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21 Agosto 2019 – nota economica giornaliera

MERCATI VALUTARI – Commenti e indicazioni:

GBP – La sterlina ha avuto una giornata movimentata ieri seguendo il flusso di notizie su Brexit: prima è scesa sia contro dollaro (fino a 1,2063 GBP/USD) sia contro euro (fino a 0,9183 EUR/GBP) ma poi è risalita rispettivamente fino a 1,2181 GBP/USD e 0,9099 EUR/GBP. A determinare il calo è stata la risposta del Presidente del Consiglio UE alla lettera inviatagli lunedì dal premier britannico Boris Johnson, che chiedeva di sostituire il “backstop” sull’Irlanda con un impegno a trovare un accordo alternativo. Donald Tusk ha infatti ribattuto che la missiva di Johnson non conteneva “alternative realistiche” spiegando che “il backstop rappresenta una garanzia per evitare la creazione di un confine fisico tra Irlanda e Irlanda del Nord a meno che e fino a che non si trovi un’alternativa”. Tusk ha anche aggiunto che “chi è contro il backstop e non propone alternative realistiche di fatto supporta la ricostituzione di un confine fisico, anche se non lo ammette”.
Il successivo rimbalzo è partito invece sulle dichiarazioni della Cancelliera tedesca Angela Merkel. Merkel ha infatti affermato che non ci sarà più bisogno del “backstop” nel momento in cui si troverà una soluzione efficace per la questione del confine irlandese, affermazione che inizialmente il mercato ha interpretato come un’apertura a Boris Johnson. In realtà Merkel ha precisato che questo non passa attraverso una revisione degli accordi già presi con il precedente Governo di Theresa May, per cui successivamente la sterlina è tornata a scendere e anche oggi apre in calo.
I dati domestici di ieri invece sono stati positivi, con l’indagine CBI sul settore industriale che ha mostrato un miglioramento superiore alle attese in agosto, ma la valuta britannica non ne ha beneficiato, a causa del flusso di notizie su Brexit che hanno preso il sopravvento. In assenza di dati oggi il driver resteranno gli sviluppi sul fronte Brexit, lasciando la sterlina esposta a nuovi cedimenti in caso di notizie negative. I minimi di ieri dovrebbero fungere da supporti notevoli.

USD – Ieri, dopo un’apertura di giornata al rialzo, il dollaro ha invertito rotta durante la sessione di mercato americana, seguendo l’analoga inversione ribassista dei rendimenti USA. In attesa dei verbali del FOMC questa sera e dei discorsi dei banchieri centrali, Powell in primis, al Simposio di Jackson Hole venerdì, il tema dominante è tornato a essere quello del rallentamento – globale e domestico – e della conseguente azione – espansiva – delle politiche monetarie. In particolare i mercati si attendono ulteriore allentamento da parte della Fed già a breve.
Molto attenta sarà dunque la lettura dei verbali dell’ultimo FOMC, in pubblicazione questa sera. I verbali dovrebbero riportare un quadro positivo dell’economia USA, lasciando però aperte le porte a ulteriore allentamento monetario dopo il taglio dei tassi di fine luglio a causa dei rischi verso il basso derivanti dal rallentamento internazionale e dalle politiche commerciali. Il messaggio dovrebbe restare quello del comunicato, indicando pertanto che in questa fase congiunturale l’entità dello stimolo preventivo appropriato dovrebbe essere contenuta.
In tal caso l’effetto sul dollaro potrebbe essere positivo, ma di dimensione ridotta, sia perché la valuta statunitense aveva già reagito al termine del FOMC sia perché gli sviluppi negativi sul fronte delle tensioni commerciali con la Cina si sono avuti successivamente alla riunione della Fed. Un test più significativo per il biglietto verde si avrà pertanto con il discorso di Powell venerdì.

EUR – L’euro è sceso ieri sull’approfondirsi della crisi di governo italiana con le dimissioni del premier Giuseppe Conte. Qui ha toccato un minimo a 1,1064 EUR/USD ma in corrispondenza di tali livelli che rappresentano anche dei supporti importanti è risalito fino a 1,1106 EUR/USD. Si tratta di movimenti contenuti, che suggeriscono il permanere di una certa debolezza della moneta unica.
Sul fronte della politica italiana, oggi il Presidente Mattarella avvia le consultazioni per il nuovo governo, ma la giornata chiave sarà domani quando saliranno al Quirinale i rappresentanti di PD, Lega e Movimento 5 Stelle. Pertanto oggi la dinamica del cambio sarà guidata anche dagli sviluppi USA: se i verbali della Fed verranno interpretati favorevolmente la moneta unica dovrebbe tornare sulla difensiva. I supporti chiave si collocano a 1,1065-1,1025-1,1000 EUR/USD.

JPY – Sul ritorno delle preoccupazioni per il rallentamento della crescita globale, ieri lo yen ha sostanzialmente recuperato il calo di lunedì mantenendosi comunque, approssimativamente, negli
stessi range di oscillazione degli ultimi giorni sia contro dollaro (in area 106 USD/JPY) sia contro euro (tra 117 e 118 EUR/JPY). Questa notte sui mercati asiatici è tornato a scendere, ma si tratta
di movimenti perlopiù tecnici. Se i verbali della Fed verranno interpretati favorevolmente, la valuta nipponica dovrebbe mantenersi in fase calante.