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21 Ottobre 2021 – nota economica giornaliera

AREA EURO – I dati finali sull’inflazione hanno confermato l’accelerazione della prima lettura: 3,4% a/a e 0,5% m/m in settembre.
La variazione tendenziale è la più alta dal settembre 2008.
La componente energetica spiega direttamente circa metà dell’inflazione osservata, ma il rialzo del mese scorso riflette anche un effetto-riaperture nei servizi.
L’indice sottostante (al netto di alimentari freschi ed energia) ha accelerato da 1,6% a 1,9% a/a.

ITALIA – La produzione nelle costruzioni è rimbalzata di +1,4% m/m ad agosto dopo la flessione di -0,8% m/m a luglio, lasciando l’output nel settore in rotta per una sostanziale stagnazione nel trimestre estivo. Dopo due trimestri di solida espansione, l’edilizia sta rallentando la sua corsa, ma il trend rimane espansivo.

STATI UNITI – Il Beige Book ha riportato crescita moderata ma in rallentamento per via di strozzature all’offerta, carenza di manodopera e incertezza sull’evoluzione della pandemia.
La dinamica occupazionale è vincolata da mancanza di lavoratori, nonostante aumenti salarialirobusti” e i prezzi sono considerati “significativamente elevati”.
Le imprese restano ottimiste sul futuro, ma preoccupate per l’incertezza e la durata dei colli di bottiglia all’offerta.

 

COMMENTI:

GERMANIA – Ieri è arrivata la notizia delle dimissioni del governatore della Deutsche Bundesbank, Jens Weidmann, con decorrenza da fine 2021.
Nella lettera allo staff, Weidmann indica come successo della banca centrale l’avere impedito che la revisione della strategia includesse un overshooting dell’obiettivo di inflazione.
Il successore di Weidmann sarà nominato dal nuovo governo.

STATI UNITI
 – Waller dovrebbe confermare il probabile inizio del tapering a novembre e l’impegno della banca centrale a reagire in caso di inflazione persistentemente elevata.
Ieri, Quarles del Board Fed ha detto che il rialzo dell’inflazione dovrebbe essere transitorio, ma in caso di persistenza di inflazione elevata la Fed dovrebbe rivedere il sentiero atteso dei tassi, segnalando, dopo Brainard e Clarida, che le preoccupazioni per i rischi sui prezzi sono condivise anche dai membri del Board.
Mester della Cleveland Fed ha però sottolineato che la svolta dei tassi non è in arrivo a breve.
– Sul fronte della politica fiscale, il pacchetto redistributivo in discussione in Congresso sta mutando per ottenere i voti di due senatori democratici moderati: le misure dovrebbero essere ridotte a non più di 2 tln di dollari (da 3,5 tln) e il loro finanziamento escluderebbe il rialzo dell’aliquota massima dell’imposta sul reddito.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro è sceso ancora, ma questa mattina è in leggera risalita.
Si tratta di una fase di assestamento con i rendimenti a breve in calo ma quelli a lunga che salgono ancora, il che è coerente con la crescente preoccupazione che emerge dai discorsi Fed circa l’aumentato rischio inflazionistico, ma al contempo con l’incertezza sui tempi per l’avvio del ciclo di rialzi dei tassi, soprattutto dopo che, di recente, il timing atteso del primo rialzo era stato anticipato ulteriormente.
Dai dati USA di oggi, sussidi di disoccupazione e Philly Fed in primis, si attendono ancora segnali misti, ma se dovessero invece sorprendere positivamente il dollaro potrebbe beneficiarne stabilizzandosi o risalendo leggermente.

EURL’euro si è stabilizzato in area 1,16 EUR/USD, restando al di sotto dei massimi di due giorni fa, e oggi apre in leggero arretramento.
Il restringimento dei differenziali di rendimento a breve che aveva favorito la risalita si è infatti fermato, mentre quelli a lunga rimangono in allargamento.
Nel breve resta dominante il tema della svolta Fed, il che limita significativamente l’upside dell’euro (resistenze chiave in area 1,17 EUR/USD), soprattutto finché la BCE “mantiene le distanze” dalla propria svolta di policy.
Se pertanto il timing atteso del primo rialzo dei tassi Fed dovesse essere anticipato ulteriormente, la moneta unica tornerebbe a indebolirsi nuovamente.

GBPLa sterlina ha consolidato ieri sia contro dollaro da 1,37 a 1,38 GBP/USD sia contro euro, anche se ancora in area 0,84 EUR/GBP (dove ha formato un “quadruplo” minimo), ma è scesa in giornata dopo la pubblicazione ieri mattina dei dati di inflazione che hanno mostrato un marginale calo da 3,2% a 3,1% contro attese di stabilizzazione, ed è in lieve calo anche oggi.
Il dato in realtà non altera lo scenario di accresciuti rischi inflazionistici né riduce di fatto la possibilità che il primo rialzo dei tassi BoE venga anticipato a novembre/dicembre, decisione che però dipenderà anche da altri dati, come quelli di domani su PMI e vendite al dettaglio.
Se il recente rallentamento della ripresa dovesse rivelarsi più ampio del previsto questo potrebbe essere infatti un elemento per non anticipare l’avvio del ciclo di rialzi dei tassi, che è invece “garantito” a febbraio.
Se i dati di domani, dai quali si attendono ancora indicazioni miste, dovessero deludere, la salita della sterlina potrebbe fare una pausa.

JPYDopo aver aggiornato ieri i minimi dell’anno contro dollaro in area 114 USD/JPY lo yen ha recuperato leggermente fino a 113 USD/JPY, un movimento che appare perlopiù tecnico e dovuto a fattori cautelativi (prese di profitto sugli asset che avevano beneficiato ultimamente dell’impostazione risk-on dei mercati).
Analoga la dinamica contro euro in calo ieri da 132 a 133 EUR/JPY e in risalita oggi sugli stessi livelli.
La fase di assestamento che sta interessando il dollaro in base alle aspettative sui tassi Fed e i mercati in generale in relazione ai rischi dello scenario globale di ripresa dalla pandemia potrebbe agevolare una pausa nella discesa dello yen dopo l’accelerazione ribassista recente.

 

PREVISIONI:

AREA EURO – In agenda l’indice di fiducia dei consumatori della Commissione Europea di ottobre, atteso correggere a -5,5 da -4,0 precedente

FRANCIA – L’INSEE comunicherà il dato relativo alla fiducia delle imprese manifatturiere sempre relativo a ottobre, visto calare a 101 punti da 106 di settembre

STATI UNITI
– Oggi l’indice della Philadelphia Fed di ottobre dovrebbe correggere a 25 da 30,7, segnalando espansione su ritmi modestamente inferiori rispetto a settembre per via di colli di bottiglia all’offerta e prezzi in rialzo.
– Le vendite di case esistenti di settembre sono previste in crescita e le richieste di sussidi di disoccupazione di metà ottobre dovrebbero mantenersi sui minimi da marzo 2020.