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21 Novembre 2022 – nota economica giornaliera

ITALIA – La produzione nelle costruzioni è cresciuta per il secondo mese a settembre, dello 0,2% m/m (7,7% a/a) da un precedente 2,5% m/m (9,5% a/a).
I progressi registrati a fine estate non sono però sufficienti a compensare le pesanti flessioni dei mesi precedenti: nel 3° trimestre la produzione si è contratta di -2,2% t/t dopo il +0,3% t/t visto in primavera.
Dopo un 2021 e un inizio di 2022 particolarmente solidi, l’attività nel settore sembra essere entrata in una fase di chiaro rallentamento, destinata a proseguire anche nei prossimi mesi.

GERMANIA – Poco fa, i prezzi alla produzione hanno registrato una flessione di -4,2% m/m, per via del calo dei prezzi energetici (-10,4% m/m).
Di conseguenza la variazione tendenziale è scesa al 34,5% a/a da 45,8% di settembre.

STATI UNITI – Venerdì, le vendite di case esistenti di ottobre hanno mostrato la non a flessione consecutiva, calando a 4,43 mln (-5,9% m/m), con le scorte in calo per il terzo mese consecutivo, su livelli equivalenti a 3,3 mesi di vendite.
Recentemente i tassi sui mutui si sono stabilizzati e hanno registrato un modesto calo, segnalando un possibile punto di minimo per il mercato immobiliare.

 

COMMENTI:

ITALIA – Il Consiglio dei Ministri, atteso nel tardo pomeriggio di oggi, dovrebbe approvare la Legge di Bilancio 2023.
La manovra lorda è attesa valere oltre 30 miliardi, di cui 21 miliardi finanziati in deficit (tutti destinati a contrastare gli effetti del caro-energia, ma solo fino al 1° trimestre 2023), 4 miliardi dai fondi di coesione europei, 3 miliardi dalla nuova tassa sugli extraprofitti, 2 miliardi dalle modifiche al reddito di cittadinanza e un importo non precisato dalla rottamazione delle cartelle esattoriali.
Tra gli altri interventi, potrebbe essere inserito un taglio del cuneo fiscale da circa 5 miliardi, l’innalzamento da 65 a 85 mila euro del limite di fatturato per la flat tax per gli autonomi, la flat taxincrementale” per autonomi e professionisti, e la detassazione dei premi di produttività per i dipendenti; in tema di pensioni, “quota 41” dovrebbe essere associata a 61 o 62 anni di età (il regime transitorio si applicherebbe al solo 2023).

ITALIA – Venerdì sera Fitch ha confermato il rating sovrano dell’Italia a ‘BBB’ con outlook ‘stabile’.

BCE – Venerdì, sia Nagel (Bundesbank) sia Knot (DNB) hanno sostenuto che la BCE debba portare i tassi a livelli tali da frenare la domanda, anche Knot ha ammesso che il passo della restrizione potrebbe rallentare.
Inoltre, Nagel sostiene che la riduzione del portafoglio APP dovrebbe essere avviata già all’inizio del 2023, e che ciò potrebbe abbassare il livello dei tassi ufficiali necessario a garantire il ritorno dell’inflazione al 2%.
Un’indicazione che si stiano avvicinando annunci sulla riduzione dei reinvestimenti APP è venuta anche dalla presidente Lagarde: “è opportuno che il bilancio sia normalizzato in modo prevedibile e regolare”.
La parte della riduzione del bilancio legata al rimborso delle TLTRO è partita con 296 miliardi di euro – un po’ più di quanto ci attendessimo (200 mld) ma molto meno delle esagerate attese di consenso (500 miliardi).
La quota di fondi rimborsata anticipatamente potrebbe salire a circa il 60% con la finestra di dicembre.

STATI UNITI – Il focus sarà sulla pubblicazione dei verbali della riunione del FOMC di novembre, che dovrebbero far prevalere il messaggio molto hawkish della conferenza stampa di Powell rispetto a un comunicato quasi neutrale, segnalando che la Fed ha ancora lavoro da fare e che la riduzione attesa del ritmo dei rialzi è necessaria per valutare gli effetti della restrizione già attuata ma non implica che il punto di arrivo sia già raggiunto.
Dalla Fed, Daly (San Francisco Fed) ha detto che a suo avviso i tassi devono salire verso un intervallo compreso fra 4,75% e 5,25%, dove poi la Fed potrà fermarsi per una pausa, potenzialmente prolungata, seguendo una strategia di “raise to hold”.
Daly ha precisato che una pausa ora è fuori discussione, anzi non è proprio parte della discussione, concentrata al momento sul ritmo dei rialzi e sul livello dei tassi “sufficientemente restrittivo”.
Bostic (Atlanta Fed) ritiene che altri 75-100pb di rialzi siano giustificati dal contesto macroeconomico, anche se è appropriato ora ridurre il ritmo delle variazioni da 75pb attuate nelle scorse riunioni.
A suo avviso, è opportuno evitare di adottare una politica di “stop and go prima che l’inflazione sia su una salda traiettoria verso il 2%.

ONU – La COP27 si è conclusa con un fallimento totale nell’ambito della mitigazione: non ci sono progressi sul piano di abbandono dei combustibili fossili, carbone in primis, senza il quale diventa velleitario immaginare che il riscaldamento globale possa essere limitato a 1,5°C.
Un accordo di principio è stato invece raggiunto sul fondo per sostenere i paesi poveri più colpiti da danni ambientali connessi al cambiamento climatico, anche se si tratta per ora di un guscio vuoto da riempire di contenuti nel 2023.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro ha chiuso la settimana passata pressoché stabile sui livelli di apertura, ma dopo essere sceso in settimana su nuovi minimi e stabilizzandosi comunque su livelli molto bassi.
Oggi apre al rialzo grazie a un nuovo aumento della risk aversion dovuto alla risalita dei contagi da Covid in Cina e conseguente re-introduzione, localizzata, di misure di contenimento.
I dati USA in uscita nei prossimi giorni (PMI, vendite di case e ordini di beni durevoli) dovrebbero offrire altra evidenza del rallentamento della crescita, mentre i verbali del FOMC dovrebbero argomentare che il passaggio a rialzi dei tassi più contenuti si può comunque conciliare con un punto di arrivo del ciclo di rialzi più elevato.
Tendenzialmente dunque, a meno di sorprese significative, il dollaro dovrebbe stabilizzarsi, recuperando marginalmente, piuttosto che scendere verso nuovi minimi.

EUR – L’euro ha chiuso la settimana passata circa stabile sui livelli di apertura in area 1,03 EUR/USD dopo essere passato però per un temporaneo rafforzamento verso massimi di rilievo in area 1,04 EUR/USD.
Oggi apre in calo in area 1,02 EUR/USD di riflesso alla salita del dollaro.
I dati dell’area nei prossimi giorni (PMI, fiducia dei consumatori e IFO tedesco) dovrebbero corroborare uno scenario di contrazione del PIL nel trimestre corrente.
Le indicazioni tuttavia dalla BCE a favore di rialzi dei tassi potenzialmente in territorio restrittivo e il ridimensionarsi dell’upside del dollaro contribuiscono a contenere il downside del cambio.
L’euro dovrebbe quindi tendenzialmente stabilizzarsi nella fascia 1,01-1,03 EUR/USD.

GBP – La sterlina ha chiuso la settimana passata in marginale salita contro dollaro in area 1,18 GBP/USD, ma dopo oscillazioni intra-settimanali tra 1,17 e 1,20 GBP/USD.
Oggi apre in calo sul generalizzato rafforzamento del biglietto verde e nuova debolezza dovrebbe mostrare nei prossimi giorni in vista dell’ulteriore calo atteso dei PMI.
Il downside dovrebbe tuttavia essere limitato, anche per via del ridimensionarsi dell’upside del dollaro.
Contro euro la sterlina è in rafforzamento a 0,86 da 0,88 EUR/GBP di lunedì scorso, ma resta esposta a rinnovato indebolimento.

JPY – Lo yen ha chiuso la settimana passata in calo contro dollaro sulla risalita dei rendimenti a lunga USA, e in scia a questo, oltre che al rafforzamento generalizzato del biglietto verde, oggi apre in ulteriore indebolimento da 140 a 141 USD/JPY.
Il downside dovrebbe comunque restare contenuto essendo limitato anche l’upside dei rendimenti USA nei prossimi giorni.
Contro euro, lo yen è in marginale rafforzamento da 145 a 144 EUR/JPY, complice il calo dell’EUR/USD.

 

PREVISIONI:

AREA EURO – Questa settimana, la tornata di indagini di fiducia di novembre potrebbe mostrare una sostanziale stabilizzazione su livelli ancora ampiamente recessivi del morale di consumatori e imprese.
In calendario anche la seconda stima del PIL tedesco con la pubblicazione dello spaccato delle componenti.

STATI UNITI
 – Oggi non ci sono dati e la settimana è accorciata dalla festività di Thanksgiving, con poche informazioni in uscita.
In termini di dati, gli indici PMI Markit flash di novembre dovrebbero confermare il sentiero di rallentamento sia nei servizi sia nel manifatturiero, con indicazioni di scivolamento verso la recessione.
– Per ottobre, le vendite di nuove case dovrebbero proseguire sul trend verso il basso, mentre gli ordini di beni durevoli dovrebbero essere in modesto rialzo.