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20 Settembre 2019 – nota economica giornaliera

ITALIA – La produzione nelle costruzioni è aumentata marginalmente, di appena un decimo su base trimestrale, a luglio, così come accaduto il mese precedente. Anche la variazione annua è poco variata, a 0,8% (corretto per gli effetti di calendario), da 0,7% di giugno (in rallentamento dal picco di 8,6% toccato lo scorso marzo, che rappresentava un massimo da quasi 12 anni). Dopo il balzo del 1° trimestre (+3,8% t/t), e la correzione dei mesi primaverili (-2,3% t/t), l’output è in rotta per una sostanziale stagnazione nel trimestre estivo (l’ampia volatilità della prima metà dell’anno era accentuata dalle condizioni metereologiche). Il livello della fiducia dei costruttori, pur in calo ad agosto, resta coerente con una tendenza positiva per la produzione nel settore.

STATI UNITI
– L’indice della Philadelphia Fed a settembre corregge a 12, da 16,8 di agosto, mantenendosi in territorio espansivo. Lo spaccato dell’indagine è più positivo dell’indice di attività, con un marginale calo dei nuovi ordini a 24,8 da 25,8 di agosto, e rialzi per le consegne, l’occupazione, la settimana lavorativa e gli indici di prezzo. L’indice di attività a 6 mesi corregge, ma rimane relativamente elevato a 20,8 (da 32,6). Le diverse componenti a 6 mesi sono in flessione dai livelli molto elevati di agosto e segnalano ancora ottimismo delle imprese riguardo alle prospettive cicliche.
– I nuovi sussidi di disoccupazione nella settimana conclusa il 14 settembre sono poco variati, a 208 mila da 206 mila della settimana precedente. I dati riguardano la settimana di rilevazione dell’employment report di settembre e si mantengono sui minimi dalla fine del 1969, con indicazioni positive per i nonfarm payroll di questo mese.
– Le vendite di case esistenti ad agosto sorprendono verso l’alto, salendo a 5,49 mln di unità ann. da 5,42 mln di luglio, con moderati rialzi sia per le case unifamiliari sia per quelle multifamiliari. Le scorte di case invendute calano a 4,1 mesi, confermando la scarsità di offerta sul mercato. Il trend dei contratti di compravendita è in rialzo da inizio anno sulla scia del calo dei tassi sui mutui e dà prospettive positive per le vendite e l’attività di costruzione nei prossimi mesi.
Le costruzioni residenziali dovrebbero dare un contributo modestamente positivo alla crescita del PIL del 3° trimestre, dopo un anno e mezzo di contributi negativi.

 

COMMENTI:

AREA EURO – Il sito della BCE ha pubblicato ieri anche le risposte di Lane, capo-economista e membro del comitato esecutivo, alle domande che gli sono state fatte dopo il discorso di lunedì 16.
Lane ha difeso l’opportunità di annunciare un pacchetto di misure inclusivo e l’efficacia della politica monetaria, malgrado il suo rendimento decrescente, sostenendo che l’inflazione reagirà alle misure e che la BCE continuerà a rispondere all’evolversi della situazione. Tuttavia, Lane ha fatto quasi sempre riferimento agli effetti dei tassi negativi sui tassi sui prestiti, che stimolerebbero “secondo tutti i nostri modelliinvestimenti e consumi. Inoltre, Lane ha ribadito che gli acquisti netti potranno continuare al ritmo annunciato per un periodo “esteso” senza necessità di modificare i parametri, pur astenendosi dal fornire un orizzonte temporale definito.
Coeuré, il cui mandato come membro del comitato esecutivo scade a dicembre, ha detto che la BCE è stata in alcuni momenti molto vicina a sconfinare nel territorio della politica fiscale, ma che sono state predisposte delle misure di salvaguardia per evitarlo; secondo Coeuré, è necessario un ruolo anticiclico più attivo della politica fiscale in Europa.

BREXIT – Oggi la Corte Suprema dovrebbe pronunciarsi sul ricorso contro la sentenza del tribunale che ha dichiarato illegittima la sospensione del Parlamento richiesta e ottenuta dal governo. Juncker ha confermato di aver ricevuto mercoledì sera documenti con proposte per arrivare a un nuovo accordo di recesso, ma nessuna proposta formale è stata ancora presentata, come anche riconosciuto dal governo britannico.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro ieri ha corretto annullando integralmente l’iniziale rafforzamento post-FOMC e apre in calo anche oggi. Il cedimento è da attribuirsi a un mix di fattori, tra cui l’incertezza sulle prossime mosse della Fed, la dinamica cedente dei rendimenti USA, il confronto sfavorevole con altre banche centrali (BoJ, SNB e BoE) che a fronte del taglio dei tassi Fed di mercoledì sera ieri hanno invece lasciato i tassi fermi, l’apprezzamento della sterlina e la cautela circa l’esito del primo incontro USA-Cina sui dazi (che è iniziato ieri e terminerà oggi) preparatorio dei negoziati formali che riprenderanno a inizio ottobre.
Questo sarà probabilmente il tema centrale della giornata odierna: eventuali notizie positive su questo fronte sarebbero probabilmente l’unico spunto che oggi potrebbe favorire una risalita del dollaro.
Dalla Fed in programma anche un discorso d Rosengren, che alla riunione di mercoledì ha votato contro il taglio dei tassi preferendo tassi fermi. Sul fronte dati ieri il Philly Fed è sceso un po’ meno delle attese mentre le vendite di case hanno sorpreso positivamente mostrando un aumento, ma il dollaro ha tratto solo un modesto e temporaneo beneficio da questi dati.

EURL’euro ieri è risalito dopo l’iniziale calo post-FOMC toccando un massimo a 1,1073 EUR/USD e anche oggi apre al rialzo, favorito non tanto da fattori di forza propria, che al momento sono pressoché assenti, quanto dalle incertezze che tengono sulla difensiva il dollaro.
I livelli chiave da monitorare rimangono quelli della fascia di resistenza a 1,1070-1,1170 EUR/USD: fino a che quest’area non viene sfondata al rialzo il trend ribassista in atto da inizio anno rimane in auge. Sul fronte dati in uscita oggi la fiducia dei consumatori attesa stabile: un’eventuale sorpresa positiva potrebbe favorire l’euro più di quanto lo penalizzerebbe una delusione di pari entità.

GBPLa sterlina si è apprezzata significativamente ieri aprendo al rialzo anche oggi grazie a nuovi sviluppi positivi sul fronte Brexit. Il Presidente della Commissione UE Juncker ha infatti dichiarato che un accordo su Brexit è possibile, spiegando che se si riesce a trovare un’alternativa al “backstop” irlandese preservandone le finalità (impedire la ricostituzione di un confine fisico) il “backstop” può essere rimosso dall’accordo. Sulle dichiarazioni la sterlina è salita immediatamente sia contro dollaro da un minimo di 1,2437 a un massimo ieri di 1,2559 GBP/USD e di 1,2581 GBP/USD oggi sia contro euro dove si è portata da 0,88 a 0,87 EUR/GBP.
Intanto l’UE ha fatto sapere di aver ricevuto da Londra dei documenti scritti contenenti delle proposte per superare l’impasse attuale. Incontri tecnici tra le parti per discutere tali opzioni si sono già tenuti ieri e altri seguiranno. Oggi inoltre il ministro britannico per Brexit Barclay avrà un colloquio con il capo-negoziatore UE Barnier. Eventuali nuove aperture positive sul fronte Brexit favorirebbero un ulteriore apprezzamento della sterlina, a seguito del quale valuteremo se rivedere al rialzo il profilo atteso della valuta britannica.
Quanto alla sentenza sulla legittimità o meno della sospensione del parlamento voluta da Johnson, la Corte Suprema ieri ha fatto sapere che si pronuncerà all’inizio della settimana prossima.
Ieri intanto si è conclusa anche la riunione della BoE, che ha lasciato i tassi fermi a 0,75% come da attese. Su Brexit la Bank of England ha fatto sapere che l’incertezza indotta dal rinvio dell’uscita dall’UE inizialmente programmata per lo scorso marzo porterà probabilmente a una crescita più debole e a una minore inflazione domestica. La BoE ha inoltre ribadito che in caso di “soft Brexit” se ci sarà una ripresa dell’economia globale i tassi ufficiali torneranno a salire, ma gradualmente e limitatamente, mentre in caso di “hard Brexit” dovrà valutare il trade-off tra le maggiori pressioni inflazionistiche derivanti da un deprezzamento del cambio e la minor crescita derivante dall’incertezza sui nuovi accordi commerciali.

JPYAnche lo yen ieri è risalito dopo l’iniziale calo post-FOMC portandosi da 108 a 107 USD/JPY e apre in rafforzamento anche oggi, aiutato dalla decisione della BoJ di non allentare (per ora) la politica monetaria e dalla cautela circa l’esito del primo incontro USA-Cina sui dazi che terminerà oggi. Lo yen si è rafforzato anche contro euro, facendo una breve incursione da 119 a 118 EUR/JPY.
Eventuali notizie positive oggi sul fronte dei rapporti commerciali USA-Cina tornerebbero a indebolire lo yen. Al di là della giornata odierna comunque la prospettiva che la BoJ possa fornire nuovo stimolo già alla prossima riunione di ottobre dovrebbe contribuire a limitare l’upside della valuta nipponica.

 

PREVISIONI:

AREA EURO – La stima flash dell’indice di fiducia delle famiglie è vista in stabilizzazione a settembre, a -7,0, dopo il peggioramento a -7,1 di agosto. Sebbene in calo rispetto alla media 2018, l’indice rimane superiore di una deviazione standard rispetto alla media di lungo termine.