aspettative sui tassi, già coerenti con l’indirizzo ufficiali di breve termine.
– Secondo Isabel Schnabel (BCE), “la storia recente ha dimostrato che, anche in periodi di forte inflazione, la separazione tra le considerazioni sulla stabilità monetaria e finanziaria può essere garantita se le perturbazioni finanziarie sono causate da disfunzioni del mercato e da problemi di liquidità piuttosto che da problemi di solvibilità”.
In periodi di deflazione, invece, non c’è alcun bisogno di separazione.
Schnabel ritiene il TPI coerente con tale principio, perché evita l’interferenza con il posizionamento della politica monetaria condizionando gli acquisti di titoli al soddisfacimento di una serie di condizioni relative alle politiche economiche locali.
Schnabel ritiene che i buffers macroprudenziali sul capitale dovrebbero essere mantenuti, che le banche dovrebbero essere prudenti nelle loro politiche di dividendi e di buyback, e che dovrebbe essere completata l’implementazione di Basilea III.

ITALIAMoody’s non ha annunciato alcun aggiornamento per quanto riguarda i rating/outlook sull’Italia, che rimangono pertanto invariati a Baa3/Negativo.

STATI UNITI
 – Oggi non ci sono dati in agenda.
L’attenzione sarà concentrata sui negoziati sul limite del debito.
Le discussioni fra i negoziatori si sono arenate sull’impossibilità di trovare un accordo sul sentiero della spesa. Oggi ci sarà un incontro fra Biden e McCarthy, che hanno continuato ad accusarsi a vicenda di non volere trovare un compromesso.
Biden ha detto che i repubblicani devono accettare che un accordo bipartisan non può essere fatto solo ai loro termini e richiede un avvicinamento.
Biden ha anche affermato che sta valutando la possibilità di invocare il 14° emendamento della Costituzione e che ritiene di avere l’autorità per farlo.
La vera questione, a suo avviso, è se si possa farlo “in tempo”.
Yellen ha ribadito i suoi dubbi sulla legalità di tale azione e ha affermato che se il limite non sarà alzato in tempi brevi, occorrerà fare le difficili scelte riguardo a quali impegni finanziari non saranno pagati.
– Questa settimana i verbali della riunione del FOMC di maggio dovrebbero mostrare un consenso a favore della discussione di una pausa per i tassi a giugno, ma anche dispersione di opinioni riguardo ai rischi di interruzione dei trend verso il basso dell’inflazione.
– Venerdì, Powell ha confermato che la porta per una pausa sui tassi sarà aperta alla prossima riunione del FOMC, anche per via dei rischi di credit crunch collegati alla turbolenza bancaria.
Powell ha detto che fino a poco tempo fa era chiaro che sarebbe stata necessaria maggiore restrizione, ma ora “i rischi di fare troppo versus troppo poco stanno diventando più bilanciati”.
Pur ribadendo che la Fed è impegnata a riportare sotto controllo l’inflazione, Powell ha confermato che la ridotta disponibilità di credito bancario, conseguenza della crisi di marzo, renderà più restrittive le condizioni finanziarie riducendo la necessità di tassi più alti.
Secondo Powell, l’esito delle prossime riunioni non è ancora stato deciso ma, vista l’entità della restrizione già attuata, sarà possibile fare “valutazioni attente” sulla base dell’evoluzione dei dati e dello scenario. Powell ha anche sottolineato che la Fed ha strumenti diversi per attuare la politica monetaria e garantire la stabilità finanziaria, con “obiettivi separati ma non del tutto indipendenti”.
In alcune occasioni, a suo avviso, “non è possibile o desiderabile” separarli.
Williams (NY Fed) ha discusso il tema dei tassi neutrali, sottolineando che le stime recenti non sono cambiate in modo significativo rispetto ai livelli pre-pandemici.
A suo avviso, “non c’è evidenza che l’era di tassi naturali molto bassi sia finita”: questo ha importanti implicazioni per valutare quanto restrittivi siano i tassi nominali effettivi.
Kashkari (Minneapolis Fed) si è detto “aperto all’idea che possiamo muoverci un po’ più lentamente da qui” per raccogliere maggiori informazioni, alla luce della stabilizzazione dell’inflazione e dell’incertezza riguardo al sistema bancario.
Tuttavia, Kashkari sarebbe contrario a dichiarare che i tassi sono al capolinea e ha dichiarato che è ancora preferibile sbagliare alzando troppo piuttosto che troppo poco.
La distribuzione di opinioni nel FOMC riguardo a una possibile pausa dei tassi a giugno è ampia.
Al momento, a nostro avviso, prevale un consenso a favore di tassi fermi, anche se è possibile che ci siano dei dissensi espliciti alla prossima riunione.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro ha chiuso la settimana passata al rialzo, ma ha corretto nella giornata di venerdì sulle parole di Powell che ha lasciato intendere che il ciclo di rialzi dei tassi dovrebbe ormai essere chiuso.
Anche i verbali del FOMC mercoledì dovrebbero offrire support a questo scenario, mentre dai dati possono giungere ancora indicazioni miste, di lieve arretramento dai PMI domani, ma di inflazione ancora persistente venerdì in base al deflatore core.
A meno di soprese verso l’alto dai dati il dollaro dovrebbe quindi stabilizzarsi, ma il tema chiave è ancora la questione del limite del debito.
Oggi riprendono i negoziati, dopo aver subito un’altra battuta d’arresto: eventuali progressi a favore di una soluzione favorirebbero il dollaro, mentre un nuovo stallo lo indebolirebbe.

EURL’euro ha chiuso la settimana passata in calo da 1,09 a 1,07 EUR/USD, recuperando però nella giornata di venerdì fino a 1,08 EUR/USD sul calo generalizzato del dollaro, anche se fatica a riprendere slancio.
Dai dati dell’area (fiducia dei consumatori oggi e PMI domani) si attendono indicazioni miste, ma a meno di ampie sorprese verso l’alto non in grado di supportare significativamente la moneta unica.
Il mercato è tornato a scontare due rialzi dei tassi BCE di 25 pb con probabilità piena nei prossimi mesi, ma il mercato speculativo rimane talmente lungo euro che per ora sul cambio hanno un impatto maggiore le sorprese verso l’alto dai dati USA.

GBPAnche la sterlina ha chiuso la settimana passata in calo contro dollaro da 1,25 a 1,23 GBP/USD recuperando in parte venerdì.
Dai dati di questa settimana si attendono indicazioni di tipo misto, con PMI domani in marginale indebolimento e inflazione “headline” in ampio calo ma inflazione “core” stabile, e vendite al dettaglio venerdì in modesto recupero.
Il dato chiave dovrebbe essere quello dell’inflazione: un ampio calo potrebbe ridimensionare le attese di mercato per un altro rialzo dei tassi BoE, che a nostro avviso invece rimane lo scenario centrale, privando di supporto la sterlina.
Contro euro la valuta britannica si è marginalmente rafforzata da 0,87 a 0,86 EUR/GBP, aiutata dal prevalere di sorprese verso l’alto sui dati domestici, che pure dipingono uno scenario di debolezza.

JPY – Anche lo yen ha chiuso la settimana passata in calo contro dollaro da 135 a 138 USD/JPY recuperando in parte venerdì sul generale cedimento di quest’ultimo.
Nel breve può subire la tenuta dei rendimenti a lunga USA, ma quando riprenderanno a scendere la valuta nipponica tornerà a rafforzarsi.
Analoga la dinamica contro euro in calo la settimana passata da 147 a 149 EUR/JPY.

 

PREVISIONI:

AREA EURO
– Oggi in area euro la stima flash relativa a maggio dell’indice di fiducia dei consumatori della Commissione Europea dovrebbe registrare un modesto miglioramento a -17,1 da un precedente -17,5, confermando una tendenza di recupero dai minimi del secondo semestre dello scorso anno.
Le valutazioni ancora positive sul mercato del lavoro, nonché il rallentamento dell’inflazione attesa (pur in un contesto di inflazione percepita ancora vicina ai massimi) dovrebbero contribuire a sostenere il morale dei nuclei famigliari nei prossimi mesi.
Gli attuali livelli dell’indice restano tuttavia ben inferiori alla media storica e coerenti con una spesa per consumi delle famiglie ancora debole.
– La produzione nelle costruzioni dovrebbe tornare a calare a marzo dopo due mesi di espansione, frenata anche da condizioni meteorologiche sfavorevoli.
I dati già diffusi per le principali economie mostrano una flessione generalizzata ad eccezione del modesto incremento italiano (0,1% m/m) e sono compatibili con un calo dell’ordine di -2,5% m/m per il complesso dell’Eurozona.
Grazie ai progressi piuttosto marcati di gennaio e febbraio, il settore dovrebbe aver comunque contribuito positivamente alla crescita a inizio anno; nei prossimi trimestri però il comparto non potrà non risentire degli effetti della restrizione monetaria.
– Nell’Eurozona questa settimana il focus sarà sulle indagini di fiducia di maggio.
I PMI sono attesi confermare un quadro di divergenza tra manifatturiero (in contrazione) e servizi (in crescita).
Le indagini nazionali potrebbero dare segnali misti: l’INSEE francese è visto in recupero mentre IFO tedesco e indici Istat in Italia sono attesi in calo.
– La seconda lettura del PIL tedesco dovrebbe confermare la stagnazione di inizio anno emersa dalla stima flash; il dettaglio delle componenti di domanda dovrebbe mostrare un contributo positivo da investimenti ed esportazioni nette, compensato da un calo dei consumi sia privati che pubblici.

STATI UNITI – Sul fronte dei dati, i PMI flash di maggio dovrebbero dare indicazioni di marginale contrazione nel manifatturiero e di moderata espansione nei servizi.
Per maggio, la spesa e il reddito personale dovrebbero essere in rialzo.
Il deflatore core è previsto in aumento di 0,4% m/m, come a marzo, con una riaccelerazione su base tendenziale, a 4,7% a/a.