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21 Luglio 2020 – nota economica giornaliera

AREA EURO – La pandemia ha esercitato un effetto negativo sul saldo di parte corrente della bilancia dei pagamenti, calato al 2,2% del PIL nei 12 mesi fino al maggio 2020 dal 2,7% dei 12 mesi precedenti. In maggio, il peggioramento rispetto a 12 mesi prima è concentrato nella bilancia commerciale e nei redditi secondari.
I dati sul conto finanziario mostrano una ripresa di flussi di portafoglio in ingresso e in uscita, in particolare sui titoli di debito.

GIAPPONE – Il CPI a giugno è in rialzo di 0,1% a/a, come a maggio. L’indice al netto degli alimentari freschi (core) è invariato su base annua, dopo -0,2% a/a a maggio, con un minor contributo negativo dell’energia e la fine degli effetti del calo delle tariffe della telefonia mobile del 2019. Escludendo gli effetti del rialzo dell’imposta sui consumi e della riduzione delle tasse scolastiche attuati a fine 2019, il CPI core corregge di -0,3% a/a.
L’indice core-core (al netto di alimentari freschi ed energia) aumenta di 0,4% a/a, come a maggio. Le previsioni per il resto dell’anno sono di inflazione intorno a zero fino all’autunno, con un possibile ritorno su tassi di variazione negativi fra fine 2020 e inizio 2021.
L’ampio output gap causato dalla recessione in atto dall’autunno 2019 dovrebbe contribuire a frenare la dinamica inflazionistiche nei prossimi trimestri.

 

COMMENTI:

UNIONE EUROPEA – Il Consiglio Europeo straordinario si è chiuso stamane con l’annuncio di un accordo politico su budget 2021-27 e Next Generation EU.
Le conclusioni del vertice sui punti fondamentali sono così riassumibili:
1. Il bilancio 2021-27 è fissato a 1074 miliardi di euro, come nella proposta Michel.
2. La dimensione di Next Generation EU resta a 750 miliardi di euro. Tuttavia, la spesa scende a 390 miliardi e i prestiti salgono a 360 miliardi. In pratica, ciò significa che il programma sarà più piccolo, perché gli Stati membri con i costi di rifinanziamento bassi non avranno interesse a richiedere i prestiti. Inoltre, la ristrutturazione del programma ha accentuato la concentrazione dei flussi nel Recovery and Resilience Fund (RRF) con una quota di spesa diretta dell’UE di 312,5 miliardi, circa invariata. Di contro, vengono drasticamente ridotti Horizon Europe, InvestEU, Just Transition Fund, Rural Development.
3. Allocazione: il 70% del RRF saranno impegnate nel 2021 e nel 2022, sulla base della regola proposta dalla Commissione Europea; il restante 30% sarà impegnato entro la fine del 2023 sulla base di una regola che attribuisce lo stesso peso alla riduzione del PIL nel 2020 e alla variazione cumulata 2020-21, in luogo del criterio basato sul tasso di disoccupazione storico. Per quanto riguarda i prestiti, la quota di ogni Stato membro non può eccedere il 6,8% del suo reddito nazionale lordo.
4. Controllo: i piani per la ripresa e la resilienza saranno vagliati dalla Commissione Europea, ed è confermato che devono ottenere il massimo punteggio in termini di coerenza con le raccomandazioni del semestre europeo. Le conclusioni sembrano invece depotenziare il criterio di rispetto del Green Deal rispetto alla proposta originaria, ma occorrerà attendere la modifica della proposta di regolamento per esserne certi.
L’approvazione è demandata al Consiglio, a maggioranza qualificata, su proposta della Commissione Europea. Resta la valutazione degli stati di avanzamento per lo sblocco dei pagamenti: il giudizio è demandato alla Commissione, che deve consultare il comitato economico e finanziario; è prevista la possibilità per uno Stato membro di contestare lo sblocco del pagamento e di richiedere che la materia sia esaminata dal Consiglio Europeo, che si pronuncerà entro 3 mesi.
La stampa italiana riferisce di stime sull’allocazione destinata all’Italia, presumibilmente basate sulle previsioni di crescita della Commissione, che porterebbero a un massimo di 82 miliardi di trasferimenti fra 2021 e 2023, mentre la quota di prestiti sarebbe di 127 miliardi.
Il piano rappresenta una buona occasione per contrastare gli effetti negativi della restrizione di bilancio che l’Italia sarà plausibilmente obbligata ad attuare nei prossimi anni per riportare il debito su una traiettoria discendente, ed offre un incentivo ad attuare le riforme strutturali necessarie per migliorare le prospettive di crescita del Paese.

STATI UNITIContagi 3.829.920, nuovi contagi 61.900, decessi 140.905, guarigioni 1.160.087 (Fonte: JHU).
I nuovi casi negli ultimi 14 giorni sono in aumento in 44 stati, stabili in 7 stati e in calo in 3 stati (fonte: NYT). Fra questi ultimi, c’è l’Arizona, che aveva avuto una crescita massiccia dei nuovi contagi da inizio giugno e aveva reintrodotto restrizioni alle attività aggregative e l’obbligo di indossare mascherine.
Il governatore ha indicato che, sebbene R0 ora sia inferiore a 1, le restrizioni proseguiranno e probabilmente l’obbligo di indossare le mascherine durerà fino a fine anno.
La diffusione di contromisure per fermare i nuovi contagi in gran parte degli stati colpiti rende probabile che la curva della pandemia torni a scendere, anche se è difficile prevedere i tempi e i ritmi dell’aggiustamento.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro apre la settimana in calo sul generale miglioramento di sentiment dovuto a ulteriori risultati positive di test vaccinali contro il coronavirus e al raggiunto accordo UE per il “recovery fund”. L’aumento dei contagi USA resta tuttavia da monitorare: una risalita della risk aversion tornerebbe a favorire il dollaro.

EURL’euro è salito fino a 1,1469 EUR/USD sulla notizia del raggiungimento dell’accordo questa notte per il “recovery fund” ma poi ha ritracciato fino a 1,1421 EUR/USD, essendo l’esito della riunione UE sostanzialmente in linea con le attese. I 750 miliardi del programma saranno allocati a sussidi per 390 miliardi e prestiti per 360 miliardi. Il cambio si è mantenuto al di sotto del massimo di marzo a 1,1492 EUR/USD: se tale resistenza viene preservata lo slancio rialzista recente dovrebbe andare esaurendosi.

GBPLa sterlina ha aperto la settimana in salita sia contro dollaro da 1,25 a 1,27 GBP/USD sia contro euro da 0,91 a 0,90 EUR/GBP, in un movimento dovuto soprattutto al generalizzato indebolimento del biglietto verde e a fattori tecnici.
In assenza di progressi in occasione del nuovo round di negoziati in corso con l’UE la valuta britannica rischia di correggere.

JPYLo yen rimane pressoché stabile contro dollaro in area 107 USD/JPY e in calo contro euro da 122 a 123 EUR/JPY (minimo a 123,02) per via del rafforzamento dell’EUR/USD.
In assenza di variazioni significativa della risk aversion il cambio si mantiene in range.