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21 Luglio 2023 – nota economica giornaliera

AREA EURO
 – Nell’Eurozona l’indice di fiducia dei consumatori è salito di un punto a luglio, a -15,1, il livello più alto dallo scoppio del conflitto in Ucraina, sia pure ancora inferiore alla media di lungo periodo.
Il miglioramento dell’indice rispetto al 1° trimestre è compatibile con un modesto rimbalzo dei consumi privati tra la primavera e l’estate ma nei prossimi mesi, nonostante il calo dell’inflazione e la tenuta del mercato del lavoro, il rialzo dei tassi dovrebbe contribuire a comprimere le spese delle dei nuclei famigliari.
– La stima del PIL relativa al 1° trimestre è stata infine rivista al rialzo di un decimo, zero da un precedente -0,1% t/t.
La revisione beneficia di un apporto più positivo delle esportazioni nette (+0,7pp) che ha bilanciato il contributo negativo di domanda interna (-0,4pp) e scorte(-0,3pp).

FRANCIA – L’indice composito INSEE di fiducia economica delle imprese di luglio è rimasto stabile sulla media di lungo periodo.
Invariate anche le letture per manifattura (100), servizi (102) e costruzioni (106), mentre è aumentato il morale nel commercio al dettaglio (a 106 da 102).
La stabilizzazione di luglio lascia gli indici su livelli inferiori a quelli toccati in media nel 1° semestre dell’anno, e le componenti relative alle aspettative, soprattutto nei servizi, mostrano segnali di rallentamento del ciclo nei prossimi trimestri.
Stimiamo un PIL in crescita a 0,2% t/t nel 2° trimestre mentre vediamo una sostanziale stagnazione dell’attività nel 2° semestre.

STATI UNITI
 – Ieri l’indice della Philadelphia Fed di luglio è rimasto sostanzialmente invariato rispetto al mese precedente, registrando un aumento di soli due decimi a -13,5.
Le consegne hanno evidenziato la flessione più marcata, mostrando una netta inversione di tendenza (a -12,5 da 9,9), e gli ordini sono calati in territorio ancor più negativo (-15,9).
L’indicatore sull’occupazione ha subito una flessione meno marcata ma è anch’esso in territorio recessivo (-1 da -0,4).
Si rileva infine una lieve riduzione dei prezzi pagati a fronte di un consistente aumento dei prezzi ricevuti.
Segnali positivi sono venuti dalle aspettative a 6 mesi, in rialzo per il secondo mese consecutivo, con previsioni di modesta riaccelerazione dell’attività nei prossimi mesi.
– Le vendite di case esistenti a giugno sono calate moderatamente, a 4,16 milioni dai 4,3 milioni di maggio (-3,3% m/m, -18,9% a/a), in linea con la persistente scarsità di unità immobiliari sul mercato.
Le scorte di case invendute restano relativamente basse, pari a 3,1 mesi di vendite, su valori pari a circa la metà dei livelli pre-pandemici.
– Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione al 15 luglio sono calate a 228 mila unità (-9 mila unità rispetto alla settimana precedente).
I sussidi esistenti all’8 luglio sono saliti a 1,754 milioni di unità (+33 mila), mantenendosi al di sotto dei massimi registrati ad aprile.

 

COMMENTI:     

ITALIA – Ieri il governo italiano ha comunicato di avere raggiunto un accordo con la Ue per lo sblocco della terza rata del PNRR.
Il pagamento, che potrebbe arrivare entro settembre, sarà parziale (18,5 miliardi contro i 19 miliardi inizialmente previsti), ma, in caso di pieno raggiungimento degli obiettivi, i fondi mancanti verranno integrati nella quarta tranche (che salirà a 16,5 miliardi).
L’impasse che bloccava l’erogazione dei fondi è stata risolta trasformando il target quantitativo legato ai contratti di locazione per le residenze studentesche (7.500 posti letto per studenti da assegnare entro il 31 dicembre 2022) in un milestone qualitativo intermedio (l’avvio delle assegnazioni per completare l’obiettivo di 60 mila letti entro il 2026) da raggiungere entro il 30 giugno 2023.
Con la decisione, presentata alla Cabina di regia del PNRR, il governo ha comunicato che presenterà formalmente la proposta di modifica della quarta rata alla Commissione europea.
La proposta sarà esaminata dalla stessa Commissione e poi dal Consiglio dell’Ue congiuntamente alle altre 10 proposte di modifica della quarta rata già esaminate dalla Cabina di Regia e presentate l’11 luglio alla Commissione.

AREA EURO – Non ci sono dati in calendario per oggi in Eurozona, mentre domenica si terranno le elezioni politiche in Spagna: gli ultimi sondaggi continuano a dare il Partito Popolare in vantaggio ma non in misura tale da raggiungere la maggioranza assoluta dei seggi al Congresso, rendendo necessario un accordo post-elettorale per formare un governo.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro è risalito ulteriormente tra ieri e oggi dopo che i dati sui sussidi di disoccupazione settimanali sono scesi a sorpresa contro attese di aumento.
Il mercato, infatti, non esclude un secondo rialzo dei tassi Fed dopo quello atteso mercoledì prossimo e vi attribuisce una probabilità poco sopra il 30%. Inoltre, con condizioni ancora così tirate sul mercato del lavoro l’inversione di rotta di policy (avvio di un ciclo di tagli dei tassi) potrebbe essere rinviata rispetto allo scenario attuale che la collocherebbe già nel 1° trimestre dell’anno prossimo.
In attesa del FOMC di mercoledì il dollaro potrebbe quindi nel frattempo consolidare o comunque tendenzialmente stabilizzarsi.

EURL’euro ha corretto ulteriormente da 1,12 a 1,11 EUR/USD sul generalizzato recupero del dollaro: l’incertezza sull’opportunità o meno di un secondo rialzo dei tassi BCE a settembre dopo quello atteso alla riunione di giovedì prossimo può mantenerlo sulla difensiva.
Ieri la fiducia dei consumatori dell’area è marginalmente migliorata contro attese di stabilizzazione ma il cambio non ne ha beneficiato, anche perché l’indice rimane in territorio negativo.

GBPAnche la sterlina ha corretto ieri sul recupero del dollaro da 1,29 a 1,28 GBP/USD e resta in lieve calo anche oggi, nonostante un modesto e breve recupero questa mattina si dati delle vendite al dettaglio che sono risultati molto migliori del previsto.
Il mercato mantiene infatti attese di 75-100 pb di rialzi dei tassi BoE entro fine anno, il che ha favorito un lieve rafforzamento della sterlina contro euro tra ieri e oggi, seppure contenuto in area 0,86 EUR/GBP.
Poiché la riunione BoE sarà fra due settimane, il 3 agosto, nel frattempo la sterlina seguirà più i driver di dollaro anche in funzione dell’esito del FOMC.
Tuttavia, lunedì potrebbe indebolirsi ancora contro dollaro sui PMI domestici attesi in calo.

JPYAnche lo yen è sceso ulteriormente contro dollaro da 139 a 141 USD/JPY complici sia il rafforzamento del biglietto verde sia i dati di inflazione giapponesi di questa notte che rimangono al di sopra del target.
Questo dovrebbe portare la BoJ a rivedere verso l’alto le previsioni di inflazione alla riunione di venerdì prossimo, ma le ultime dichiarazioni di Ueda – secondo il quale l’inflazione sarebbe ancora lontana da un rientro stabile verso il target – mantengono il dubbio che la BoJ preferisca ancora astenersi dall’allentare il controllo della curva dei rendimenti.
Lo yen potrebbe pertanto mantenersi sulla difensiva salvo poi tendenzialmente stabilizzarsi in attesa delle due riunioni ravvicinate di Fed (mercoledì) e BoJ (venerdì).
Oggi lo yen è in ampio calo anche contro euro da 155 a 158 EUR/JPY.