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21 Aprile 2020 – nota economica giornaliera

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AREA EURO – In vista della riunione del Consiglio Europeo di giovedì 23, la Spagna ha presentato una sua proposta operativa per il Recovery Fund, circolata prima ufficiosamente come non-paper, poi ripresa dalla stampa nazionale e internazionale.
Il piano prevede la costituzione di un fondo specifico per l’erogazione di finanziamenti a fondo perduto agli Stati membri, mediante l’accorgimento di far emettere obbligazioni perpetue garantite dal bilancio UE. In questo modo, il meccanismo dovrà preoccuparsi di garantire il flusso di interessi, ma non il rimborso delle quote di capitale. I trasferimenti dovranno avvenire per programmi coerenti con le priorità del Green Deal, della transizione digitale dell’economia e dell’autonomia industriale e tecnologica: tuttavia, l’allocazione sarebbe parametrata a variabili che riflettano il peggioramento della situazione economica locale (caduta del PIL o aumento della disoccupazione).
La dimensione proposta è del 10-15% del PIL dell’Eurozona, cioè fino a 1500 miliardi.
Per la copertura del servizio del debito (ridotto, come si è detto, al solo pagamento degli interessi), la Spagna propone l’istituzione di una o più imposte europee, svincolate da contribuzioni degli Stati membri, ma anche la possibile retrocessione di una parte del signoraggio BCE.
La Spagna propone anche un potenziamento del budget pluriennale 2021-27 dell’UE, elevando il limite per le risorse proprie oltre l’attuale 1,2% del reddito nazionale lordo e accrescendone la flessibilità. Infine, la Spagna lancia anche il sasso della piena armonizzazione fiscale e dell’eradicazione delle pratiche fiscali scorrette fra Stati membri.
La proposta spagnola è molto vicina a quella francese, presentata prima della riunione dell’Eurogruppo del 9 aprile, dalla quale però si distacca introducendo l’accorgimento delle emissioni perpetue, che consente di trasformare i crediti in trasferimenti a fondo perduto.
L’idea dei trasferimenti a fondo perduto era presente in una proposta olandese, che però ipotizzava un programma molto piccolo, di qualche decina di miliardi di euro soltanto.
Rispetto alla proposta di Giavazzi e Tabellini, che pure prevedeva l’emissione di obbligazioni perpetue, il governo spagnolo sceglie di ancorare le emissioni al bilancio dell’Unione Europea, perciò, evita di introdurre una generica messa in comune delle emissioni di debito degli Stati membri, ipotesi respinta anche dalla risoluzione del Parlamento Europeo del 17 aprile e vigorosamente osteggiata da diversi Stati membri.
– Secondo Timmermans, vicepresidente della Commissione Europea, la proposta potrebbe essere la base per un compromesso; Timmermans ha invitato Olanda e Italia a uscire dalle loro trincee e ad esaminarla con attenzione. Refinitiv cita però fonti diplomatiche secondo le quali giovedì non sarà presa ancora alcuna decisione sul Recovery Fund.

FRANCIA – L’OFCE ha diffuso una nuova stima dell’impatto che sta avendo l’epidemia in Francia. Sulla base dei loro dati, le settimane di confinamento produrranno una perdita di attività pari a circa 120 miliardi di euro, pari al 32% del valore totale che sarebbe stato prodotti in condizioni normali. L’impatto in termini di PIL annuo sarebbe quindi del 5% ed è coerente con le precedenti stime di INSEE e Banque de France. Si stima anche che si sarebbe prodotto un risparmio aggiuntivo delle famiglie stimabile in 55 miliardi di euro, che verosimilmente verrà parzialmente impiegato dopo la fine del confinamento. Tra i settori più colpiti si conferma quello edilizio, dove l’attività si è praticamente fermata. Per il periodo di transizione e di progressiva riapertura, ora in Francia si comincia a pensare a un periodo fino a fine agosto: secondo stime del ministero delle Finanze, l’impatto di due settimane di transizione sarebbe pari a quello di una settimana di confinamento. Quindi nella fase di transizione si potrebbe vedere un calo dell’attività di un altro 2-3% del PIL. Si stima infine che circa il 65% del calo dei redditi innescato dall’epidemia sarà assorbito dalle misure messi in campo dal governo (e scaricato tramite aumento del deficit), mentre il restante 35% potrebbe scaricarsi sulla domanda finale.

ITALIA – Nulla di fatto sul “decreto aprile”: il Consiglio dei ministri si è limitato a stanziare altri 900 milioni per l’emergenza sanitaria, a valere sul Fondo per le emergenze nazionali, e a rimandare le elezioni amministrative e regionali e il referendum sul taglio dei parlamentari.
Intanto fonti di stampa riferiscono che il quadro tendenziale del DEF in preparazione includerebbe un PIL in calo di circa l’8% quest’anno e in recupero di 4/4,5% nel 2021 (nel quadro non sarebbero inclusi gli effetti del “decreto aprile”, atteso valere oltre 70 miliardi di euro in termini di saldo netto da finanziare).
Oggi il premier Conte riferisce in Parlamento sull’emergenza sanitaria; decreto aprile e DEF potrebbero arrivare sul tavolo del CdM domani.

STATI UNITI – Covid-19 update
 – Contagi  787.370,  nuovi  contagi  25.200,  decessi  42.335,  guarigioni  70.337,  test  totali  4.003.551 (Fonte: JHU). Georgia, Tennessee e South Carolina hanno indicato che alcune attività potranno riprendere a breve. Analizzando l’andamento delle curve dei contagi e dei decessi nei singoli Stati con le proiezioni dell’Institute for Health Metrics and Evaluation dell’Univ. of Washington, si può stimare che entro metà maggio possa esserci una riapertura delle attività in un numero di Stati che rappresentano circa il 35% del PIL totale, e che entro il 1° giugno l’attività possa essere riaperta in stati che complessivamente producono circa l’80% del PIL.
– Il pacchetto attualmente in discussione dovrebbe includere fondi per circa 450 mld di dollari, rifinanziando con 310 mld il Paycheck Protection Program, i cui 350 mld di fondi per prestiti alle piccole imprese sono stati esauriti la settimana scorsa. Il nuovo pacchetto dovrebbe includere anche 75 mld per finanziare le spese degli ospedali e 25 mld per aumentare la capacità di condurre test, oltre ad altri fondi.
– Le finanze statali, con il crollo delle entrate e l’esplosione dei sussidi di disoccupazione, sono sotto stress crescente. I fondi con le riserve per i sussidi di disoccupazione erano pari a circa 5 settimane prima dell’inizio della crisi per California e NY. Lo Stato di NY, che ha esaurito circa la metà dei fondi disponibili, ha chiesto al governo federale un prestito di 4 mld per far fronte all’erogazione dei sussidi.
Il Massachusetts e la California hanno utilizzato il 55% e il 40% dei fondi, rispettivamente. In recessione, gli Stati possono accedere a prestiti senza interesse dal governo federale per il pagamento dei sussidi. L’amministrazione e i repubblicani per ora continuano a frenare l’inclusione di fondi per gli Stati nel pacchetto di nuove misure in discussione.
– Il presidente Trump, in un tweet, ha annunciato che sospenderà l’immigrazione negli USA. Il testo del tweet è il seguente: “alla luce dell’attacco del Nemico Invisibile, e per proteggere l’occupazione dei nostri GRANDI cittadini americani, firmerò un Ordine Esecutivo per sospendere temporaneamente l’immigrazione negli Stati Uniti!”. Non sono state fornite altre indicazioni al riguardo e non è chiaro se e quando l’ordine esecutivo verrà emesso.

 

MERCATI VALUTARI:

USD – Il dollaro ha aperto la settimana in rafforzamento ma mantenendosi all’interno del range di venerdì. L’avversione al rischio funge da fattore di sostegno per il biglietto verde, ma l’incertezza rimane elevata e potrebbe favorire ancora volatilità.

EURL’euro ha aperto la settimana in calo, ma mantenendosi in area 1,08 EUR/USD. L’attesa per la videoconferenza del Consiglio Europeo di giovedì, dove i mercati si aspettano che rimangano divisioni sui nuovi interventi anti-crisi, contribuisce a tenere il cambio sulla difensiva. Previsioni negative per lo ZEW tedesco di oggi.

GBPLa sterlina ha aperto la settimana in lieve calo da 1,25 a 1,24 GBP/USD contro dollaro e da 0,86 a 0,87 EUR/GBP contro euro, mantenendosi comunque sui livelli degli ultimi giorni. Le notizie negative a livello domestico sul fronte della pandemia hanno contribuito a indebolire la valuta britannica, che potrà anche risentire dei dati negativi in uscita nei prossimi giorni. Al termine del primo giorno di colloqui ieri del secondo round dei negoziati tra Regno Unito e UE, il caponegoziatore UE Barnier ha dichiarato che l’Unione punta a ottenere “tangibili progressi” entro giugno circa il raggiungimento di un accordo e similmente si è espresso anche Frost, la controparte britannica. Sviluppi non favorevoli su questo fronte penalizzerebbero la sterlina. Intanto dalla BoE sia Haldane sia Broadbent hanno ribadito che gli effetti della pandemia sono molto negativi per l’economia britannica. Secondo Broadbent la previsione dell’OBR di un calo del PIL del 35% nel 2° trimestre non sembra irrealistica.

JPYIn assenza di novità rilevanti lo yen ha aperto la settimana stabile sui livelli di chiusura in area 107 USD/JPY contro dollaro e solo in lieve rafforzamento da 117 a 116 EUR/JPY contro euro. L’incertezza rimane dominante favorendo una dinamica laterale.

 

PREVISIONI:

GERMANIA – In aprile, l’indice ZEW dovrebbe rimanere invariato, dopo lo storico crollo a -58,2 punti di marzo. L’indice delle aspettative è atteso passare da -49,5 a -45, con il calo mitigato dalle massicce politiche fiscali messe in campo dal Governo; l’indice DAX, un proxy attendibile della fiducia degli investitori, dovrebbe recuperare quasi un terzo delle perdite di febbraio e di marzo.

STATI UNITI – Le vendite di case esistenti a marzo sono attese in calo da 5,77 mln di febbraio, con un ritorno sui livelli di gennaio. In questa occasione le indicazioni positive dei contratti di compravendita dovrebbero essere disattese per via della chiusura delle attività in gran parte del paese nel mese di marzo. Potrebbe esserci una tenuta su base regionale, negli Stati centrali meno colpiti dalle misure di restrizione dell’attività invece diffuse negli stati occidentali e orientali.