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22 Giugno 2020 – nota economica giornaliera

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ITALIA – Nella conferenza stampa al termine degli Stati Generali dell’economia, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha delineato le tre grandi direttrici lungo cui intende muoversi il piano di rilancio del Paese: modernizzazione, transazione energetica e inclusività.
Conte ha fatto esplicito riferimento alla possibilità di un taglio del cuneo fiscale a beneficio dei lavoratori, misura che potrebbe arrivare già in luglio. Dopo le indiscrezioni circolate nei giorni scorsi riguardo a un eventuale taglio dell’Iva, Conte ha affermato che si tratta di un provvedimento da valutare, anche se molto costoso. In un’intervista a La Repubblica, la sottosegretaria all’economia Castelli ha dichiarato che la misura potrebbe essere introdotta nella prossima Legge di Bilancio, che avrebbe natura temporanea (con un orizzonte di due anni) e che andrebbe inserita in una più organica riforma fiscale.

UNIONE EUROPEA – La videoconferenza del Consiglio Europeo si è conclusa con la decisione di dare avvio ai negoziati sul nuovo budget 2021-27 dell’Unione Europea e sul fondo per la ripresa, che saranno gestiti dal presidente Michel. Nella conferenza stampa di Michel è emerso che non c’è accordo su sostanzialmente nessuno degli aspetti fondamentali della proposta fatta dalla Commissione Europea in maggio: non sulla dimensione del budget (considerato eccessivo da almeno 4 paesi), non sulla dimensione del fondo per la ripresa, non sulla presenza di una quota di trasferimenti (alcuni paesi vorrebbero che fossero soltanto prestiti) e, infine, neppure sulla regola di allocazione. Di contro, sul tavolo c’è anche il mantenimento dei rimborsi finora concessi ad alcuni contributori (Danimarca, Svezia, Paesi Bassi), che altri paesi vorrebbero abrogare. Tuttavia, nessuno dei paesi ha chiuso la porta al negoziato.
Michel ha annunciato che il punto sarà fatto in una riunione in presenza del Consiglio Europeo che sarà organizzata a metà luglio.
Per quella data Michel intende formulare proposte concrete per cercare di raggiungere un consenso.
Dal 1° luglio la presidenza dell’Unione passerà alla Germania. Anche se la presidenza ha affermato che tutti sono consapevoli della necessità di raggiungere un accordo quanto prima, appare improbabile che i fondi siano disponibili prima del 2021.
Riguardo a Brexit, Michel ha riferito che il governo del Regno Unito non intende chiedere una proroga del periodo transitorio, e che ciò rende necessario intensificare i negoziati. Al riguardo, il consiglio ha confermato che l’Unione non rinuncia al protocollo sull’Irlanda, né al principio delle ha detto regole comuni, né a quelli sulla governance delle relazioni inclusi nell’accordo politico.

STATI UNITI
Contagi 2.279.879, nuovi contagi 32.500, decessi 119.969, guarigioni 622.133 (Fonte: JHU).
L’accelerazione dei nuovi casi negli USA prosegue, spinta dal trend verso l’alto in 22 Stati, con una crescita particolarmente marcata in Florida, Texas, South Carolina, Georgia, Oklahoma e Arizona (dove i nuovi casi sono circa raddoppiati in due settimane).
I nuovi casi sono circa stabili in 13 Stati e in calo in 18 Stati (fonte: NYT).
Il consigliere per il commercio, Navarro, ha detto che l’amministrazione sta preparando scorte di dispositivi di protezione per essere pronti in caso di “un possibile problema in autunno”. Navarro ha detto che l’amministrazione “non si aspetta necessariamente una seconda ondata di contagi ma la prudenza impone di prepararsi” per tale evenienza. Diversi governatori repubblicani hanno seguito le indicazioni di Trump, affermando che l’aumento dei contagi è collegato al rialzo del numero di test e che il trend della mortalità è comunque in diminuzione.
Powell, in un a breve introduzione a una conferenza, ha detto che l’economia si riprenderà dagli shock recenti, ma ha sottolineato che il sentiero della ripresa sarà difficile e che la pandemia ha evidenziato e aumentato le diseguaglianze economiche.
Rosengren (Boston Fed) ha detto che “probabilmente sarà necessario ulteriore supporto sia dalla politica monetaria sia da quella fiscale” per sostenere l’economia. Rosenberg si aspetta che, con la disoccupazione ancora molto alta e la continua diffusione di Covid-19, con un’accelerazione dei nuovi casi in molti Stati, la ripresa nella seconda metà dell’anno sia meno solida rispetto a quanto atteso all’inizio della pandemia. Rosengren prevede che il tasso di disoccupazione resti al di sopra del 10% per tutto il 2020, con l’inflazione ben al di sotto del 2%: questo lascerà spazio alla Fed per introdurre ulteriore stimolo. Le opinioni del presidente della Boston Fed, preoccupate per la crescita “endogena” dell’economia nei prossimi trimestri, sono in linea con quelle di Powell e di altri esponenti del FOMC, e con le proiezioni macroeconomiche pubblicate dopo la riunione del 10 giugno, che vedono una contrazione del PIL di -6,5 % a/a a fine 2020.
Quarles (vice-presidente Fed per la supervisione) ha detto che la Fed richiederà alle banche di dimensione sistemica la predisposizione di analisi di sensitività basati su tre scenari di recessione collegata a tre sviluppi alternativi della pandemia. Le analisi si affiancheranno agli stress test condotti regolarmente.
Gli scenari per Covid-19 saranno caratterizzati da tre andamenti del PIL, a “V”, a “U” e a “W” e contribuiranno a determinare i requisiti di capitale delle banche di grandi dimensioni.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro ha chiuso la settimana passata al rialzo, favorito dal sentiment più cauto indotto dall’aumento dei contagi. La settimana entrante propone dati USA complessivamente positivi, in particolare quelli di giugno, indici PMI e sussidi di disoccupazione, attesi in ulteriore miglioramento. Il mood di mercato, condizionato dall’evoluzione della pandemia, resterà comunque il driver principale. A meno di un suo netto miglioramento, il dollaro dovrebbe tendenzialmente stabilizzarsi.

EURL’euro ha chiuso la settimana al ribasso da 1,13 a 1,11 EUR/USD, toccando venerdì un minimo a 1,1167 EUR/USD, in corrispondenza del livello chiave (1,1170) al di sotto del quale si riapre tecnicamente il fronte ribassista. La moneta unica ha risentito negativamente del nulla di fatto della videoconferenza del Consiglio Europeo sul Recovery Fund: i negoziati riprenderanno a luglio, ma al momento non c’è un’unanimità. La settimana entrante propone come dati le indagini di fiducia di giugno, tra le quali spiccano i PMI e l’IFO tedesco, attesi in ulteriore miglioramento, ma su livelli ancora deboli in termini assoluti. Eventuali delusioni indebolirebbero l’euro, ma il sentiment di mercato, attraverso la reazione generalizzata del dollaro, mantiene ancora un ruolo dominante. Il livello tecnico che rimane da monitorare è 1,1170 EUR/USD.

GBPLa sterlina ha chiuso la settimana in calo sia contro dollaro da 1,26 a 1,23 GBP/USD sia, seppur di meno, contro euro da 0,89 a 0,90 EUR/GBP, indebolita in parte dal generalizzato recupero del dollaro, in parte dalla sostanziale assenza di novità favorevoli sul fronte dei negoziati con l’UE e del nuovo stimolo monetario offerto dalla BoE, che mantiene un atteggiamento molto cauto sullo scenario domestico. La settimana entrante propone pochi spunti di rilievo, a parte i PMI di giugno, attesi in miglioramento, come del resto altrove, in attesa di maggiori sviluppi sul fronte post-Brexit la discesa della sterlina potrebbe essere in via di esaurimento, ma i rischi restano verso il basso.

JPYLo yen ha chiuso la settimana in rafforzamento sia contro dollaro – poco – da 107 a 106 USD/JPY sia contro euro da 122 a 119 EUR/JPY, favorito dal mood più cauto per via dell’evoluzione dei contagi. Questo resterà il tema chiave anche nei prossimi giorni e lo yen continuerà probabilmente a spartirsi il ruolo di valuta rifugio con il dollaro, il che ne limita l’upside favorendo una lateralità.

 

PREVISIONI:

AREA EURO
– La stima flash dell’indice di fiducia dei consumatori elaborato dalla Commissione Europea è attesa in ulteriore ripresa a giugno, a -16,8punti da -18,8 di maggio. L’indice dovrebbe mantenersi su valori depressi, paragonabili solo a quelli registrati durante la grande crisi del 2009.
– La settimana nell’area euro sarà incentrata sulla tornata di indagini di fiducia di giugno (saranno diffusi l’Ifo tedesco, l’Insee francese, gli indici Istat in Italia e i PMI flash per l’Eurozona), che dovrebbero mostrare un ulteriore recupero generalizzato del morale di famiglie e imprese dopo quello già registrato a maggio. I livelli delle indagini restano però in territorio ampiamente depressivo, soprattutto nei servizi, dove il recupero dell’attività è più lento che nell’industria.

STATI UNITI
– Le vendite di case esistenti a maggio sono previste in aumento a 4,5 mln da 4,33 mln di aprile, con un rialzo del 3,95% m/m, dopo il precedente -17,8% m/m.
La previsione è che a giugno si registri un aumento più sostenuto, alla luce della fiducia dei costruttori e delle domande di nuovi mutui per acquisto di case, con un recupero che potrebbe lasciare le vendite solo moderatamente al di sotto del livello pre-pandemia. Un vincolo alla crescita delle vendite nei prossimi mesi sarà la scarsità di offerta, mentre dal lato della domanda la dinamica dovrebbe mantenersi solida.
– Gli altri dati in uscita dovrebbero essere generalmente positivi, con indicazioni di rimbalzo sostenuto della crescita nella parte finale del 2° trimestre e segnali positivi per l’andamento del PIL nel 3° trimestre. Gli indici PMI Markit Flash a giugno dovrebbero tornare poco sotto 50 nel manifatturiero e recuperare terreno anche nei servizi.
Le richieste di sussidi di disoccupazione e i sussidi esistenti sono attesi in ulteriore calo, in linea con aspettative di un aumento significativo di occupati nel mese di giugno.
A maggio, la spesa personale dovrebbe essere in forte aumento, a un ritmo inferiore rispetto alla crescita del reddito, con un probabile ridimensionamento del tasso di risparmio; il deflatore dei consumi core dovrebbe essere in marginale calo. Anche gli altri dati di maggio dovrebbero essere positivi, con gli ordini di beni durevoli previsti in rialzo.