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22 Gennaio 2024 – nota economica giornaliera

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro ha chiuso la settimana passata al rialzo, anche se è sceso nella giornata di venerdì, nonostante la fiducia delle famiglie (indice dell’Univ. del Michigan) sia migliorata molto più del previsto.
La flessione in chiusura di una settimana rialzista ha comunque anche carattere tecnico, soprattutto data l’assenza di indicazioni omogenee e la gradale revisione al ribasso da parte del mercato del timing atteso del primo taglio dei tassi Fed (ora la probabilità di una svolta a marzo è data a poco meno del 45% mentre resta al 100% su maggio).
Oggi, infatti, il biglietto verde apre con una dinamica contrastata e indicazioni contrastanti sono attese dai dati dei prossimi giorni (misti i PMI mercoledì, in rallentamento il Pil e gli ordini di beni durevoli giovedì, positivi reddito e spesa personali ma misti i deflatori venerdì).
A meno di significative sorprese verso l’alto il dollaro potrebbe stabilizzarsi nel range dell’ultima settimana, in attesa di segnali più chiari dal FOMC del 31 gennaio.

EURL’euro ha chiuso la settimana passata al ribasso da 1,09 a 1,08 EUR/USD perlopiù di riflesso al rafforzamento del dollaro ma anche penalizzato dai rischi verso il basso sulla crescita domestica. Importante sarà la riunione BCE di giovedì.
Ora il mercato vede un primo taglio dei tassi con probabilità appena superiore al 70% ad aprile che resta al 100% su giugno (mese che a nostro avviso è l’opzione più probabile).
Se la BCE concederà indicazioni, anche solo in via ipotetica, a favore di un’inversione di policy anticipata, l’euro dovrebbe venirne indebolito, con possibilità di veder messi sotto pressione i supporti chiave a 1,0800 EUR/USD.
Intanto saranno da seguire anche i dati, attesi tutti in marginale miglioramento anche se su livelli bassi (fiducia dei consumatori domani, PMI mercoledì e IFO tedesco giovedì).

GBPLa sterlina ha avuto una dinamica più contrastata la settimana scorsa, inizialmente in calo contro dollaro da 1,27 a 1,25 GBP/USD poi in parziale recupero, complici i dati su mercato del lavoro e inflazione più elevati delle attese che hanno prevalso sulle vendite al dettaglio risultate invece più deboli delle attese. Contro euro infatti la sterlina si è leggermente rafforzata da 0,86 a 0,85 EUR/GBP.
A nostro avviso, a meno di sorprese verso il basso sui dati domestici, la svota BoE dovrebbe infatti avvenire dopo quella della BCE e forse anche poco dopo quella della Fed, ma il mercato vede un primo taglio dei tassi BoE a magio, seppure con probabilità inferiore, appena sopra il 50%, che sale al 100% su giugno.
Mercoledì usciranno i PMI, attesi in solo lieve aumento, il che fornirebbe leggero sostegno alla valuta britannica.
Eventuali sorprese/delusioni la farebbero invece rafforzare/indebolire, anche se probabilmente in misura contenuta dato che il cambio risponderà anche agli importanti dati USA in calendario e all’esito della riunione BCE.

JPYLo yen ha chiuso la settimana passata in indebolimento sia contro dollaro da 144 a 148 USD/JPY sia contro euro da 158 a 161 EUR/JPY, penalizzato dalla salita dei rendimenti a lunga USA (ed europei).
Questa notte terminerà la riunione della BoJ, dove non ci si attendono modifiche di policy, date le indicazioni ancora non chiare che giungono dai dati e le informazioni non ancora sufficienti sull’evoluzione delle dinamiche inflazionistico/salariali, nonché per via del terremoto d’inizio anno.
In assenza di aperture verso l’avvio del processo di normalizzazione – anche “condizionato” – della politica monetaria, lo yen resterebbe sulla difensiva, in caso contrario invece potrebbe rafforzarsi leggermente.
Le riunioni chiave per l’abbandono della politica dei tassi zero saranno quelle di aprile o al massimo luglio, perché la BoJ vorrà verificare che le negoziazioni salariali che si svolgono in primavera portino ad un innalzamento sufficientemente ampio della crescita retributiva.