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22 Aprile 2022 – nota economica giornaliera

AREA EURO
– Ieri la stima flash del morale dei consumatori di aprile della Commissione Europea ha registrato un inatteso miglioramento a -16,9 da -18,7 di marzo.
L’indicatore rimane comunque ben al di sotto della media di lungo periodo, su livelli coerenti con una frenata dei consumi privati tra il 1° e il 2° trimestre del 2022.
– La stima finale dell’inflazione di marzo è stata rivista al ribasso di un decimo al 7,4% a/a, comunque ancora in aumento dal 5,9% di febbraio e su livelli record.
Vediamo un trend discendente per l’inflazione nei prossimi mesi ma i rischi restano verso l’alto (stimiamo una media annua al 6,3% nel 2022).

FRANCIA – Le indagini INSEE di aprile hanno evidenziato un inaspettato miglioramento del morale manifatturiero a 108 da 107 precedente, a fronte però di un calo per le aspettative di produzione.
Stabile invece la fiducia nei servizi; il calo di un punto a 106 dell’indice composito è imputabile alla flessione registrata nel commercio al dettaglio.

STATI UNITI
 – Ieri, l’indice della Philadelphia Fed di aprile è calato di 10 punti a 17,6, ma rimane coerente con crescita dell’attività e dell’occupazione.
Gli indici dei prezzi sono saliti ancora, toccando il massimo dal 1979 a 84,6 per i prezzi pagati.
L’80% delle imprese riporta aumenti dei salari negli ultimi 3 mesi, il 65% prevede nuovi rialzi superiori a quanto programmato, e il 33% intende alzare le retribuzioni prima del previsto.
L’aumento mediano delle retribuzioni è atteso fra 5 e 7,5% nel 2022.
– Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione al 16 aprile erano 184 mila e i sussidi esistenti al 9 aprile sono calati a 1,417 mln, con indicazioni sempre positive sulla domanda di lavoro.

GIAPPONE – Il CPI è aumentato di 1,2% a/a.
L’indice al netto degli alimentari freschi ha registrato una variazione di 0,4% m/m (0,8% a/a); escludendo anche l’energia, il CPI è in rialzo di 0,2% m/m e in calo di -0,7% a/a.
Ad aprile, l’inflazione al netto degli alimentari freschi dovrebbe toccare il 2% a/a per via del confronto con il 2021, che era stato influenzato da un ampio calo delle tariffe della telefonia mobile.
Nel resto del 2022 l’inflazione dovrebbe mantenersi intorno al 2%, in gran parte anche sulla scia dei rialzi dei prezzi energetici, con un rallentamento atteso da inizio 2023.

 

COMMENTI:

BCE – Il vicepresidente della BCE, Luis de Guindos, ha dichiarato a Bloomberg che non vede motivi per non interrompere gli acquisti netti APP a luglio, e che un rialzo dei tassi ufficiali il 21 luglio “è teoricamente possibile”, ma che “si dovranno vedere le previsioni, i differenti scenari e quindi decidere”.
De Guindos è il primo membro del comitato esecutivo ad aprire alla possibilità di un rialzo dei tassi alla riunione di luglio.
Il mercato monetario sconta ormai 3 rialzi dei tassi da 25 punti base entro fine anno.

FRANCIADomenica si terrà il secondo turno delle elezioni Presidenziali: secondo i sondaggi nell’ultima settimana il Presidente uscente Emmanuel Macron avrebbe consolidato il suo vantaggio nei confronti della sfidante Marine Le Pen; il divario resta comunque assai meno ampio rispetto alle elezioni del 2017.

STATI UNITI – Ieri, durante una tavola rotonda sull’economia globale, Powell ha definitivamente confermato le aspettative per un rialzo di 50 pb alla riunione del FOMC di inizio maggio, affermando che “è appropriato a mio avviso muovere un po’ più velocemente” e valutando favorevolmente l’idea di anticipare la rimozione dello stimolo.
In commenti rilasciati a una conferenza qualche ora prima, Powell ha citato l’esempio di Volcker che negli anni ’80 ha attaccato il “drago inflazionistico” e smantellato la convinzione che un’inflazione elevata fosse un “immutabile fatto della vita”.
La citazione di Volcker è un richiamo implicito all’impegno della Fed ad alzare i tassi per domare l’inflazione anche a rischio di generare una recessione.
Bullard (St Louis Fed) ha paragonato il livello attuale dell’inflazione a quelli del 1974 e del 1983, notando che in queste circostanze regole di politica monetaria richiederebbero aumenti significativi dei tassi ufficiali. Tuttavia, secondo Bullard la Fed oggi ha un forte vantaggio, grazie a una maggiore credibilità e alla possibilità di usare la forward guidance, che agisce anche prima che la banca centrale intervenga.
Pertanto, a suo avviso la Fed è meno dietro la curva di quanto potrebbe apparire a prima vista.

 

MERCATI VALUTARI:

USD – Dopo la correzione di ieri il dollaro è risalito e si sta rafforzando anche oggi al consolidarsi di uno scenario di restrizione Fed più robusto dopo che Powell ieri ha dichiarato di ritenere appropriato che la Fed si muova un po’ più velocemente avvalorando le attese di un rialzo di 50 pb alla riunione del 4 maggio.
Nel breve lo scenario di fondo resta dunque favorevole al dollaro.

EUR – Dopo l’iniziale salita di ieri fino a 1,09 EUR/USD l’euro invece è tornato a scendere riportandosi oggi in area 1,07 EUR/USD, penalizzato dal contrasto tra la linea di policy di BCE e Fed.
Anche se infatti dalla BCE De Guindos ha aperto ad un primo rialzo dei tassi già a luglio, ieri invece la Presidente Lagarde ha dichiarato che a causa del conflitto russo-ucraino le previsioni di crescita potrebbero essere tagliate ulteriormente, ribadendo che anche se i rischi sull’inflazione sono verso l’alto il processo di normalizzazione deve essere graduale.
Il netto contrasto tra l’indirizzo di BCE e Fed è il tema chiave che nel breve può comportare ulteriore debolezza dell’euro
.
La moneta unica infatti questa mattina non è riuscita a trarre beneficio dai PMI dell’area che pure sono risultati migliori delle attese.
Quanto al secondo turno delle Presidenziali francesi di domenica, secondo i sondaggi più recenti il Presidente uscente Macron avrebbe consolidato il suo vantaggio rispetto alla sfidante Le Pen: l’opposto sarebbe penalizzante per l’euro.

GBPLa sterlina ha corretto significativamente questa mattina da 1,30 a 1,28 GBP/USD contro dollaro andando a rivedere minimi abbandonati a novembre 2020, penalizzata dai dati sulle vendite al dettaglio di marzo che sono peggiorati più del previsto a causa della crescente inflazione, così come la fiducia dei consumatori.
Miste invece le indicazioni giunte dai PMI, con l’indice per il manifatturiero migliore delle attese e quello dei servizi invece peggiore del previsto.
I dati convalidano le preoccupazioni della BoE.
Ieri Bailey ribadendo la difficoltà di agire per contrastare l’inflazione senza penalizzare ulteriormente la crescita, ha sottolineato che l’elevata inflazione colpisce i redditi reali provocando un rallentamento della crescita.
Anche Mann ha espresso preoccupazione per l’ampia salita dell’inflazione spiegando che per contrastarla i tassi devono salire ancora un po’, espressione che però non indica un sentiero di rialzi più robusto rispetto a quello indicato alle riunioni precedenti, lasciando quindi la sterlina priva di supporto, soprattutto nel confronto diretto con il dollaro sorretto invece dall’azione molto più incisiva della Fed.
Nel breve dunque la sterlina rischia nuova debolezza, in attesa di indicazioni di policy più precise alla riunione BoE del 5 maggio.
Il calo contro dollaro si sta trasferendo anche contro euro da 0,82 a 0,83 EUR/GBP.

JPYLo yen è tornato a indebolirsi ieri contro dollaro ma in misura contenuta, da 127 a 128 USD/JPY, seguendo i movimenti dei rendimenti a lunga USA, che sono risaliti ma senza inaugurare nuovi massimi.
Nuova debolezza resta da attendersi se i rendimenti USA saliranno ulteriormente.
Contro euro invece dopo i minimi di ieri in area 140 EUR/JPY lo yen ha recuperato oggi fino a 138 EUR/JPY, spinto dal calo dell’EUR/USD.
Il ministro delle finanze giapponese Suzuki ha ribadito che le autorità stanno monitorando attentamente i movimenti del cambio, ritenuti molto rapidi, aggiungendo di essere in stretto contatto con le autorità USA.

 

PREVISIONI:

AREA EURO – Oggi saranno diffuse le stime flash dei PMI di aprile, che dovrebbero risentire degli effetti della crisi geopolitica internazionale, che non erano stati completamente incorporati nelle indagini di marzo.
La manifattura dovrebbe essere il settore più penalizzato (vediamo un calo a 54,5 da 56,5) mentre i servizi, seppur ancora supportati dal minor rischio sanitario, potrebbero comunque risentire della maggiore incertezza (vediamo un indice in calo a 55 da 55,6).
L’indice composito è quindi stimato flettere a 54,1 da 54,9 di marzo.
Tra le principali economie, la Francia potrebbe mostrare una migliore tenuta rispetto alla Germania.

STATI UNITI – Oggi gli indici PMI Markit flash di aprile dovrebbero mostrare una correzione per il manifatturiero, a 57 da 58,2, e un rialzo per i servizi, a 58,6 da 58.
Le indagini dovrebbero confermare il proseguimento dell’espansione e l’accelerazione della crescita nel settore dei servizi grazie alla normalizzazione del quadro sanitario.