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22 Febbraio 2024 – nota economica giornaliera

MERCATI VALUTARI:

USD – Il dollaro è rimasto pressoché stabile ieri mantenendosi però sulla difensiva ed è sceso più visibilmente questa mattina, sia di riflesso ai dati dell’area sia in attesa dei PMI USA del pomeriggio previsti in leggero arretramento.
A meno di sorprese positive dai PMI il dollaro potrebbe quindi mantenersi cedevole, ma il downside dovrebbe essere limitato perché dai verbali dl FOMC di ieri sera è emerso che la Fed non ha fretta di tagliare i tassi.
Il mercato infatti ha rivisto ulteriormente al ribasso la probabilità attesa di taglio, da 36% di lunedì a 28% oggi su maggio e da 100% a 88% su giugno.

EUR – Di converso l’euro si è rafforzato tra ieri e oggi da 1,07 fino in area 1,08 EUR/USD inoltrata, favorito questa mattina dai PMI dell’area che a livello composito sono migliorati più del previsto grazie alla sorpresa positiva del PMI servizi, che ha più che compensato la delusione sul PMI manifatturiero che è sceso contro aspettative di aumento.
La probabilità di mercato di un primo taglio dei tassi BCE è infatti scesa da 48% di lunedì a 36% oggi su aprile, restando al 100% su giugno.
È quest’ultima che limita l’upside dell’euro e in caso di sorprese positive dai dati USA oggi il cambio arretrerebbe.

GBP – La sterlina si è rafforzata contro dollaro principalmente sul cedimento di quest’ultimo da 1,26 a 1,27 GBP/USD tra ieri e oggi, ma è parzialmente arretrata stamani sui PMI domestici che hanno visto quello manifatturiero salire solo marginalmente meno del previsto laddove quello dei servizi si è stabilizzato contro attese di calo.
A meno di sorprese oggi dai dati USA il cedimento dovrebbe restare limitato.
Il mercato infatti prezza pienamente un primo taglio dei tassi BoE ad agosto, successivamente a Fed e BCE, mentre colloca al 52% la probabilità di un primo taglio già a giugno.
Contro euro la sterlina resta in range in area 0,85 EUR/GBP.

JPY – Lo yen si è indebolito ieri contro dollaro da 149 a 150 USD/JPY sulla salita dei redimenti a lunga USA. L’indebolimento continuerebbe in caso di sorprese positive dai PMI statunitensi di oggi.