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20 Febbraio 2020 – nota economica giornaliera

AREA EURO – La produzione nelle costruzioni è calata di -3,1% m/m e -3,7% a/a in dicembre. La violenta flessione, che potrebbe riflettere problemi di calendario, ha ridotto l’incremento medio annuo del 2019 a 1,8% a/a. Il risultato aggregato di dicembre riflette in particolare il -8,7% della Germania, già comunicato da DeStatis in occasione della pubblicazione dei dati nazionali di produzione industriale. Sebbene un rimbalzo mensile appaia probabile in gennaio, la dinamica dei permessi a costruire è nettamente rallentata a partire da agosto, un elemento che fa pensare a una fase di rallentamento non effimera per l’attività edile nell’area euro.

STATI UNITI
– Il PPI a gennaio sorprende verso l’alto, con un aumenta di 0,5% m/m (consenso: 0,1% m/m), dopo 0,2% m/m (rivisto da 0,1% m/m), nonostante una contrazione di -0,7% m/m dell’energia.
L’indice al netto di alimentari, energia e commercio registra una variazione di 0,4% m/m. L’accelerazione dei prezzi è spinta principalmente dai rialzi particolarmente marcati nel comparto dei servizi.
I beni core hanno prezzi in ripresa (0,3% m/m). I prezzi dei servizi aumentano di 0,7% m/m, con circa il 40% del rialzo spiegato da una variazione di 1,2% m/m dei margini nel commercio e in parte per l’incremento di 0,9% m/m delle tariffe ospedaliere (collegato alla revisione dei prezzi di Medicare). Queste voci giustificano il balzo di 0,8% m/m dei prezzi dei servizi ai consumatori (2,1% a/a), che si trasmetteranno in parte al deflatore dei consumi di gennaio, contribuendo a riavvicinarlo al 2%. Essendo l’aumento delle tariffe Medicare un fattore una tantum, i dati di gennaio non sono per ora indicativi di un trend più sostenuto dell’inflazione.
– I nuovi cantieri residenziali a gennaio correggono a 1,567 da 1,626 mln (rivisto da 1,608 mln) di dicembre, ma restano sui massimi da inizio 2007. Il dato di dicembre era stato spinto dal clima mite, che ha contribuito anche a sostenere il risultato di gennaio, migliore delle attese. Anche le licenze sorprendono verso l’alto, salendo a 1,551 mln da 1,42 mln di dicembre.
Al di là del fattore clima, il trend dell’attività nel settore dell’edilizia residenziale rimane in moderato rialzo e gli investimenti residenziali dovrebbero contribuire positivamente alla crescita del PIL per il 5° trimestre consecutivo, grazie al sostegno dei tassi sui mutui in calo.
– La Business Leaders Survey condotta dalla NY Fed a febbraio nel settore dei servizi segna un aumento a 9,8 da 3,8 di gennaio, anche se l’indice del clima di business corregge a – 2 da 6,9 del mese precedente e torna in territorio negativo come nella parte finale del 2019.
Gli occupati sono su un trend debole dal 2019 e calano a 3,1 da 4,8 di gennaio. L’indice di attività a 6 mesi risale a 35,1 da 31,9, e torna vicino al livello medio della parte centrale del 2019, con un miglioramento dell’indice di clima e degli occupati. L’indagine segnala attività corrente in crescita modesta, ma relativo ottimismo per lo scenario a 6 mesi nel settore dei servizi.

 

COMMENTI:

STATI UNITI
– Il presidente dell’Atlanta Fed, Bostic, ha detto che lo scenario economico rimane positivo, grazie alla dinamica stabile dei consumi.
Secondo Bostic, la Fed sta seguendo attentamente gli sviluppi del coronavirus, che per ora a suo avviso non sono tali da essere una “fonte di preoccupazione”.
Mester (Cleveland Fed) ha detto che l’economia è in una situazione favorevole, anche se è presto per valutare gli effetti del coronavirus.
– I verbali della riunione del FOMC del 28-29 gennaio confermano un consenso diffuso per l’attuale pausa nel sentiero dei tassi, sulla base di uno scenario centrale di crescita moderata e di inflazione in graduale ritorno verso il 2%. Il messaggio di gennaio è di “wait and see”, con un consenso per mantenere l’attuale stance di politica monetaria per un certo tempo” (for a time) in modo da valutare l’evoluzione dei rischi, che comunque restano orientati verso il basso. I verbali danno maggiori informazioni sul processo di revisione degli strumenti di politica monetaria e includono dettagli sulla gestione delle riserve e del bilancio nel breve termine. Nella discussione sui rischi, il Comitato valutava la distribuzione dei rischi come “più favorevole rispetto alla riunione precedente, anche se diversi rischi verso il basso rimanevano rilevanti”.
L’accordo con la Cina, la chiusura del caso Brexit e la stabilizzazione della crescita mondiale sono stati citati come fattori in miglioramento, ma i partecipanti restano focalizzati sui possibili sviluppi della politica commerciale, delle tensioni geopolitiche, della fragilità della ripresa mondiale e ora anche del coronavirus, che deve essere “seguito da vicino”.
Riguardo all’inflazione, la previsione è di risalita verso il 2%, ma persiste la divergenza fra i partecipanti che restano preoccupati per il continuo undershooting rispetto all’obiettivo e quelli più convinti che la riduzione delle risorse inutilizzate porti a rialzi dei prezzi in accelerazione. Il dibattito se adottare un range obiettivo possa convalidare il sentiero dei prezzi al di sotto del 2%, anziché spostarlo verso l’alto, sembrava orientato a mantenere l’obiettivo puntuale, segnalando la volontà di accettare overshooting.
Per quanto riguarda la stabilità finanziaria, pur rilevando che i rischi sono contenuti, diversi partecipanti hanno sottolineato che le valutazioni sui mercati azionari e obbligazionari hanno determinato un forte aumento dell’indebitamento e un allentamento delle condizioni per la concessione del credito.
Nella discussione relativa alla politica monetaria, i partecipanti concordavano che il mantenimento della stance attuale “per un certo tempo” (“for a time”) fosse appropriato, anche grazie al sostegno generato dai tagli del 2019.
Informazioni più operative sono emerse riguardo alla gestione della liquidità e del bilancio. I verbali segnalano che gli acquisti di T-bill dovrebbero proseguire al ritmo attuale (60 mld al mese) fino ad aprile, ma rallentare da maggio in poi, in modo da portarsi su un ritmo in linea con la crescita “organica” del bilancio. Probabilmente per luglio la dinamica degli acquisti potrebbe essere intorno a 15 mld di dollari al mese. I verbali sottolineano che insieme alla valutazione della crescita del bilancio, il Comitato dovrà decidere la distribuzione dei futuri acquisti di titoli lungo la curva.
Come in passato, sono emerse due posizioni, una più favorevole ad acquisti concentrati sul tratto breve, per lasciare spazio a un’eventuale operazione “twist”, e una orientata a una distribuzione degli acquisti neutrale rispetto allo stock.
Il gestore delle operazioni di mercato aperto ha proposto di fare scadere gradualmente le operazioni di rifinanziamento con scadenza superiore a 1 giorno e consolidare le operazioni in repo overnight dopo aprile. I partecipanti concordavano con la proposta, ed è stata anche riaperta la discussione sull’istituzione di una standing repo facility in tempi “non troppo lunghi”, forse dopo l’estate.
Nel complesso, i verbali non modificano lo scenario per i tassi e sono relativamente meno informativi sulla valutazione dei rischi rispetto alle audizioni di Powell e ai discorsi più recenti perché precedono l’aggravarsi dell’epidemia di coronavirus.

 

MERCATI VALUTARI:

USD – Il dollaro ha continuato a rafforzarsi rivedendo ieri massimi abbandonati circa tre anni fa. A favorirlo nel corso dell’ultima settimana è stato il confronto favorevole in termini di performance dell’economia USA, soprattutto rispetto all’area euro e, ieri, il calo della risk aversion in relazione al rallentamento della diffusione del coronavirus, per il quale però le preoccupazioni permangono. Oggi dai dati, Philly Fed in primis, non si attendono indicazioni positive. A meno di sorprese favorevoli la salita del dollaro potrebbe subire una pausa.

EUR – L’euro ha continuato a scendere, ricedendo minimi abbandonati quasi tre anni fa per portarsi fino a 1,0775 EUR/USD, penalizzato dal confronto sfavorevole tra i dati dell’area e quelli USA. Oggi, dalla fiducia dei consumatori dell’area non si attendono indicazioni positive. A meno quindi di delusioni dai dati USA l’euro dovrebbe restare sotto pressione. In uscita oggi i verbali BCE, dai quali difficilmente arriveranno spunti rialzisti dato che i margini di manovra della banca centrale sono molto contenuti,

GBP – La sterlina è in calo questa settimana, da 1,30 a 1,28 GBP/USD contro dollaro e da 0,82 a 0,83 EUR/GBP contro euro, penalizzata dall’incertezza sui negoziati con l’UE dato che il governo britannico ha ribadito di non volersi allineare alle normative UE. L’incertezza prevale sui dati, che hanno invece mostrato un aumento dell’inflazione superiore alle attese. Oggi si attendono indicazioni positive dalle vendite al dettaglio che dovrebbero arginare la discesa della sterlina.

JPY – Lo yen è precipitato ieri verso i minimi di circa un anno fa passando in un solo giorno da 109 a 111 USD/JPY contro dollaro e da 118 a 120 EUR/JPY contro euro, a causa del ridimensionamento della risk aversion sulla notizia del rallentamento della diffusione del coronavirus. A meno di sorprese positive dai dati USA o di un ulteriore calo dell’avversione al rischio, la discesa dello yen potrebbe temporaneamente interrompersi.

 

PREVISIONI:

FRANCIA – La seconda lettura dovrebbe confermare che a gennaio l’inflazione è rimasta stabile all’1,5% sull’indice nazionale e all’1,6% su quello armonizzato. La variazione mensile sarà confermata a -0,4% m/m sull’indice nazionale e a -0,5% m/m su quello armonizzato.

STATI UNITI – L’indice della Philadelphia Fed a febbraio è previsto in calo a 12 da 17 di gennaio. Fra le varie indagini del manifatturiero, quella della Philadelphia Fed si è mantenuta su livelli più elevati, con segnali di espansione più rapida rispetto agli altri indicatori. Pertanto, la previsione per il Philly Fed è di correzione verso livelli coerenti con attività poco più che stagnante.