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20 Ottobre 2022 – nota economica giornaliera

GERMANIA – Questa mattina i prezzi alla produzione di settembre sono cresciuti di +2,3% m/m, mantenendo una variazione tendenziale stabile a 45,8% a/a (massimo storico).
I beni intermedi hanno mostrato una decelerazione a 16,8% a/a da 17,5% precedente.

AREA EURO
– Ieri l’inflazione di settembre è stata rivista al ribasso di un decimo rispetto alla stima flash, al 9,9% a/a (comunque in aumento dal 9,1% registrato ad agosto).
Sul dato di settembre continua a pesare il meccanismo endogeno di trasmissione dei rincari energetici, come dimostra l’accelerazione dei beni manufatti ex-energia (a 5,5% da 5,1%) e la crescita della componente alimentari (a 11,8% da 10,6%).
Ha inciso anche il ritiro di alcune delle misure calmieranti decise dai Governi nazionali (in particolare la fine del taglio sul prezzo dell’abbonamento per il trasporto pubblico in Germania).
– La produzione nelle costruzioni è tornata a calare ad agosto, di -0,6% m/m da un precedente 0,3%, con flessioni diffuse a edilizia e ingegneria civile.
Il dato lascia l’output in rotta per una contrazione nel 3° trimestre, quando industria e costruzioni potrebbero sottrarre fino a due decimi alla crescita del PIL.

STATI UNITI
 – Ieri, i cantieri residenziali di settembre sono calati più delle attese, scendendo a 1,439 mln da 1,566 mln di agosto, ma le licenze sono aumentate a 1,564 mln, indicando una possibile temporanea ripresa dei cantieri nei prossimi mesi.
– Il Beige Book riporta che l’attività è cresciuta “modestamente”, con condizioni piuttosto variegate fra i diversi distretti.
Circa la metà delle aree registra domanda piatta o in calo per via dell’aumento dei tassi di interesse, inflazione e strozzature all’offerta.
Le imprese riportano consumi quasi invariati, tranne che nel turismo e nelle attività ricreative, in forte rialzo.
Le aspettative stanno diventando più pessimistiche, per via di crescenti timori relativi all’indebolimento della domanda.
Sul mercato del lavoro l’occupazione cresce, ma la domanda è in rallentamento e le pressioni si stanno ridimensionando in diverse aree.
I salari restano in aumento diffuso.
I prezzi restano elevati ma si inizia a vedere qualche segnale di allentamento, con indicazioni di crescente difficoltà a trasferire gli aumenti dei costi sui prezzi finali.
In conclusione, il rapporto indica che la restrizione monetaria sta iniziando a trasmettersi all’attività e ai prezzi, anche se non ancora ai salari.

 

COMMENTI:

ITALIA – Cominciano oggi le consultazioni del Presidente della Repubblica Mattarella con le delegazioni dei principali partiti, che si concluderanno domattina con l’incontro con i gruppi parlamentari di centro-destra.
È possibile che l’incarico a Giorgia Meloni per la formazione di un nuovo governo sia conferito già domani pomeriggio.
Il giuramento del nuovo esecutivo potrebbe avvenire sabato o domenica, e il voto di fiducia alle camere nei primi giorni della prossima settimana.

UNIONE EUROPEA – Inizia questo pomeriggio e si concluderà domani il Consiglio Europeo, i cui temi caldi sono il sostegno all’Ucraina nella guerra contro la Russia e le misure di emergenza in tema di energia.
Riguardo a queste ultime, sul tavolo ci sarà la proposta divulgata dalla Commissione Europea martedì; mentre su diversi punti dovrebbe emergere una buona convergenza fra i capi di governo, in merito al tetto al prezzo del gas, le divisioni non sono state ancora superate e anche la proposta di limite temporaneo dinamico al TTF incontrerebbe ancora opposizione, secondo quanto riferiscono diversi quotidiani quest’oggi.
Nonostante ciò, i prezzi del gas sono scesi a causa di un importante mutamento dell’equilibrio domanda-offerta a breve termine: la domanda è crollata perché gli impianti di stoccaggio sono pieni e il clima è più caldo del solito.

STATI UNITIEvans (Chicago Fed) ha detto che se la Fed riuscisse a riportare l’inflazione sotto controllo mantenendo il tasso di disoccupazione sotto il 5%, in linea con le proiezioni macroeconomiche di settembre, otterrebbe un risultato ottimo, e “piuttosto inusuale”.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro è risalito ampiamente ieri trainato dalla salita dei rendimenti al consolidarsi di attese di mercato che la Fed possa alzare di 75 pb sia a novembre che a dicembre.
Dai dati però iniziano a emergere primi segnali di decelerazione della crescita, come riportato anche, seppure blandamente, dal Beige Book di ieri sera.
Stamani infatti il dollaro sta leggermente ritracciando e nel breve resta possibile una dinamica laterale sulla scia del flusso di dati che rischiano di restare parzialmente contrastanti, come potrebbe essere oggi con Philly Fed, sussidi di disoccupazione e vendite di case.
Nel complesso però la fase di debolezza del ciclo globale contribuisce a mantenere comunque sostenuto il dollaro.

EURL’euro è sceso ieri sul recupero del dollaro, ma moderatamente, da 0,98 a 0,97 EUR/USD, restando in range e oggi è in lieve recupero.
A contenere il downside contribuiscono nel breve (i) l’aspettativa di mercato che anche la BCE nel breve possa alzare ampiamente i tassi, approssimativamente tanto quanto la Fed, (ii) i segnali parzialmente contrastanti dai dati dell’area, tra cui la fiducia delle imprese manifatturiere stamani che ha mostrato un leggero miglioramento contro attese di calo, e (iii) il recente calo dei prezzi del gas.
I rischi però sul fronte dei dati (prospettive di crescita) e sul fronte dei prezzi energetici rimangono rispettivamente verso il basso e verso l’alto, e quindi sull’euro restano verso il basso.

GBPAnche la sterlina è scesa ieri sul recupero del dollaro da 1,13 a 1,11 GBP/USD e sta calando anche oggi sull’ampliarsi dell’incertezza a livello domestico, sia sul fronte politico (capacità di tenuta del governo Truss) sia sul fronte economico, dove recessione in arrivo, inflazione a due cifre e parziali incognite sui temi fiscali complicano una volta di più le decisioni sui tassi per la BoE che comunque alla riunione del 3 novembre dovrebbe passare a un rialzo più ampio, di 75 pb o 100 pb.
La sterlina resta infatti in calo anche contro euro da 0,86 a 0,87 EUR/GBP.

JPYLo yen ha continuato a scendere contro dollaro aggiornando di nuovo i minimi da 149 a 150 USD/JPY, indebolito dalla salita verso nuovi massimi dei rendimenti a lunga USA.
Il raggiungimento della soglia critica di 150 USD/JPY aumenta la probabilità di un intervento valutario se il calo dovesse accelerare significativamente
.
Il ministro delle finanze Suzuki ha infatti ribadito che movimenti eccessivamente rapidi non possono essere tollerati.
Contro euro lo yen ha parzialmente recuperato ieri da 147 a 146 USD/JPY sul calo dell’EUR/USD, ma sta leggermente ridiscendendo oggi.
La divergenza della BoJ rimane infatti il fattore prevalente soprattutto a fronte della rinnovata determinazione della BoJ a mantenere le condizioni di policy massimamente espansive: la BoJ ha infatti condotto nuovi acquisti straordinari di titoli governativi per contrastare le pressioni rialziste sui rendimenti esercitate dalle tendenze rialziste che si evidenziano a livello internazionale.

 

PREVISIONI:

FRANCIA – L’indice INSEE di fiducia delle imprese manifatturiere è atteso calare di un punto a 101 ad ottobre, penalizzato anche dagli scioperi nelle raffinerie; la correzione del morale dovrebbe riguardare anche gli altri principali macro-settori.

STATI UNITI
 – Oggi l’indice della Philadelphia Fed di ottobre dovrebbe mostrare un modesto miglioramento a -5 da -9,9 di settembre, continuando a segnalare attività stagnante o marginalmente negativa.
– Le vendite di case esistenti di settembre dovrebbero flettere per l’ottavo mese consecutivo, scendendo a 4,72 mln da 4,8 mln e confermando il trend in calo da inizio anno, alla luce dell’indicazione debole dei contratti di compravendita.